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Karl Marx e Friedrich Engels , Borghesi e proletari, Appunti di Sociologia

Le lettere di sociologia, i miei appunti dal libro, prof.Russo

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 03/02/2018

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eli-frankova 🇨🇿

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Anteprima parziale del testo

Scarica Karl Marx e Friedrich Engels , Borghesi e proletari e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! Borghesi e proletari Il manifesto del partito comunista—>dove ,,Borghesi e proletari” é il primo capitolo, del 1948, fu anzitutto la dichiarazione di un intervento soggettivo in quella singolare situazione politica. Le teorie sociologiche non abbiano potuto fare a meno di confrontarsi con la teoria di Marx ed Engels, essa é essenzialmente decentrata rispetto al campo problematico della sociologia. Cio non perché tratti anch’essa di fenomeni sociali, ma perché la sua questione costitutiva non é quella, che abbiamo visto considerata come propria della sociologia, ‘’com’e possibile la società ?” OPERAIO E FABBRICA Dal punto di vista sociologico, si può sostenere che la grande scoperta di Marx e Engels é stata che, nell’epoca della grane industria capitalistica, il binomio operaio-fabbrica si situa non al punto più basso della società, ma al suo punto piu slegato. Nella loro analisi, operaio e fabbrica non compongono una forma di ,,legame sociale” tra le altre, ma uno strano triedro composto di tre piani - il ,,libero mercato” della ,,forza lavoro” salariata, ,,l’espropriazione delle potenze mentali della produzione” e il ,,dispotismo di fabbrica” = nessuno dei quali può mancare ale regolare funzionamento della grande industria moderna. L’operaio vende la propria ,,forza lavoro” al dettaglio, ma riceve in cambio solo di che potersi riprodurre come merce. La maggior parte del tempo di lavoro in fabbrica non é ,,pagato” = estorto —>é pagato é solo lo stretto necessario alla ricostituzione delle forze del salariato stesso per vendere nuovamente la propria forza lavoro sul libero mercato. A differenza dell’antico artigiano, conosceva l’intero processo produttivo, dalla progettazione all’esecuzione, ma le cui capacità erano limitate, ad un’unica attività, l’operaio della grande industria moderna può fare tendenzialmente qualsiasi lavoro, ma ne conosce solo quell’infima parte necessaria a funzionare. Cio che ,,lega” effettivamente i due piani precedenti del triedro fabbrica-operaio, é l’autoritá incondizionata del capitalista, largamente impersonale. In fabbrica gli operai non sono ,,individuiL, se non s’intende per individualità la mera intercambiabilità di ciascuno sul ,,libero mercato’'del lavoro, ma non sono neppure ,,comunitá”, ovvero lo sono solo grazie ad un legame artificiale di natura dispotica e militaresca. Il nesso operaio-fabbrica é strutturalmente ,,extracomunitario”. Vista dalla sociologia, la teoria di Marx ed Engels si é dunque costituita nonostante che, nella loro analisi di questa fondamentale situazione moderna, la ,,possibilitá’’di società non sia reperibile né a priori né a posteriori. Non era un’analitica della società, ma anzitutto la scommessa che lo legame reale insito nel nesso operaio-fabbrica fosse da pensare come il luogo di una singolarità soggettiva, quel vuoto di socialità fosse aperto ad un inedito campo di possibilità politiche. POLITICA E STORIA Vista dalla politica, la questione fondamentale di Marx ed Engels era quella, assolutamente moderna, dell’uguaglianza : capaci di investire anche la situazione strutturalmente più refrattaria a qualsiasi uguaglianza, come quella del lavoro salariato. Nel loro dispositivo intellettuale tale questione comportava, come condizione teorica essenziale, una radicale rielaborazione della categoria di storia, o l’invenzione di ciò che essi chiamarono la ,,concezione materialistica della storia”. La capacità politica degli operai poteva essere pensata e organizzata, solo innalzandosi all’intelligenza teorica del movimento storico nel suo insieme’’, Eliška Fraňková - gli appunti Letture di sociologia a cura di Alessandro Russo non limitandosi cioè alle sfera delle opinioni che si costituiscono in un dato momento sulla politica e sullo Stato, risalendone al fondamento materialista. La materialita di tale fondamento non consisteva pero in un certo stato delle cose, ma nello squilibro ricorrente, nella ,,base economica” della società , tra le ,,forze produttive” , e i ,,rapporti di produzione”. Quando le forze produttive (le capacità tecniche e l’efficacia dei mezzi umani) eccedevano irrimediabilmente il quadro dei rapporti di produzione ( le forme di proprietà) , divenuti troppo angusti per contenerli, tale squilibrio produceva, secondo Marx ed Engels. La societa borghese era stata, il risultato di una tale discontinuità prodottasi all’interno del regime feudale e corporativo, ma essa era a sua volta attraversata da un peculiare squilibrio intrinseco. A differenza di tue le forme economiche precedenti, l’economia borghese non poteva sussistere senza dissolvere incessantemente tutti i posti fissi e stabili nell’insieme dei rapporti sociali. La scommessa politica del Manifesto era che proprio nel punto massimamente instabile e slegato della società moderna, vale a dire nel binomio operaio-fabbrica, fosse pensabile una possibilità soggettiva di interrompere la mera distruttivitá intrinseca delle relazioni sociali borghesi e di inventare forme nuove e liberatorie di socialità. Gli operai, organizzandosi in forma indipendente dalla loro annessione al sistema di fabbrica, prescrivendo allo Stato misure di uguaglianza relative all’organizzazione del lavoro industriale, e infine abolendo la forma capitalistica dell’economia, avrebbero avuto la capacità politica di orientare in modo nuovo addirittura la storia ,,finora esistita”. La storia, materialisticamente intesa, era un principio organizzativo soggettivo del ,,movimento storico” che , scrivevano gli autori, ,,si sta svolgendo sotto i nostri occhi.” LOTTE DI CLASSI E POLITICA Nella teoria politica di Marx ed Engels questo duplice statuto della categoria di storia - non si é mai ricomposto su un piano unitario, ma ha sempre prodotto una discontinuità interna. Specialmente la loto categoria centrale, quella di ,,lotte di classi”, é stat, fin dall’inizio, strattonata tra il ruolo di pilastro di una teoria generale della conoscenza di ogni entità storico-sociale ,,finora esistita” , e quello di categoria interna alla soggettività di una situazione politica singolare, ,,si svolge sotto i nostri occhi”. Il manifesto conteneva una scommessa, come tale largamente aleatoria, sulle capacità politiche degli operai, fu effettivamente enunciata nella forma di una teoria generale della società e della storia, e che forse solo a tale livello di generalità era ennunciabile. Tale scommessa effettivamente si avrò, ciò avvenne già poche settimane dopo la pubblicazione di quel testo , nella singolarità della situazione politica dei primi mesi del 1848 in Francia.I due versanti della categoria di ,,lotte di classi”, si costituirono perciò in stretta successione. Sul versante della teoria generale finora esiste ,,storia di lotte di classi”, ed essendo ,,tutte le lotte di classi” anche ,,lotte politiche”, stabiliva un nesso inscindibile tra la pensabilitá della politica ed una teoria generale della storia. Ma d’altra parte, ,,lotte di classi”, fu immediatamente dopo il Manifesto, anche la categoria che permise di identificare la novità senza precedenti dei moti del 1848, quando effettivamente l’intera vita pubblica della società francese, in conseguenza della comparsa in Francia di passe di operai organizzati in modo indipendente, si ridispose in un quadro di ,,lotte di classi”, soggettivamente, cioè politicamente, inteso. Marx stesso mostro in una serie di analisi di quegli eventi scritte a pochi mesi di distanza, nel febbraio 1848 gli operai furono decisivi nella proclamazione della repubblica e del suffragio universale, così come lo furono nel prescrivere al governo provvisorio l’inclusione nel suo programma del ,,diritto al lavoro”, e perfino nella creazione di un primo embrione di ,,ministero del lavoro”, con l’ingresso sulla scena politica degli operai , ,,tutte le classi della società francese - scrisse Marx - furono gettate di colpo nella cerchia del potere politico, costrette ad abbandonare i palchi, la platea, la galleria, e a recitare in persona sulla scena della rivoluzione” La singolare situazione francese del febbraio-giugno 1848 fu determinata da un insieme di ,,lotte di classi”. Eliška Fraňková - gli appunti Letture di sociologia a cura di Alessandro Russo Il rapido miglioramento di tutti gli strumenti di produzione, la borghesia trascina nella civiltà tutte le nazioni, anche le più barbare. I bassi prezzi delle sue merci sono l’artiglieria pesante con la quale essa spiana tutte le muraglie cinesi, costringe alla capitolazione la più tenace xenofobia dei barbari. Si crea un mondo a propria immagine e somiglianza. La borghesia ha assoggettato la campagna al dominio della città. Ha creato città enormi, la borghesia ha reso i paesi barbari e semibarbari dipendenti da quelli inciviliti, i popoli di contadini da quelli di borghesi. La Borghesia elimina sempre più la dispersione dei mezzi di produzione, della proprietà e della popolazione. Ha agglomerato la popolazione. Durante il suo dominio di classe appena secolare la borghesia ha creato forze produttive in massa molto maggiore e più colossali che non avessero mai fatto tutte insieme le altre generazioni del passato. Il soggiogamento delle forze naturali, le macchine, l’applicazione della chimica all’industria e all’agricoltura, la navigazione e vapore - quale dei secoli antecedenti immaginava che nel grembo del lavoro sociale stessero sopite tali forze produttive? Ma abbiamo visto che i mezzi di produzione e di scambio sulla cui base si era venuta costituendo la borghesia erano stati prodotti entro la società feudale, le condizioni nelle quali la società feudale produceva e scambiava, l’organizzazione feudale dell’agricoltura e della manifattura, in una parola i rapporti feudali della proprietà , non corrisposero più alle forze produttive ormai sviluppate. Esse inceppavano la produzione invece di promuoverla. Ad esse subentro la libera concorrenza con la confacente costituzione sociale e politica, con il dominio economico e politico della classe dei borghesi. Sotto i nostri occhi si svolge un moto analogo. I rapporti borghesi di produzione e di scambio, i rapporti borghesi di proprietà, la società borghese moderna che ha creato per incanto mezzi di produzione. Basti ricordare le crisi commerciali che col loro periodico ritorno mettono in forse sempre più minacciosamente l’esistenza di tutta la società borghese. Nelle crisi commerciali viene regolarmente distrutta non solo un gran parte dei prodotti ottenuti, ma addirittura gran parte delle forze produttive già create. I rapporti borghesi sono divenuti troppo angusti per poter contenere la ricchezza da essi stessi prodotta. Con quale mezzo la borghesia supera la crisi? Con la distruzione coatta di una massa di forze produttive, con la conquista di nuovi mercati e con lo sfruttamento più intenso dei vecchi. Con quali mezzi? Mediante la preparazione di crisi più generali e più violente e la diminuzione dei mezzi per prevenire le crisi stesse. Le armi che son servite alle borghesia per atterrare il feudalesimo si rivolgono contro la borghesia stessa. La borghesia non ha soltanto fabbricato le armi che le porteranno la morte, ha anche generato gli uomini che impugneranno quelle armi : gli operai moderni, i proletari. Nella stessa proporzione in cui si sviluppa la borghesia, ciòé il capitale, si sviluppa il proletariato, la classe degli operai moderni, che vivono solo fintantoché trovano lavoro, e che trovano lavoro solo fintantoché il loro lavoro aumenta il capitale. Questi operai sono una merce come ogni altro articolo commerciale, e sono quindi esposti, come le altre merci, a tutte le alterne vicende della concorrenza. Con l’estendersi dell’uso delle macchine e con la divisione del lavoro, il lavoro dei proletari ha perduto ogni carattere indipendente, ogni attrattiva per l’operaio. Egli diviene un semplice accessorio della macchina, al quale si richiede soltanto un’operazione manuale semplicissima, monotona e facilissima ad imparare. Eliška Fraňková - gli appunti Letture di sociologia a cura di Alessandro Russo Ma il prezzo di una merce, quindi anche quello del lavoro, é uguale ai suoi costi di produzione. Quindi il salario decresce nella stessa proporzione in cui aumenta il tedio del lavoro. L’industria moderna ha trasformato la piccola officina del maestro artigiano patriarcale nella grande fabbrica del capitalista industriale. Messe di operai addensate nelle fabbriche vengono organizzate militarmente. Soldati semplici dell’industria. Gli operai non sono soltanto servi della classe dei borghesi, dello stato dei borghesi ma vengono asserviti giorno per giorno, ora per ora dalla macchina, e sopratutto dal singolo borghese fabbricante in persona. Lo sfruttamento dell’operaio da parte del padrone di fabbrica é terminato in quanto all’operaio viene pagato il suo salario in contanti, si gettano su di lui le altre parti della borghesia, il padron di casa, il bottegaio, il prestatore su pegno e così via. Il proletariato passa attraverso diversi gradi di sviluppo. La sua lotta contro la borghesia comincia con la sua esistenza. Da principio singoli operai, poi gli operai di una fabbrica, poi gli operai di una banca di lavoro in un dato luogo lottano contro il singolo borghese che li sfrutta direttamente. La solidarieta di maggiori masse operaie non é ancora il risultato della loro propria unione, ma della unione della borghesia, la quale, per il raggiungimento dei propri fini politici, deve mettere in movimento tutto il proletariato, e per il momento puo ancora farlo. Dunque, in questo stadio i proletari combattono non i propri nemici, ma i nemici dei propri nemici, i borghesi non industriali, i piccoli borghesi. Tutto il movimento della storia é concentrato nelle mani della borghesia: ogni vittoria raggiunta in questo modo é una vittoria della borghesia. Il proletariato, con lo sviluppo dell’industria, viene addensato in masse più grandi, la sua forza cresce, ed esso la sente di più. La crescente concorrenza dei borghesi fra di loro e le crisi commerciali che ne derivano rendono sempre più oscillante il salario degli operai , le collisioni fra il singolo operaio e il singolo borghese assumono sempre più il carattere di collisioni di due classi. Gli operai cominciano col formare coalizioni contro i borghesi, e si riuniscono per difendere il loro salario. Fondano associazioni permanenti per approvvigionarsi in vista di quegli eventuali sollevamenti. Qua e lá la lotta prorompe in sommosse. Ogni tanto vincono gli operai : ma solo transitoriamente. Il vero e proprio risultato delle loro lotte non é il successo immediato ma il fatto che l’unione degli operai si estende sempre più. Essa é favorita dall’aumento dei mezzi di comunicazione, prodotti dalla grande industria, che mettono in collegamento gli operai delle differenti località. Ma ogni lotta di classi é lotta politica. Questa organizzazione dei proletari in classe e quindi in partito politico torna ad essere spezzata ogni momento dalla concorrenza fra gli operai stessi. Risorge sempre di nuovo, più forte, più salda, più potente. In genere, i conflitti insiti nella vecchia società promuovono in molte maniere il processo evolutivo del proletariato. La borghesia é sempre in lotta: da principio contro l’aristocrazie, più tardi contro le parti della stessa borghesia i cui interessi vengono a contrasto col progresso dell’industria, e sempre contro la borghesia di tutti i paesi stranieri. Vede costretta a fare appello al proletariato, a valersi del suo aiuto, a trascinarlo così entro il movimento politico. Eliška Fraňková - gli appunti Letture di sociologia a cura di Alessandro Russo Il progresso dell’industria precipita nel proletariato intere sezioni della classe dominante, o per lo meno ne minaccia le condizioni di esistenza. In tempi nei quali la lotta delle classi si avvicina al momento decisivo, il processo di disgregazione all’interno della classe dominante, assume un carattere così violento, aspro, che una piccola parte della classe dominante si distacca da essa e si unisce alla classe rivoluzionaria. Fra tutte le classi che oggi stanno di contro alla borghesia, il proletariato soltanto é una classe realmente rivoluzionaria. Gli ordini medi, il piccolo industriale, il piccolo commerciante, l’artigiano, il contadino, combattono tutti la borghesia. Quindi non sono rivoluzionari ma conservatori. Sono reazionari. Il sottoproletariato, questa putrefazione passiva degli infimi strati della società, viene scagliato qua e lá nel movimento, sará più disposto, date tutte le sue condizioni di vita, a lasciarsi comprare per mene reazionarie. Le condizioni di esistenza della vecchia società sono già annullate nelle condizioni di esistenza del proletariato. Il proletariato é senza proprietà. Tutte le classi che si sono finora conquistato il potere hanno cercato di garantire la posizione di vita già acquisita, assoggettando l’intera società alle condizioni della loro acquisizione. I proletari possono conquistarsi le forze produttive della società soltanto abolendo il loro proprio sistema di appropriazione avuto sino a questo momento, e per ciò stesso l’intero sistema di appropriazione che c’é stato finora. Il movimento proletario é il movimento indipendente della immensa maggioranza nell’interesse della immensa maggioranza. Il proletariato, non può sollevarsi, non può drizzarsi, senza che salti per aria l’intera soprastruttura degli strati che formano la società ufficiale. La lotta del proletariato contro la borghesia é in un primo tempo lotta nazionale, non sostanzialmente, certo formalmente. Delineando le fasi più generali dello sviluppo del proletariato, abbiamo seguito la guerra civile più o meno latente all’interno della società attuale, fino al momento—>quella guerra erompe in aperta rivoluzione e nel quale il proletariato fonda il suo dominio attraverso il violento abbattimento della borghesia. Ogni società si é basata finora, sul contrasto fra classi di oppressori e classi di oppressi. Ma l’operaio moderno, invece di elevarsi man mano che l’industria progredisce, scende sempre più al disotto delle condizioni della sua propria classe. L’operaio diventa povero. Da tutto cio appare manifesto che la borghesia non é in grado di rimanere ancora più a lungo la classe. Non é capace di dominare, perché non é capace di garantire l’esistenza al proprio schiavo neppure entro la sua schiavitù. La societá non può più vivere sotto la classe borghese, vale a dire la esistenza della classe borghese non é più compatibile con la società. La condizione più importante per l’esistenza e per il dominio della classe borghese é l’accumularsi della ricchezza nelle mani di privati, la formazione e la moltiplicazione del capitale : condizione del capitale é il lavoro salariato. Eliška Fraňková - gli appunti Letture di sociologia a cura di Alessandro Russo
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