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Eta' dei Gracchi e l'Inizio della Crisi: Le Lotte tra Patrizi e Plebei, Schemi e mappe concettuali di Storia Romana

Una panoramica della prima parte dell'età tardo repubblicana a roma, con un particolare focus sulle figure dei fratelli tiberio e caio gracco e sulle lotte tra patrizi e plebei. Vengono esaminate le premesse alla guerra sociale, la questione di sagunto e la seconda guerra punica, nonché la fondazione di roma e le caratteristiche della monarchia a roma. Inoltre, vengono descritte le magistrature ordinarie permanenti a roma, le assemblee cittadine e le riforme di augusto.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2023/2024

Caricato il 10/01/2024

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benedettassssco 🇮🇹

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Scarica Eta' dei Gracchi e l'Inizio della Crisi: Le Lotte tra Patrizi e Plebei e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Romana solo su Docsity! 1- ETA’ DEI GRACCHI E L'INIZIO DELLA CRISI (IL TRIBUNATO DI TIBERIO E CAIO GRACCO, LA CRISI DELLA REPUBBLICA: Con la crisi sociale e la spinta imperialista) La prima parte dell'età tardo repubblicana ( che va dal 133 a.c al 31/27 a.c.) vede sulla scena politica di Roma due importanti figure: i fratelli Tiberio e Caio Gracco, due patrizi appartenenti a una famiglia imparentata con gli Scipioni, sotto il cui operato politico già sono visibili quegli elementi che poi porteranno alla degenerazione dello stato romano e vengono poste le premesse a quella che poi sarà la guerra sociale (91-89 a.c.). L'età dei Gracchi va dal 133 a.c., anno del tribunato della plebe di Tiberio Gracco, al 121 a.c., anno della morte di Caio Gracco. 2- LE LOTTE TRA PATRIZI E PLEBEI, L'ACCESSO ALLE MAGISTRATURE E LA NASCITA DELLA NOBILITAS: L'età alto repubblicana (509-36ff a.c.) è caratterizzata dalle lotte tra patrizi e plebei causate sia da un problema economico (carestie ed epidemie che colpiscono i piccoli agricoltori) che politico (la plebe richiede un codice scritto di leggi). Le lotte hanno inizio nel 494 con la prima secessione sull'Aventino che porta all'istituzione dei tribuni della plebe. Tra il 451-50 la plebe riesce ad ottenere il primo codice scritto di leggi: il codice delle XII tavole, compilato dal decemvirato che successivamente cercherà di prendere il controlo dello stato e da qui ne deriva la seconda secessione (450 a.c.). Da questo momento in poi la plebe vedrà approvare una serie di leggi a loro favore (es. lex canuleia: a favore dei matrimoni tra patrizi e plebeiffi fino ad arrivare all'anno del 36ff a.c. in cui vengono pubblicate le leges liciniae-sestie che permettevano l'apertura della carriera del consolato anche ai plebei, ai quali prima era concesso l'ingresso al solo tribunato. Da qui avranno modo di accedere anche alle nuove cariche che via via si andavano creando, come quelle degli edili curili e dei pretori. Nel 2flff a.c. con la lex hortensia la plebe ha la facoltà di emettere deliberazioni vincolanti tutta la città. Tutti questi cambiamenti portano alla formazione di una nuova aristocrazia: la nobilita patrizio-plebea che successivamente sarà alla guida dell'espansione di Roma in Italia e nel Mediterraneo. 3- LA SECONDA GUERRA PUNICA (218-202 a.c.): Mentre Roma è impegnata sul fronte settentrionale per impedire l'avanzata dei galli e sul fronte adriatico per tenere a bada le scorrerie dei pirati illirici, a Cartagine si scontrano due partiti: uno pacifista e l'altro espansionista, che voleva riconquistare il territorio perduto. Tra i due partiti vince quello espansionista, guidato prima da Amilcare Barca, poi da Asdrubale e infine da Annibale, così Cartagine si dirige alla conquista delle terre spagnole. La premessa alla seconda guerra punica è da riscontrare nella questione di Sagunto che, attaccata da Annibale, chiede aiuto a Roma, che riapre il conflitto con Cartagine. Annibale vuole abbattere la potenza romana e si dirige nel suolo italico, valicando le alpi con un esercito di uomini ed elefanti, e riesce a sconfiggere Roma sulle rive del Trebbia nel 21fl a.c. che perde l'Italia sett. Per i romani ha inizio un periodo di numerose sconfitte: 21ff a.c. sconfitta presso il lago Trasimenoffi 21fl a.c. sconfitta di Roma a Canne. Dopo tali sconfitte Roma affida il comando a Scipione l'africano che si dirige in Spagna e nel 206 a.c. con la caduta di Gades la spagna è in mano a Roma che a questo punto volge il suo esercito verso l'Africa. I cartaginesi perdono la guerra a Zama nel 202 a.c. e chiedono la resa e non possono dichiarare più alcuna guerra senza prima chiedere il consenso a Roma. 4-DINASTIA DEI SEVERI, (origine geografica, legami per via femminile, politica): Alla morte di Commodo gli succedette per breve tempo il generale Elvio Pertinace, eletto dal senato. I pretoriani lo assassinarono e offrirono il regno al miglior offerente, il senatore Didio Giuliano, fino a quando Itiesercito stanziato sul Danubio proclamò imperatore il comandante Settimio Severo. Questi, in guerra contro i Parti, conquistò Ctesifonte e ricostitui la provincia di Mesopotamia (199-202). Per risanare la crisi economica interna, centralizzò il sistema delle corporazioni, controllate direttamente dallo Stato, e dimezzò la quantità di argento nelle monete per emetterne una quantità maggiore. Settimio Severo porta Roma a un nuovo equilibrio tra l'imperatore e l'esercito, un rapporto molto positivo, che verrà poi conservato dal suo successore. Alla sua morte furono nominati imperatori i suoi figli, Caracalla e Geta. Geta fu assassinato dai pretoriani. Caracalla tentò di conquistare consenso con una politica estera espansionistica (buoni risultati contro gli Alamanni nel 213) e facendosi oggetto di esaltazione religiosa. Con un importante Editto, la Constitutio Antoniniana, nel 212 concesse la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dellilmpero. Mori in seguito a una congiura ordita dal prefetto del pretorio Macrino, che gli succedette (21ff). Deposto Macrino da una congiura militare, il potere tornò ai Severi con il giovane Eliogabalo. Sacerdote in Siria del dio solare El Gabal, dedicò ogni energia a promuovere la propria religione. Ucciso dai pretoriani nel 222, gli succedette il cugino Alessandro Severo il quale cercò di conciliarsi il senato ma, per il suo atteggiamento pacifista, fu avversato dai militari, che lo uccisero nel 225, periodo in cui iniziarono una serie di incurisioni barbariche che caratterizzeranno quasi tutto il III secolo. Importante è il fatto che le donne della dinastia dei severi consentono la continuità di questa dinastia: Giulia era la moglie di Settimio Severo, la quale ha una sorella, Mesa, che ha a sua volta due figlie, Soemia e Mamea che hanno a loro volta due figli maschi, Elagabbalo e Severo Alessandro rispettivamente. 5- IL MITO ROMULEO E IL MITO ENEATICO, LA FONDAZIONE DELLA CITTA E LE CARATTERISTICHE DELLA MONARCHIA A ROMA: Narra la leggenda che Ascanio, figlio dell'eroe traiano Enea (discendente di Venere e del mortale Anchise), fondò la città d'Alba Longa sulla riva destra del Tevere. Qui regnarono molti dei suoi discendenti, fino a quando raggiunsero il potere Numitore e suo fratello Amulio. Quest'ultimo si appropriò del trono e costrinse l'unica figlia del fratello, Rea Silvia, a diventare vestale e a far quindi voto di castità, in modo da non poter procreare, evitando di generare pretendenti alla corona. Marte, il dio della guerra, si invaghi della fanciulla e dopo averla posseduta la rese madre di due gemelli, Romolo e Remo. Amulio ordinò ai suoi soldati di uccidere i due bambini, ma questi per pietà li risparmiarono e li abbandonarono in una cesta lungo il Tevere.Una lupa, attirata dai vagiti dei due bambini, li raggiunse e li allattò nella sua tana del monte Palatino, fino a quando furono trovati da un pastore che insieme a sua moglie li adottò. Ormai adulti, i gemelli uccisero Amulio e riconsegnarono il potere d'Alba Longa al nonno Numitore e, come colonia di quest'ultima, fondarono una città nei pressi della riva destra del Tevere, nel luogo in cui erano stati allattati dalla lupa. Si ipotizza che la lupa che allatto Romolo e Remo fu, in realta, la loro madre adottiva. Il termine lupa era infatti utilizzato per indicare con disprezzo le prostitute. La leggenda racconta, inoltre, di come Romolo uccise Remo. Vicino alla foce del fiume vi erano sette colli, chiamati Aventino, Celio, Capitolino, Esquilino, Palatino, Quirinale e Viminale. Romolo e Remo non giungevano a un accordo sulla scelta del luogo di fondazione della loro città e lasciarono decidere al fato, osservando, secondo il metodo etrusco, il volo degli uccelli. Romolo ne vide dodici sul Palatino, mentre Remo solo sei su un'altra collina. Per delimitare la nuova città, Romolo traccio un perimetro con l'aratro nelltiarea del monte Palatino e giurò che avrebbe ucciso chiunque avesse cercato di superare il confine. Remo disubbidi alltiordine di Romolo e attraversò con disprezzo la linea 2. Nel 29 a.C. alla carica di console aggiunse anche quella di censore, carica che gli garantiva il controllo sulla nomina e la rimozione dei senatori. 3. Nel 2fl a.C. si fece proclamare "principe dei senatori", egli scelse il termine "principe" dal latino "princeps" per non apparire come un monarca ma come un "primus inter pares" , ovvero, il primo di cittadini tra loro uguali. Questo titolo, tuttavia, nascondeva un controllo diretto sul senato, in quanto il princeps poteva votare per primo ogni proposta di legge formulata dall'assemblea e di conseguenza influenzarne il risultato. 1. Nel 2ff a.C. venne proclamato dal senato AUGUSTO, un titolo che conferiva alla sua persona un carattere sacro e giustificava il suo potere come espressione della volontà divina. 2. Nel 23 a.C. decise di abbandonare il titolo di console e di assumere il comando proconsolare, in questo modo egli estese il proprio controllo militare su tutte le province. 3. Nello stesso anno gli fu attribuita la tribunicia potestas a vita, ed in quanto tribuno della plebe la sua persona era sacra ed inviolabile e le sue proposte di legge, dopo essere state votate dalla plebe, diventavano esecutive anche senza l'approvazione del senato. Grazie al diritto di veto, inoltre, egli poteva bloccare qualsiasi legge. ff. Nel 12 a.C. divenne pontefice massimo. 9- LE CARATTERISTICHE DELL'ALTO IMPERO E LA CRISI DEL III SECOLO (CAUSE, DINAMICHE E SOLUZIONI): Nel secolo III d.C. ci fu una situazione di crisi e di instabilità le cui cause vanno riscontrate sin dalle guerre condotte da Marco Aurelio contro i Germani e i Parti che portarono una forte epidemia di peste causando: crollo demografico, quindi meno soldati e meno contadini, dunque le campagne restano incolte, da qui segue una forte crisi economica, scaturita dall'ammontare dei prezzi, con il successivo decadimento della vita cittadina. Due furono le componenti decisive che portarono alla crisi: l'esercito, all'interno, che aveva iniziato a nominare a proprio piacimento gli imperatori (anarchia militare), e i barbari, che premevano sui confini. Ad accompagnare tutto questo vi erano fenomeni di brigantaggio che rendevano le comunicazioni sempre più insicure e fenomeni d'inflazione che portarono all'aumento dei prezzi e alla successiva svalutazione della moneta con la conseguente perdita del potere d'acquisto. Ad aggiungersi è anche la crisi morale che vede l'instaurarsi di nuove tendenze religiose: si inizia a costituire la chiesa. La crisi del terzo secolo prende il nome di età buia che si chiude con il regno di Diocleziano con il quale si apre un epoca di riforme e novità: la tetrarchia, per una ripartizione territoriale del potere per permettere di fronteggiare al meglio le crisi regionali. 10- LE GUERRE MACEDONICHE: Le guerre macedoniche vengono combattute contemporaneamente alla seconda guerra punica: Annibale si allea con il re di Macedonia Filippo V. Roma si trova così a combattere su due fronti: contro Cartagine e contro la Macedonia a partire dal 215 a.c. Ha così inizio la prima guerra macedonica che si conclude solo nel 205 a.c con la pace di Fenice. Dopo questa prima guerra, Roma dovrà affrontare la Macedonia per altre tre volte prima di sconfiggerla definitivamente. La seconda guerra macedonica ha inizio quando Filippo V attacca il regno di pergamo e la repubblica di Rodi che chiedono aiuto a Roma, che intervenendo a loro favore, riapre il conflitto nel 200 a.c. che si prolunga fino al 19ff a.c, anno in cui Roma vince sui macedoni a Cinocefale. La terza guerra macedonica si apre nel 1ff2 a.c, quando alla morte di Filippo V, sale al trono Perseo che ottiene sin da subito il favore delle città greche stanche dell'oppressione di Roma. Roma entra nuovamente in guerra con la macedonia e nel 16fl a.c a Pidna ottiene un'importante vittoria che porterà la Macedonia a chiedere la resa nell'anno seguente. La quarta guerra macedonica si apre nel 149 a.c a causa di Andrisco, che si fa passare per il figlio di Perseo, ottenendo il consenso da parte delle città greche e insieme si ribellano ai romani che però li sconfiggono nel 146 a.C. 11- LE RIFORME DI AUGUSTO (esercito, province, ordini, ovvero "l'inventario del mondo”): Possiamo dividere le riforme attuate da Augusto in tre grandi gruppi: * Riforme amministrative e fiscali * Riforme militari * Riforme politica estera Per quanto concerne la prima: AMMINISTRATIVE E FISCALI 1. Riorganizza il territorio dell'impero, suddividendolo in province senatorie ed imperiali. Le prime sono territori considerati stabili, non a rischio di invasione e vengono affidate ad un proconsole eletto dal senato. Le seconde invece sono territori considerati instabili, a rischio, e per questo sono affidate all'imperatore stesso. I tributi riscossi nelle prime finiscono nelle casse dello stato mentre quelli riscossi nelle seconde nel patrimonio personale dell'imperatore. 1. Crea un complesso apparato burocratico, il cui controllo viene affidato ai cavalieri, ai senatori ed ai liberti. 2. Crea maggiore efficienza ed equità nel sistema fiscale attraverso periodici censimenti, in genere ogni cinque anni, della popolazione. La seconda: MILITARI 1. Ridusse le legioni a 25 da 6000 uomini ciascuna. 2. Creò l'istituzione dell'erario militare, ovvero una parte delle tasse pagate dai cittadini veniva utilizzata per pagare i legionari. 3. Prolungò il servizio militare dai 16 ai 20 anni ed al termine del periodo del servizio militare, i legionari ricevevano terre e denaro. 4. Istitui il corpo dei pretoriani, ovvero le guardie personali dell'imperatore. 5. Concesse la cittadinanza romana a tutti i legionari. La terza: POLITICA ESTERA 1. Rafforzò i confini dell'impero romano. 2. Conquistò nuove terre tra il 26 ed il 19 a.C. Tentò anche di conquistare le aree controllate dai germani, inviando il burocrate Quintilio Varo con delle legioni, che però vennero sconfitti duramente nel 9 d.C. nella selva di Teutoburgo. -> Il disegno di augusto era quello di espansione a occidente e di pacificazione a oriente. 3. Cerca di instaurare rapporti diplomatici con i Parchi Circolo di Mecenate Augusto si circonda di grandi poeti e filosofi, come Orazio, Virgilio, Ovidio e molti altri per decantare la bellezza ed il prestigio dell'impero romano, del principato e di Roma stessa, sotto tutti gli aspetti. Questa sorta di politica culturale si esplica anche nella ristrutturazione e costruzione di opere pubbliche, come ad esempio il Foro di Cesare ed il Foro di Augusto. Realizza anche il Teatro di Marcello.
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