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Italo Svevo: vita e alcuni collegamenti con altre materie, Appunti di Italiano

In questo documento è presente la vita di Svevo, il suo pseudonimo e collegamenti da poter fare anche con storia

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 10/08/2022

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martina-portoghese-3 🇮🇹

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9 documenti

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Scarica Italo Svevo: vita e alcuni collegamenti con altre materie e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! ITALO SVEVO Nasce a Trieste nel 1861 in un ambiente multiculturale e mitteleuropeo, che gli consentirà di venire a conoscenza di tutte le novità culturali del 900, e anche di entrare prima in contatto con la psicanalisi (novità del 900), attraverso la figura di Freud. Proprio per sottolineare la sua doppia identità, sceglie lo pseudonimo di Italo Svevo che nasce dal fatto che i due genitori provengono da culture diverse, ovvero ebraica. Nel 1873 si trasferisce in Germania per frequentare un istituto commerciale riservato a studenti ebrei (la sua famiglia era ebraica) dove inizia ad avvicinarsi alla letteratura. Dal padre gli viene affiancato lo studio di autodidatta in banca, infatti Svevo prima di essere un letterato, è un imprenditore, infatti la letteratura, filosofia e scienza sono una evasione mentre la scrittura di racconti e articoli è un investimento personale. Pubblica a proprie spese una vita e senilità, entrambi focalizzati sulla psicologia dei personaggi dall’inguaribile inettitudine, che però, non rivelano successo. (I romanzi di Pirandello rientrano nei romanzi psicologici) Svevo sposerà Livia, dal quale avrà Letizia, la sua unica figlia. Successivamente verrà assunto nella fabbrica del suocero che lo porterà ad essere un industriale di successo e ad abbandonare la letteratura. Ma grazie all’incontro con James Joyce e al suo incoraggiamento, Svevo prosegue l’attività da letterato, e nel 1908 inizia a leggere Freud. Durante la prima guerra mondiale riesce ad occuparsi dell’attività letteraria e scrive la coscienza di Zeno, la critica finalmente lo scopre grazie anche a una critica positiva di Montale, e inizia un quarto romanzo il vecchione ma muore a causa di un incidente nel 1928. I romanzi psicologici di Svevo, esplorano la crisi dell’uomo moderno, e in particolare dell’intellettuale. Come in Pirandello, anche Svevo indaga sulla crisi dell’uomo e sull’inettitudine ovvero, la debolezza, secondo la quale non si riesce mai a reagire alle difficoltà che vengono imposte dalla società. Molto importanti sono i temi, che nascono da quelle che sono le trasformazioni sociali, culturali che sono presenti nella società tra la fine dell’800 inizi dell’ 900. Tra i temi troviamo: ● opposizione tra forti e deboli quindi ritorna quel darwinismo sociale già presente con Verga. ● Salute e malattia ● Famiglia: intesa come formale istituzione ● Scrittura come autoanalisi ● Rifiuto della psicoanalisi come terapia (o come tecnica narrativa) Darwin influenza molto Svevo, nel mettere in scena la lotta fra forti e deboli dalla quale usciranno come vincitori i forti. Svevo e la scrittura: Svevo è un autodidatta e quindi non può scrivere come un letterato. La scrittura per Svevo diventa un bisogno ed è terapeutica, perché attraverso la scrittura lui cura il suo male di vivere. Il male di vivere si riferisce alla difficoltà dell’uomo del 900 che non riesce a trovare un posto nella società. L’uomo a questa difficoltà, non risponde e quindi può essere definito inetto. (Il protagonista del male di vivere è svevo) La scrittura prende il posto della psicanalisi: Svevo è perplesso, e ironico verso la psicanalisi, che può essere solo uno stimolo alla creazione artistica, ma non cura la malattia dell’uomo, e neanche la medicina o la scienza ci riesce, ma solo la scrittura può, che diventa uno strumento per tirare fuori i lati oscuri della coscienza dell’uomo (si trova nell’ultimo capitolo della coscienza di Zeno) Svevo mette in scena l’uomo ordinario, soffermandosi ad indagare sulla vita borghese sul commercio della Trieste mercantile con lo scopo di mettere a nudo gli aspetti più torbidi, le debolezze più nascoste. L’indagine è come un dissidio: lui stesso è parte di quel mondo. In pratica toglie la maschera a un realtà a cui partecipa attivamente. Quindi la scrittura diventa autoanalisi e terapia. (Svevo partecipa al contesto che poi mette a nudo nelle opere, ma non trovandosi a suo agio, ma dovendoci stare, la scrittura diventa terapia perché attraverso di esse svevo si libera dal disagio che prova nell’essere protagonista di questa vita ) I temi dell’opera di Svevo: 1. IRONIA: l’ironia gioca un ruolo fondamentale nell’opera di Svevo perché gli consente di poter assumere quel distacco che lo porta poi a poter raccontare. L’ironia lo aiuta anche a svelare segreti e aspetti nascosti. (Si i trova in tutti e 3 i romanzi ma è più evidente nella coscienza di Zeno) 2. PERSONAGGIO DELL’INETTO: l’inetto è un debole, un immaturo, un antieroe. È colui che non è capace di affrontare la vita reale. Attraverso questo personaggio Svevo rappresenta la crisi dell’uomo e soprattutto l’immagine tradizionale dell’uomo. (I personaggi di una vita e senilità sono degli inetti) 3. “LA MALATTIA”: non è intesa come una condizione fisica, ma come un modo di essere. Diventa un disagio esistenziale, che li porta ad essere passivi e incapaci di relazionarsi con la società (quindi inetti). È la causa per cui i personaggi di Svevo sono deboli e immaturi. 4. LA MEMORIA: permette di tornare sui fatti passati riordinando e interpretando. Spesso però la memoria è ingannevole in quanto non ricorda nel modo giusto. Solo la scrittura è in grado di opporsi allo scorrere del tempo, ecco perché é autoanalisi. (Molto presente nella coscienza di Zeno in quanto ma contemporaneamente non vuole guarire perché non vuole affrontare quelle che sono le sue debolezze. 2. Malattia come volontà: zeno elabora dei buoni propositi che non mette mai in atto. 3. Consapevolezza dell'inettitudine: Zeno ha presente la propria debolezza ma non se ne pente e sorride per la propria condizione. Tecniche narrative: La narrazione non presenta un andamento lineare: si frantuma in tanti frammenti ognuno dei quali è relativo ad un periodo di tempo. si tratta di una struttura narrativa aperta dove ogni frammento non è mai parte di un quadro ordinario logico. Il tempo è quello della coscienza cioè senza logica: la memoria del passato si fonde con il presente del narratore. Nel racconto del passato Zeno non segue un senso logico. La narrazione è quindi tutta fuori dal tempo storico, in una dimensione inferiore. (Tempo misto) Un’altra tecnica narrativa è il flusso di coscienza che nasce da uno scrivere di getto cioè tutto ciò che sento di dire lo scrivo. Questa tecnica venne introdotta da James Joyce, che è uno scrittore irlandese, che lo convinse a continuare a scrivere. Le vicende sono la narrate in prima persona ma poi lo stesso Zeno si dichiara inattendibile, manipola il racconto alle sue priorità. Il lettore è disorientato perché manca la voce di un narratore dotato di un punto di vista. (Narratore interno) In questo romanzo lo schema dei personaggi si basa sulla contrapposizione tra i forti (sani) e i deboli(malati). Tra i personaggi il malato per eccellenza è Zeno. Zeno è un estraneo per due motivi: perché non si adatta alla società borghese e perché ha un atteggiamento ironico che gli consente di ridere di chi si prende troppo sul serio, la diversità consente a Zeno di cogliere il vuoto che c’è nel mondo dei sani. I sani sono: ● Il suocero ● Il cognato Guido ● La futura cognata Ada ● La moglie Zeno nel suo racconto fa spesso apprezzamenti poco lusinghieri nei confronti del medico (dottor S). Mostra dello scetticismo sulle possibilità terapeutiche di scienza e medicina. Nel testo l’attacco più violente si ha quando decide di interrompere la terapia. IL VECCHIONE Lo inizia a progettare nel 1928, pensato come continuazione della coscienza di Zeno. L'opera rimane incompiuta a seguito della morte di Svevo. Il protagonista è Zeno ormai vecchio, che torna alla scrittura per sfuggire alla noia. I tratti in comune con la coscienza di Zeno sono: ● Struttura narrativa autodiegetica: narra in prima persona, scrive per sé stesso ● Zeno inattendibile: adotta una narrazione ambigua ● Zeno ironico
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