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Jane Eyre, trama e analisi del libro, Appunti di Letteratura Inglese

Descrizione della trama, analisi delle varie letture possibili, dei luoghi e dei personaggi all'interno dell'opera.

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 16/10/2020

Ida256
Ida256 🇮🇹

4.5

(12)

66 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Jane Eyre, trama e analisi del libro e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! Jane Eyre, an Autobiography (1847) Le reazioni alla pubblicazione di questa storia sono state varie: è stato un grande successo editoriale, lodato da personalità di rilievo tra cui Thackery, a cui in un certo senso è dedicato, ma anche criticato perché mette in discussione i valori della società vittoriana. Elisabeth Rigby, nel 1848, scrive che la protagonista è la personificazione di uno spirito indisciplinato, e che l’intero romanzo è anticristiano: nessuna donna avrebbe potuto creare un personaggio come Jane perché è improbabile rispetto alla mentalità vittoriana. Inizialmente la scrittrice adoperò lo pseudonimo Carter Bell, che pare sia un nome maschile, indica che ha avuto bisogno della revisione di un uomo, anche perché l’idea era quella che non avesse una conoscenza effettiva del mondo femminile. Nella prefazione della 2° edizione (ancora con lo pseudonimo, viene sottolineato che la prima edizione non aveva prefazione perché non ce n’era bisogno, adesso viene inserita per ringraziare il pubblico, la stampa, gli editori. Questi ringraziamenti fanno capire che sia tutto molto ordinario; stampa e pubblico sono concetti vari quindi li ringrazia in modo vago, invece insiste sull’editore e i critici, generosi nelle recensioni, che l’hanno incoraggiata come solo gli uomini di mente aperta sanno fare nei confronti di “uno straniero che combatte per farsi notare”. Passa poi ad una classe esigua di critici, non per questo da sottovalutare, che hanno la tendenza a criticare libri come Jane Eyre, che considerano sbagliato ciò che è inusuale. Ciò che è convenzionale non è morale, il rigore non è religione, togliere la maschera ai farisei non è uguale a sollevare la corona di spine: questi concetti sono diametralmente opposti, come l’apparenza non deve essere scambiata per verità (caposaldo della mentalità vittoriana), e non considerare delle teorie infondate come parola di Dio. quando si venne a conoscenza del suo vero nome, le critiche vennero indirizzate direttamente alla scrittrice: Matthew Arnold sostiene che la Bronte abbia scritto un testo orrendo, per niente piacevole, uno dei testi peggiori che abbia letto. Bisogna parlare di autorevolezza dell’autrice che porta alla luce questioni relative alla sua condizione, ossia la credenza secondo cui le scrittrici fossero pazze perché non rispettavano i dettami della società contemporanea. Questo è un periodo ricco di cambiamenti: la classe media si arricchisce, al vecchio mondo pre-industriale patriarcale si contrappone il mondo industriale in cui anche le donne hanno un posto; c’è anche una separazione tra mondo pubblico e privato: quello domestico è il riflesso del nuovo ordine sociale, si vive una situazione di grande cambiamento ma ciò non cambia la condizione femminile, che vede le donne senza potere politico, con l’autorità morale legata solo alla sfera domestica. Jane Eyre mette in luce i limiti di questa società attraverso la sua storia, ma può farlo soltanto allontanandosi dalle istituzioni nelle quali è cresciuta, di tipo religioso ed educativo, perché, fino a quel momento, era pedina degli uomini. È un libro radicale che mette in discussione l’autorità in vari aspetti e perché Jane sfida continuamente quelli che hanno l’autorità. Si parla di autobiografia, una convenzione tipica del romanzo realistico, già perpetuata alla fine del ‘600; effettivamente il romanzo contiene elementi e riferimenti alla vita dell’autrice e delle sue sorelle (l’esperienza di orfana/ l’educazione in una scuola tipo Lowood/ una delle sorelle morì come Helene Burns/lei stessa fu istitutrice/il fratello si perse nei vizi come Reed). I generi letterari di riferimento, oltre all’autobiografia, è il romanzo di formazione, dove il protagonista riesce a raggiungere l’obiettivo giovanile; poiché si tratta di protagonisti maschili orfani, Jane Eyre può essere considerato il primo importante Bildungsroman femminile della letteratura inglese, non essendo la classica eroina femminile. È un’orfana che vive in una condizione di isolamento e finisce felicemente sposata e indipendente. Ci sono 5 stadi:  L’infanzia a Gateshead,  Istruzione a Lowood,  Thornfield, svolta importante perché Rochester, restando cieco, diventa dipendente da Jane. I critici non concordano sulla rinuncia all’indipedenza di Jane: alcuni credono che Bronte alla fine sposi le teorie convenzionali del matrimonio, altri sottolineano che il matrimonio avviene sulla base dell’uguaglianza, anzi che Rochester sia inferiore (Jane si sposa solo dopo aver raggiunto una posizione di uguaglianza in seguito all’eredità dello zio); non è più una figura dominante contrariamente a John Rivers, descritto sempre come un guerriero. La proposta di Bronte è che si possa vivere il matrimonio in modo libero. Il matrimonio di Bertha è diverso perché rappresenta l’orrore della società vittoriana: Bertha e Rochester si sono sposati per interesse economico, dato che Edward non poteva ereditare il patrimonio per questo il padre gli organizza un matrimonio combinato. La critica novecentesca si è soffermata sulla figura di Bertha, condotta alla pazzia dalle costrizioni del matrimonio. Alcuni credono che rappresenti il doppio di Jane o dell’autrice stessa. La critica post-coloniale vede Bertha in una condizione di doppia inferiorità: come donna e come soggetto post- coloniale. Rappresenta metaforicamente il fuoco di Jane e questa sua rabbia che riesce a controllare, mentre Bertha ne resta vittima. Altro tema affrontato è quello del colonialismo: dal ‘500 l’Inghilterra ha il dominio dei mari ed in età vittoriana è il colosso imperiale più vasto, questo impero si basa però sull’ideologia della superiorità della razza bianca, portatrice di civiltà, al contrario dei popoli sottomessi che sono visti come inferiori. C’è una contrapposizione binaria tra gli inglesi e “gli altri” che devono essere civilizzati ed in quest’ottica appare etico e giusto il processo di sottomissione. Bertha è una donna creola proveniente dalla Giamaica. La conoscenza di altre culture porta con sé una serie di esigenze: scatta la necessità di contenere questa differenza e la minaccia insita in sé. La donna ha un aspetto selvaggio, tant’è che viene paragonata ad animali, ha un temperamento bestiale che non può essere domato, non parla e cerca di mordere come farebbe un vampiro. Rochester decide di tornare nella madrepatria che rappresenta il fulcro da cui partire, mentre le colonie sono luoghi “altri”. L’atmosfera descritta in Giamaica è asfissiante, irrespirabile, come se ci si trovasse all’inferno, arriva addirittura ad ipotizzare il suicidio, quando una brezza fresca dall’Europa purifica l’aria e lo convince a tornare in Inghilterra. Sulla questione post-coloniale vengono ripresi temi già presentati in altre opere: il romanzo rientra dunque nella narrativa nazionale che comprende una visione imperialista della storia. Per l’epoca rappresenta un romanzo irriverente perché presenta una donna che si ribella, mettendo in discussione i rapporti tra le classi e il ruolo della donna in età da marito. Questo atteggiamento finora era stato riservato agli uomini, tra l’altro è ben noto che Jane abbia delle contraddizioni interiori. Il lettore viene chiamato in causa ben 35 volte al fine di farlo avvicinare al suo punto di vista. Spesso usa un linguaggio quasi teatrale: non solo parla del romanzo in sé, ma lo paragona a un’opera teatrale. Il romano non è solo un classico vittoriano, ma un romanzo a matrice, da cui altre storie prendono spunto. Patsy Stoneman in Bronte Trasformation esamina l’evolversi della storia nei secoli, che è diventata patrimonio comune perché concentra tematiche importanti che si presentano nel tempo. Gilbert ne parla come “matrice culturale”. Il successo nel tempo è dovuto alla modernità dei temi che possono essere definiti archetipici; inoltre il finale sembra rimanere aperto, come se si potesse andare oltre e sollecitare altre riletture del testo. L’opera ha due possibili riletture: trama sentimentale (ripresa nei film e nelle riscritture) e il romanzo protofemminista. Vi sono elementi della narrazione che avvalorano la tesi del sentimentalismo, tra cui l’orfana, l’uomo ricco con un passato misterioso, l’altra donna (di solito si oppone una donna che rappresenti l’amore e la comprensione, che offra una sessualità incontrollata, la pazzia e la rivolta); la confessione, l’ambientazione, la catastrofe (nel caso di Jane Eyre, è l’incendio da parte di Bertha che rimuove l’ostacolo, Bertha stessa) e consente la realizzazione del lietofine; il finale socialmente accettabile.
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