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L'altro - Ryszard Kapuscinski, Sintesi del corso di Semiotica

Riassunto completo di L'altro di Zyszard Kapuscinski

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019
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Caricato il 24/06/2019

valaentyna
valaentyna 🇮🇹

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Scarica L'altro - Ryszard Kapuscinski e più Sintesi del corso in PDF di Semiotica solo su Docsity! 1 CONFERENZE VIENNESI CURIOSITÀ PER IL MONDO La definizione altro, altri può essere usata in vari significati e in vari contesti, per indicare una diversità di sesso, generazione, nazionalità, religione ecc. Kapuscinski la utilizza principalmente per distinguere gli europei occidentali bianchi dagli extraeuropei non bianchi, tenendo ben presente che per loro gli altri siamo noi. Cerca di definire il genere del reportage letterario, basato sull’esperienza pluriennale di viaggi, ha di solito molti autori. Si tratta forse del genere letargo più collettivo che esiste, fin dalla sua nascita infatti contribuiscono decine di interlocutori incontrati sulle strade che ci raccontano la loro vita. Questi estranei rappresentano la più ricca fonte di conoscenza del mondo. Ognuna di queste persone è composta di due esseri, che difficilmente si possono separare. Un doppio aspetto non rigido ma mutevole a seconda delle esigenze o dl contesto. Non sappiamo mai chi stiamo per incontrare: 1. L’uomo uguale a noi. Con gioie, dolori, che teme la fame, il freddo e il dolore. 2. L’uomo portatore di caratteristiche razziali, culturali e religiose. I reporter di preparano per tempo a questo incontro / indovinello. Attraverso la letteratura mondiale, che è dedicata all’altro e che spinge alcuni a recarsi negli angoli remoti della terra per incontrare l’altro. Alcuni perché l’uomo è per sua natura portato alla sedentarietà (dalla scoperta dell’agricoltura e dall’arte di costruire le città). Lo spazio aperto provoca ansia, paura dell’ignoto e della morte. Il viaggi infatti, non inteso come viaggio turistico, è un evento di cui siamo testimoni e creatori, percorriamo strade che non vedremo mai più e per questo prestiamo attenzione al minimo dettaglio. Alla maggiorparte delle persone però interessa poco. Intere civiltà nella storia non hanno mostrato interesse per il mondo esterno, come l’Africa (no navi), la civiltà cinese (muraglia), gli arabi e i mongoli (conquistare più che conoscere). L’Europa costituisce l’eccezione a partire dall’antica Grecia con le Storie di Erodoto: - Il primo europeo che ha definito barbaros chiunque non parlasse la sua lingua, pur rendendosi conto che fosse un qualcuno. Parla degli altri senza disprezzo, cerca di conoscerli e ammette che per molti aspetti superino i greci. - Sostiene che la xenofobia sia la malattia di gente spaventata, afflitta da complessi di inferiorità e dal timore di vedersi riflessa nello specchio della cultura altrui. L’incontro tra europei e non assumerà un carattere estremamente violento. Il nostro modo di ragionare è estremamente eurocentrico, ogni volta che si parla di conflitto si da per scontato che sia tra europei e extra eu, mentre i mongoli hanno combattuto contro i cinesi, gli aztechi contro le tribù vicine ecc. Tuttavia il conflitto è solo una delle possibili forme di contatto tra civilità (esempio della guerra civile in Liberia) L’altro può essere visto come un nemico ma anche come un cliente. La fine del medioevo europeo e l’inizio dell’era moderna, porta a vedere l’altro come un selvaggio nudo, cannibale e pagano che l’europeo ha il diritto di sottomettere. Una delle cause è riscontrabile nel basso livello morale e culturale di coloro che venivano mandati in avanscoperta (malfattori, criminali, banditi). Questo ha portato alla formazione delle nostre opinioni, stereotipi e preconcetti correnti. Dovranno passare anni prima che nella mente umana si affacci il sospetto di una possibile uguaglianza. È con l’era dell’Illuminismo, dell’umanesimo che il selvaggio viene considerato un uomo. Una via che viene aperta dalla letteratura di Defoe, Swift, Rousseau, Voltaire; decine di autori condannano lo sfruttamento e la crudeltà dei conquistatori, promuovendo la lotta contro lo schiavismo, fiorisce la cartografia e vengono organizzate spedizioni non a scopo di conquista ma conoscitive. Sviluppo del reportage e della letteratura di viaggio. Passaggio dallo stereotipo del selvaggio imprevedibile all’individuo portatore di razza e cultura diversa. 2 L’ACCETTAZIONE DELLA DIVERSITÀ I rapporti tra europei e l’altro si suddividono in 4 fasi: 1. Fase dei mercanti e ambasciatori (fino al XV secolo). Attraverso le vie commerciali o come ambasciata di paesi potenti. 2. Fase delle grandi scoperte geografiche (alcune centinaia di anni). Epoca della carneficina e del saccheggio, i veri secoli bui di questo rapporto. 3. Fase dell’Illuminismo. Primo tentativo di capire l’altro, scambio di merci, valori culturali e spirituali. 4. Nuova epoca contraddistinta a sua volta da 3 fasi: - Fase degli antropologi - Fase di Levinas - Fase multiculturale Nasce un nuovo lessico (nuovi concetti: governo mondiale, cittadino del mondo), il termine selvaggio è completato dall’aggettivo buono. Qualcosa insomma inizia a cambiare! In questo contesto si passa dall’eurocentrismo ad una visione più universale delle cose: nasce l’antropologia, con l’idea dei comprensione dell’altro attraverso la sua conoscenza e accettazione della diversità. Due scuole di antropologi: 1. Evoluzionisti (o globalisti). Sostengono l’inevitabile progresso dell’intera umanità, tutte le società/popoli evolvono da uno stadio più primitivo ad uno più civilizzato, è solo una questione di tempo. 2. Diffusionisti (o antiglobalisti). Sostengono che esistono diverse civiltà e culture che entrano in contatto e si compenetrano a vicenda, creando un dialogo creativo, sono affascinati dal risultato ibrido di queste influenze. Una parte di questi antropologi, definiti poi funzionalisti, si recherà nei luoghi più remoti del pianeta per registrare il funzionamento dell società nell’ambiente culturale di origine. Ulteriore passo avanti lo compio Malinowski. Sostiene che non solo si debba andare da loro, ma vivere con loro. Si reca in un’isola dell’arcipelago Trobriand e pianta la tenda in mezzo ad un viaggio. La sua non sarà un’esperienza facile, lo sradicamento della propria cultura non è facile, per questo è importante avere chiaro il senso della propria identità, solo allora l’uomo può può liberamente confrontarsi con una cultura diversa. In caso contrario si chiuderà nella sua tana, isolandosi dagli altri. Possiamo considerare Malinowski come il creatore del reportage antropologico, che da questo momento in poi comincerà a svilupparsi un po’ ovunque. Egli dimostra che gli altri invece di essere un’orda di primitivi pigri e imprevedibili, vivono in culture estremamente sviluppate e dotate di strutture gerarchiche complicate. Limiti della ricerca sul campo: 1. Ogni antropologo studia una sola tribù mentre (al tempo solo in Africa ne esistevano migliaia). Ognuna ha la sua struttura, tradizione e lingua , le ricerche condotte su una non forniscono a chiave per descrivere le altre. 2. Si studiavano le culture tradizionali sempre nelle stesse condizioni di isolamento e solitudine, descrivendole come come strutture statiche mentre in realtà erano soggette e continui cambiamenti. Con Emmanuel Lévinas si riflette sul problema dell’altro e del nostro rapporto con lui. La maturazione di Lévinas coincide con gli anni in cui in Europa si forma la società di massa e nascono i due sistemi totalitari. L’uomo della società di massa è caratterizzato dall’anonimato, dalla mancanza di legami sociali, dall’indifferenza verso l’altro. La filosofia di Lévinas evidenzia il singolo, oltre a me c’è un altro e se non compio lo sforzo di attenzione manifestando il desiderio di incontrarlo, ci oltrepasseremmo indifferenti.Lévinas compie un passo in avanti proclamando l’elogio dell’altro, la sua superiorità nonché il nostro dovere di assumercene la responsabilità. Due osservazioni dagli scritti di Lévinas: 1. L’uomo solo più umano di quello inserito nella folla, è più intelligente, migliore, prevedibile.
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