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JACK LONDON - ZANNA BIANCA, Appunti di Letteratura Angloamericana

Biografia dell'autore JACK LONDON ed analisi del suo romanzo ZANNA BIANCA .

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 10/02/2021

Maxipiccio
Maxipiccio 🇮🇹

4

(1)

3 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica JACK LONDON - ZANNA BIANCA e più Appunti in PDF di Letteratura Angloamericana solo su Docsity! JACK LONDON (1876 – 1916) (naturalismo) Jack London nacque a San Francisco, in California. A partire dal 1894 London aderì al socialismo sulle idee di Karl Marx, battendosi in difesa delle fasce deboli della società, partecipando ad esempio a una marcia di disoccupati su Washington per chiedere al Presidente il finanziamento di programmi di lavori pubblici contro la povertà e la mancanza di lavoro. Si diede al vagabondaggio per gli USA, ad uno stile di vita vagabondo, di cui tenne un diario trasformato anni dopo nel romanzo itinerante “The Road”. Si diede all’ attività politica, con orizzonti la giustizia sociale, interessandosi anche a Darwin e all'evoluzionismo condividendo le teorie relative alla sopravvivenza del più forte sul più debole proprie del darwinismo sociale. Si dedicò poi intensamente al lavoro letterario, e fra la fine del 1800 e il 1916 London giunse finalmente al successo, come scrittore, giornalista e inviato speciale, e ben presto divenne uno tra i più prolifici e famosi scrittori del suo tempo: in tutta la sua carriera letteraria scrisse oltre 50 volumi. Nel 1903 “The people of the abyss” (Il popolo dell'abisso) descrisse gli slums di Londra, che aveva conosciuto durante un soggiorno in Inghilterra. Nel 1903 scrisse “The call of the wild” (Il richiamo della foresta). Nel 1904 salpò per la Corea, dove seguì, come corrispondente, la guerra russo-giapponese; più tardi fu inviato di guerra in Messico. Nel 1904 “The seawolf” (Il lupo di mare) sfruttò le esperienze fatte a bordo di un peschereccio che era giunto fino al Giappone. Nel 1906 scrisse “White Fang” (Zanna Bianca). I due romanzi più famosi, nel 1903 “The call of the wild” (Il richiamo della foresta) e nel 1906 “White Fang” (Zanna Bianca) si ricollegano alla sua esperienza di cercatore d'oro. London ripropone costantemente il tema del valore incondizionato della forza, del coraggio; rappresenta in tutta la sua durezza la lotta per l'esistenza, che coinvolge uomini e animali; afferma la radicale alternativa fra civiltà e vita selvaggia, dura ma capace di appagare le esigenze più profonde dell'individuo. Fra il 1907 e il 1909 viaggiò e soggiornò nei Mari del Sud e in Australia e nel frattempo diede alle stampe nel 1907 “The iron heel” (Il tallone di ferro), romanzo fantapolitico che immagina la presa del potere, negli Stati Uniti d'America, da parte di una dittatura, con situazioni che sembrano precorrere le nascita dei regimi nazi-fascisti. L'autore rappresenta l'oppressione del capitalismo e le sue minacce alla democrazia, denunciando i rischi impliciti nello sviluppo delle società industriali del Novecento. Nel 1909 venne pubblicato “Martin Eden”, una sorta di libera autobiografia in terza persona, delle avventure vissute in prima persona, che ottenne grande successo di pubblico. Nel 1913, esce “John Barleycorn”, la sua autobiografia incentrata sulle sue vicende di alcolista. Morì nel 1916 nel suo ranch che si era fatto costruire in California. Dal 1903, data di pubblicazione di “The call of the wild” (Il richiamo della foresta), il suo successo fra i lettori fu straordinario (i suoi romanzi vennero tradotti in molte lingue e divennero subito popolari anche in Europa e in Russia). London rappresentò con immediatezza aspetti e conflitti sociali e politici di un'epoca. In più di cinquanta libri fra romanzi e raccolte di racconti, London descrisse l'America della conquista dei grandi spazi, dell'industrializzazione, del dinamismo, della velocità, dell'espansione, dando voce all'America dei minatori, dei disoccupati, degli stenti, della speranza e delle tensioni sociali. Lo stile di Jack London è caratterizzato da una scrittura naturalista particolarmente descrittiva e diretta. Questo, gli consente di immergere i suoi lettori nelle ambientazioni naturali dei suoi racconti, portandoli così in un mondo più semplice e molto diverso dalla nostra realtà sociale. Un altro aspetto che emerge dai suoi romanzi è la capacità di narrare la storia dal punto di vista di un animale, dando in questo modo la possibilità al lettore di sperimentare una prospettiva completamente differente da quella usuale. La sua narrativa è caratterizzata infatti da un grande ritmo. Il suo stile è asciutto, giornalistico. La natura selvaggia: Un altro tema di London, è il fascino per la natura selvaggia (“the wild”, nell’originale) dell’estremo Nord, per i suoi contrasti e per la sua cruda bellezza. È un tema che London condivide con altri scrittori americani a cavallo tra Ottocento e Novecento, come Stephen Crane e Frank Norris, e che si può collegare con l’ansia per la progressiva distruzione del mondo naturale e per l’avanzamento della civiltà e del progresso, che, pur portando benefici, spesso sono dettate solo alle leggi del denaro e non a quelle di uno sviluppo sostenibile. In London, quest’atteggiamento si mescola con quello di protesta contro le ingiustizie della società moderna, schiava del mercato e del capitale. L’animale selvaggio come metafora dell’uomo, di una sua rieducazione. Viene descritto dettagliatamente il violento mondo selvaggio, in cui vige la "legge del bastone e della zanna", affiancato subito all'altrettanto violento mondo della cosiddetta civiltà umana. Stile narrativo descrittivo: La narrazione è in terza persona. Procede in forma attiva con frasi dalla struttura semplice e parole chiare ed incisive. Le sequenze narrative prevalgono su quelle descrittive, ma nelle lunghe digressioni descrittive (immagini suggestive simili a dipinti), c’è un vero e proprio studio dell’anatomia del paesaggio, affiora principalmente la fascinazione di London per la natura vergine e sconosciuta, con la spettacolarità dei suoi ghiacci e la suggestività dei disgeli primaverili artici. Il linguaggio: Il linguaggio dei personaggi nelle parti dialogiche ricalca il parlato locale, con accenni talvolta al dialetto. Lo stile di Jack London è caratterizzato da una scrittura naturalista particolarmente descrittiva e diretta. Questo, gli consente di immergere i suoi lettori nelle ambientazioni naturali dei suoi racconti, portandoli così in un mondo più semplice e molto diverso dalla nostra realtà sociale. Lo stile di scrittura di Jack London come vivido nella descrizione ma anche chiaro e facile da capire. London descrive le scene in modo oggettivo, senza un programma apparente dietro la descrizione; è questa tecnica che colloca le sue opere ad angolo retto all'interno della tradizione naturalistica. La scrittura naturalistica pone l'accento sulla realtà e sulla scienza, mettendo da parte le opinioni più pessimistiche del realismo e guardando invece alle cause biologiche e sociali che spiegano il comportamento. "White Fang" rappresenta lo Yukon com'era durante la corsa all'oro, con descrizioni della realtà di un inverno freddo e anche del modo in cui le persone si sono comportate l'una verso l'altra durante quel periodo di tempo. London non cerca un linguaggio fiorito o metafore complicate. Il narratore: Nella prima parte c’è un narratore semi-onnisciente che percepisce la realtà circostante attraverso il punto di vista di Henry. Nella seconda parte il narratore onnisciente si identifica con il branco. Dal terzo capitolo in poi il narratore onnisciente in terza persona assume il punto di vista di Zanna Bianca. Il narratore è onnisciente. Ripetutamente, il narratore descrive con sicurezza i pensieri e i sentimenti di cani e lupi e spiega come vivono il mondo. Il miglior esempio esteso di ciò si ha quando Zanna Bianca, da cucciolo, lascia la tana per la prima volta. Ha pensato all'ingresso della grotta come a uno strano muro attraverso il quale i suoi genitori hanno il potere di attraversare. Poi un giorno la sua curiosità supera la sua paura e si avvicina al "muro del mondo". Inizia la narrazione della sua prima uscita: Il narratore prosegue descrivendo dettagliatamente come Zanna Bianca impara a distinguere ciò che è vivo da ciò che non lo è, come impara a interpretare ciò che i suoi occhi gli dicono su quanto sono lontane le cose, ciò che sperimenta quando entra in un ruscello e la corrente lo afferra, e così via. Personificazione della natura: London fa un uso frequente di diversi tipi di linguaggio figurativo. Tale linguaggio figurativo arricchisce le descrizioni in tutto il romanzo e rende il paesaggio lontano e gli speciali terrori del Nord più reali per i lettori mettendoli in relazione con realtà più familiari e universali. Il primo capitolo del romanzo contiene un esempio di personificazione: - “Era un paesaggio desolato, privo di vita, immobile. C’era piuttosto in esso come una risata appena accennata, più spaventevole di qualsiasi tristezza, una risata senza gioia simile al sorriso della sfinge, gelida come il ghiaccio.” - “Era l’imperiosa e incomunicabile sapienza dell’eternità che rideva dell’inutilità della vita e dei suoi sforzi. Era il Nord selvaggio, dal cuore di ghiaccio.” - “Il mattino trovò l’uomo pallido e sfinito, con gli occhi sbarrati.” - “Il sole era tornato e tutto il Nord che si andava risvegliando lo chiamava. La vita si muoveva. C’era nell’aria sentore di primavera”. Una figura retorica particolarmente prominente nel romanzo è l'Antonomasia (Figura retorica che consiste nell'usare un nome comune caratterizzante al posto di un nome proprio, o viceversa un nome proprio caratterizzante al posto di un nome comune), In White Fang, quando il narratore parla degli uomini come sono visti da cani e lupi, li chiama "gli dei". London scrive più volte che i canini vedono gli umani più o meno nello stesso modo in cui gli umani vedono i loro dei. Stabilisce persino una gerarchia di dei, affermando che i cani riconoscono gli uomini bianchi come "dei superiori" rispetto agli indiani. Climax ascendente: La prima parte rappresenta una sorta di storia a parte rispetto al resto della narrazione di cui il terzo capitolo rappresenta il climax ascendente. mischia le argomentazioni in un climax ascendente. Il romanzo è infatti articolato in quattro parti che potrebbero essere lette anche in modo separato, grazie alla diversità tematica, capitolo per capitolo. White Fang di Jack London mostra il suo modo di pensare naturalista, quando discute di come l'ambiente e il mondo naturale che lo circonda siano in grado di elevare la società e di mostrare le verità più profonde. In tutto il libro ci sono molti riferimenti al naturalismo con l'uso di simboli e metafore. Simboli: Il selvaggio è un simbolo per la natura pericolosa della vita. Il Selvaggio simboleggia la vita come una lotta: ad esempio, il Selvaggio è un luogo in cui il sole fa uno "sforzo inutile" per apparire. La luce è un simbolo della vita nella letteratura mondiale, perché la luce è, ovviamente, una necessità fisica per la vita. La funzione simbolica della luce in White Fang non fa eccezione. Nel testo parlando della sorellina di Zanna Bianca: "Dormiva continuamente, mentre la fiammella della vita tremolava sempre più in debolmente, e alla fine si spense". In quello stesso capitolo, viene citato anche il "muro di luce", ovvero l'ingresso della tana dei lupi, che è un simbolo per vivere in un mondo più vasto. Luoghi di ambientazione: Nelle prime pagine s’impone il paesaggio selvaggio e gelato del Nord degli Stati Uniti, in particolare dello Yukon, al confine con il Canada, con gli alberi spogli e neve e silenzio dappertutto. C’è poi la descrizione del villaggio indiano, un mondo che Zanna Bianca vede feroce e brutale: un mondo senza calore, un mondo in cui le carezze e l’affetto e la luce della dolcezza dello spirito non esistono. L’ultimo ambiente è la casa del Giudice Scott, descritta realisticamente ma percepita soprattutto come luogo di affetti e di protezione: “cibo, fuoco, protezione e compagnia”. begins to choke him with his jaw. Weedon Scott then intervenes, frees White Fang, beats Handsome Smith and, threatening him to denounce his shady business, takes the wolf-dog away. The fourth part sees the long path of re-education of White Fang, who up to that moment has only known the violence of men and animals, and must discover affection and good feelings. Weedon manages to gain White Fang's trust but, at some point, decides to return to her country of California. Reluctantly, Weedon decides to leave White Fang, fearing that a wolf like him will not be able to adapt to city life in California. White Fang, however, breaks through a glass and chases the master to the boat that will take him back home, convincing him to take him with him to her father's estate. In California, White Fang becomes a guard dog and finds a Collie companion. However, the dangers are not over: the fugitive Jim Hall wants revenge on Weedon's father and raids the home of the Scots; White Fang, although badly wounded, manages to kill the enemy and save his family. Recovering from his injuries, White Fang becomes the father of six puppies and lives happily with Collie. WRITING STYLE Darwin's theories: survival of the fittest: Jack London was exposed to the ideas of Charles Darwin and Karl Marx, consequently, the set of these theories can also be found in "White Fang". In fact, the key concepts of Darwinism are adapted by London in the theory of "natural selection": only individuals who adapt better to the surrounding environment are able to survive. The concept of "survival of the fittest", and not necessarily the best, fits perfectly with the story of White Fang, marked by the system of natural selection: mother she-wolf Kiche, and her father Unocchio, survive the conditions imposed by nature, famines, to human violence. The mechanism is always that of overpowering the stronger over the weaker, at least until White Fang meets Weedon. London's themes are often about survival and how humans are affected by nature. This idea of "survival of the fittest" is represented by White Fang. From the beginning he is the strongest wolf pup, the only one in the litter to survive the famine. His strength and intelligence make him the most feared dog in the Indian camp. While defending Judge Scott, White Fang takes three bullets but miraculously manages to survive. One element of the book that might be overlooked is White Fang's ability to adapt to any new circumstances and somehow survive. He learns how to fight other dogs, learns to obey new masters, learns to fight under the evil guidance of Smith the Beautiful, and finally learns to love and be tamed by Weedon Scott. In the text, it is written for example: - “Era contenta in qualche modo indefinito per la battaglia, perché era così che nel Nord si manifestava l’amore, il dramma del sesso nella natura, che era una tragedia solo per chi moriva. Per chi sopravviveva non era una tragedia, bensì realizzazione e adempimento.” - “La lince in attesa e il porcospino in attesa, ciascuno concentrato sulla propria vita; e la particolarità del gioco consisteva nel fatto che la sopravvivenza per uno consisteva nel mangiare l’altro, e per l’altro nel non farsi mangiare.” - “Lo scopo della vita era la carne. La vita stessa era la carne. La vita viveva grazie alla vita. C’erano i mangiatori e i mangiati. La legge era: MANGIA, O SARAI MANGIATO.” Point of view of the animal, the wolf: London represents this law of life from the point of view of the wolf, it speaks of his thoughts, ideas and his way of looking at other animals and men. The novel is an example of London's precise prose style, with an innovative use of the narrative perspective: most of the novel is written from the point of view of animals, describing their way of seeing the surrounding world and humans. Much of the book is written from White Fang's point of view making it easier to keep prejudice out of writing. The wild nature: Another London theme is the fascination for the wilderness of the far north, for its contrasts and raw beauty. It is a theme that London shares with other American writers, such as Stephen Crane and Frank Norris. This theme can be connected with anxiety for the progressive destruction of the natural world and for the advancement of civilization and progress, which, while bringing benefits, are often dictated only to the laws of money and not to those of sustainable development. In London, this attitude is mixed with that of protest against the injustices of modern society, a slave to the market and capital. The wild animal as a metaphor for man and a re-education of him. The violent savage world is described in detail, in which there is the "law of the stick and the fang", alongside the equally violent world of human civilization. Descriptive narrative style: The narration is in the third person. Proceed actively with sentences with a simple structure and clear and incisive words. The narrative sequences prevail over the descriptive ones, but in the long descriptive digressions (suggestive images similar to paintings), there is a real study of the anatomy of the landscape, mainly London's fascination for virgin and unknown nature emerges. The language: The characters' language reproduces local speech. Jack London's style is characterized by a particularly descriptive and direct naturalist writing. This allows him to immerse his readers in the natural settings of his stories, thus taking them to a simpler world and very different from our social reality. Jack London's writing style as vivid in description but also clear and easy to understand. London describes the scenes objectively, with no apparent program behind the description; it is this technique that places his works within the naturalistic tradition. Naturalistic writing places an emphasis on reality and science, putting aside the more pessimistic views of realism and looking instead at the biological and social causes that explain the behavior. "White Fang" represents the Yukon as it was during the gold rush, with descriptions of the reality of a cold winter and also of how people behaved towards each other during that time period. London is not looking for flowery language or complicated metaphors. The speaker: In the first part there is a semi-omniscient narrator who perceives the surrounding reality through Henry's point of view. In the second part, the omniscient narrator identifies with the pack. From the third chapter, the omniscient third-person narrator takes White Fang's point of view. The narrator is omniscient. The narrator confidently describes the thoughts and feelings of dogs and wolves and explains how they experience the world. The best example is when White Fang as a puppy leaves the den for the first time. She thought of the entrance to the cave as a strange wall through which her parents have the power to cross. Then one day her curiosity overcomes her fear and she approaches the "wall of the world". The narrative of his first outing begins: The narrator goes on to detail how White Fang learns to distinguish what is alive from what is not, how he learns to interpret what his eyes tell him about how far away things are, what it experiences when it enters a stream and the current catches it, and so on. Personification of nature: London makes frequent use of different types of figurative language. The first sentence of the novel contains an example of personification: "The dark spruce forest frowned on both sides of the frozen stream." This figurative language enriches the descriptions throughout the novel and makes the distant landscape and the wilds of the North more real to readers, relating them to more familiar realities. The first chapter of the novel contains an example of personification: - “Era un paesaggio desolato, privo di vita, immobile. C’era piuttosto in esso come una risata appena accennata, più spaventevole di qualsiasi tristezza, una risata senza gioia simile al sorriso della sfinge, gelida come il ghiaccio.” - “Era l’imperiosa e incomunicabile sapienza dell’eternità che rideva dell’inutilità della vita e dei suoi sforzi. Era il Nord selvaggio, dal cuore di ghiaccio.” - “Il mattino trovò l’uomo pallido e sfinito, con gli occhi sbarrati.” - “Il sole era tornato e tutto il Nord che si andava risvegliando lo chiamava. La vita si muoveva. C’era nell’aria sentore di primavera”. A rhetorical figure particularly used in the novel is Antonomasia (Rhetorical figure which consists in using a characterizing common name instead of a proper name, or vice versa a characterizing proper name instead of a common name). In White Fang, when the narrator talks about men as they are seen by dogs and wolves, he calls them "the gods". London repeatedly writes that canines see humans in much the same way humans see their gods. He even establishes a hierarchy of gods, stating that dogs recognize white men as "gods above" Indians.
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