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L’arazzo di Bayeux è l’unica sopravvivenza di una grande tecnica antica., Sintesi del corso di Storia dell'arte medievale

L’arazzo di Bayeux è l’unica sopravvivenza di una grande tecnica antica. Abbiamo più volte sottolineato l’importanza della stoffa nella civiltà medioevale: è l’icona del volto di Cristo;

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 22/03/2021

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ilaria.coppolaro 🇮🇹

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Scarica L’arazzo di Bayeux è l’unica sopravvivenza di una grande tecnica antica. e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'arte medievale solo su Docsity! BAYEUX L’arazzo di Bayeux è l’unica sopravvivenza di una grande tecnica antica. Abbiamo più volte sottolineato l’importanza della stoffa nella civiltà medioevale: è l’icona del volto di Cristo; è l’icona del volto della Veronica per l’occidente; è il materiale con cui si avvolgono le reliquie;è il materiale con cui si creano le grandi tende o tendaggi all’interno della Chiesa per creare degli spazi ecc. Quindi la stoffa, sotto forma di tappezzeria o oggetto pregiato come la seta, ha un significato particolarmente incisivo nella cultura dell’occidente. Bayeux, Musée de la Tappisserie, 1066-1080. 70 m per 51 cm; ricamo in 8 fili di lana su lino greggio L’arazzo di Bayeux è una lunga fascia suddivisa in 13 parti in tessuto di lino grezzo e ricami in lana da 8 colori. Nello stato attuale l’arazzo è lungo 70 metri ed è alto 51 centimetri. Possiamo vedere che la scena che rappresenta le imprese di Guglielmo è posta al centro, mentre ci sono due bordi, superiori ed inferiori, con una serie di immagini che ancora oggi gli studiosi non sanno come interpretare. Questo oggetto è sempre stato conservato all’interno della cattedrale di Bayeux, però durane la rivoluzione francese, un gruppo di rivoluzionari che dovevano trasportare le armi, decisero di tagliare a pezzi questa tappezzeria per proteggere le armi. Fortunatamente durante questa operazione, intervenne un personaggio locale che sostituì questa stoffa con una più robusta, portando in salvo l’arazzo. questo avvenimento è probabilmente la causa della perdita della parte finale dell’arazzo, che doveva rappresentare l’incoronazione di Guglielmo a Re d’ Inghilterra. La vicenda narrata sull’arazzo comprende la rappresentazione di 636 personaggi, 202 cavalli, 505 animali, 37 edifici, 49 alberi, con un totale di 1515 soggetti. Quando viene fatto questo arazzo, il racconto delle gesta di Guglielmo Conquistatore non era ancora stato. Esso verrà completato da Guglielmo di Malmesbury intorno il 1120 , quando scrive la storia dei re d’Inghilterra. Si è pensato per molto tempo che la storia mettesse per immagine un grande racconto orale che doveva narrare la vicenda e sembrava confermare la presenza di semplici didascalie. Altre invece erano davvero articolate, tanto che il ricamatore non fosse capace di ricopiarla nell’arazzo. secondo una teoria dell’800 , invece, si pensava che fosse stata la regina Matilde a ricamare nel suo tempo perso le gesta dell’amato sposo. Ricordiamo che questo è il periodo in cui si affermano le lingue volgari, quindi si passa dalla tradizione orale ad un’esigenza di mettere per iscritto le storie. Questa volta, al posto di mettere per iscritto la storia, si deicide di affidarne la memoria a queste immagini sormontate da didascalie. Bayeux, Musée de la Tapisserie, Tapisserie de Bayeux: HIC ODO EPISCOPUS BACULUM TENENS . Odo († 1097) sembra essere il probabile committente; fu creato Earl of Kent dopo la battaglia di Hastings. Questo è il probabile committente del ciclo dato che sull’immagine c’è scritta una didascalia che significa: questo è il vescovo Odo che tiene il bastone. Il bastone era simbolo di potere mentre Odo era il fratellastro di Guglielmo. Dopo l’impresa venne fatto Vescovo di Bayeux e cercò , per un momento, di impadronirsi della corona inglese senza riuscirci. Odo morì intorno al 1096, quindi se è lui il committente, possiamo datare l’impresa tra il 1066 e il 1096. Gli storici puntano nel periodo compreso intorno al 1080 e 1090. EDWARD REX. UBI HAROLD DUX ANGLORUM ET SUI MILITES EQUITANT AD BOSHAM La vicenda inizia sotto questo edificio sontuoso con torri laterali che sono le stesse che abbiamo visto nell’architettura normanna. L'arazzo espone il punto di vista normanno sulla vicenda ( conquista normanna dell’Inghilterra) , in particolare giustificando l'invasione da parte di Guglielmo con il suo legittimo diritto al trono. Harold vi è rappresentato come un furfante, spergiuro, spregiatore di un giuramento sacro, quando sembra vi sia traccia di tale giuramento se non nell'arazzo e nelle Gesta Guillelmi di Guglielmo di Poitiers, altra fonte normanna, scritte forse dieci anni dopo la conquista. Detto ciò, vi è generale concordanza nel pensare che tale giuramento sia realmente avvenuto ma che si sia potuto trattare di un inganno, poiché Harold avrebbe affermato di non sapere che vi fossero delle sante reliquie nascoste sotto il libro sul quale aveva giurato. Ciononostante l'arazzo lascia un po' di spazio al punto di vista inglese: Harold, lo spergiuro, compare per primo all'inizio del racconto, salva due normanni dalle acque del fiume Couesnon, lo vediamo mentre prega, la sua incoronazione mostra la legittimità del suo titolo, e le iscrizioni durante la battaglia provano la sua dignità di re. Pur imponendosi il punto di vista normanno la rappresentazione consente dunque una lettura multipla, inglese e normanna insieme, sugli aspetti secondari. La prima metà dell'arazzo racconta le avventure di Harold Godwinson, fratellastro di Edoardo il Confessore, la cui nave trascinata dalle correnti giunse sui possedimenti del conte Guido I di Ponthieu, nell'attuale Somme, nel 1064. Harold venne catturato dal conte, che ne esigeva il riscatto. Guglielmo, informato da una spia, chiese ed ottenne la liberazione di Harold; dopodiché, a Rouen[9], lo fece cavaliere. Durante la cerimonia, come vediamo nell'arazzo, Harold giurò a Guglielmo sulle reliquie di un santo il proprio sostegno nella successione al trono d'Inghilterra. Rinnegò la promessa più tardi, il che gli valse la scomunica da parte del Papa. L'arazzo mostra poi Harold di ritorno in Inghilterra, acclamato re dopo la morte di Edoardo. L'arazzo contiene la rappresentazione di una cometa, identificata come la cometa di Halley, osservabile dall'Inghilterra alla fine di aprile del 1066; a sostenere l'identificazione, il motivo raffigurante la cometa è del resto situato, nella successione degli eventi, in una posizione compatibile con quel periodo, ossia tra la scena dell'incoronazione di Harold (gennaio 1066) e l'annuncio a lui recato di una possibile invasione da parte della flotta normanna (riunita all'inizio di agosto del 1066 alla foce della Dives e nei porti circostanti. Successivamente sull'arazzo si vedono i preparativi di Guglielmo per l'invasione; seguono immagini della battaglia di Hastings (14 ottobre 1066), rappresentata in maniera piuttosto accurata, in accordo con le fonti scritte.
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