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Kierkegard: riassunto, Appunti di Filosofia

Riassunto esaustivo della vita, le opere e il pensiero di questo filosofo

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 30/04/2023

MatildeRaffino
MatildeRaffino 🇮🇹

5

(1)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Kierkegard: riassunto e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! Kierkegaar La vita di questo danese iniziò nel 1813 a Copenhagen→capiamo che la filosofia, in questo periodo, proveniva quasi esclusivamente dalla Germania, e questi autori riescono a distaccarsi da Hegel. Era figlio di un pastore che aveva otto\nove figli, la sua famiglia fu soggetta ad una serie di disgrazie: non solo morì il padre molto giovane ma anche 3\4 fratelli tanto che in un dialogo Kierkegaard dice che ad un certo punto un grande terremoto si era impossessato della sua famiglia. Egli amò una donna Regina Olsen che pensava fosse la donna della sua vita ma ruppe il fidanzamento quando si rese conto di aver ancora problemi irrisolti e personali, si sentì per sempre in colpa di averla abbandonata. Vi era una spina delle carni che lo ossessionava: vive un'esistenza tormentata perché egli era di profonda fede religiosa ma tuttavia ebbe un contrasto molto forte con la chiesa danese perché per lui la religione era la chiave di volta per molti problemi esistenziali, la vedeva come un rifugio ma la chiesa danese non accettò questo suo approccio alla religione e la sua spiritualità , ed ebbe uno scontro verbale con Martensen, un teologo, che lo attaccò per i pensieri che Kierkegaard afferma nella rivista “Il momento” dove pubblicava articoli religiosi e il teologo lo contrastava di volta di volta. Muore nel 1855. Il concetto di esistenza in Kierkegaard si contrappone al concetto di essenza di Hegel: Per Kierkegaard l’esistenza (ex sistere: letteralmente, essere fuori) quindi è una posizione assoluta che non può essere inserita all’interno dell’essenza, non possiamo far assorbire l’esistenza dentro l’essenza perché l’esistenza va oltre l'essenza. Quando sta per morire dice che l’unica cosa che doveva essere scritta sulla sua lapide era “quel singolo” perché il concetto di esistenza si associa a quello di singolo,fa da contraltare alla generalità di Hegel (che assorbiva il particolare con l’universale). In effetti la sua filosofia propone un recupero del piano dell'esistenza sia come affermazione del singolo come unica realtà sia come categoria, cioè come concetto in base al quale pensare e interpretare la realtà stessa. La realtà del singolo non può essere spiegata dai concetti della filosofia sistematica ed è irriducibile alle sue astrazioni. Il singolo è dunque la categoria fondamentale per una filosofia che voglia occuparsi dell'esistenza concreta e non del pensiero astratto. Kierkegaard non parla di uomo come genere e non come specie egli quindi ritorna al singolo il diritto di esistenza. Per questo, si dice che apre le porte a quella corrente filosofica che si occupa dei problemi dell’esistenza. Le opere più importanti non firmò mai le sue opere ma usò sempre uno pseudonimo perché voleva come prendere le distanze da esse perché la sua vita non doveva essere associata alle sue opere. Più che pseudonimi sono eteronimi. La funzione dello pseudonimo, infatti, è nascondere l'identità dell'autore mentre l'eteronimo deve essere inteso come un alter ego, una diversa personalità che l'autore assume nel raccontare una storia. L'eteronimo non serve a proteggere l'anonimato dell'autore, ma permette a quest'ultimo di assumere identità differenti senza doversi identificare con alcuna di esse.In altre parole, con i suoi autori Kierkegaard mette in scena uno spettacolo in cui sono presentate le diverse possibilità esistenziali che si offrono all'uomo. Ciascuna possibilità è una tra le molteplici verità, una prospettiva sul mondo, che lo dipinge e lo comprende da un preciso punto di vista. ➢ La più importante "enten eller” che corrisponde al latino “aut aut” , all’ interno è contenuto “il dialogo del seduttore” che costituisce un tutt’uno con l’opera ma spesso viene considerata un’opera a sé nonché il diario di Giovanni che racconta lo stato estetico della sua vita; ➢ “Timore e Tremore” opera religiosa; ➢ “Briciole di filosofia” dove espone una considerazione generale del suo pensiero; ➢ Articoli nella filosofia del momento ➢ “Concetto di angoscia”; ➢ “La malattia mortale”: per lui è la disperazione. ➯scritti di carattere religioso, cioè le decine di Discorsi edificanti, le prediche, ma anche le riflessioni condotte negli ultimi anni della sua vita sul "Momento", in polemica con la Chiesa luterana danese. Questi scritti portano la firma di Kierkegaard; ➯i cosiddetti Papirer, vale a dire le migliaia di carte costituite per buona parte dal suo Diario, tenuto a partire dal 1833. Le tre stasi della vita Kierkegaard ci parla di diverse fasi della vita che chiama stadi perché L'individuo, considerato in quanto singolo, trova davanti a sé alternative diverse, riconducibili fondamentalmente a tre differenti modelli esistenziali: 1. Estetico; 2. Etico; 3. Religioso Questi tre modelli di vita possono essere considerati stati dell'esistenza, cioè modi d'essere che permangono per tutta la vita dell'individuo o anche - secondo la definizione di Kierkegaard - stadi, cioè momenti successivi nella vita del singolo. I primi due (quello estetico e quello etico) sono dialettici e implicano un proprio superamento. La dialettica di cui parla Kierkegaard è però profondamente diversa da quella hegeliana, perché non raggiunge una sintesi, ma si esprime nella forma dell'antitesi radicale, dell'aut-aut, dove le differenze qualitative tra i diversi momenti restano. I primi due sono affrontati all’interno di “aut aut” mentre il terzo lo troviamo in “Timore e Tremore” anche se egli parla del problema di natura religiosa ampiamente anche negli articoli del giornale. Le altre opere, “il concetto di angoscia” e “la malattia mortale”, fanno riferimento a sentimenti di natura esistenziale. 1. Lo stadio estetico Lo stadio estetico in aut aut, ne parla anche nel dialogo del seduttore. Parla di questo stato estetico e lo fa attraverso la figura di Giovanni➔ attraverso un racconto minuzioso e cronologico in forma di diario leggiamo i vari momenti dello stadio estetico. L'esteta è colui , che non sceglie, che vive rifiutando di assumere ruoli o responsabilità sociali. Egli passa di esperienza in esperienza senza mai definirsi come identità stabile. In questo modo egli non si costruisce come persona, non costruisce un proprio io, vive nell'istante e perciò rimane privo della continuità perché uno degli elementi che cerca di evitare è la noia, la monotonia quindi la sua vita è sviluppata in attimi che non hanno un vero e proprio legame tra di loro per evitare la continuità per questo passa da un'esperienza amorosa all’altra e evita i legami duraturi. ⇩ L'esteta si disperde nelle cose e nelle esperienze, non costruisce se stesso, non si autodefinisce e manca quindi di una personalità, di un «io» inteso come punto di riferimento continuativo. Ma ad un certo punto nasce in lui il sentimento della disperazione perché questa sua vita che è un insieme caotico di eventi. Dunque in lui si genera la necessità di passare ad uno stadio diverso che per Kierkegaard non è un graduale➔ per lui il passaggio tra uno stadio e l’altro è un salto che è possibile solo mediante un sentimento➔ per il passaggio tra estetico ed etico, è la disperazione. Giovanni si trova a vivere la disperazione, nonché il presupposto per lo stadio successivo. Lo stadio successivo è assolutamente contrapposto a quello estetico,quindi non si basa sulla ricerca del piacere e di cogliere l’attimo. 2. stadio etico Ognuno di questi stadii ha delle figure rappresentative, se la vita estetica è rappresentata esemplarmente dalla figura del seduttore (incarnato in Don Giovanni), quella etica si concretizza nella figura del giudice Wilhelm,consigliere dello stato bohémien. Egli deve fare una scelta➙ la scelta viene ripetuta costantemente nel senso che il comportamento
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