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La Coscienza di Zeno: Trama e Analisi - Un romanzo di Italo Svevo, Appunti di Letteratura

La coscienza di zeno è il terzo romanzo di italo svevo, scritto tra il 1919 e il 1922 e pubblicato nel 1923. Il romanzo, costruito ad episodi e non secondo una successione cronologica precisa, segue la vita del protagonista zeno cosini attraverso sei momenti cruciali. Ogni episodio, narrato dal punto di vista di zeno, presenta la sua versione dei fatti, spesso inattendibile e modificata per apparire innocua agli occhi del dottore s. Un'analisi dettagliata di ogni episodio, inclusi il fumo, la morte di mio padre, la storia del mio matrimonio, la moglie e l’amante, storia di un’associazione commerciale e psico-analisi.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 11/03/2022

Jackroad
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Scarica La Coscienza di Zeno: Trama e Analisi - Un romanzo di Italo Svevo e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! "La coscienza di Zeno": trama e analisi La coscienza di Zeno è il terzo romanzo di Italo Svevo, scritto dal 1919 al 1922 e pubblicato nel 1923, dopo il lungo silenzio letterario dell’autore. Raggiunge il successo nazionale e internazionale grazie a Eugenio Montale, che in un articolo del 1925 tesse le lodi del romanzo, e a James Joyce, amico di Svevo, che fa conoscere il romanzo in Francia. Innovativa è la struttura del romanzo, costruito ad episodi e non secondo una successione cronologica precisa e lineare. Il narratore è il protagonista, Zeno Cosini, che ripercorre sei momenti della sua vita all'interno di una terapia di psicoanalisi. La Coscienza si apre con la Prefazione del dottore psicoanalista (identificato dall'ironicamente beffarda etichetta di "dottor S.", con un sotterraneo richiamo al cognome dell'autore reale o forse Sigmund Freud) che ha avuto in cura Zeno e che l'ha indotto a scrivere la sua autobiografia. Il protagonista si è sottratto alla psicoanalisi e il medico per vendetta decide di pubblicare le sue memorie. I sei episodi della vita di Zeno Cosini sono: 1)Il fumo, 2)La morte di mio padre, 3)La storia del mio matrimonio, 4)La moglie e l’amante, 5)Storia di un’associazione commerciale 6)Psico-analisi. Ogni episodio è narrato dal punto di vista del protagonista, e il suo resoconto degli eventi risulta spesso inattendibile; egli presenta la sua versione dei fatti, modificata e resa come innocua in un atto inconscio di autodifesa, per apparire migliore agli occhi del dottor S. (una sorta di secondo padre, sotto i cui occhi recitare la parte del "figlio buono"), dei lettori e forse anche ai propri. Dopo una Prefazione e un Preambolo sulla propria infanzia, nel terzo capitolo Zeno scrive del suo vizio del fumo (Il fumo): fin da ragazzino il protagonista è dedito a questo vizio, da cui cerca inutilmente di liberarsi con diversi tentativi infruttuosi, testimoniati dalle pagine di diari e dai libri (noché dai muri...) su cui vengono scritte la data e la sigla u.s. (ultima sigaretta). Infine per liberarsi dal fumo il protagonista si fa ricoverare in una clinica, da cui fugge, corrompendo con una bottiglia di cognac l’infermiera che lo sorveglia. L’episodio del fumo permette a Zeno di riflettere sulla propria mancanza di forza di volontà e sull'incapacità di perseguire un fine con forza e decisione (altro inetto). Tale debolezza è attribuibile al senso di vuoto che egli sente nella sua vita, e all’assenza nella sua infanzia di una figura paterna che fornisca regole e norme comportamentali. n.b.: il vizio del fumo Zeno lo tiene per rivaleggiare con suo padre e non smette perché il fumo deve essere la causa dei suoi mali (se smettesse dovrebbe ammettere a se stesso che la causa dei suoi mali è psicologica). Il secondo episodio (La morte di mio padre) è appunto incentrato sulla figura del padre di Zeno. Il protagonista-narratore analizza il difficile rapporto con il genitore, che non riesce a identificare come figura di riferimento e guida. Zeno infatti non ha mai tentato di stabilire un rapporto affettivo e di reciproca intesa con il padre. Quando quest'ultimo è colto da paralisi, il figlio, in cerca di approvazione e giustificazione, prova ad accudirlo prima che sia troppo tardi. Ma durante la notte, il padre viene colpito da un edema cerebrale. Ormai incapace di intendere e volere l’uomo è destinato a morte certa, e Zeno spera, per evitare ulteriori sofferenze al padre e soprattutto fatiche per sè stesso, in una fine rapida e indolore. Nell’estremo momento della morte in un gesto incontrollato il padre schiaffeggia il figlio, per poi spegnersi; gesto che segnerà irremediabilmente il protagonista e ne orienterà tutti i malcelati tentativi di spiegare quel gesto, o di giustificare il proprio atteggiamento.
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