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L'architettura francese e inglese tra Cinquecento e Seicento., Dispense di Storia Dell'architettura

Dispensa sull'architettura inglese e francese tra Cinquecento e Seicento, indagata attraverso l'analisi del contesto, degli artisti e degli edifici di riferimento. Ci si concentra sui progetti dei francesi Philibert de l'Orme eLuis Le Vau, ma anche degli inglesi Inigo Jones e Christopher Wren. Si pone particolare enfasi alla differente concezione di architettura e architetto dei due paesi attraverso una serie di schemi riassuntivi.

Tipologia: Dispense

2017/2018

In vendita dal 31/08/2021

ceciabr
ceciabr 🇮🇹

4.5

(18)

15 documenti

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Scarica L'architettura francese e inglese tra Cinquecento e Seicento. e più Dispense in PDF di Storia Dell'architettura solo su Docsity! Francia e Inghilterra tra Cinquecento e Seicento Contesto Artisti Edifici di riferimento Nel Cinquecento si affacciarono sullo scenario europeo le grandi identità nazionali di Inghilterra e Francia (importanti riferimento per la successiva architettura tra Settecento e Ottocento): inizialmente il loro modo di fare architettura era legato soprattutto alla tradizione locale e al Gotico che aveva continuato a mantenere una posizione eminente fino al XV secolo. Successivamente, a partire dal 1500, il Rinascimento italiano giunse sia sottoforma di particolari decorativi che come ragionamento attorno alla teorizzazione italiana quattrocentesca: inglesi e francesi analizzarono e compresero il significato, elaborandolo secondo propri principi. Infatti, persistevano diversi obiettivi perché promuovere la cultura italiana era un fattore politico e sociale oltre che culturale: bisogna quindi ragionare attorno alla mentalità, alla vita di corte e i conseguenti rapporti tra la cultura di corte nell’aristocrazia e gli architetti. Francia Contesto: in Francia avvenne lo sviluppo più ambizioso e diffuso dell’architettura rinascimentale grazie al contatto diretto verificatosi per le campagne condotte in Italia dai re francesi a cavallo del XV e XVI secolo. A seguito delle invasioni, prima di Napoli e Milano da parte di Carlo VII e la seguente restaurazione del governo di Luigi XII e Francesco I a Milano e Genova, i francesi ancora legati al Medioevo si confrontarono con la pienezza della cultura rinascimentale. Imitarono quindi il classicismo italiano in pittura, scultura, architettura e anche nell’abbigliamento, arredamento e decorazione di interni. è Francesco I (1494-1547) ebbe un ruolo chiave nella penetrazione della cultura italiana e fu definito come il padre delle lettere (#precedentemente tutto ciò che non era collegato all’attività cavalleresca e guerriera non veniva considerato come degno, quali le arti): istituzione della scuola di Fontainbleau come sede della raffinata corte francese che accoglieva personalità anche italiane come Rosso Fiorentino e Primaticcio per promuovere il patrocinio delle arti — Fontainebleau o Castello di Fontainebleau (1528) rifacimento, complesso di edifici composto dal palazzo attorno a una corte ovale e un altro situato sul basso cortile ad ovest, tutti e due collegati attraverso la galleria di Ulisse (ambiente che non esiste in Italia, lungo percorso decorato che rappresenta il suo ruolo di promotore delle arti, per il passeggio, la comunicazione e l’esposizione di opere) o Le Grand Ferrare (1541-48) realizzato da Sebastiano Serlio per il cardinale Ippolito d’Este secondo la tipologia elementi tipici nelle grandi residenze suburbane francesi (chateau) basato sulla disposizione tra cortile e giardino Il Sesto libro dell’architettura di Sebastiano Serlio e illustrazione delle varie tipologie di residenza francese o Hotel de ville, residenza cittadina o Chateau, residenza suburbana composta da un cortile d’ingresso/d’onore circondato da edifici con funzioni diverse (ali luoghi di servizio, corpo principale con abitazione maggior e con uscita sul retro ed accesso ad un piccolo giardino) e confronto tra le architetture francesi e italiane portato avanti attraverso la diversa estrazione sociale, partendo dalla casa del contadino con tre gradi di povertà, fino ad arrivare alla casa del tiranno per mostrare grandi articolazioni e l’ampiezza delle soluzioni che il nuovo linguaggio permette, nel rispetto delle esigenze della popolazione (=grande legame tra architettura e società) o FRcaratterizzate da piccoli ambienti per poveracci, tetti a spioventi e grandi finestre per favorire l’illuminazione, grande attenzione nella distribuzione degli ambienti interni e dei camini, assenza di logge o IT loggia inserita in cortile da cui si accede attraverso due portali laterali e affacciato su un cortile, no grossi elementi ornamentali a eccezione di qualche pilastro Parigi, Louvre (Le Vau, Mansart, Perrault, Bernini) numerosi progetti 1660-64 di Luis Le Vau e Frangois Mansart: personalità completamente opposte perché più classicista e semplice il primo (propone per ingresso un salone ovale e cupolato come Vaux Le Vicomte), più stravagante e complesso il secondo (collegamento con contesto urbano) progetti abbandonati per trasferimento alla nuova capitale Versailles, ma dal 1603 era iniziato processo di costruzione piazze come appropriazione dello spazio da parte del re col suo potere problemi da affrontare o organizzazione della residenza all’altezza del rango del committente in quanto sovrano o completamento della piazza quadrata della Cour Carrée (mantenimento di elementi cinquecenteschi ma progetti precedenti mai completati) o collegamento con il palazzo delle Tuileries (palazzo ‘500esco destinato all’uso personale della corte, costruito a poca distanza dalla reggia, con un grande giardino) e la nuova residenza reale o inserimento nel contesto urbano = collegamento con Chiesa di Saint-Germain l'Auxerrois oltre Senna per la pianta quadrata o tipologicamente ibrido: complesso urbano che è allo stesso tempo fortificato (circondato da fossi, ma con corte d’onore, qui la Cour Carrée doveva porsi come ingresso attraverso un vestibolo monumentale forse ovale e cupolato secondo progetto di Le Vau) 1664 Colbert rilevò la sovrintendenza degli edifici del re: il Louvre e le arti dovevano d'ora in poi avere un ruolo determinante nel tentativo di istituire un governo centralizzato attorno alla persona del re; perciò, per lui il Louvre era un progetto principalmente politico. La fabbrica doveva quindi essere: rappresentativa del committente e adattarsi alla nuova forma di architettura (=questione degli “ordini alla francese” con caratteristiche linguistiche più affini alla tradizione francese) subentrati Claude e Charles Perrault: nessuno di loro era un vero e proprio architetto come quelli italiani: sono letterati, scienziati, medici = elementi di novità, molte personalità francesi senza formazione specifica ma che si impegnano in architettura perché questa diviene un campo d’azione anche per altre discipline > avevano rielaborato presso l’ Accademia reale di Francia di architettura il testo di Vitruvio (1673): edizione polemica, con illustrazioni di edifici antichi restaurati che sarebbero dovuti essere i modelli per gli architetti moderni terminano il progetto di facciata per il Louvre, ma per la supremazia in architettura era necessario dialogare con il nemico, ovvero gli architetti italiani: o richiesta per via diplomatica dell’intervento di Pietro da Cortona, Francesco Borromini, Cantiani e Gian Lorenzo Bemini o fornita la documentazione, schizzi dei progetti precedenti e descrizione delle necessità funzionali della fabbrica o intervento di Bernini a seguito di soggiorno parigino (2 giugno — 20 ottobre 1665): presentazione di un impianto romano, pianta ellittica dell’atrio che spinge convesso sulla facciata (gioco di concavi e convessi) e cupola nascosta © tutti i progetti furono rifiutati progetto definitivo 1667 (Le Vau, Mansart e Perrault) è completo cambio di rotta per risolvere il problema delle proposte francesi precedenti e degli architetti italiani: allontanamento dall’impostazione romana di Bernini in favore di un impianto più tradizionalistico francese (momento di orgoglio architettonico nazionalistico) o frontone orientale dotato di un'architettura pesante, austera e ricca di trabeazioni, con carichi sostenuti dalle colonne portanti, poste come un antico peristilio aspetto austero e nobile, rifiuto di eccessivo arricchimento impiego della tecnica francese della stereometria revisione dei fondamenti vitruviani o 000 classico ma moderno, razionale ma fastoso, francese ma universale con carattere autorevole e distaccato Inghilterra Contesto: la riforma di Enrico VIII e la seguente politica nazionalista di Elisabetta I assicurarono un isolamento totale dell’isola alla penetrazione delle teorie rinascimentali italiani e con una maggiore vicinanza all’ Olanda piuttosto che all’Italia (=unico luogo in cui non furono chiamati architetti italiani per la progettazione di edifici). Concezione di architetto e assenza di tradizione trattatistica o poca diffusione di The First and chief groundes of architecture (1563) di John Shute (uno dei primi ad essere stato inviato in Italia per studiare) © traduzione di Sebastiano Serlio solo nel 1611 ® architetto di tipo pratico, tecnico costruttivo piuttosto che teorizzatore e ruolo quasi progettuale affidato all’aristocrazia (committente e ambasciatore a Venezia) come nel caso di Sir Henry Wotton in The Elements Of Architecture (1624): non insegna a fare l’architetto, ma suggerisce norme per capire quando un edificio è fatto bene, insegna a valutare ed esprimere giudizio Concezione dell’architettura © limite nell’analisi dell’architettura inglese del Cinquecento è l’assenza di testimonianze, nella maggior parte distrutte a eccezione del caso di Hampton Court ® primo approccio all’antico è di Robert Smithson ad Hardwick Hall: architetto che conosceva le norme per la costruzione di una buona architettura coerente ma non aveva ancora pienamente assorbito il linguaggio antico Differenze dell’architettura inglese rispetto alla italiana: ® scarso interesse per la struttura complessiva dell’edificio o fabbrica esternamente unitaria, con elementi che sporgono (torri) e che scandiscono il profilo esterno della fabbrica e che gli conferiscono una struttura anche in alzato o internamente vi sono più corti ® disposizione non strutturata dell’edificio, coerenza interna a seconda delle funzioni ® sistema di ordini confusionario: elementi strani (mezzanini a diversi livelli ecc.) Personalità importanti e John Shute: primo approccio alla formazione italiana e Sir Henry Wotton: primo vero trattato di architettura, anche se fatto da un committente (idea di architetto come tecnico pratico) e Robert Smithson: primo approccio all’antico in architettura, non ben assorbito e Inigo Jones: fondatore architettura inglese, è vitruvius britannicus che traduce linguaggio all’antica palladiano in Inghilterra 1. Inigo Jones Greenwich, Queen’s House (1615) commissionata per la regina Anna di Danimarca: costruzione eee interrotta alla morte della regina nel 1618 e ripresa nel 1630-35 per Enrichetta Maria, moglie di Carlo I casa di campagna per il ritiro privato della regina pianta che rimanda alla villa Medici di Poggio a Caiano facciata con loggia aperta che rimanda alla villa Molini alla Mandria di Scamozzi = prospetti bianchi basati non sulle decorazioni ma sulle rigorose proporzioni tra pareti e finestre progetto chiaramente preso dalle ville italiane, realizzata come piccolo padiglione all’antica (=Rocca Pisana di Vincenzo Scamozzi) | Londra, Banqueting House (1619-22) commissionata da Giacomo I all’interno del Tudor Palace a | 5 È Whitehall (distrutto in un incendio), concepito come un d LA at grande palazzo imperiale antico (grande cortile, posizione Na oO degli ambienti di distribuzione ecc.) Ea andre I grande sala per banchetti concepita come un’antica basilica romana dalle perfette proporzioni di un doppio cubo absidata superiore fi ambiente monumentale È soffitti sono all’italiana | raffinata facciata classica ispirata ai palazzi palladiani Londra, Covent Garden, piazza e chiesa (1631-1633) commissionato dal Francis Russel, quarto duca di Bedford progetto di costruzione speculativo di un nuovo quartiere con abitazioni da affittare attorno a un dispositivo urbano nuovo in Inghilterra, ossia la piazza: grande spazio circondato da portici che distribuiscono abitazioni e chiesa = ibrido tra le Places Royales francesi per le logge e le italiane per la presenza della chiesa Plan ofS*Paul Church Covent Gardan. Pon de LE lf dS Palle Garden ThesSecion. chiesa adatta al sistema religioso anglicano o commissionata dal IV Conte di Bedford Francis Russel © pianta rettangolare, monumentale © portico disadorno e di aspetto arcaico sorretto da due colonne circolari e due quadrate in pietra grezza = ritomo all’antico sistema di ordini ma inserimento di travi
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