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L'Assolutismo Illuminato e le Riforme in Europa nel XVIII secolo, Appunti di Storia

Un'analisi dell'Assolutismo Illuminato e delle riforme attuate in Europa nel XVIII secolo. Si descrivono le idee dei filosofi Montesquieu e Beccaria e il loro rapporto con i sovrani, le criticità dell'epoca e le politiche di Federico II, Maria Teresa e Giuseppe II, Caterina II, Vittorio Amedeo II e Carlo Emmanuele III, e Carlo III di Borbone. Il testo fornisce un quadro generale delle riforme attuate in Europa nel XVIII secolo e delle loro conseguenze.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 02/12/2023

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Scarica L'Assolutismo Illuminato e le Riforme in Europa nel XVIII secolo e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! L’ASSOLUTISMO ILLUMINATO Dalla seconda metà del ‘700 si diffonde un modo di pensare della filosofia strettamente congiunta con la politica (Montesquieu e Beccaria) e i sovrani vogliono rendere concrete le osservazioni dei filosofi. Si instaura un rapporto stretto tra illuministi e regnanti con lo scopo di apportare delle riforme. Montesquieu fu un deciso avversario dell’assolutismo, e ne Lo spirito delle Leggi si oppone alla tradizione giusnaturalista che esistano leggi e diritti di natura. | sistemi giuridici, per lui, vanno adattati alle condizioni culturali e politiche che cambiano da stato a stato. Riconosce 3 poteri comuni: legislativo, esecutivo e giudiziario. È ferreo nella teoria della separazione dei poteri, i quali ostacolano l'affermarsi di un potere assoluto. Questo fenomeno non avvenne in Francia (da Lugi XIV non era consentita apertura a forme di dialogo, l’illuminismo nacque contro l’assolutismo) e Inghilterra (c'era già apertura, monarchia costituzionale). Criticità: 1. CHIESA E RELIGIONE. Lotta contro i privilegi del clero che possedeva molte terre senza pagare nulla. Intolleranza religiosa. Diritto canonico, separato da quello pubblico (Chiesa proteggeva criminali, no processo preti). 2. IRRAZIONALITÀ DELLE LEGGI. Troppe leggi non unite a causa di una non vigilanza di un codice unitario. 3. CATASTO INESISTENTE. No possibilità di sapere quanta terra possedevano i proprietari terrieri e quali tasse devono pagare. 4. MANCANZA DI LIBERTÀ DI SCAMBIO DELLE MERCI. Barriere doganali ovunque. 5. I FEUDATARI IMPEDIVANO LA FORMAZIONE DI STATI UNITARI. LA PRUSSIA DI FEDERICO II Federico II il Grande attuò una politica di tolleranza religiosa, e libertà di stampa. Fece varie riforme amministrative e giudiziarie: l’accesso alle cariche pubbliche avveniva per merito; sulla base di Beccaria la tortura venne abolita; gettò le basi del codice del diritto civile, un ordine contro il retaggio della civiltà medioevale. L'istruzione elementare è obbligatoria (Italia 1877, Piemonte 1857). L'IMPERO ASBURGICO DI MARIA TERESA E GIUSEPPE II Maria Teresa d’Austria, per accentrare il potere, potenziò l'apparato militare, le strutture amministrative (catasto) e finanziarie. Dal 1748 impose a tutti i ceti sociali (Chiesa compresa) il pagamento delle imposte facendo in modo che la corona organizzasse l’esazione dei tributi tramite i governatorati. Unificò amministrativamente Boemia e Austria tramite un unico Direttorio. Ai nobili vengono conferite cariche civili e militari. In 15 anni il bilancio dello stato aumentò del 60%. Si afferma una concezione unitaria dello Stato: si istituì un Consiglio di Stato guidato dal primo ministro Kaunitz. Rese pubblica e obbligatoria la scuola elementare, instituì la scuola superiore per funzionari Theresianum e prese, sotto lo stato, l'università di Vienna. Giuseppe Il attuò una politica intransigente, giuseppinismo, che vuole rendere gli ecclesiastici servitori dell’impero. Nel 1781 emana la Patente di tolleranza, autorizza i culti ortodossi e protestanti eliminando discriminazione contro gli ebrei. Questa logica di tolleranza porta ad una lotta contro tutti i territori che i monasteri tenevano bloccati, rivendendoli per creare la piccola proprietà privata. Abolì la servitù della gleba e le corvées. Promulgò un unico Codice civile penale le pene uguali per ogni cittadino senza distinzione di ceto, tortura ridotta e poco utilizzo della pena di morte. Molti nobili si ribellarono, compreso il clero, e boicottarono le riforme. LA RUSSIA DI CATERINA Il Dalla seconda metà ‘700 la Russia si apre alla cultura europea, come aveva già iniziato Pietro il Grande. Si afferma una certa liberà di espressione e movimento. Caterina confiscò le proprietà della Chiesa ortodossa per risanare le casse dello stato, il clero è stipendiato statale. Chiusura metà conventi russi. Nel 1767 formò una Commissione consultiva, con membri di tutta la società, per redigere un nuovo codice di leggi di stampo illuminista. Il progetto era troppo progressista e venne fermato dai nobili. Negli anni ’70 ci fu una crisi economica e fu organizzata una rivolta dei contadini con a capo Pugaéév (il quale promise libertà e terre per tutti), Caterina è costretta a mandare un esercito a favore della nobiltà (Carta della nobiltà). Guerra russo-turca nella prima metà degli anni 70 per l'accesso nel mar Nero e nel 1783 annessione della Crimea, spartizione della Polonia. PIEMONTE DI VITTORIO AMEDEO Il E CARLO EMMANUELE III Amedeo II fa lotta contro privilegio dei nobili e del clero, riducendone le immunità feudali. Rafforza potere centrale con gli intendenti. Grazie alla politica mercantilistica si sviluppano settore cotoniero e laniero. Carlo Emmanuele III nel 1771 abolisce la feudalità. Diffusione dell'istruzione. IL REGNO DI NAPOLI CON CARLO Ill DI BORBONE Rinnovamento dal 1734 con il ministro Tanucci, lotta contro i baroni e avvio dei catasti. Grande vita intellettuale: Galiani, Genovesi, Galanti e Filangeri. Molta attenzione ai ceti produttivi e province, continua lotta contro la chiesa. Una certa liberalizzazione economica e l’istituzione della “Cassa sacra” in Calabria dopo il terremoto del 1783.
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