Scarica Kant, riassunto molto dettagliato del libro e più Sintesi del corso in PDF di Filosofia solo su Docsity! 1. I vecchi e i giovani hegeliani Alla morte di Hegel, i suoi numerosi discepoli si divisero in “vecchi hegeliani” e “giovani hegeliani”. Nel 1837 il filosofo tedesco David Strauss designo queste due correnti come destra e sinistra hegeliane, in virtù del loro diverso atteggiamento assunto di fronte alla religione e alla politica. Riguardo la religione, la dottrina di Hegel risultava ambigua; il filosofo aveva affermato che religione e filosofia esprimono lo stesso contenuto, ma in due forme distinte, la prima nella forma della rappresentazione e la seconda nella forma del concetto. Da questa dottrina potevano nascere due impostazioni antitetiche: 1. una propria di coloro che insistevano sull'identità di contenuto tra rappresentazione e concetto è che concepivano la filosofia come conservazione della religione; 2. l'altra propria di coloro che insistevano sulla diversità di forma tra rappresentazione e concetto è che concepivano la filosofia come distruzione della religione. La prima posizione veniva sostenuta dalla destra hegeliana, rappresentata da Conradi e Gabler, che finì per configurarsi in una sorta di scolastica dell' hegelismo, che utilizzava la ragione hegeliana come la scolastica medievale aveva utilizzato la ragione aristotelica, cioè come giustificazione razionale delle credenze religiose. La seconda posizione era sostenuta dalla sinistra, i cui esponenti finirono per fare della filosofia uno strumento di contestazione razionale della religione. La destra, rifacendosi all'identità ontologica professata da Hegel tra realtà e ragione, assunse un atteggiamento giustificazionista e conservatore nei confronti dell'esistente. Al contrario la sinistra interpreto il pensiero del maestro in modo dinamico, affermando che il mondo costituisce un processo in cui la realtà, auto superandosi incessantemente, ciò è chiamata a farsi voi razionale. Così, ammettendo che non tutto ciò che esiste è razionale, la sinistra fini per concepire la filosofia come critica dell'esistente, quindi come un processo di trasformazione rivoluzionaria delle istituzioni politiche contemporanee.