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Dewey: La Cultura e l'Educazione di John Dewey - Influenze, Pedagogia e Opere, Appunti di Storia della scuola e istituzioni educative

John dewey, figura di rilievo per la sua cultura multidisciplinare, è noto soprattutto per la sua teoria dell'educazione. Le influenze, la pedagogia e le opere di dewey, che ha contribuito a definire la scuola attiva e il progressivismo educativo. Il pensiero di dewey si basa sulla continuità dell'esperienza educativa, che deve connettersi al passato e al futuro, e sulla necessità di un'educazione logica che risolve i problemi all'interno delle coordinate storiche e culturali.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 21/02/2019

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maria-vittoria-roman 🇮🇹

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Scarica Dewey: La Cultura e l'Educazione di John Dewey - Influenze, Pedagogia e Opere e più Appunti in PDF di Storia della scuola e istituzioni educative solo su Docsity! JOHN DEWEY: ESPONENTE DELL’ATTIVISMO PEDAGOGICO E DEL PRAGMATISMO AMERICANO ▲ Dewey nasce nel 1859, muore nel 1952, ha una vita piuttosto lunga ed ha la possibilità di vivere e riflettere sui cambiamenti del tempo, nasce da una famiglia borghese e riceve una formazione di tipo neohegeliana, nel suo percorso incontra la psicologia che tratta sotto l’influenza di Kant . E’ una figura di grande rilievo perché la sua cultura gli ha permesso di spaziare entro diverse discipline, infatti, per esempio, gli riconosciamo di essere un filosofo dell’educazione Influenze del pensiero di Dewey: • Kant: è la chiave di lettura del suo pensiero, egli è l’autore “della lettera di risposta dell’illuminismo”, dove afferma che l’illuminismo è la condizione che permette all’uomo di uscire dallo stato di minorità attraverso l’utilizzo della ragione, sia come dispositivo funzionale a ripristinare la disuguaglianza sociale, essa infatti ha una funzione etico politica, permette di garantire ai soggetti in stato di disparità di essere risarciti, sia sul piano conoscitivo, poiché permette all’uomo di arrivare ad esiti razionalistici e quindi di emanciparsi in termini di progresso sia individuale, sia sociale. Dewey assume la ragione sia sul piano cognitivo, cioè la psicologia che pone l’accento sulla condizione dei soggetti, sia sul piano socio-affettivo,cioè la responsabilità di ripristinare sul piano etico politico la disuguaglianza. • Evoluzionismo di Darwin: non si ha la convinzione che l’uomo sia l’unico essere, ma egli rappresenta un anello di una catena costituita da tutti gli esseri viventi, tale prospettiva viene ripresa dall’autore, egli ritiene che l’uomo si sia evoluto non sono fisicamente ma anche attraverso una sguardo sociale, infatti, all’uomo viene affidato il compito di rispettare non solo se stesso ma anche le altre forme di vita. Dewey, quindi, recepisce l’idea che il soggetto vive sia in un ambiente sia fisico, sia in un ambiente sociale. • Hall ( lo scambio sul piano degli studi): egli farà riflettere Dewey sul concetto di esperienza, essa viene vista in continuità, non riguarda soltanto le prima fase della vita, poiché l’uomo continuando a svilupparsi ha sempre la necessità di rapportare lo sviluppo e l’educazione, diventa centrale l’idea di continuità dell’esperienza educativa, che deve, quindi, connettersi al passato ma anche al futuro. • Mead: autore con cui Dewey elabora i principi dello strumentalismo • Pragmatismo con James e Pierce scrive un saggio importante “come render chiare le nostre idee”, la conoscenza parte da una situazione di dubbio che si è venuto a porre all’interno della realtà, l’uomo deve trovargli una soluzione, ciò permette di arrivare ad una credenza, che muove dalla ragione, che ha fatto u un esercizio all’interno dell’esperienza,un credo attraverso cui noi trattiamo la realtà. l’ individuo continuando a fare esercizio può arrivare alla conclusione che la suo soluzione sia vera, diventando una credenza consolidata. Nonostante questo continuando a confrontarsi con la realtà, l’abito di pensiero ed educazione si dimostrerà parziale o insufficiente, ed p in questo momento che nascerà un nuovo dubbio, dando così vita ad un nuovo rapporto con la realtà. Il contributo del pragmatismo, è una visione della filosofia di tipo laico, che abbandona i modelli filosofici tradizionali, non capaci di riportare la realtà all’interno della sua complessità e dinamicità. L’importanza fondamentale del pensiero di Dewey , è il concetto di pensiero logico da cui deve scaturire un azione di tipo logico, cioè una conoscenza che ha necessità di risolvere i problemi entro le coordinate storiche e culturali. La sua pedagogia si colloca tra il pragmatismo e lo strumentalismo, Cambi lo ricorda come un pedagogista fondamentale poiché è sia teorico che pratico, viene, infatti, definito filosofo dell’educazione poiché sviluppa la lezione del pragmatismo americano verso esiti razionalistici e critici, nel senso della conoscenza, ma anche metodologici ed etico politici, cioè il problema della coscienza connotata in senso metodologico. La sua pedagogia si colloca all’interno della rivoluzione industriale: ♦ Si verifica il passaggio da un lavoro tipicamente rurale, caratterizzato da una conoscenza della realtà mistico affettiva, all’introduzione della macchina, quindi è necessario introdurre nell’uomo un pensiero razionale tipico della macchina. Il problema è quello di educare l’uomo alla logica della scienza, la responsabilità di ciascuno è quella di dare il proprio contributo in visione del progresso scientifico ♦ Si presenta il problema della logica della coscienza, poiché gli uomini si sono trasferiti in città, attraverso il fenomeno dell’urbanizzazione, quindi si manifesta il problema della compresenza di soggetti e di culture diverse. È fondamentale educare l’uomo ad una logica che permette di risolvere i problemi secondo le coordinate di una convivenza democratica, cioè educare alla storicità della coscienza , essere, quindi, consapevole delle nuove caratteristiche della società in un ottica della cooperazione, di una risoluzione logica della società. ♦ La teoria di Dewey dell’esperienza si collega alla teoria dell’indagine, dove la logica della scienza è la stessa della conoscenza, infatti per far il modo che un soggetto prende parte al progresso sociale è necessario educarlo al progresso sociale, attraverso lo stesso tipo di conoscenza con cui conosce la scienza. La pedagogia di Dewey si caratterizza: ✓ Come ispirata al pragmatismo e quindi ad un permanente contatto del momento teoretico con quello pratico, in modo tale che il fare dell’educando divenga il momento centrale dell’apprendimento, perché esso matura all’interno dell’esperienza ✓ Come intrecciata intimamente con le ricerche delle scienze sperimentali, alle quali l’educazione deve ricorrere per definire correttamente i propri problemi, ed in particolare alla psicologia (la natura individuale dell’uomo) e alla sociologia(interazioni dell’individuo con la società) La necessità è quella di conoscere in modo oggettivo, la conoscenza deve diventare la base attraverso cui il soggetto può esprim re la sua libertà, diventa strumento dell’esperienz . l’aspetto psicologico e quello sociale stanno fra loro in un rapporto organico e che l’educazione non può venir considerata come un compromesso fra i due aspetti o come una sovrapposizione dell’uno sull’altro. • Si afferma che la definizione psicologica dell’educazione è nuda e formale, che ci dà soltanto l’idea dello sviluppo di tutti i poteri senza darci nessuna idea del loro impiego. • La definizione sociale dell’educazione come adattamento alla civiltà ne fa un processo forzato ed esterno e conduce a subordinare la libertà dell’individuo a una situazione sociale e politica presupposta. Preparare il fanciullo alla vita futura significa dargli la padronanza di se stesso; significa educarlo in modo che egli arrivi a conseguire l’impiego intero e pronto di tutte le sue capacità; 2. Che cos’è la scuola? : la scuola è prima di tutto un’istituzione sociale. Essendo l’educazione un processo sociale, la scuola è quella forma di vita di comunità in cui sono concentrati tutti i mezzi che serviranno a rendere il fanciullo partecipe dei beni ereditati dalla specie e a far uso dei suoi poteri per finalità sociali. La scuola deve rappresentare la vita attuale, una vita reale e vitale come quella che egli conduce a casa, deve semplificare la vita sociale esistente; deve ridurla in certo modo a una forma embrionale. La vita esistente è così complessa che il fanciullo non può venirvi portato a contatto senza confusione o distrazione. Esso è sopraffatto dalla molteplicità di attività che hanno luogo, o smarrisce la sua capacità di reagire ordinatamente, oppure è stimolato da queste varie attività in modo tale che le sue facoltà vengono attivate prematuramente ed esso o diventa indebitamente specializzato oppure si disintegra. La scuola deve riprendere e continuare le attività che già in casa sono familiari al fanciullo, deve proporre queste attività al fanciullo e riprodurle in modo che esso possa gradualmente apprenderne il significato e rendersi atto a fare la sua parte in rapporto ad esse. • È una necessità psicologica, perché è il solo modo di assicurare la continuità dello sviluppo del fanciullo, • È una necessità sociale, perché la casa è la forma di vita sociale nella quale il fanciullo è allevato e in rapporto alla quale esso ha ricevuto la sua educazione morale. L’educazione è un processo di vita e non una preparazione a un vivere futuro. 3. La materia dell’educazione: la vita sociale del fanciullo è il fondamento della concentrazione, o della correlazione, di tutta la sua educazione o sviluppo. Essa conferisce l’unità inconsapevole e lo sfondo di tutti i suoi sforzi e di tutte le sue realizzazioni. L’individuo che deve essere educato è un individuo sociale e che la società è un’unione organica di individui. Se eliminiamo il fattore sociale dal fanciullo si resta solo con un’astrazione; se eliminiamo il fattore individuale dalla società, si resta solo con una massa inerte e senza vita. Perciò l’educazione deve iniziarsi con una penetrazione psicologica delle capacità del fanciullo, dei suoi interessi e delle sue abitudini. Tali facoltà, interessi e abitudini devono essere continuamente interpretate; noi dobbiamo sapere qual è il loro significato. Esse devono esser tradotte nei loro equivalenti sociali e mostrare la loro capacità come organi di servizio sociale. Il vero centro di correlazione tra le materie scolastiche sono le attività sociali del fanciullo stesso. L’educazione dev’essere concepita come una ricostruzione continua dell’esperienza, il processo e il fine dell’educazione sono una sola e identica cosa. 4. La natura del metodo: la questione del metodo è riducibile alla questione dell’ordine dello sviluppo delle facoltà e degli interessi del fanciullo. Il difetto fondamentale dei metodi da noi attualmente adoperati in questo campo consiste nel tentativo di sviluppare le facoltà del ragionamento e del giudizio senza riferimento alla scelta o all’ordinamento dei mezzi di azione. Ne consegue che noi mettiamo di fronte al fanciullo dei simboli arbitrari, che sono necessari allo sviluppo mentale, ma il loro posto è quello di strumenti per economizzare lo sforzo, poiché presentati in sé, essi sono un insieme di idee arbitrarie e senza significato imposte dall’esterno. Gli interessi sono i segni e i sintomi dello sviluppo di capacità, essi rappresentano delle capacità sorgenti, perciò questi interessi devono essere osservati come indici dello stato di sviluppo raggiunto dal fanciullo, essi annunciano lo stadio nel quale il fanciullo sta per entrare. L’educatore nei confronti degli interessi non deve né: • Indulgere: sostituire ciò che è transeunte a ciò che è permanente • Reprimere: significa sostituire l’adulto al fanciullo, e indebolire in tal modo la curiosità e la prontezza intellettuale, sopprimere l’iniziativa e mortificare l’interesse. La materia del programma scolastico deve differenziarsi gradualmente dall’inconsapevole unità originaria della vita sociale. Spesso si viola la natura del fanciullo rendendo difficili i migliori risultati morali poiché introduciamo nel fanciullo troppo bruscamente una quantità di studi speciali. Il metodo è rap esentato dalla legge p r la pr s tazione e per la trattazio e dell materia è la le ge implicit nella natura del fanciullo medesimo. Per ’autore il lato attiv pre ede quello passivo nello sviluppo della natura d (per es l’e pressione viene prima ell’impressione consapevole; che lo sviluppo muscolare precede quello sensoriale). Ciò che noi chiamiamo ragione è essenzialmente la legge dell’azione ordinata e efficace. 5. La scuola e il progresso sociale: l’educazione è il metodo fondamentale del progresso e dell’azione sociale. Essa è la regola del processo mediante cui si giunge a partecipare alla consapevolezza sociale, l’adattamento dell’attività individuale sulla base di questa consapevolezza sociale è il solo metodo sicuro di ricostruzione sociale. Questa concezione tiene in debito riguardo sia gli ideali individualistici che quelli socialistici. Essa è individuale perché riconosce la formazione di un certo carattere come la sola vera base del giusto vivere. È sociale perché riconosce che questo giusto carattere non deve essere formato soltanto mediante precetti, esempi o esortazioni individuali, ma piuttosto mediante l’influenza di una certa forma di vita istituzionale o di comunità sull’individuo, e che l’organismo sociale mediante la scuola come suo organo può dar luogo a dei risultati morali. Infatti tutte le riforme che poggiano semplicemente sull’emanazione di leggi o sulla minaccia di certe penalità, o su mutamenti di dispositivi meccanici e esterni sono transitorie e futili.; e che. –
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