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KIERKEGAARD e tutto ciò che devi sapere, Appunti di Filosofia

Lavita e delle opere di Søren Kierkegaard, filosofo danese del Romanticismo. Si approfondiscono le tematiche dell'esistenza e del singolo, della religiosità, della dialettica qualitativa e della vita estetica ed etica. Si descrivono i due tipi di vita e si analizza il personaggio di Don Giovanni. anche la vita del filosofo, la sua formazione e le sue opere principali.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 09/10/2023

laura-muscara-1
laura-muscara-1 🇮🇹

9 documenti

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Scarica KIERKEGAARD e tutto ciò che devi sapere e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! Søren Kierkegaard Kierkegaard nasce in Danimarca nel 1813, in pieno Romanticismo. Egli viene educato da un padre anziano che seguiva una religione ortodossa e che inculca in lui e i suoi fratelli un forte senso del peccato. Il filosofo arriva addirittura a supporre che tutta la sua famiglia sia soggetta ad una maledizione divina per una colpa commessa da suo padre. Forse è stata quella di aver maledetto Dio a 11 anni per la sua povertà oppure l’aver sedotto la domestica solo pochi mesi dopo la morte della madre. Era convinto che la colpa perseguitasse la sua famiglia e Dio lo puniva costantemente (vita impregnata di punizioni). Non si sentiva nemmeno meritevole di qualche fortuna che gli capitava nella vita. Pensava però di meritarsi una colpa in particolare: una misteriosa malattia che lo fa soffrire molto, tanto da definirla  <<una spina nella carne>> (espressione tratta da San Paolo). Kierkegaard studia teologia presso l’università di Copenaghen e scrive una tesi Sul concetto di ironia con riferimento a Socrate. Nel 1840 conosce una gioia fidanzandosi con una ragazza, Regina Olsen - di cui si innamora perdutamente -, ma dopo 1 anno rompe il fidanzamento. Da anziano scriverà che l’aveva lasciata perché pensava che, essendo lui meritevole di persecuzione divina, anche lei sarebbe stata perseguitata. Non si rimetteranno mai insieme, ma lui continuerà a parlare di Regina come l’unica parentesi felice della sua vita e della sofferenza che questa rottura gli ha causato. Kierkegaard conduce una vita solitaria, non prende parte alla vita politica e culturale della sua città. L’unico fatto rilevante è l’attacco mosso dal giornale satirico <<Il corsaro>> che lo prende in giro per le cose che scriveva e per la sua immagine cagionevole. Ne rimane profondamente amareggiato. Morirà nel 1855. Le sue opere più importanti sono: Aut-aut, Timore e tremore e Il concetto dell’angoscia. L’ESISTENZA E IL SINGOLO Kierkegaard vive una religiosità così forte perché la Danimarca faceva parte della Germania che aveva conosciuto il luteranismo. Qui seguiva le lezioni di Schelling, un rappresentante dell’idealismo. Tuttavia, come Schopenhauer, egli si scaglia contro questa filosofia - in particolare contro Hegel - per quanto riguarda il concetto di esistenza. Kierkegaard è convinto che quando si parla di esistenza si deve parlare del singolo individuo. Non esiste il concetto astratto dell’umanità, ma esistono i singoli uomini concreti. Mentre, secondo Hegel, l’universale è più importante del singolo (l’umanità va avanti per tesi, antitesi e sintesi). Con Kierkegaard la religione, che era stata messa in ombra dall’Illuminismo e da Hegel, torna in primo piano. Kierkegaard si occuperà dell’esistenza, cioè della vita concreta, e non dell’essenza, ovvero la finalità delle cose. La vita non è vissuta solo in relazione all’obiettivo finale, bensì è un susseguirsi di attimi che possono avere valore nell’attimo in cui le viviamo. Egli afferma che non c’è quasi mai continuità tra il prima e il dopo, spesso c’è un salto; questo giustifica i cambiamenti improvvisi che a volte l’uomo ha. Sembra che i nostri grandi cambiamenti avvengano di colpo, ma in realtà vi è una maturazione interiore. Può essere considerato il precessore dell’esistenzialismo, ne anticipa le tematiche. Secondo lui, ogni individuo deve sforzarsi di non vivere come vive la folla e di non perdere l’obbiettivo della propria vita = attenzionare la propria esistenza. È il primo filosofo a sottolineare il rischio della spersonalizzazione dell’individuo che comincia a manifestarsi quando la società di massa raggiunge il massimo sviluppo, in cui tutti fanno le stesse cose. Studiando l’esistenza dell’uomo singolo Kierkegaard si rende conto che la vita di quest’ultimo è caratterizzata da scelte ossia da possibilità (2 facce della stessa medaglia) perché si trova sempre di fronte a più opzioni fra le quali è libero di decidere. La libertà, la possibilità e la scelta, si posano dietro un sentimento  l’angoscia; perché qualunque scelta prendiamo porta ad un’esclusione di tutte le altre: nel momento in cui ne scegliamo una scartiamo tutte le altre. Scegliere una cosa piuttosto che un’altra può cambiare l’intero corso della propria vita.  Hegel afferma, come legge fondamentale della realtà, la dialettica quantitativa ammette, nella sintesi, la conciliazione degli opposti (tesi e antitesi). Posizioni lontane che trovavano il modo di coesistere  formula et-et.  Con Kierkegaard si parla di dialettica qualitativa  ammette solo la contrapposizione tra tesi e antitesi; non ammette la sintesi, cioè la conciliazione di queste ultime  formula aut-aut. O è male o è bene, o è bianco o è nero. Non c’è conciliazione tra gli opposti e in particolare tra i 3 stadi di esistenza. Il pessimismo di Kierkegaard è fondato sull’angoscia e sul peccato (religiosità). LA VITA ESTETICA La sua opera Aut-aut racconta di un certo Victor che dichiara di aver trovato per caso, in uno scomparto segreto, 2 pacchi di appunti, scritti da altri 2 personaggi che lui chiama A e B. Tra le carte del personaggio A (che rimane anonimo e incarna il tipo estetico) c’è un diario intitolato Diario del seduttore e altri scritti, fra i quali: un commento al Don Giovanni. Il personaggio B, invece è un magistrato, il giudice Wilhelm, e incarna il tipo etico. Utilizza l’escamotage di questi scritti per trattare di 2 tipi di vita: estetica ed etica. La vita estetica è un modo di vivere in cui l‘uomo non si lascia guidare da valori morali, ma ritiene fondamentali solo i valori estetici della bellezza e del piacere. Un rappresentante di questo tipo di vita è il Don Giovanni che è il seduttore per eccellenza e ricerca solo il piacere, passando da una donna all’altra perché non vuole scegliere. Questa non-scelta però, afferma Kierkegaard, è la ragione della sua infelicità perché così rinuncia a sé stesso. [ Estesis= percepire con i sensi  percezione superficiale. ] Dall’altra parte invece, il protagonista del Diario di un seduttore, Johannes, è un seduttore riflesso (rappresenta al forza intellettuale). Il suo interesse non è tanto sedurre una particolare donna, quanto compiacersi per la propria capacità di seduzione attraverso il suo spirito.
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