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ITALO SVEVO - LA COSCIENZA DI ZENO, Appunti di Letteratura Contemporanea

Vita di Italo Svevo. Analisi e riassunto de 'La coscienza di Zeno', in aggiunta accenno alla differenza del flusso di coscienza di Joyce.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 30/11/2023

Tittaadd
Tittaadd 🇮🇹

3.7

(3)

40 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica ITALO SVEVO - LA COSCIENZA DI ZENO e più Appunti in PDF di Letteratura Contemporanea solo su Docsity! ITALO SVEVO- LA COSCIENZA DI ZENO ITALO SVEVO Aron Hector Schmitz nasce il 19 dicembre del 1861 a Trieste, territorio dell’impero asburgico, da una famiglia borghese. Il padre, commerciante, era figlio di un funzionario imperiale austriaco di origine ebraica, definito ‘ebreo assimilato’, non segue i riti religiosi. Italo studia presso scuole ebraiche ed in seguito, mandato a finire i suoi studi in una scuola commerciale in Baviera. Nel 1878 torna a Trieste all’Istituto Rivoltella. Scrive sul giornale ‘l’Indipendente’ con lo pseudonimo di Ettore Samigli. Nel 1880 il padre fallisce e Svevo si ritrova in ristrettezze economiche, così inizia a lavorare in banca, nella filiale triestina della banca Union di Vienna. Nel 1882 pubblica ‘Una Vita’. Nel 1895 muore la madre, al suo capezzale incontra una cugina e se ne innamora, Livia Veneziani. L’anno dopo si sposano e nel 1897 nasce la figlia Letizia. Intanto la situazione economica cambia, i Veneziani sono ricchi, proprietari di una fabbrica di vernici antiruggine per navi, così Svevo abbandona il lavoro in banca per dedicarsi alla ditta dei suoceri. Compie numerosi viaggi, tra i quali visita Francia, Inghilterra. Nel 1902 scrive sul suo diario che ha eliminato la letteratura. Incontrerà Joyce che esule dall’Irlanda insegna a Trieste e Svevo prenderà lezioni da lui, diventando amici. Joyce tenta di far conoscere l’amico, ma in Italia solo Montale riconoscerà il suo valore. Sveso studia Freud dopo che il cognato nel 1909 sostiene una terapia con Freud. Nel 1923 pubblica ‘La Coscienza di Zeno’. L’11 settembre del 1928 ha un incidente d’auto e muore. CULTURA La cultura di Svevo era basata sul Marxismo e la psicoanalisi. Conosceva Balzac, Zola, Stendhal, Flaubert e Schopenauer. LA COSCIENZA DI ZENO Scritto tra il 1919 e il 1922, viene pubblicato a Bologna nel 1923., è un romanzo psicologico. Il titolo ‘La coscienza’ ha due significati, uno riguardante la consapevolezza del proprio agire e l’altro si riferisce alla ‘cattiva coscienza’ di Zeno, risultato del suo continuo autogiustificarsi. Il nome del protagonista, Zeno, allude a XENO, diverso, straniero --> il suo essere diverso rispetto agli altri o estraniarsi dalla vita. Il libro è un memoriale autobiografico che Zeno scrive sotto cura dal suo psicoanalista, il dottor S. I capitoli sono otto totali: Prefazione (scritta dal dottor S), Preambolo, Il fumo, La morte di mio padre, La storia del mio matrimonio, La moglie e l’amante, Storia di un’associazione commerciale, Psicoanalisi. Questi capitoli rappresentano macrotematiche, il tempo della narrazione è misto, non segue un ordine cronologico. Nel corso della prefazione il libro viene definito: - novella, -autobiografia, -memoria. Il nome del dottor S. si porta a porci delle domande, il suo nome rappresenta Sigmund Freud o è l’autore stesso, quindi Svevo? O lo psicoanalista Weiss? La diagnosi dello psicoanalista sul suo paziente Zeno è: soffre del complesso di Edipo, la sua libido non espressa lo inibisce e porta al fallimento. Inoltre non è riuscito a maturare psicologicamente. Nei confronti di Guido Speier ha il Complesso di Caino. (discorso sui veleni in barca) Per Svevo la diagnosi è l’inettitudine. Zeno è un inetto, debole incapace di decidere e prendere in mano la propria vita. A differenza dei primi due romanzi di Svevo, Zeno è consapevole dei propri limiti, così si apre al cambiamento e vuole evolversi. Nel preambolo il dottor S. spiega di pubblicare lo scritto del suo paziente per vendetta, perché Zeno ha interrotto la terapia senza consultarlo. (finzione letteraria) Zeno è inoltre “malato” di nevrosi, (disturbo psichico che si manifesta in irritabilità ed ansia) che simula però i sintomi di malattia organica (avverte un forte dolore alla gamba e zoppica tutte le volte che vive un’esperienza frustrante) e nella sua malattia si evince la sua inettitudine perché di per se si convince che abbia una malattia quando magari non è così, per giustificare le sue inadempienze sia nello studio che nel lavoro, e attribuisce la colpa a tutte le sue disgrazie e della sua malattia al fumo, e per tutta la sua vita continuerà a tentare di smettere di fumare senza mai riuscirci. Tutte queste caratteristiche negative del protagonista-narratore (inetto, nevrotico ed ipocondriaco), lo rendono un narratore inattendibile, già anticipato nella prefazione del dottor S, che lo descrive come racconti pieni di tante verità e bugie, ed infatti Zeno cerca sempre di mostrarsi privo di colpe per le vicende accadute con l’amante, la moglie, il padre, l’amante e Guido; c’è da dire però che non sono bugie intenzionali, ma frutto di autoinganni e azioni dettate dall’inconscio di Zeno, ed è proprio il suo inconscio la base delle sue azioni (proposta di matrimonio con augusta che inconsciamente l’ha sempre voluta, perché cercava quella donna “materna”). Zeno è quindi un personaggio a più facce e molto problematico, ed in parte negativo per la falsa coscienza borghese, ma in parte positivo come strumento di straniamento e conoscenza, che a differenza delle persone “normali” del mondo borghese, è disponibile alle “trasformazioni” nel senso che è capace di sperimentare le diverse forme dell’esistenza, Zeno diventa come strumento straniante nei confronti dei sani e normali, a causa della sua malattia e diversità. Quindi l’inetto subisce un mutamento di prospettiva: l’inettitudine rende il soggetto capace di “evolversi” e disponibile ad ogni forma di sviluppo, a differenza dei “sani” (borghesi) che sono già perfettamente compiuti in ogni loro forma e non possono evolversi ulteriormente (si capisce nel saggio l’uomo e la teoria darwiniana). INETTITUDINE: debolezza, mancanza di volontà, incapace di vivere pienamente. Zeno ha scarsa fiducia nella terapia, lo deduciamo dal preambolo, in cui ha un trasfert negativo nei confronti dello psicoanalista. CAPITOLI IL FUMO Zeno Cosini narrandoci del suo vizio cerca di nascondere il vizio reale: l’incapacità di tenere fede ai suoi propositi. Zeno si sentiva stimolato dalla proibizione, proprio per questo sosteneva di fumare l’ultima sigaretta, la rendeva più appetibile, aveva tutt’altro gusto. Proprio per questo motivo appuntava sui suoi libri e quaderni U.S., ultima sigaretta. Non riesce ad eliminare il vizio del fumo per la debolezza del suo carattere, esempio: continui cambi di facoltà da chimica a giurisprudenza. MORTE DI MIO PADRE ‘15/04/1890 ore 16:30 muore mio padre u.s.’ Zeno piange la morte del padre non solo per il dolore della perdita ma perché sentiva che una parte di sè stesso fosse morta con lui. Zeno dà molta importanza all’ultimo gesto di suo padre, forse un gesto non voluto data la malattia, lo schiaffo a Zeno.
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