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John Herdman “The double in Nineteenth-Century fiction”, Sintesi del corso di Letteratura Inglese

Riassunto del saggio di John Herdman “The double in Nineteenth-Century fiction” per il corso di Letteratura Inglese 2.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022
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Caricato il 26/08/2023

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Scarica John Herdman “The double in Nineteenth-Century fiction” e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! THE DOUBLE IN THE 19TH CENTURY (John Herdman) La dualità fa parte della coscienza umana e si basa sul concetto di “Io” e “non io”. Il secondo è sempre vissuto esterno all’individuo. L’essere umano vede nel mondo una dualità: luce e oscurità, sole e luna, notte e giorno ecc… La dualità può essere contrasto ma anche somiglianza. Può anche essere complementarità come la concezione delle anime gemelle in paltone. È possibile avvicinarsi al doppio tramite strade gemelle di forma e contenuto sebbene questi si riflettano a vicenda. Agostino usa l’espressione “essere fuori di sé”, ma questa divisione nasce dal conflitto. Dal punto di vista letterario il doppio ha fondamento nel folklore. L’ombra e il riflesso umano sono sempre stati visti estensioni della personalità e hanno portato con sé una carica divina. “fratello” e “gemello” sono ricorrenti in letteratura. Credenza folkloristiche nella letteratura vedono l’incontro con il proprio doppio come presagio di morte. Molti letterati prendono spunto dalla teoria del “magnetismo animale” di Schubert, dalle teorie occultiste e dagli scritti di Hoffman. Il concetto di doppio è presente nella teologia cristiana: spirito e carne, bene e male, dio e diavolo. Nel pensiero degli gnostici la dualità è più radicale: l’individuo riconosce di essere imprigionare il un corpo carnale e questa coscienza gli conferisce la salvezza(riconciliarsi a Dio). In ogni caso anche loro rifiutano il mondo materiale. La federa era per loro quindi individualistica e più centrata sull’individuo ce su dio. San paolo diceva “gli impulsi della natura e gli impulsi dello spirito sono in guerra tra di loro”. Quando la mente da un ordine al corpo questo viene immediatamente eseguito, ma quando ne dà uno a sé stessa questa incontra resistenza. Agostino respinge però l’idea secondo cui abbiamo due menti di diversa natura, buona e cattiva. Dice che in noi può esserci una molteplicità di volontà contrastanti. Per lui il male non era altro che una privazione di bene. LO SVILUPPO DEL TEMA DEL DOPPIO Questa di prima era tutta una premessa storica. Vediamo come il tema del doppio nasce nella narrativa romantica e come questo si sviluppa. Il tema si è sviluppato in tempi e modi diversi partendo dal problema della dualità dell’essere umano. L’ossessione romantica per il libero arbitrio e l’irrazionale trova la sua simbolizzazione più caratteristica nell’idea di destino. Nella coscienza romantica persisteva un forte elemento razionalista e realistico che cercava di controllare le stravaganze emergenti della fantasia e immaginazione. Gli studi di Schubert fornirono accesso al lato oscuro della mente dove si poteva scoprire un secondo se più oscuro. Nasca anche il termine Doppleganger usato molto in letteratura. Goethe era interessato a coppie di personaggi contrastanti e complementari che possono essere considerati come parti diverse di un’unica personalità. La dualità era ovunque negli ultimi 10 anni del 18° secolo, anche in autori come Dostoevskij. Il doppio vero e proprio è nato, come espediente fittizio, in Germania. Il doppio, o doppleganger, è un secondo sé, o alter-ego che appare come un essere distinto e separato percepibile da sensi fisici. Esso però esiste in una relazione dipendente (subordinato) dall’originale. Spesso, ma non sempre, il soggetto ei l’uso doppio sono fisicamente simili. I più caratteristici hanno un aspetto soprannaturale o soggettivo. Un altro tipo è quello che si trova in Dostoevskij del “quasi doppio”: si presentano in varie forme ma sono quasi sempre indipendenti all’interno dello schema immaginario. I quasi-doppi possono essere anche opposti complementari ma dipendenti reciprocamente e con destini intrecciati. Tali personaggi a volte vengono erroneamente definiti come immagini speculari, il quale termine implica una somiglianza identica. Sono quindi difficili da distinguere. Dobbiamo quindi chiederci se questa somiglianza, opposizione o complementarità sia così marcata da avere un valore simbolico. L’uso improprio del termine doppleganger per riferirsi a personalità diverse deve essere evitato perché offusca importanti distinzioni. In Russia il dualismo divenne una sorta di moda letteraria grazie all’influenza di Hoffman. Poe era ossessionato dal misterioso, eccentrico, orribile ma si sforza di adattare queste preoccupazioni a una prospettiva materialista. Il suo carattere mentale è profondamente dualistico. Negli anni 30 dell’800 il doppio fu mantenuto in vita proprio da Poe ma nell’Europa occidentale il tema viene più o meno sospeso come sola preoccupazione immaginaria. Il declino del doppio letterario verso la metà del secolo fu quasi certamente connesso alla perdita di rispettabilità intellettuale della psicologia romantica su cui era fondato. I concetti di Schubert e della psicologia a lui associati sembravano essere ormai troppo datati. Nell’ultimo quarto del secolo l’opera dei nuovi psicologi francesi reintrodusse il concetto di doppia personalità nel mondo della psicologia scientifica. Il lavoro clinico dei manicomi di Charcot e Binet avvallavano le teorie degli psicologi romantici nel rivelare una seconda personalità eternamente in guerra con la prima e capace di impossessarsi dell’intera vita del soggetto. Ma la differenza maggiore tra gli psicologi romantici e i loro successori sta nelle “connessioni o mancanza di connessioni tra psicologia e teologia”. Gli psicologi di fine secolo non danno giudizi morali. Questa disgiunzione si rivela
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