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john dewey, il mio credo pedagogico, Sintesi del corso di Pedagogia

riassunto del "mio credo pedagogico"

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

Caricato il 10/05/2017

Utente sconosciuto
Utente sconosciuto 🇮🇹

4.2

(17)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica john dewey, il mio credo pedagogico e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Il mio credo pedagogico (John Dewey) NOTIZIA BIO-BIBLIOGRAFICA: Burlington 20/10/1859 – New York 1/06/1952 A Burlington compì gli studi elementari e medi, si iscrisse poi all’università del Vermont. Successivamente si iscrisse alla facoltà di filosofia dell’università di Baltimora. Nel 1884 fu chiamato come insegnante da Morris, un suo precedente insegnante, nell’università del Michigan in cui si svolse il periodo hegeliano. A Ann Arbor conosce Alice Chipman, la moglie, considerata suscitatrice di interessi intellettuali e collaboratrice nel suo lavoro. Fu successivamente chiamato a dirigere la facoltà di filosofia, psicologia e pedagogia dell’università di Chicago e consumò il suo distacco dall’hegelianismo. Cresce il suo interesse per le questioni educative e raggiunse il culmine nel 1896, quando fondò la “scuola di laboratorio”: fatto attorno al quale si svilupparono tutti i suoi pensieri. Dopo il distacco dall’hegelianesimo si avvicinò allo strumentalismo grazie al quale entrò in contatto con il movimento di avanguardia che si sviluppò negli stati uniti. Dal 1905 andò ad insegnare alla Columbia University Di New York in cui la sua concentrazione al problema filosofico si allargò alla sfera sociale, anche per quanto riguarda la sua riflessione pedagogica. I 3 massimi motivi della vita di Dewey sono quindi: filosofico, politico e pedagogico. IL MIO CREDO PEDAGOGICO: Quando è stato scritto? Che periodo storico era per l'America? È stato scritto nel 1897: Espone principi dell'educazione progressiva sperimentata grazie alla scuola laboratorio. L'America in questo periodo viveva un rinnovamento pedagogico: Ovvero l'attivismo pedagogico, di cui Dewey era il maggior esponente. Esso è improntato su un nuovo modello educativo caratterizzato da: - puerocentrismo: Rilevanza dell'alunno del suo sviluppo e del suo apprendimento - personalizzazione dell'offerta formativa - stimolazione dell'intelligenza operativa con laboratori (perciò con la pratica) - l'insegnante considerato come una guida per l'allievo. Cos'è l'educazione? Qual è la materia dell'educazione? (articolo I) Per Dewey, l’educazione formale e tecnica, consentono all'individuo di partecipare alla coscienza sociale della specie (richiamo al modello sovietico parlando di coscienza sociale e all'evoluzionismo di Darwin parlando di specie). Perciò l'educazione è un graduale processo di assimilazione di conoscenza e coscienza morale, che inizia fin dalla nascita e plasma continuamente le facoltà dell'uomo. Inoltre due afferma che l'educazione consente all'individuo di evolvere verso il bene comune che ha un ruolo importante nella formazione della coscienza democratica e nella creazione della stessa società democratica. La materia dell'educazione quindi è la vita sociale/la democrazia. Dewey afferma l’esistenza di due aspetti educativi: 1.Psicologico: incentrato sull'individuo, sui suoi bisogni, sulle sue capacità, istinti, eccetera: materiale di base per dare avvio all'educazione (essa quindi penetra nella struttura e nell' attività psichica dell'individuo) 2. Sociologico: incentrato sul sociale: conoscenza delle condizioni sociali, dello stato attuale della civiltà, della cultura, eccetera: necessari per comprendere gli istinti e bisogni dell'individuo, che vanno appunto collocati in un dato contesto storico-culturale, altrimenti il soggetto sarebbe astratto (quindi vanno posti in quel continuità col passato e il presente per essere proiettati nel futuro, progettando un cambiamento). Questi due aspetti sono tra loro in un rapporto organico, cioè bisogna tenerli insieme per formare un individuo sociale: Individuo collocato in un contesto sociale, in una società (= unione organica di individui interdipendenti tra loro). L’educazione deve quindi iniziare con una penetrazione psicologica delle capacità del fanciullo, dei suoi interessi e delle sue abitudini. Parla così di formazione multidimensionale che porta lo sviluppo di tutte le dimensioni per la padronanza di sé. Concetto di esperienza: L'esperienza è intesa come rapporto tra l'uomo e l'ambiente (cioè interazione con l'esterno), dal quale nasce il pensiero dell'individuo. Essa si può definire positiva/ educativa quando produce l'espansione/ il potenziamento e l'arricchimento dell'individuo verso se è l'ambiente. Per far ciò essa deve partire dal quotidiano (dal concreto) giungendo poi ad organizzare quello che si è sperimentato (cioè alla logica). N.B. L'educazione deve favorire nuove/ positive esperienze e deve essere concepita come una ricostruzione continua dell'esperienza: L'esperienza non è fatta una volta per tutte è la condizione di tutta la vita. Difatti Dewey parla di continuità dell'esperienze. Per lui infine il fine e il mezzo coincidono: - il mezzo è l'esperienza sociale con la quale si sperimenta il metodo democratico (usato dall'educazione) - il fine è la coscienza democratica. L’obiettivo dell’educazione è quello di formare una coscienza democratica e contribuire alla creazione della stessa democrazia. Cos'è la scuola? (articolo II) La scuola è un'istituzione sociale, creata apposta dalla società. Essa è luogo in cui sono concentrati tutti i mezzi che integrano il fanciullo nella società (grazie alla trasmissione culturale) e lo rendono padrone dei propri poteri per finalità sociali. Per lui essa è un microcosmo sociale, cioè un ambiente di vita sociale in scala ridotta esemplificato (in forma embrionale), che riprende le attività, l'esperienza extrascolastiche per garantire esperienze reali (perciò non è surrogato della realtà), così che l'individuo ne prenda gradualmente il significato e la rilevanza sociale. La scuola è il microcosmo della società, il luogo di vita che riprende le attività quotidiane in modo semplificato per assicurare l'integrazione sociale del fanciullo. Questa scuola è attiva: Il bambino viene a contatto con le difficoltà che il mondo gli pone, tenta di agire su di esso e reagire alle conseguenze delle sue azioni. E’ una necessità psicologica in quanto è il solo modo per continuare lo sviluppo del bambino e una necessità sociale. Il compito dell’insegnante è quello di determinare come la disciplina della vita dovrà giungere al ragazzo. Teoria dell'interesse: L'educazione deve assecondare gli interessi naturali degli alunni (le esperienze quindi non devono essere imposte) per sviluppare attraverso essi socialità. Questo perché gli interessi sono il sintomo di bisogni e di capacità raggiunte e sorgenti. Perciò la loro osservazione è fondamentale per l'educatore per capire come operare e dove, senza indulgerli (trasformandoli così in capricci) né reprimerli (adultizzandolo). Autoeducazione: La scuola deve portare l'alunno a diventare educatore di se stesso e perciò deve essere in grado di formare autonomamente il suo sapere (quindi la scuola non è solo trasmissione nozioni esterne). La materia dell’educazione? (articolo III)
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