Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Jack A. Goldstone - Perché l'Europa? L'ascesa dell'Occidente nella storia mondiale 1500-1850, Sintesi del corso di Storia

Riassunto del libro "Perché l'Europa?" di Goldstone. Nel riassunto sono contenuti: introduzione, primo capitolo, secondo capitolo, settimo capitolo, ottavo capito e conclusione.

Tipologia: Sintesi del corso

2014/2015
In offerta
30 Punti
Discount

Offerta a tempo limitato


Caricato il 08/06/2015

Richard.Cavallaro
Richard.Cavallaro 🇮🇹

4

(1)

1 documento

1 / 8

Toggle sidebar
Discount

In offerta

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Jack A. Goldstone - Perché l'Europa? L'ascesa dell'Occidente nella storia mondiale 1500-1850 e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! Jack A. Goldstone Perché l'Europa? L'ascesa dell'Occidente nella storia mondiale 1500 - 1850 Introduzione. La Terra: una visione globale Se guardassimo la Terra dallo spazio noteremmo che gran parte della sua superficie è ricoperta da oceani e da pochi continenti. Questa visione è rimasta immutata per milioni di anni, ma nell'ultimo secolo la situazione è cambiata drammaticamente. Monitorando la produzione di energia elettrica nelle diverse aree i continenti apparirebbero molto differenti, scopriremmo infatti che alcune aree della Terra producono di gran lunga più energia di altre e che la maggior parte della produzione energetica avviene dove vivono relativamente poche persone. Ad esempio i 521 milioni di europei producono 3.300 miliardi kilowattora di energia elettrica l'anno, mentre l'Africa ne produce solo 480 miliardi con i suoi 870 milioni di abitanti. Molti popoli che abitano le regioni povere hanno alle spalle la lunga storia di raffinate civiltà, con straordinarie abilità artigiane, complessi sistemi filosofici e splendide letterature. Sarebbe quindi legittimo chiedersi perché le società che per migliaia di anni sono state le più ricche e avanzate adesso non sono le maggiori produttrici e consumatrici di energia. Questo libro prende in esame le diverse idee che tentano di spiegare cosa ha causato questa disparità e se è più probabile che essa si accresca o che diminuisca. Capitolo primo - Il mondo intorno al 1500: quando le ricchezze erano in Oriente Nel 1492 con la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo si inaugurò una nuova era nella storia del mondo. Bartolomeo Diaz doppia il Capo di Buona Speranza (Africa meridionale) nel 1488 dimostrando che era possibile attraversare l'Oceano Atlantico fino a raggiungere quello Indiano. 1497 Vasco da Gama circumnaviga l'Africa e raggiunge l'India. Europa occidentale rinchiusa dall'Impero Ottomano a Oriente, e dall'Oceano aperto a Occidente. Un secolo prima della scoperta di Colombo i cinesi avevano costruito grosse flotte navali aprendo il commercio dalla Cina all'Africa; questo spiega perché Colombo e i portoghesi cercavano nuove rotte: cercavano le ricchezze dell'Oriente. La scoperta dell'America portò nuove ricchezze, sotto forma di minerali preziosi, all'Europa da scambiare con l'Asia. Prima erano poche le cose di valore da scambiare con l'oriente, Cina e India erano molto più ricche dell'Europa sotto molti punti di vista: clima (suolo e agricoltura) e tecnologie. 1. La produttività agricola asiatica come prima chiave della ricchezza India, Cina, Corea, Giappone, sud-est asiatico: zone dei monsoni, forti venti stagionali, inverni asciutti ed estati piovose. Grandi implicazioni nell'agricoltura: terreni migliori; aratro più leggero (“coltello nel burro”); coltivazioni di riso, più produttivo del grano europeo in quanto ha più chicchi per pianta e più resistente all'acqua (i Cinesi producevano quindi più cibo per acro di terra rispetto agli europei). L’agricoltura monsonica però ogni tanto aveva risvolti negativi: le piogge potevano mancare o cadere più intensamente spazzando via i campi causando la morte, per fame, di milioni di persone. 2. Le tecnologie per plasmare l'ambiente e produrre beni commerciali In tutta l'Asia le società agricole svilupparono elaborate reti di canali per deviare le acque dei fiumi verso i terreni produttivi, nel X secolo: invenzione delle chiuse per fare navigare le chiatte sul terreno irregolare, ben 400 anni prima che in Europa. Oltre ad essere maestri nell'agricoltura i popoli dell'Asia producevano molti materiali pregiati non disponibili in Europa: tessuti in seta e in cotone pregiato; porcellana; spezie; unguenti; profumi preziosi. Padroneggiavano la fusione del bronzo, elaborarono una tecnica per produrre carta a basso costo e una tipologia di stampa a caratteri di legno, producevano utensili in ferro e utilizzavano la moneta cartacea molto prima che in Europa. Fino al 1750 gli europei rimasero ammirati dalle ricchezze, abilità tecnologiche e manufatti dell'Oriente. 3. Il problema dell'ascesa dell'Europa Come mai intorno al 1850 la percezione si è capovolta e gli europei hanno cominciato a considerare gli asiatici come poveri e arretrati? Negli ultimi due secoli gli europei hanno giustificato la loro ascesa improvvisa attribuendola alle loro superiori virtù. Talvolta hanno addotto motivazioni religiose, il cristianesimo favorisce l'attivismo economico, o politiche, la concorrenza tra i diversi stati europei dell'età moderna. Altre spiegazioni suggeriscono che gli europei non hanno alcun merito perché hanno semplicemente razziato le loro maggiori ricchezze (a partire da Colombo divennero invasori su scala globale). Infine secondo altri l'Europa è stata semplicemente fortunata perché ha avuto a disposizione risorse come il carbone o il ferro per l'industria. Capitolo secondo - Modelli di cambiamento nella storia mondiale Prima del 19° e 20° secolo lo schema del mutamento economico (demografia, mortalità, prezzi, urbanizzazione, progresso tecnologico) era ciclico. A partire dal 1800 in Europa la dinamica del mutamento è stata caratterizzata da una crescita economica accelerata come mai in precedenza (interrotta solo da lievi flessioni). Nel 1800 la popolazione mondiale aveva raggiunto 1 miliardo di persone, bastò solo un secolo per quasi raddoppiarla (1900 1,7 miliardi di persone), nei cento anni seguenti crebbe molto rapidamente arrivando nel 2000 a 6 miliardi. Fino al 1800 una minima parte della popolazione abitava nelle città, i mezzi di trasporto erano molto rudimentali. Oggi invece la metà della popolazione vive nelle grandi città e sono comparsi nuovi metodi di produzione e di trasporto. Quando e dove è iniziato il passaggio dal modello premoderno del cambiamento ciclico a quello moderno delle trasformazioni accelerate? 1. Le dinamiche del mutamento erano diverse in Asia e in Europa? Fino al 1750, le trasformazioni in ambito demografico, agricolo, tecnologico e nei livelli di vita non furono sostanzialmente diverse in Asia rispetto a quelle dell'Europa. I cicli di lungo periodo del mutamento sociale furono determinati prevalentemente da fattori che nessuna società era in grado di eludere: il clima (influiva sulle coltivazioni) e le malattie (il commercio a lunga distanza è un fattore scatenante per il contagio delle malattie). 2. Cambiamenti climatici, malattie e cicli storici di lunga durata Nel corso degli ultimi 1000 anni il pianeta ha conosciuto un periodo di notevole raffreddamento, in condizioni atmosferiche più ostili gli approvvigionamenti di cibo più incerti rendevano le società più vulnerabili alle malattie, infatti ogni periodo di raffreddamento era accompagnato da esplosioni di epidemie devastanti. Il periodo che va dal 900 al 1300 fu caratterizzato da grande prosperità in tutta l'Eurasia. A partire dal XIV secolo la peste nera si diffuse dalla Cina all'Europa (fino all'Inghilterra), circa un quarto della popolazione morì. Dal 1500 fino al 1650 ci fu una nuova crescita. Ma nel 1650 circa l'Europa viene colpita da nuove epidemie di peste, tifo e colera. Tra il XVI e XVII secolo circa l'80% della popolazione precolombiana (in America) fu uccisa dai germi trasmessi dagli europei. Il modello demografico mondiale fu quindi caratterizzato da fasi di crescita e fasi di crollo. I cicli demografici erano connessi alle trasformazioni dei prezzi, dell'urbanizzazione e dei redditi. 3. Dinamiche dei prezzi, della popolazione, dell'urbanizzazione e dei redditi Le fasi in cui i prezzi erano crescenti erano anche i periodi di boom economico e demografico in cui la popolazione aumentava, il commercio si intensificava e i centri urbani si espandevano. Ad esempio in Inghilterra durante la rivoluzione dei prezzi, dal 1730 al 1850, la popolazione passò dai da 6 ai 17 milioni. Andamenti simili si registrarono in tutta l'Eurasia. Un clima migliore e una minore diffusione di malattie portavano ad una crescita della popolazione e ad una conseguente salita dei prezzi e espansione del commercio. In caso di clima pessimo e malattie c'era un arresto della crescita demografica, durante queste fasi il commercio si interrompeva e i prezzi si stabilizzavano o crollavano. 4. Una cultura dell'innovazione Ciò che rivoluzionò la produzione fu la fiducia generalizzata nel progresso e la convinzione che tale progresso fosse alla portata di tutti. Una "cultura dell'innovazione" che si diffuse al di fuori di ogni gruppo o ceto sociale. Scienziati, artigiani, industriali e tecnici specializzati si trovarono a cooperare tutti insieme producendo un flusso crescente di innovazioni tecniche dalle loro interazioni. Capitolo ottavo - Le traiettorie della scienza: Asia ed Europa a confronto 1. La scienza globale e le conquiste scientifiche islamiche prima del 1500 In passato si ha avuto la tendenza a considerare la scienza moderna e la matematica come una creazione europea, basata sulle idee elaborate tra il 500 a.C. e il 200 d.C. nell'antica Grecia. Oggi però ci rendiamo conto che questa tendenza è quasi del tutto errata perché gran parte dei concetti sviluppati dai greci non era altro che l'elaborazione di idee prese in prestito dall'Egitto da Babilonia e dall'India. Prima del 1500 i più grandi matematici, astronomi, chimici, fisici del mondo furono probabilmente gli arabo- islamici. La matematica che si studia oggi è molto più simile a quella degli arabo-islamici che a quella dei greci. Molto spesso la matematica cinese, indiane e islamica si sviluppò per risolvere problemi di ordine pratico utile quindi a società dallo spiccato carattere commerciale. Il mondo musulmano si preoccupò anche di creare istituzione per la trasmissione delle conoscenze, fondando le prime università intese come centri di insegnamento specialistico. I musulmani furono anche i primi a creare ospedali per curare i pazienti in un ambiente igienico e professionale. Tra il 1000 e il 1550 dunque le conoscenze e la pratica scientifica islamiche erano molto più avanzate di quelle europee. 2. Le traiettorie della scienza: dal progresso alla stagnazione È sbagliato pensare che la scienza progredisca sempre, in effetti il progresso scientifico può conoscere periodi di stasi, di regressione e di innovazione. In Europa dal 200 al 1400 la scienza non fece progressi significativi. I progressi scientifici si verificano durante le epoche in cui tradizioni culturali e filosofiche diverse possono mescolarsi, per poi interrompersi o addirittura annullarsi con l'avvento di conflitti o disordini. Spesso le guerre cessarono soltanto quando un governo centrale forte ristabilì l'ordine mettendo a tacere gli oppositori e rafforzando l'ortodossia religiosa, che sosteneva lo stato ma soffocava il pensiero indipendente e l'innovazione. Tra il 1650 e il 1800 l'Impero Ottomano volse le spalle sia alla tradizione innovatrice musulmana che alle idee nuove che andavano ad affermarsi in Europa e preferì salvaguardare la stabilità politica e sociale imponendo di conformarsi ad un approccio tradizionale della conoscenza basato sui testi religiosi islamici. Tendenze analoghe si verificarono nella Persia dei Safavidi e nell'India centrale e settentrionale dei Mogul. 3. La molteplicità delle culture scientifiche mondiali e i diversi approcci alla conoscenza della natura Gli approcci alla scienza della natura variarono nel corso del tempo e delle diverse civiltà. Generalmente però la scienza rimaneva mescolata a credenze filosofiche e religiose e di solito qualsiasi incongruenza era risolta a favore della religione consolidata. In secondo luogo gran parte delle culture scientifiche premoderne distingueva la matematica dalla filosofia naturale, e veniva considerata inutile per spiegare lo studio delle strutture fondamentali dell'universo. Ad esempio in Grecia la filosofia aristotelica analizzava la natura mediante argomentazioni basate sull'esperienza, non attraverso la matematica. In tutte le principali tradizioni scientifiche la logica matematica non fu impiegata per mettere in discussione la concezione della natura spiegata dalla filosofia naturale e dal pensiero religioso. Tutto cambiò con la rivoluzione scientifica del 1600. 4. La singolare traiettoria dell'Europa: dall'accettazione al rifiuto della tradizione classica (1500-1650) Con la scoperta dell'America la geografia classica dei greci venne messa in discussione. Nel 1543 Copernico scoprì che la Terra girava intorno al Sole. Nel 1609 Galileo, attraverso l'utilizzo del telescopio, scoprì che la Terra non era al centro di tutti i movimenti celesti. Secondo Francis Bacon (Bacone) non ci si poteva affidare alla logica deduttiva di Aristotele per comprendere la natura, e propugnò il ricorso alla logica induttiva, fondata su un programma di sperimentazione e osservazione, per acquisire una conoscenza del mondo. Così gli Europei scoprirono che la tradizione classica doveva essere respinta se volevano comprendere la vera natura del loro mondo e del loro universo. 5. La scienza europea alla ricerca di nuove strade: il metodo cartesiano e l'empirismo britannico (1500-1650) Le guerre di religione in Europa (guerra dei 30 anni) e in Asia indebolirono l'autorità della chiesa, soprattutto quella Cattolica, provocando la ricerca di nuovi sistemi di conoscenza tra i pensatori. La figura cruciale nel promuovere questo approccio fu il filosofo francese Cartesio. Egli si prefisse di ragionare attraverso la logica mettendo in dubbio l'esistenza di ogni cosa. Sosteneva inoltre che è possibile percepire lo spazio da un punto di vista logico soltanto quando qualcosa lo occupa, deve essere quindi riempito di particelle. In tal modo Cartesio costruì il modello di un universo meccanicistico in cui tutti i fenomeni derivano dallo scontro e dai movimenti di particelle, questo ragionamento permetteva di applicare la matematica a tutti i fenomeni studiati. Il razionalismo cartesiano aveva il limite di non sperimentare le osservazioni tramite esperimenti, ponendo la ragione al di sopra dell'esperienza. In Gran Bretagna la fama della Royal Society crebbe grazie alle scoperte di Isaac Newton (scoperta della forza di gravità, leggi della meccanica, ecc.). Secondo l'approccio empirico dei britannici, ispirato da Bacon, la conoscenza scientifica andava sviluppata per via sperimentale, ossia basata su esperimenti tramite strumenti e apparecchiature scientifiche (utilizzo di cannocchiali, barometri, pompe a vuoto) e condotti pubblicamente per divulgare il sapere (Royal Society). Tra la fine del 1600 e l'inizio del 1700 il metodo cartesiano, fondato sul metodo matematico che minacciava la tradizione antica, e il metodo newtoniano, basato sull'esperienza quotidiana e sugli esperimenti, furono i due modelli scientifici più popolari. In conclusione l'Europa settentrionale e occidentale furono le sole nel XVII secolo a non rafforzare la conoscenza tradizionale e religiosa e a mettersi in cerca invece di nuovi modi di utilizzare la ragione e l'osservazione. 6. L'epoca dell'ingegno: dalla scienza sperimentale delle macchine all'industria meccanizzata (1700-1800) La separazione della scienza cartesiana continentale dalla scienza sperimentale britannica in parte fu determinata dall'opera delle autorità religiose nelle 2 aree. Cartesio fu perseguitato dalla chiesa per tutta Europa, mentre in Gran Bretagna la chiesa anglicana abbracciò il pensiero di Newton. Grazie al prestigio di Newton la Royal Society godette di un'ondata di consenso che suscitò un interesse diffuso per le sue pratiche sperimentali in tutto il Paese: la vendita di strumenti scientifici decollò; artigiani e fabbricanti intrapresero una cooperazione volta a realizzare nuove scoperte. In Gran Bretagna il sapere venne reso pubblico grazie a conferenze, giornali e manuali disponibili nelle biblioteche meccaniche. L'adozione del metodo sperimentale fu quindi alla base delle nuove scoperte che vennero introdotte nelle fabbriche il secolo successivo. 7. I percorsi della scienza e il problema dell'industrializzazione Gli Indiani elaborarono una matematica avanzata molto presto, nel Medioevo cinesi e musulmani disponevano di una matematica, di un'astronomia e chimica più avanzate di quelle europee. Ma una matematica avanzata da sola non basta e qualche conquista tecnica non determina un'accelerazione del progresso. In Europa invece una serie di conquiste integrate in un programma di ricerche sperimentali poserò la base per una rivoluzione scientifica e industriale. Per trasformare l'industria, la ricerca sperimentale e le conoscenze dovevano disseminarsi in tutta la società come avvenne in Inghilterra, dando vita alla crescita industriale moderna. Conclusione. L'ascesa dell'Occidente: una fase transitoria? 1. Dall'età del vapore all'era spaziale: l'ascesa di una moderna società militare-industriale Lo sviluppo dell'ingegneria scientifica moderna ha trasformato la dinamica della crescita economica. Adam Smith sottolineava come storicamente la crescita economica si verificava solo quando le nazioni facevano un uso più efficiente delle proprie risorse naturali. Dal 1800 l'innovazione era diventata la principale forza motrice della crescita economica moderna. Karl Marx fu il primo a sostenere che la continua innovazione determinava una crescita illimitata che avrebbe trasformato il mondo. Il suo errore fu quello di presumere che tutti i vantaggi della crescita sarebbero andati soltanto ad un gruppo ristretto di industriali, in realtà è proprio il continuo processo di innovazione a impedire tutto questo: finché i lavoratori possono ricevere un'istruzione e sono liberi di fondare un'impresa, le loro innovazioni possono sfidare il predominio delle grandi compagnie. Bill Gates, ad esempio, è diventato uno degli uomini più ricchi del mondo innovando e creando nuovi prodotti. Schum Peter sosteneva che la crescita economica moderna fosse dovuta alla distruzione delle imprese obsolete da parte di idee e industrie nuove. Il suo errore fu quello di crede che gli imprenditori siano rari e che le idee per dar vita a nuovi processi produttivi siano invece abbondanti. In tutto il mondo in realtà per secoli gli imprenditori hanno creato ricchezza in molte industrie tradizionali. Per innovare davvero, però, gli imprenditori hanno bisogno dei risultati di programmi di ricerca e indagine sperimentale che consentono agli ingegneri di rendere disponibili nuovi processi produttivi. La Gran Bretagna dal 1700 al 1850 fu un luogo privilegiato delle invenzioni ingegneristiche e del loro impiego nei processi produttivi. Di conseguenza conquistò una posizione dominante nella produzione a livello mondiale (energia, carbone, macchinari, tessuti, armi da guerra, ecc.). In particolare delle innovazioni in campo navale (piroscafo in ferro con pale a ruota) consentirono alla Gran Bretagna di avere la meglio sulla Cina e il Giappone nella lunga lotta per ottenere delle concessioni commerciali (Guerra dell'oppio). I tedeschi sul finire del 1800 sostituirono gli inglesi nell'innovazione in campo chimico grazie all'investimento in scuole tecniche e istituti di ricerca. Il messaggio principale che percorre questo libro è che l'ascesa dell'occidente non fu dovuta in alcun modo ad una superiorità complessiva dell'Europa sulle altre regioni o civiltà del pianeta. Fino al 1500 l'Europa era arretrata dal punto di vista scientifico e tecnologico e solo nel 1700 riuscì ad eguagliare la produttività agricola asiatica. Prima del 1700 quindi non c'era alcun indizio che forme di religione, tecnologia, commercio o anche le leggi e le forme di governo dell'Europa potessero costituire un vantaggio particolare per il futuro. L'espansione del commercio europeo dopo il 1500 non costituiva un segno di superiorità ma semplicemente l'indicazione che l'Europa stava entrando a far parte di un sistema commerciale transoceanico già operante e centrato in Asia. A dischiudere il percorso dell'Europa fu una combinazione di sei fattori eccezionali: 1) Un insieme di nuove scoperte che spinse gli europei a mettere in dubbio l'autorità dei testi classici e religiosi. 2) Gli europei svilupparono un approccio alla scienza che combinava ricerca sperimentale e analisi matematica della natura. 3) La determinante diffusione delle idee di Bacon sulle prove, le dimostrazioni e gli scopi dell'indagine scientifica. Fattori che spinsero gli scienziati ad accumulare più dati possibili e far si che fossero quei dati e quelle osservazioni a indicare le conclusioni. 4) L'elaborazione di un approccio strumentale (osservazioni compiute con strumenti scientifici più affidabili del solo ragionamento logico) alla sperimentazione e all'osservazione. 5) Un clima di tolleranza e di pluralismo piuttosto che di conformismo e di ortodossia di stato (Tolleration Act 1689). 6) L'ampio sostegno fornito alle capacità imprenditoriali e le strette relazioni sociali tra imprenditori, scienziati, tecnici e artigiani. 2. I fondamenti della crescita economica moderna Quasi tutto quello che consideriamo tipico della scienza e della matematica europee del 1500 e 1600 si basava sui progressi conseguiti tra l'800 e il 1400 dal mondo islamico, che allora si estendeva dalla Spagna fino all'India. Le radici della scienza moderna furono quindi fondamentalmente globali, e non esclusivamente europee. Infine la cultura dell'innovazione non investì l'Europa in tutta la sua interezza
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved