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Jack A. Goldstone - Perché l'Europa L'ascesa dell'Occidente nella storia mondiale 1500 - 1850, Sintesi del corso di Storia

Riassunto del libro di Jack A. Goldstone "Perchè l'Europa. L'ascesa dell'Occidente nella storia mpndiale 1500-1850.

Tipologia: Sintesi del corso

2013/2014
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michael009 🇮🇹

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Scarica Jack A. Goldstone - Perché l'Europa L'ascesa dell'Occidente nella storia mondiale 1500 - 1850 e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! Jack A. Goldstone - Perché l'Europa? L'ascesa dell'Occidente nella storia mondiale 1500 - 1850 1. IL MONDO INTORNO AL 1500: QUANDO LE RICCHEZZE ERANO IN ORIENTE. 1492 Scoperta dell'America, Cristoforo Colombo. 1488 Diaz doppia il Capo di Buona Speranza (Africa meridionale). 1497 Vasco da Gama circumnaviga l'Africa e raggiunge l'India Europa occidentale rinchiusa da l'impero ottomano a Oriente, e dall'Oceano aperto a Occidente. Un secolo prima della scoperta di Colombo i cinesi avevano costruito grosse flotte navali aprendo il commercio dalla Cina all'Africa; questo spiega perchè Colombo e i portoghesi cercavano nuove rotte: cercavano le ricchezze dell'oriente. La scoperta dell'America portò nuove ricchezze (ORO) all'Europa da scambiare con l'Asia. Prima erano poche le cose di valore da scambiare con l'oriente, Cina e India erano molto più ricche dell'Europa sotto molti punti di vista: clima (suolo e agricoltura) e tecnologie. La Produttività Agricola Asiatica Come Prima Chiave Della Ricchezza. India, Cina, Corea, Giappone, sud-est asiatico: zone dei monsoni, forti venti stagionali, inverni asciutti ed estati piovose. Grandi implicazione nell'agricoltura: terreni migliori, aratro più leggero (coltello nel burro), coltivazioni di riso più produttivo del grano europeo in quanto ha più chicchi per pianta e più resistente all'acqua; i Cinesi quindi producevano più cibo per acro di terra rispetto agli europei, anche se l’agricoltura monsonica però ogni tanto aveva un risvolto negativo: le piogge potevano mancare o cadere più intensamente spazzando via i campi, e portando alla morte -di fame- milioni di persone. LE TECNOLOGIE PER PLASMARE L'AMBIENTE E PRODURRE BENI COMMERCIABILI. In tutta l'asia le società agricole svilupparono elaborate reti di canali per deviare le acque dei fiumi verso i terreni produttivi, nel X secolo: invenzione delle chiuse per fare navigare le chiatte sul terreno irregolare. (ben 400 anni prima che in Europa). Oltre ad essere maestri nell'agricoltura i popoli dell'asia producevano molti materiali pregiati non disponibili in Europa: tessuti in seta, fusione del bronzo, scrittura, carta poco costosa, utensili in ferro, spezie. Fino al 1750 gli europei rimasero ammirati dalle ricchezze, abilità tecnologiche e manufatti dell'oriente. IL PROBLEMA DELL'ASCESA DELL'EUROPA. Quali furono le differenze determinanti che portarono l'Europa al dominio globale? Motivazioni religiose, razzia di ricchezze altrui, il possedere risorse come carbone e ferro per l'industria... 2. MODELLI DI CAMBIAMENTO NELLA STORIA MONDIALE. Prima del 19° e 20° secolo lo schema del mutamento economico (demografia, mortalità, prezzi, urbanizzazione, progresso tecnologico) era ciclico. A partire dal 1800 in Europa la dinamica del mutamento è stata caratterizzata da una crescita economica accelerata come mai in precedenza. (interrotta solo da lievi flessioni). 1800 1 miliardo di persone,1900 1,7 miliardi di persone nel 2000 6 miliardi di persone. Molti si spostano in grandi città, nuovi metodi di produzione e trasporto. Quando e dove è iniziato il passaggio dal modello premoderno del cambiamento ciclico a quello moderno delle trasformazioni accelerate? LE DINAMICHE DEL MUTAMENTO ERANO DIVERSE IN ASIA E IN EUROPA? Fino al 1750 , le trasformazioni in ambito demografico, agricolo, tecnologico e nei livelli di vita non furono sostanzialmente diverse in asia rispetto a quelle dell'Europa. I cicli di lungo periodo del mutamento sociale furono determinati prevalentemente da fattori che nessuna società era in grado di eludere: il clima (influiva sulle coltivazioni) e le malattie (commercio a lunga distanza è un fattore scatenante per il contagio delle malattie). CAMBIAMENTI CLIMATICI, MALATTIE E CICLI STORICI DI LUNGA DURATA Nel corso degli ultimi 1000 anni il pianeta ha conosciuto un periodo di notevole raffreddamento, in condizioni atmosferiche più ostili gli approvvigionamenti di cibo più incerti rendevano le società più vulnerabili alle malattie. (periodo di raffreddamento accompagnato da grandi esplosioni di epidemie devastanti). 900-1300 crescita + , XIV da Cina a Inghilterra: peste nera - ; 1500-1630 crescita +, 1650 Europa peste, tifo e colera. - America: 90% della popolazione precolombiana uccisa dai germi europei sconosciuti prima di allora, la conseguenza era un modello demografico diffuso in tutto il mondo caratterizzato da fasi di crescita e fasi di crollo. Cicli demografici: connessi alle trasformazioni dei prezzi, dell'urbanizzazione e dei redditi. DINAMICHE DEI PREZZI, POPOLAZIONE , URBANIZZAZIONE E REDDITI. Le fasi in cui i prezzi erano crescenti erano anche i periodi di boom economico e demografico, in cui la popolazione aumentava, il commercio si intensificava e i centri urbani si espandevano. Es: rivoluzione dei prezzi inglese dal 1730 al 1850, popolazione da 6 ai 17 milioni. Meno malattie, bel clima: crescita popolazione, commercio e prezzi. Più malattie, clima pessimo : crollo dei prezzi, disoccupazione. La storia economica mondiale prima del 1800 mostra alti e bassi, ma con un mutamento complessivo relativamente scarso. Nel 1750 la maggior parte delle famiglie cinesi (per lo più contadini) consumava probabilmente una quantità di cibo analoga o maggiore di quella della maggioranza degli inglesi. Ma gli europei non erano i più avanzati dal punto di vista tecnologico? Non ci fu nell'Inghilterra del 1600 una rivoluzione agricola che accrebbe enormemente la produttività? Tendenze globali e di lungo periodo dell'innovazione tecnologica prima del 1800. La prima cosa da riconoscere a proposito dell'innovazione tecnologica nelle epoche precedenti il 1800 è che essa è realmente esistita, ma dette scoperte erano molto disperse nello spazio e nel tempo e tendevano a rimanere isolate invece di innescare una successione di innovazioni continuative e cumulative, era inoltre difficile parlare di una leadership tecnologica complessiva dal momento che furono sviluppate moltissime tecnologie diverse in luoghi e momenti differenti. (prima del 1800: innovazione discontinua). 2 tutelati economicamente e politicamente. in generale fino al 1500 questo sostegno tra chiesa e governi finì per prevalere in quasi tutte le principali religioni mondiali, a farne la spesa di questa intesa furono in genere i contadini e lavoratori, cui veniva insegnato che pagare le tasse era doveroso verso la chiesa. RELIGIONE E CRESCITA ECONOMICA: LE TEORIE CONVENZIONALI Quale ruolo può aver giocato la religione nel determinare una crescita dell'occidente? Ci sono 2 proposte fondamentali. 1. la Religione Occidentale è differente da quella orientale, la prima è più attiva al progresso materiale. 2. il Protestantesimo ha fatto la differenza: in primo luogo dividendo l'Europa tra stati protestanti e cattolici, è cresciuta la competizione tra loro, non devolvendo le ricchezze alla chiesa e seguendo un rapporto diretto con la Bibbia non intermediato dal Papa. Il Protestantesimo segnò dunque un rinvigorimento del pensiero indipendente aprendo la strada alla rivoluzione scientifica. Questi argomenti sostenevano che la società occidentale era più dinamica di quella occidentale, questa interpretazione della storia è divenuta nota come "orientalismo" , ovvero la convinzione che le società orientali e quelle occidentali sono profondamente differenti per aspetti che pongono in svantaggio le società al di fuori dell'occidente. La teoria secondo cui le società asiatiche erano intrinsecamente statiche o arretrate viene semplicemente smentita. RELIGIONE E CRESCITA ECONOMICA: UNO SGUARDO PIU' RAVVICINATO Non è più possibile sostenere che gli occidentali siano sempre stati più energici degli orientali nell'espandere la propria religione , i commerci e le proprie frontiere geografiche. Solo dal 1800 la tecnologia occidentale superò quella orientale. Critica alla riforma protestante come spinta innovatrice tout court: Oltre all'Europa divisa dalla riforma, anche l'asia era storicamente divisa fra stati belligeranti che portava ad una maggiore competizione. Inoltre il Protestantesimo sorse nel 1500, ma per tutto il secolo in Europa l'innovazione furono alimentate dalle città cattoliche. Anche il fatto che il protestantesimo sia propulsore della rivoluzione scientifica è smentito dal fatto che le più grandi enunciazioni scienziati erano di fede cattolica (Galileo Galilei – Nikolaj Kopernik Copernico – Descartes Cartesio). TOLLERANZA O ORTODOSSIA: STABILITA' IN CAMBIO DI CRESCITA C'è qualcosa di che influisce sull'avvento e il declino di questi periodi economicamente eccezionali? Possiamo individuare un fattore religioso che sembra accompagnare l'andamento di queste epoche, la presenza o meno della tolleranza religiosa all'interno di una nazione. Per oltre 700 anni dal sorgere dell'islam (600 dc) i sovrani islamici governarono con tolleranza sui popoli di altre religioni. In questi periodi l'islam fu alla guida dei progressi scientifici del pianeta. In tutto il mondo la pratica della tolleranza religiosa declinò bruscamente a partire dal 1600. In Cina, India e medio oriente trattarono il dissenso religioso come una minaccia per la propria autorità e rafforzarono ortodossie religiose sempre più rigide. La stessa tendenza prevalse in gran parte dell'Europa a partire dal 1800 si affermò l'ortodossia di una chiesa sostenuta dallo stato. Dalla guerra dei 30 anni in particolare, tranne in Inghilterra (act of tolleration 1688), Danimarca e Prussia (editto di Potsdam 1685). Quel che sembra chiaro è che il progresso economico prospera al meglio quando diverse religioni coesistono in una società pluralista e tollerante. All'opposto la crescita economica viene limitata quando gli stati impongono una rigida uniformità del pensiero religioso. 4. COMMERCI E CONQUISTE Commerci e Conquiste procedono in associazione fra loro, il desiderio degli europei di incrementare i commerci con l'oriente li spinse a conquistare territori del nuovo mondo che gli fornì l'argento da scambiare con l'asia. Prima del 1500 gli europei non erano conquistatori di altre società. Come avvenne questo cambiamento? Dal 1453 gli ottomani tagliarono fuori gli europei dalle rotte commerciali verso l'asia, portando i navigatori europei alla ricerca di nuove rotte, con la conclusione del controllo degli europei su gran parte della superficie del pianeta. L'INGRESSO DEI PORTOGHESI NEL COMMERCIO EUROASIATICO ATTORNO AL 1500 Vasco da Gama sbarcò nel cuore commerciale dell'india nel 1498, portando con se cianfrusaglie rispetto agli artefatti asiatici, ritornò nel 1502 al comando di 20 navi armate (gli europei godevano di migliore armamento) imponendo così lo scambio commerciale agli asiatici (catturò pure una nave indiana colma di donne e bambini indiane e poi la incendiò). Successivamente Vasco da Gama approfittò degli attriti fra sovrani locali per stipulare un alleanza con un re locale, e negli anni successivi stabilì fortificazioni lungo le coste indiane. Un altro vantaggio per i portoghesi era costituito dal fatto che alle potenze dell'asia (imperi di Cina e India) non interessava molto chi gestiva il commercio sulle coste purché i traffici continuassero ad affluire al centro. La più grande minaccia per i portoghesi era quindi la loro concorrenza europea nei traffici marittimi, britannici e olandesi. LE POTENZE EUROPEE IN ASIA E AFRICA 1500-1700 Per quasi un secolo i portoghesi rimasero la principale potenza europea in asia (gran parte delle altre nazioni europee si logorarono combattendo guerre di religione in casa propria protestanti cattolici, la spagna era concentrata alla conquista del Nuovo Mondo). Tuttavia a differenza di Spagna e Portogallo i cui sovrani inviarono spedizioni militari in America e Asia, i governanti inglesi e olandesi incoraggiarono le compagnie mercantili a sviluppare traffici con l'Asia (Compagnie delle Indie) garantendo loro il monopolio sull'importazione di prodotti asiatici nei rispettivi paesi. Le compagnie combinarono una superiore alleanza coi governi locali e in larga misura espulsero i portoghesi dai commerci. Le merci europee erano però di scarso valore, fortunatamente però gli europei avevano accesso a enormi quantità di argento che proveniva dall'America tramite la Spagna. (dall'Asia panni di cotone indiano, seta, caffè e tè).Bisogna ricordare però che gran parte dell'argento i cinesi lo portavano in patria scambiandolo col Giappone durante tutto il XVI e il XVII secolo. Nei loro primi 2 secoli di attività commerciali con l'asia i mercanti europei rimasero però attori di secondo piano (10% del mercato del pepe e modeste quote di seta porcellana riso), in competizione con l'africa, medio oriente e Giappone. 6 I RAPPORTI DEGLI EUROPEI CON L'ASIA E L'AFRICA 1700-1800: TENTATIVI DI INVERTIRE IL FLUSSO Quando in Europa gli articoli asiatici divennero di uso quotidiano il loro valore crollò come il valore di argento in Cina e India (dalla fine del 1600), gli europei quindi cambiarono la loro tattica per accrescere i guadagni, spostandosi dalle coste asiatiche all'entroterra, eliminando così gli intermediari, si affermarono come governanti più che come mercanti. (Olandesi in Indonesia, britannici in India). Cina e Giappone tennero testa agli europei relegando lo scambio in porti isolati dal centro dell'impero. I regni africani spostarono le capitali entroterra per mantenere il controllo dei loro regni. LE POTENZE EUROPEE NEL NUOVO MONDO: LA CONQUISTA SPAGNOLA 1500 1600 Agli inizi gli spagnoli si affermarono in America con modi assai simili a quelli dei portoghesi nell'oceano indiano : trassero vantaggio dalle superiorità di alcune loro armi tattiche e sfruttarono le divisioni degli avversari (conflitti interni all'impero Azteco e a quello Inca) per guadagnare alleati e isolare i nemici. Cortes riuscì a conquistare la capitale azteca soltanto con l'aiuto dei suoi alleati nativi. Tuttavia il vantaggio decisivo che suggellò la vittoria nel nuovo mondo furono i germi delle malattie del vecchio mondo contro cui i nativi non avevano alcuna difesa. LE POTENZE EUROPEE NEL NUOVO MONDO 1600 1800: COLONIZZAZIONE E SCHIAVITU' Mentre gli spagnoli trovarono negli imperi da loro conquistati molto argento da commerciare poi con l'oriente, Francia e Inghilterra , che si stabilirono nel settentrione, dovettero trarre profitti dalle piantagioni per coltivare zucchero, cotone e tabacco. Vi era una netta mancanza di manodopera a causa dello sterminio dei nativi, alcuni allora giunsero dall' Europa stessa come "servi debitori", ma la maggior parte vi fu portata dall'Africa come schiavi. Secondo alcuni studiosi i profitti derivanti dallo sfruttamento degli schiavi alimentarono l'ascesa dell'occidente. Si potrebbe chiedere inoltre come si sarebbe potuta sviluppare l'industrializzazione stessa senza il cotone, che veniva prodotto dagli schiavi nel nuovo mondo. Non fu però il cotone ad alimentare l'industrializzazione ma furono l'innovazione dei macchinari che aumentò la domanda del cotone. La tesi secondo cui l'ascesa dell'occidente fu costruita sulla schiavitù non hanno fondamento. IL PREDOMINIO EUROPEO DOPO IL 1800 Dopo il 1800 si avviò la grande epoca dell'imperialismo europeo. Non furono il colonialismo a rendere possibile l'ascesa dell'occidente , bensì al contrario furono l'ascesa dell'occidente (in termini di tecnologia) e il declino del resto del mondo che resero possibile l'espansione generalizzata dell'Europa su tutto il pianeta. (!!!) I COSTI DELL'IMPERIALISMO E IL PROBLEMA DELLA CRESCITA ECONOMICA Alcuni hanno attribuito all'imperialismo europeo la responsabilità della povertà delle regioni al di fuori dell'Europa. L'afflusso dei prodotti realizzati in Europa scalzò la manifattura locale, si crearono reti di trasporto per assecondare le necessità europee, inoltre pure un altro prodotto europeo, il marxismo rivoluzionario, sferrò un ulteriore colpo all'ordinata amministrazione economica e alla stabilità politica. Tuttavia bisogna dire che alcuni paesi che non sono mai stati colonie sono oggi ancora poveri (Liberia, Etiopia) mentre, sempre da un punto di vista economico In altre parole le nazioni europee più ricche non divennero tali perché s'impossessarono di maggiori ricchezze prelevandole da altre aree del mondo o perché possedevano grandi imperi e praticavano la schiavitù: il motivo fu invece che i lavoratori dei paesi più ricchi (soprattutto Inghilterra, Olanda e Belgio) divennero più produttivi rispetto a quelli di altre aree d'Europa. Per capire l'ascesa dell'occidente bisogna quindi esaminare i 2 fattori principali che determinarono il sorgere dell'industria moderna: la potenza dello stato e lo sviluppo della tecnologia industriale. 6. STATI, LEGGI, IMPOSTE E RIVOLUZIONI Come si è visto sul finire del 1800 l'Europa ruppe con la produttività ciclica del passato. I redditi reali balzarono improvvisamente verso l'alto. Nello stesso periodo in Asia la produttività agricola cominciò a diminuire e con l'impetuosa crescita della popolazione asiatica nel 1900 i redditi calarono notevolmente. Questo capitolo affronta l'ottica "istituzionalista", secondo la quale queste trasformazioni sono la risultante di un processo che derivano dall'apparato statale (democrazia/governo tirannico, imposte, autorità religiosa e l'invadenza burocratica). TRA GLI STATI EUROPEI ESISTEVA UNA COMPETIZIONE MILITARE E RELIGIOSA MAGGIORE DI QUELLA TRA GLI IMPERI ASIATICI? Una differenza tra gli stati europei e quelli asiatici è l'assenza di vasti imperi in Europa, tra il 1500 e 1800. In oriente il suddetto arco temporale rese lo spazio occupato dall'impero ottomano, in india l'impero Mogul e in Cina la dinastia Ming e poi quella Quing. Molti studiosi hanno ipotizzato che la concorrenza tra gli stati rendesse l'Europa più propensa all'innovazione, le tecnologie militari e a fare concessioni ai propri sudditi accordando loro imposte più lievi per guadagnare il consenso. Tuttavia è semplicistica questa teoria, anche gli stati asiatici erano spesso in guerra tra loro. Bisogna inoltre riconoscere che la concorrenza tra gli stati europei spinse la maggior parte dei sovrani a contrastare il pluralismo all'interno dei propri confini , soffocando l'innovazione la libertà di pensiero. In breve, tanto in Europa quanto in Asia esistevano decine di unità politiche concorrenti, producendo una competizione militare costante e consentì il prosperare di visioni del mondo e religioni diverse. CICLI DI RIVOLTE E RIVOLUZIONI IN EUROPA E IN ASIA La pretesa che l'Asia fosse caratterizzata da sistemi politici immobili è completamente errata. In realtà tra il 1500 e 1800 tutte le principali società, tanto europee quanto asiatiche, subirono periodicamente delle trasformazioni: esse si verificarono all'incirca nello stesso lasso di tempo. Quando la popolazione aumentava più della produzione agricola, crescevano anche i prezzi dei generi alimentari. Sia le élite che la gente comune avevano bisogno di più denaro proprio quando anche gli stati accrescevano le loro necessità e quindi il prelievo di ricchezza dai sudditi. Le società agricole dipendevano dall'equilibrio tra popolazione e agricoltura. Le élite che via via diventarono più numerose e le divisioni religiose, oltre alla scarsità delle risorse furono fattori propulsivi dei moti rivoluzionari. In asia cambiarono molte più cose rispetto all'Europa. LE RIBELLIONI IN EUROPA 10 Le rivoluzioni del 1600 rivendicavano per il proprio gruppo la libertà di fare quello che era vietato al resto della società. (non una libertà intesa come l'autonomia che pensiamo oggi). I puritani nel 1640 imposero un freno alle aperture cattoliche da parte del sovrano, facendo instaurare un esercito puritano in GB. In Francia Luigi XIV aveva soppresso la libertà religiosa ed espulso i protestanti dal suo regno (editto di Nantes). Non sorprende che tra la fine del 1700 e 1800 i ribelli si alzassero per nuove rivendicazioni di libertà e democrazia. Ma ancora una volta, rivolte e rivoluzioni non riuscirono a determinare un affermazione della libertà (es: rivoluz. francese -> Napoleone). Le idee di democrazia e libertà non riscossero grande fortuna fino al sec. 800 e ai moti operai. Il definitivo trionfo della libertà individuale e della democrazia fu dovuto più allo sviluppo dell'economie industriali. LE RIBELLIONI IN ASIA Le sollevazioni asiatiche produssero notevoli trasformazioni politiche, ma non diedero vita ad un movimento finalizzato alla promozione dell'industrializzazione moderna. Nel 1750 le aree più ricche d'Europa e della Cina erano pressa poco allo stesso livello economico, la democrazia in Europa non aveva fatto grandi passi in avanti, ma nel secolo successivo il divario economico era evidentemente a favore dell'Europa. Occorre guardare alla legislazione per capire. LEGISLAZIONI, TASSE E ISTITUZIONI ECONOMICHE Una differenza notevole tra Europa ed Asia risiede nei rispettivi sistemi giuridici. In Asia la legge era emanata direttamente dal sovrano e non concedeva diritti ai sudditi né limitavano il potere sovrano. In Europa il concetto di legge deriva dal diritto romano. (le norme venivano approvate dall'assemblea del ceto dominante). Successivamente dopo essere caduto in disuso con l'avvento dell'assolutismo imperiale in Europa, il diritto romano venne riabilitato dal Papa Gregorio VII, il diritto canonico, che venne utilizzato dai sovrani europei, il cardinale-ministro divenne una figura comune nelle corti europee. L'unica regione dove non si affermò il diritto romano fu l'Inghilterra: nel 1500, in seguito ad una controversia col Papa sul diritto di un re al divorzio, Enrico VIII soppresse la chiesa cattolica in Inghilterra e si proclamò unico legittimo capo della chiesa anglicana. Questi provvedimenti indebolirono il diritto romano a favore del common law, una dottrina comune che consisteva dalle sentenze emesse dai giuristi del passato, raccolte come riferimento per quelli del presente. A differenza del diritto romano che nel tempo fu utilizzato per sottomettere i sudditi alla volontà del sovrano, il common law non era facilmente piegabile alle volontà del sovrano. La presenza di una giuria infatti rendeva più difficile per lo stato accusare e imprigionare i cittadini, invece negli stati a principio del diritto romano era sufficiente l'ordine dei giudici nominati dallo Stato stesso. Un altro risultato delle guerre civili inglesi fu l'istituzione di un parlamento a partire dalle lotte medievali e alla Magna Charta che limitava il potere del sovrano di imporre le tasse o togliere la proprietà o la libertà. Si può pensare che gli inglesi godessero del privilegio di essere il popolo con la tassazione e il governo più leggeri di tutta l'Europa e anche rispetto l'Asia ma invece l'Inghilterra del 1600 era il paese più tassato d'Europa e probabilmente del mondo. Tuttavia la peculiarità britannica non era nel livello alto delle imposte ma nel modo in cui venivano impiegati i proventi, che andavano a finanziare il debito dello Stato e la Royal Navy, la marina da guerra inglese che andava a proteggere le flotte mercantili che andavano oltremare. Questo dato però non ci permette di capire come la tutela e lo sviluppo delle compagnie mercantili inglesi abbiano portato al processo di industrializzazione. Anche gli ordinamenti giuridici non erano a favore dell'accumulazione di grossi capitali. TOLLERANZA E PLURALISMO CONTRO L'ORTODOSSIA DI STATO Come detto precedentemente, il sistema giuridico inglese era sotto molti punti di vista unico al mondo, ma soprattutto la GB tutelava giuridicamente i seguaci di confessioni religiose diverse dalla chiesa anglicana ufficiale. Anche le università, che in tutta Europa e asia erano controllate dalle rigidi confessioni religiose, trovavano nella Gran Bretagna ampio spazio di collaborazione e innovazione. Se ci fu un fattore decisivo per la crescita delle attività economiche e produttività che spezzassero i cicli delle attività agrarie furono le idee nuove. Nelle altre parti del mondo invece vi era la convinzione che per rafforzare l'impianto statale fosse necessaria l'unità religiosa, cacciando ogni gruppo minoritario dal paese (Luigi XIV) o ripristinando un credo più ortodosso (Cina manciù, Spagna Italia cattolici, Ottomani islam). L'imposizione di una rigida ortodossia condusse alla stagnazione ed alla perdita di conoscenze e innovazione 7 CAMBIARE IL RITMO DEL CAMBIAMENTO: CI FU UNA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE? Abbiamo sin qui visto come gli europei non fossero progrediti rispetto ai paesi asiatici fino alla fine del 1700. Il primo 700 fu però per l'area asiatica un periodo di chiusura e conservazione nella quale i governi cercarono di rafforzare il regime ortodosso e il conformismo religioso. In Europa invece accadde il contrario. Dal 600 infatti si ebbe uno straordinario sviluppo di innovazioni scientifiche e tecnologiche. (telescopi, navi, birra, pesca, miglioramenti della burocrazia statale, macchina a vapore ecc...). Tuttavia queste innovazioni non portarono ad un cambiamento del tenore di vita europeo, ma consentì alle aree più avanzate (GB, Olanda, Belgio) di raggiungere il livello più progredito di Cina e altre zone asiatiche. Nel 1800 le città più ricche del mondo si trovavano ancora in asia. Qui viene dunque messo in dubbio che quella industriale fosse stata veramente una rivoluzione. Fu infatti solo a partire dal 1850 che la produzione fiorente e le nuove invenzioni cambiarono lo stile di vita europeo, ossia la percezione dell'ambito materiale. (telefono, chimica, luce elettrica, ferrovia, navi a vapore). Ciononostante qualcosa accadde dal 1700 e 1850: con rivoluzione industriale non intendiamo il risultato di un livello di reddito mai raggiunto prima, ma l'intensificazione del ritmo dell'innovazione tecnologica dove sempre più settori della vita ne vennero condizionati. L'INNOVAZIONE COME FONTE DELLA CRESCITA INDUSTRIALE Per quasi tutti i prodotti, la nuova tecnologia modificò la legge dei rendimenti decrescenti: dal tardo 700 la produzione aumentò e i costi crollavano, prima di allora i costi crescevano con l'aumentare della produzione. Prima del 1850 però, le industrie 12 L'approccio anglicano, sperimentale, alla fine prevalse come stimolo per la futura rivoluzione industriale. L'EPOCA DELL'INGEGNO: DALLA SCIENZA SPERIMENTALE DELLE MACCHINE ALL'INDUSTRIA MECCANIZZATA 1700- 1800 La separazione della scienza cartesiana continentale dalla scienza sperimentale britannica in parte fu determinata dall'opera delle autorità religiose nelle 2 aree. Cartesio fu perseguitato dalla chiesa per tutta Europa, mentre in GB la chiesa anglicana abbracciò il pensiero di Newton. Questo suscitò interesse in tutto il paese, la vendita di strumenti scientifici decollò e artigiani, fabbricanti intrapresero una cooperazione volta a registrare le osservazioni nella speranza di realizzare nuove scoperte. Il sapere venne reso pubblico tramite l'istituzione di biblioteche meccaniche. Il metodo sperimentale diffuso quindi fu alla base delle nuove scoperte che vennero introdotte nelle fabbriche il secolo successivo. Le scienze del passato (matematica indiana, astronomia cinese, chimica islamica) non sfociarono verso l'industrializzazione in quanto non basta la sola matematica (ad esempio) per determinare l'accelerazione del progresso. Per trasformare l'industria, la ricerca sperimentale, le conoscenze , dovevano disseminarsi in tutta la società come avvenne in Inghilterra. CONCLUSIONE. L'ASCESA DELL'OCCIDENTE: UNA FASE TRANSITORIA? Lo sviluppo dell'energia scientifica ha trasformato la dinamica della crescita economica. Adam Smith sottolineava come storicamente la crescita economica si verificava solo quando le nazioni facevano un uso più efficiente delle proprie risorse naturali. Dall'800, l'innovazione era diventata la principale forza motrice della crescita economica moderna. Karl Marx fu uno dei primi a sostenere che la crescita fosse illimitata, il suo errore fu quello di presumere che tutti i vantaggi della crescita fossero andati soltanto ad un gruppo ristretto di industriali, in realtà è proprio il continuo processo di innovazione a impedire tutto questo: finché i lavoratori sono liberi di fondare un'impresa possono sfidare il predominio delle grandi compagnie. Per innovare davvero però, gli imprenditori hanno bisogno dei risultati di programmi di ricerca e indagine sperimentale che consentono agli ingegneri di rendere disponibili nuovi processi produttivi. Nella GB del 1700 rese disponibile le nuove conoscenze a tutti, (fino ad allora erano in mano alle élite) di conseguenza la GB divenne la nazione dominante nella produzione di energia (carbone, vapore, armi da guerra). Fino alla fine dell'800 dove i tedeschi sostituirono la GB nell'innovazione (chimica, farmaci). Il messaggio principale che percorre questo libro è che l'ascesa dell'occidente non fu dovuta in alcun modo ad una superiorità dell'Europa su altre regioni del pianeta. Fino al 1500 l'Europa era arretrata dal punto di vista scientifico e fino al 1700 dal punto di vista della produttività agricola rispetto all'asia. Prima del 1700 quindi non c'era alcun indizio che forme di religione, tecnologia, commercio o anche le leggi d'Europa potessero costituire un vantaggio particolare per il futuro. A dischiudere il percorso dell'Europa fu una combinazione di sei fattori eccezionali: • un insieme di nuove scoperte che spinse gli europei a mettere in dubbio l'autorità dei testi classici e religiosi, • gli europei svilupparono un approccio alla scienza che combinava ricerca sperimentale e analisi matematica della natura, • la determinante diffusione delle idee di Bacone sulle prove, le dimostrazioni e gli scopi dell'indagine scientifica. (spinse gli scienziati ad accumulare più dati possibile e far si che fossero quei dati e quelle osservazioni a indicare le conclusioni), • l'elaborazione di un approccio strumentale (osservazioni compiute con strumenti scientifici più affidabili del solo ragionamento logico) alla sperimentazione e all'osservazione. • Un clima di tolleranza e di pluralismo piuttosto che di conformismo e di ortodossia di stato (tolleration act 1689), • l'ampio sostegno fornito alle capacità imprenditoriali e le strette relazioni sociali tra imprenditori, scienziati, tecnici e artigiani. I FONDAMENTI DELLA CRESCITA ECONOMICA MODERNA Quasi tutto quello che consideriamo tipico della scienza e della matematica europee del 1500 e 1600 si basava sui progressi conseguiti tra l'800 e il 1400 dal mondo islamico, che allora si estendeva dalla spagna fino all'india. Le radici della scienza moderna furono quindi fondamentalmente globali, e non europee. Infine la cultura dell'innovazione non fu un fenomeno europeo ma nordeuropeo, molti paesi dell'Europa meridionale di allora infatti erano frenati dall'ortodossia religiosa di stato. GLI OSTACOLI ALLA CRESCITA ECONOMICA DI TIPO MODERNO Le ragioni per cui la crescita economica non si è diffusa ad un ampio numero di paesi sono principalmente la mancanza di formazione scientifica, l'assenza di opportunità imprenditoriali, o entrambe. • In primo luogo, la dipendenza da risorse naturali può portare paesi a dipendere dalle materie prime in possesso senza prevedere che in un futuro possa essere sostituito da qualcosa di artificiale (es. lana sintetico). Inoltre i profitti derivano dalla lavorazione di queste materie (industria) non dal possesso. • un secondo ostacolo alla crescita può essere l'investimento in sistemi educativi non adatti (devono essere sviluppate anche le materie scientifiche oltre a quelle umanistiche) • un terzo ostacolo alla crescita è la mancanza di opportunità (a creare impresa) per le persone dotate di idee. (es. paesi comunisti) • una quarta strada verso la povertà è la costruzione di economie chiuse. (soffoca l'innovazione interna al paese, la competizione) L'IMMINENTE ASCESA DEL RESTO DEL MONDO Quando il resto del mondo realizzerà la propria ascesa in termini di quota di reddito e produzione mondiale, l'occidente declinerà. Questo si sta già verificando (Cina, India). Solo i paesi che bloccano l'innovazione (o che non l’hanno mai avviata) rischiano di impoverirsi. L'ascesa dell'occidente dal 1800 al 2000 sarà dunque ricordata come una fase temporanea, ma di profonda trasformazione della storia mondiale. 16
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