Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

ITALO SVEVO (Vita e Riassunto per capitoli de La Coscienza di Zeno), Appunti di Italiano

ITALO SVEVO: Vita, rapporto con James Joyce e riassunto per capitoli de La Coscienza di Zeno, in particolare: Preambolo, Prefazione, Il fumo, Psico-analisi.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 22/01/2024

federica-di-costanzo-3
federica-di-costanzo-3 🇮🇹

6 documenti

1 / 4

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica ITALO SVEVO (Vita e Riassunto per capitoli de La Coscienza di Zeno) e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! ITALO SVEVO L’esistenza di Svevo è caratterizzata dal contrasto tra l’essere e l’apparire. è incapace di adeguarsi davvero al mondo. Ettore Schmitz nasce a Trieste nel 1861, l’anno dell’Unità d’Italia, ma a quel tempo la città appartiene all’Impero austro-ungarico  (passerà definitivamente all’Italia soltanto dopo la fine della Prima guerra mondiale, nel 1920). Dal 1719 ha lo statuto di “porto franco”, ovvero è uno scalo marino libero da dogane e accoglie una popolazione di provenienza molto varia. Ettore  proviene da una famiglia di ebrei assimilati (cioè non rigorosamente osservanti) e sposerà una donna ebrea, convertita alla religione cristiana, mantenendo per tutta la vita una sostanziale indifferenza religiosa. Suo padre ha una fabbrica di vetrami e nella sua famiglia gli affari sembrano essere un destino inevitabile; Ettore e i suoi fratelli sono avviati a studi tecnici e frequentano in Germania una scuola di avviamento al commercio. A trieste, una consistente parte della borghesia cittadina rivendica l'appartenenza di Trieste all’Italia, sostenendo il movimento irredentista, che si propone di riunire al territorio italiano le città che ne sono ancora escluse (“irredente”, cioè non liberate). Ettore Schmitz sostiene l’italianità di Trieste e scrive i suoi romanzi in lingua italiana, ma avendo studiato in Germania si sente anche fortemente legato alla cultura tedesca. Segno visibile di questa duplice appartenenza è lo pseudonimo Italo Svevo. Nel 1880 Ettore lavora contemporaneamente alla Banca Union di Vienna e alla biblioteca civica, in cui scrive recensioni di libri per il giornale triestino “indipendente”. Non è senza significato che l’uscita del primo romanzo di Svevo segua immediatamente la morte del padre, comes e la scomparsa del capofamiglia coincide con la caduta di un divieto e aprisse un varco alla vocazione letteraria del figlio. Infatti, a breve distanza l’uno dall’altro, Svevo pubblica i romanzi Una vita (1892) e Senilità (1898), che però non ottengono alcun successo. L’amarezza del fallimento lo induce ad abbandonare l’attività letteraria. Per 25 anni Svevo non pubblica nulla; soltanto allo scoppio della Prima guerra mondiale, trovandosi senza lavoro, inizia il suo terzo romanzo La coscienza di Zeno (1923). Ma presto entra nella vita di Svevo un'altra figura paterna: il padre di sua moglie. Svevo muta allora il proprio status sociale e la letteratura è ormai un’attività inconfessabile. Per sfuggire alla tentazione della scrittura, oltre al violino, sono le sigarette a costituire per lo scrittore una specie di oggetto sostitutivo. Un’altra opposizione fondamentale presente nella vita di Svevo l’analisi di sé e il desiderio di conformarsi alle attese sociali. Assai significative sono le lettere indirizzate alla moglie Livia, che rappresenta ai suoi occhi la personificazione della solidità borghese. Svevo è combattuto tra il desiderio di somigliarle e la coscienza della propria differenza intellettuale. Una singolare evasione dall’identità forzata dell’uomo d'affari è costituita per Svevo dall’amicizia con James Joyce. Svevo cerca un insegnante di inglese; deve infatti viaggiare spesso in Inghilterra. joyce lavora a trieste. tra i due nasce un’amicizia letteraria: durante gli incontri alla villa Veneziani Joyce rivela al suo allievo di essere uno scrittore e gli legge alcuni suoi racconti (che faranno poi parte di Dubliners), mentre Svevo gli parla dei suoi due romanzi falliti. Il giovane irlandese rappresenta per lui infatti il lietterato anticonvenzionale che egli avrebbe voluto essere, mnetreJoycem dopo la lettura di Senilità, individua con prontezza la modernità della scrittura di Svevo e lo incoraggia a riaccostarsi alla letteratura. Quando esce La coscienza di Zeno, nel 1923, la critica accoglie il romanzo con la consueta freddezza. Svevo decide di mandare una copia a Joyce,che si trova a Parigi e gli risponde con una lettera di elogi. Da quel momento Joyce, che dopo la pubblicazione dell’Ulysses ha raggiunto la fama, divulga il romanzo di Svevo tra gli studiosi francesi, due dei quali lo tradussero. La voce si diffuse anche tra gli intellettuali italiani.  Il tema dei nuovi lavori di Svevo sarà la vecchiaia: i protagonisti sono uomini anziani che osservano la vita con saggezza e ironia, mantenendo intatti i loro desideri ma senza alcuna prospettiva futura. Nelle "continuazioni" della Coscienza di Zeno, compare nuovamente Zeno, ormai settantenne, narratore in prima persona che ha ripreso a scrivere per conoscere e curare se stesso.  Non si deve credere che l'affiorare della letteratura annulli l’identità di Svevo di uomo d’affari. Nel 1928, tre anni dopo la clamorosa scoperta della sua opera, Svevo subisce insieme alla moglie e il nipotino un incidente stradale. Ricoverato in ospedale, si aggrava rapidamente per complicazioni cardiache. Il giorno dopo l’incidente Svevo muore. LA COSCIENZA DI ZENO Prefazione Il libro di Italo Svevo si apre con una prefazione scritta dal dottor S. che afferma di aver convinto Zeno a scrivere una sorta di memoria autobiografica con lo scopo di conoscere più approfonditamente il suo inconscio. Sfortunatamente Zeno decise di non procedere vanificando così i primi confortanti risultati della terapia interrompendo così la cura psicanalitica. Per vendetta il dottor S. pubblicò la sua autobiografia. Preambolo Zeno cerca di iniziare la scrittura della propria vita e prova a ricordare la sua infanzia, anche se il dottore gli aveva detto che i fatti recenti sono nondimeno importanti. Ma sente la necessità di un po’ d’ordine. Intravede immagini bizzarre che non sembrano avere relazione col suo passato: una locomotiva che sbuffa su una salita trascinando delle innumerevoli vetture senza sapere da dove proviene e dove è diretta. Dopo poco tempo, Zeno nel dormiveglia, e ricorda i suoi primi momenti, quando era ancora in fasce. Inizialmente non si riconosce nemmeno: probabilmente non è lui ma è quello nato da poche settimane a sua cognata. Pensa alla sfortuna di quel bambino, che non può avvisare dell’importanza della memoria anche di quelle dolorose. poi pensa a quante combinazioni di eventi possono causare dolore e preoccupazioni al bambino in cui verrà spinto anche da persone che non lo vorrebbero mentre lui è dedito alla ricerca del piacere e delle delizie della vita, e privarlo così dei giorni puri. Zeno, non avendo ottenuto il risultato sperato, ritenta l’indomani. Il fumo Il suo grande problema è il vizio del fumo, del quale non riesce a liberarsi. Il protagonista, infatti, ricorda di aver iniziato a fumare già nell'adolescenza, a causa del rapporto conflittuale con il padre, al quale inizialmente rubava le sigarette dalla giacca del padre.  Fumava dieci sigarette una dopo l’altra per non conservare a lungo il frutto del furto. Scoperto dal padre gli disse che era per contarne i bottoni, egli sorrise e zeno smise così di rubare. Iniziò così a rubare i sigari mezzi fumati. Tornato da un escursione giornaliera, la madre lo mise a  riposare sul sofà dove prossimo al sonno ascolta una discussione tra suo padre e lei in cui suo padre si lamenta della mancanza di un mezzo sigaro da lui lasciato sull’armadio. A causa di un malessere, si trovò costretto alla completa astensione dal fumo: decise dunque di fumare un ultima volta. Questa malattia provocò il suo secondo disturbo: lo sforzo di liberarsi dal primo. Le sue giornate si riempirono di sigarette e di propositi di non fumare più. Dopo numerosi fallimenti Zeno si rende conto che fumare "ultime sigarette" è per lui un'esperienza piacevolissima, in quanto quelle assumono ogni volta un sapore diverso, causato dalla coscienza che dopo quelle non potrà fumarne più. Iniziò una cura su consiglio della moglie in una casa di salute una volta pentitosi di avere iniziato la cura, corrompe l'infermiera con l'alcol per scappare pensando erroneamente che la moglie lo stia tradendo con il Dottor Muli, il dottore della clinica. Giovanna l’infermiera, dopo una lunga conversazione fece cadere nella stanza dieci sigarette e lasciò la porta aperta ‘’aspettando un compenso’. Scappò dalla casa di cura e si precipitò a comprare delle sigarette in un caffè perché non poteva terminare il suo vizio con una delle sigarette della povera Giovanna. Giunto a casa si
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved