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Manierismo: Una nuova generazione artistica tra Quattrocento e Cinquecento, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Il manierismo è un periodo artistico che segue i grandi artisti del quattrocento e cinquecento, caratterizzato da un spostamento dell'asse culturale verso l'inghilterra, germania e francia. Inizia nel 1550 e vede la nascita di una nuova generazione di artisti che rimproverano i grandi maestri precedenti per non aver dato libero sfogo alle loro idee personali. Tra questi artisti si ricordano pontormo, rosso fiorentino e tintoretto. In questo documento vengono descritte le opere più famose di questi artisti, come la deposizione di pontormo e la deposizione di rosso fiorentino, e si parla dell'influenza di michelangelo sui colori e i dettagli di queste opere.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 04/06/2022

PietroPD
PietroPD 🇮🇹

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Scarica Manierismo: Una nuova generazione artistica tra Quattrocento e Cinquecento e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! IL MANIERISMO Dopo i grandi artisti di Quattrocento e Cinquecento, la storia dell'arte passa un periodo di crisi portando ad un periodo chiamato Manierismo che inizia nel 1550 e che vede lo spostamento dell'asse culturale e artistico soprattutto in Inghilterra, Germania, Francia a discapito della supremazia che fino a quel periodo l'Italia aveva avuto. La nuova dominazione culturale fa si che gli artisti attraversino momenti di crisi interiore e l'arte viene influenzata pesantemente. Nasce così una nuova generazione di artisti che rimproverano a chi è venuto prima di loro (Michelangelo, Raffaello ecc…) il fatto di essere rimasti fermi nella loro ricerca artistica e che non ha dato libero sfogo alle idee personali di questi artisti. Succede quindi che questo nuovo modo di fare arte è svincolato dalle regole viste fin ora anche se le concezioni alla base di tutte le opere restano pur sempre invariate. Gli artisti di questo periodo iniziano a imitare le opere dei loro predecessori, quindi a copiarne la maniera, rifacendosi al loro stile pur modificando alcuni tratti. La corrente si considera conclusa con il Concilio di Trento del 1563 quando fu chiesto ai manieristi di rappresentare opere di più facile comprensione.   PONTORMO Deposizione Tra le opere più celebri vi è la Pietà (o deposizione) che rappresenta il momento della deposizione di Cristo dalla croce. Si può anche definire una Pietà dissociata perché non abbiamo riferimenti (come i chiodi, la croce ecc…) e perché non capiamo cosa stia facendo la madonna e sembra quasi che stia cercando di avvicinarsi a Cristo o forse lo sta lasciando andare, la critica non l'ha mai capito. Tra le pie donne troviamo san Nicodemo che è un autoritratto del Pontormo. I colori sono quelli ripresi dalle raffigurazioni di Michelangelo nella Cappella Sistina (soprattutto rosa e azzurro che sono i colori predominanti). I dettagli principali dell'opera sono i due giovani che trasportano il corpo del Cristo morto con lo sguardo inquieto. Le figure non sono anatomicamente corrette perché sono esili e molto spesso assumono posizioni e flessioni innaturali come i due giovani. Davanti di spalle troviamo la Maddalena che come nell'iconografia classica si dirige a braccia levate verso Maria. La drammaticità è segnata soprattutto dall'intreccio delle mani e degli sguardi. ROSSO FIORENTINO Deposizione La deposizione del Rosso Fiorentino, o Pietà, presenta meno personaggi rispetto a quella del Pontormo e le caratteristiche principali che la differenziano sono le figure, i colori ma soprattutto il volto del Cristo che è contornato da una barba arancione. Tutta la scena è agglomerata su sé stessa. Chiaramente al centro vi è Cristo morto con le gambe in una posizione innaturale rispetto alle pietà precedenti. Questo è portato dalla Maddalena e da Maria che si trova al centro della tela e oltre ad accogliere il figlio sembra che coinvolga anche lo spettatore. Sposalizio della vergine La scena è molto affollata e impostata simmetricamente, con al centro Giuseppe, con la mazza fiorita, che sta infilando l'anello a Maria benedetto dal sacerdote dietro di loro. Giuseppe è rappresentato come un bel giovane, anziché anziano e quindi incapace di intaccare la verginità di Maria. La scena principale si svolge arretrata alla sommità di alcuni gradini, ai lati dei quali si trovano alcune figure: due putti che si abbracciano, un santo monaco domenicano che indica la scena, forse san Vincenzo (che contiene forse il ritratto del committente), una santa anziana (forse sant'Anna) e la santa giovane col libro (sant'Apollonia), che tiene in mano qualcosa di metallico, forse una chiave. L'identificazione di gran parte delle figure resta incerta. Sguardi e gesti di queste figure indirizzano le figure in profondità, verso la scena centrale, secondo uno schema che supera ormai la tradizionale forma piramidale trasformandola in qualcosa di più complesso, in spazi saldati entro due semicerchi opposti. L'affollamento è stato letto come "una gioiosa festa popolata da vari invitati". La tavolozza è vivace e cangiante, tipica degli sperimentatori manieristi, e col suo oscurarsi in profondità aiuta a far percepire la profondità spaziale.   PARMIGIANINO Madonna dal collo lungo La madonna presenta un collo deformato verso l'alto. Il bambino è eccessivamente grande e si vede che sembra morto (infatti pur trattandosi di una natalità può anche essere vista come una premonizione di una deposizione). La madonna ha uno sguardo dolce. Anche in questa opera si vedono le solite dita allungate, il collo lungo (che potrebbe essere un richiamo ai testi sacri) che è ripreso anche dalla colonna in secondo piano che raffigura la Chiesa. Accanto alle due figure principali vi sono 6 angeli e come dettaglio sul vaso che uno di questi porta alla madonna si vede riflessa la croce (premonizione del martirio). Al lato sinistro della tela vi è una parte mai completata e si trova in basso un personaggio rappresentante forse San Girolamo o un profeta e che serve principalmente da illusione prospettica per far sembrare più grande la madonna e i personaggi principali. Le altre donne sembrano tutte simili. A fianco del personaggio in basso a destra si trova un piede incompleto che potrebbe essere quello di San Francesco. I colori contrastanti dei cuscini aumenta il distacco cromatico e la poca naturalezza delle figure già di per sè non anatomicamente correttissime. Cupido che fabbrica l'arco È un tema particolare nell'iconografia. Si tratta di un bambino (Cupido) dai capelli ricci movimentatissimi che sta fabbricando il suo arco dell'amore. Sta scolpendo e creando l'arco intagliando il legno con un coltello e appoggiando il ramo sulla gamba che a sua volta trova appoggio su una pila di libri che rappresentano la forza dell'amore (irrazionalità) che vince sulla ragione. Dietro di lui vi sono due puttini, uno maschio e uno femmina, che si stanno abbracciando (lei ha un'espressione contrariata) e lui sta guardando l'interlocutore facendo in modo che la mano della bambina tocchi Eros anche se lei non vuole così da potersene innamorare e rappresentano anche i due principi dell'amore.   PALLADIO È un architetto di questo periodo che realizzò e progettò le cosiddette ville del Palladio, inserite nel contesto del manierismo pur non essendo un pittore. Spesso si rifà a modelli classici soprattutto greci realizzando una continua opera ti tributi alla cultura classica. La rotonda La sua massima opera per la critica è la villa Almerico-Capra. Si vede che l'edificio è a pianta quadrata e quello che fa Palladio è quello di realizzare simmetricamente tutte le sale così che al centro si crei un salone centrale gigante coperto dalla cupola e poi rialza il basamento grazie alla scalinata che rappresenta metaforicamente la salita dei fedeli verso il tempio. Prima di entrare nell'edificio vero e proprio si trovano quattro porticati che riprendono il pronao dei templi greci sormontati da timpani sorretti da colonne che ricordano lo stile classico greco-romano. Quello che cerca di fare Palladio è quello di realizzare un edificio il più simile possibile ad un tempio greco. L'apertura dai quattro lati permette alla villa di espandersi verso l'esterno nelle campagne circostanti sottolineando l'idea rinascimentale di comunione tra uomo e natura. Teatro Olimpico (facoltativo) Il Teatro Olimpico a Venezia è un teatro che ha un impianto classico. Nonostante la struttura sia di rimando romano, le principali novità sono il soffitto piano con nuvole affrescate e la tradizionale pianta semicircolare superata da una semiellittica che permette una migliore visione da tutti i punti. Quello che fa il Palladio è inserire le quinte dietro la scaenae frons aperte e visibili dalla platea con 5 "vicoli" chiusi, realizzando un'illusione ottica chiamata prospettiva accelerata che va a stringere ciò che si trova in fondo alla scena dando maggiore profondità. Le direzioni radiali dei vicoli sono fatte apposta in modo tale che da ogni punto della semiellisse se ne possa vedere almeno uno.  
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