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KAFKA E LA METAMORFOSI, Appunti di Italiano

riassunto vita dell'autore e tratti caratteristici della sua scrittura attraverso lo studio di "La metamorfosi"

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 03/05/2019

Ermenegildo.23
Ermenegildo.23 🇮🇹

4.3

(6)

10 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica KAFKA E LA METAMORFOSI e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Franz Kafka Vita: Franz Kafka (Praga 1883-Vienna 1924), scrittore di lingua tedesca, nasce a Praga, città molto vivace dal punto di vista culturale. La sua famiglia è ebraica e vive in condizioni economiche piuttosto agiate. Fin da piccolo Franz ha un difficile rapporto con il padre, chiuso e autoritario, che alimenta in lui la convinzione di essere debole e incapace di vivere. Questo tema tornerà poi come un’ossessione nei suoi scritti. Laureatosi in legge, trova impiego presso una compagnia di assicurazioni. La sua salute è cagionevole: nonostante ciò affianca il lavoro, che detesta, con un’intensa attività letteraria a cui riserva le ore notturne. La tubercolosi lo costringe a frequenti ricoveri in sanatorio e, quando la malattia progredisce, la sente come una vera liberazione dal lavoro impiegatizio. Muore a soli 41 anni in una clinica di Kirling, nei pressi di Vienna dopo aver dato disposizione che tutte le sue opere vengano distrutte, essendone insoddisfatto. Ma, a eccezione del lungo racconto La metamorfosi (1916), i suoi scritti sono pubblicati postumi dall’amico Max Brod che non rispetta le sue disposizioni testamentarie. Tra le sue opere ricordiamo, oltre ai racconti, i romanzi “Il processo” e “il castello”. L’alienazione dell’individuo L’esperienza del lavoro impiegatizio contribuì alla nascita di uno dei temi fondamentali della narrativa di Kafka: la condizione esistenziale dell’uomo moderno, imprigionato in un labirinto di regole di cui non conoscerà mai il senso, non possedendo la chiave per interpretarle. I personaggi di Kafka sono schiacciati da un inesorabile senso di colpa legato al fatto stesso di esistere che li conduce all’espiazione, senza che possano mai conoscere le ragioni della pena che devono scontare: la loro ricerca della verità è tenace e disperata ma sempre delusa. Kafka nei suoi scritti rappresenta il disorientamento dell’uomo contemporaneo per il quale decifrare la realtà è una pretesa impossibile. I suoi personaggi sono individui smarriti tormentati dal senso di incapacità, confusi ed ecco che per rappresentare questa condizione il racconto perde la sua trama definita, rimane in sospeso, senza una conclusione che dia al lettore il senso logico della vicenda. La scrittura di Kafka e l’assurdo Caratteristica della scrittura di Kafka è la precisione con cui descrive la realtà, studiandone i particolari, persino i più ovvi e banali. Per effetto di questa insistenza sui dettagli il mondo vero ci appare deformato, grottesco e assurdo, incomprensibile e insopportabile fino a diventare reale. “allegorismo vuoto”, ovvero un tipo di allegoria che comunica soltanto la mancanza di significati e di risposte dei quali si avverte assolutamente l’esigenza però puntualmente frustrata. Esemplificativo in tal senso appare “Il processo” romanzo che Franz Kafka scrisse nel 1914 e in cui emerge con chiarezza una realtà assurda ed allucinatoria che in questo caso serve a dar voce ai conflitti interiori e psicologici vissuti dall’artista, sempre combattuto tra le regole incatenanti del proprio mondo interiore e il bisogno di esternare la propria soggettività in assoluta libertà. “LA METAMORFOSI” La metamorfosi è un racconto lungo di Franz Kafka (1883-1924), scritto nel 1912 ma pubblicato nel 1915. Si tratta di uno dei testi più noti e famosi dello scrittore boemo in cui si descrivono le vicende di un uomo, Gregor Samsa, che una mattina si sveglia e scopre di aver assunto le fattezze di uno scarafaggio. Generalmente La metamorfosi è interpretata come una allegoria della alienazione dell’uomo moderno all’interno della famiglia e della società, che si traduce nell’isolamento del “diverso” e nell’incomunicabilità con i propri simili. Il racconto è anche un ottimo esempio della poetica e della visione del mondo di Kafka, in cui il destino dell’esistenza individuale è in mano a forze oscure e inconoscibili, che operano in maniera assurda e imperscrutabile sulla vita degli uomini Allegoria e interpretazione: Attraverso la condizione ripugnante del protagonista e la sostanziale incapacità dei parenti di instaurare con lui un rapporto umano, l'autore vuole rappresentare l'emarginazione alla quale il "diverso" viene tragicamente condannato nella società. L'insetto non simboleggerebbe altro che questo "diverso". La metafora dell'insetto rappresenta la dipendenza di Kafka dalla famiglia e la negazione della sua libertà artistico- espressiva nella letteratura. Già in una lettera alla sorella Elli, Kafka aveva definito la famiglia come un "contesto veramente animale", che soffoca la libera espressione dell'individuo con l'egoismo oppressivo di un amore "assurdo e bestiale". Nonostante la famiglia di Gregor tenti, almeno inizialmente, di mantenere un contatto con lo sventurato, si percepisce quasi subito il ribrezzo che suscita in loro la vista della condizione ributtante nella quale egli versa. Nemmeno lo stretto grado di parentela e il ricordo di un passato normale e felice, riescono a salvare Gregor dalla condanna alla quale sembra, fin dalle prime battute, destinato. Dapprima, scoperta la nuova condizione dell'uomo, i familiari provano raccapriccio; poi paura di avere contatti diretti con esso, tant'è che il poveretto decide di nascondersi, quando gli viene portato il cibo, per non suscitare spavento; poi insofferenza (che si manifesta nel lancio di mele, da parte del padre, a Gregor, che viene gravemente ferito), e infine rassegnazione. Gregor è diventato un peso, i familiari stessi si augurano che muoia. La madre, il padre e la sorella ne sono comprensibilmente affranti, tuttavia sanno che quella è l'unica via d'uscita da una situazione divenuta oramai insostenibile. Cosa rappresenta l'insetto: La condizione esistenziale dell'uomo gettato nel mondo e completamente esposto nella sua precarietà e vulnerabilità, La situazione del diverso o del reietto, che sente dentro di sé di avere la stessa umanità degli altri, ma il cui aspetto esteriore e il cui comportamento lo espone al rischio dell'emarginazione. Le interpretazioni filosofico- esistenziali tendono però a trascurare il modo in cui Gregor commenta la trasformazione dopo aver preso atto ch'è avvenuta: C'è dunque nell'anima di Gregor un conflitto tra i doveri sociali, che egli sente intensamente, e i diritti individuali, che comportano la rivendicazione di un affrancamento da un lavoro mortificante e alienato. La trasformazione in insetto, ponendo Gregor in condizione di non poter più lavorare, sembra dare corpo a questa rivendicazione. Ma le sue conseguenze sono catastrofiche. La ribellione al dovere si traduce immediatamente nell'assunzione di un'identità repellente e asociale, che lo destina all'emarginazione, alla perdita degli affetti e all'abbandono. E' evidente che il tramite tra la ribellione e la metamorfosi è un mostruoso senso di colpa che investe Gregor nel momento in cui egli, che ha sacrificato se stesso per il bene della famiglia, cede al disgusto per il lavoro e si abbandona nell'inerzia assoluta. E' difficile non pensare che La metamorfosi non rappresenti una trasposizione simbolica della personale esperienza lavorativa di Kafka, che diventa una chiave dell'essere al mondo. La scrupolosità e il senso del dovere di Gregor sono suoi, come pure l'intolleranza nei confronti di un ruolo - quello d'impiegato - nel quale egli non si riconosce, e che vive come mortificante in rapporto alla sua unica, autentica vocazione, quella della scrittura. Il racconto è, dunque, l'espressione del conflitto tra i doveri sociali e la vocazione ad essere personale che ha sotteso tutta l'esperienza di Kafka e che, per condizionamenti culturali, è stato vissuto sempre in termini di colpa. Per risolverlo a favore della letteratura è occorsa una malattia che, oggi, viene ritenuta da tutti, particolarmente nel suo decorso, di natura eminentemente psicosomatica. Il risveglio di Gregor Samsa, "trasformato in un insetto gigantesco", è presentato dal narratore eterodiegetico come un fatto del tutto naturale, che non altera le strutture storiche del racconto. E’ questa la caratteristica essenziale di un procedimento che pone su uno stesso livello fatti impossibili (ossia evidentemente irreali) e fatti possibili (in quanto obbediscono invece a una logica del reale), attribuendo loro un identico statuto di verosimiglianza e di credibilità, sul piano della logica narrativa (che non coincide più, ovviamente, con quello della plausibilità "realistica"). Il significato dell’operazione è evidente e, nonostante l’apparente conservazione delle forme della narrativa tradizionale, assume una portata rivoluzionaria: se l’assurdo e l’irreale penetrano così profondamente nella realtà, al punto di identificarsi con essa, la realtà stessa finisce per risultare come la dimensione più assurda e irreale dell’esistenza. La "metamorfosi" del protagonista, indicata all’inizio come un dato oggettivo e impersonale, non muta la consistenza dell’ambiente circostante, che osserva inalterato il suo aspetto abituale. Nulla, oltre alla mostruosità della sua nuova condizione, appare cambiato attorno a lui:, né la cameretta in cui stava dormendo, né il resto della casa, da cui provengono le voci consuete dei familiari. Anche la percezione delle cose non suscita, in Gregor Samsa, un eccessivo stupore o reazioni disperate, come sarebbe stato facile attendersi, se il narratore
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