Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

L'avanguardia e il rifiuto della tradizione culturale, Appunti di Italiano

L'origine del termine 'avanguardia' e il suo utilizzo in ambito artistico e letterario nel primo Novecento. Si analizzano le caratteristiche dei movimenti futuristi, dadaisti e surrealisti, che si pongono come obiettivo la rottura con la tradizione culturale del passato e il rifiuto del mercato culturale. Si approfondiscono i programmi e i manifesti di questi gruppi, che si costituiscono in modo militante e ideologico, proponendo un rinnovamento totale della società.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 04/07/2022

sofia-meazza
sofia-meazza 🇮🇹

3.7

(3)

42 documenti

1 / 6

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica L'avanguardia e il rifiuto della tradizione culturale e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! La stagione delle avanguardie il rifiuto della tradizione e del "mercato culturale" Il termine "avanguardia" appartiene al vocabolario militare e indica, come è noto, la pattuglia di soldati che va in avanscoperta, precedendo il grosso delle truppe e affrontando cosi i maggiori pericoli. Usata nell'Oitocento in senso politico, a indicare i gruppi che si ponevano a capo di movimenti rivoluzionari, la nozione si estende nel primo Novecento a designare anche alcune tendenze letterarie e artistiche. Per la prima volta viene impiegato, agli inizi del secolo scorso, a proposito di movimenti - il Futurismo, il Dadaismo, il Surrealismo ecc, - oggi detti "avanguardie storiche", per distinguerli dalle neoavanguardie storiche. Questi gruppi si propongono in primo luogo compiti di rottura, rifiutando radicalmente non solo la tradizione culturale del passato, ma gli stessi canali della comunicazione artistica corrente, che rendevano le opere facilmente apprezzabili da un ampio pubblico. È una rivolta che vuole colpire al cuore le ideologie dominanti, a partire dalle forme artistiche che ne sono l'espressione e che vengono coinvolte in un comune giudizio di condanna. L’intenzione è in ultima analisi politica e mira a un rinnovamento totale della società, tanto è vero che uno dei tanti manifesti futuristi - firmato da Giacomo Balla e Fortunato Depero - si proporrà addirittura come obiettivo una Ricostruzione futurista dell'universo. Ricostruire vuol dire rifondare, ma per rifondare bisogna distruggere, azzerando tutto ciò che lega il presente al passato e anticipando, per così dire, le attese del "futuro". Lo scrittore d'avanguardia contesta l'intero sistema del "mercato culturale", accusato di aver trasformato il prodotto artistico in merce, che, per essere venduta, si basa su stereotipi e luoghi comuni, lusingando la pigrizia intellettuale del grosso pubblico. Al contrario l'opera, che rifiuta l'idea stessa di un successo facile e immediato, deve abbandonare i canoni estetici tradizionali e risultare di difficile comprensione, se non "illeggibile", urtando le abitudini mentali dei fruitori e proponendosi con un intento dichiaratamente provocatorio: sono rimaste famose, ad esempio, le "serate futuriste", che si concludevano spesso con scontri anche fisici fra gli autori d'avanguardia e il pubblico. Gruppi e programmi L'avanguardia presenta in questo senso un evidente carattere militante, attribuendosi un ruolo forte di intervento anche ideologico e politico, oltre a proporre un profondo rinnovamento delle forme dell'arte che, come si è detto, interagiscono strettamente tra di loro, basandosi su principi comuni di poetica. Da questa volontà di rottura nasce anche l'esigenza di costituirsi in gruppi, alla ricerca di una maggiore forza d'urto, che consente di svolgere un'azione più efficace; di qui anche la necessità di formulare dei programmi (numerosi i "manifesti" futuristi, che riguardano anche i più diversi aspetti del costume sociale, come la moda, la cucina ecc.), per chiarire le ragioni di scelte che potevano apparire incomprensibili, data la sperimentazione di linguaggi arditi e sconcertanti, mai usati prima, tali comunque da sconvolgere ogni abitudine in precedenza acquisita. Si spiega così lo stretto legame tra i principi teorici e la realizzazione delle opere, che ne costituiscono la concreta esemplificazione. Nata in Italia, anche se ufficialmente fondata a Parigi, la prima delle avanguardie storiche, il Futurismo, si diffuse ben presto in Europa e nel mondo, aprendo la strada alle avanguardie successive. I futuristi Azione, velocità e antiromanticismo Nel Manifesto del Futurismo, pubblicato sul quotidiano parigino "Le Figaro" il 20 febbraio 1909, Filippo Tommaso Marinetti formula il suo programma di rivolta contro la cultara del passato e tutti gli istituti del sapere tradizionale («Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie»), proponendo un azzeramento su cui elevare una concezione della vita integralmente rinnovata. I valori su cui intende fondarsi la visione del mondo futurista sono quelli della velocità, del dinamismo, dello sfrenato attivismo, considerati come distintivi della moderna realtà industriale, che ha il suo emblema nel mito della macchina. Il culto dell'azione violenta ed esasperata respinge ogni forma esistente di organizzazione politica e sindacale, così come rifiuta il parlamentarismo, il socialismo e il femminismo, nel nome di un individualismo assoluto e gratuito, in cui non è difficile notare una nuova incarnazione del mito del superuomo: «Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno». Di qui l'adesione all'ideologia nazionalista e militarista, che celebra la guerra come «sola igiene del mondo». Anche l'uomo, il cui significato si risolve interamente nell'azione, finisce per ridursi a un essere meccanico e dinamico (L'Uomo moltiplicato e il Regno della Macchina è il titolo di un manifesto del 1910). Disinteressandosi del tutto della dimensione psicologica, i futuristi disprezzano i comuni atteggiamenti spirituali e sentimentali nei confronti della donna e dell'amore (si legga il manifesto Contro l'amore e il parlamentarismo, che sposta poi il discorso sul piano politico). Di qui la polemica si estende alla sensibilità romantica e decadente, come risulta dai manifesti Uccidiamo il Chiaro di Luna! (1909) e Contro Venezia passatista (1910). A essere rifiutata, di conseguenza, è anche la letteratura che si basava su questi valori e che viene considerata come espressione di una civiltà oramai superata: dalla più antica tradizione critica, tramandata dall'insegnamento (si vedano i manifesti La «Divina commedia» è un verminaio di glossatori e Contro i professori, entrambi del 1910), fino alle tendenze più recenti, alle quali lo stesso Marinetti aveva in precedenza aderito. Nello scritto Guerra sola igiene del mondo, già ricordato, si legge ad esempio: «Noi abbiamo sacrificato tutto al trionfo di questa concezione futurista della vita. Tanto che oggi odiamo, dopo averli immensamente amati, i nostri gloriosi padri intellettuali: i grandi genì simbolisti Edgar Poe, Baudelaire, Mallarmé e Verlaine». Solo la «velocità», considerata alla stregua di un nuovo dio, può contemperare in sé tutti i valori, spirituali e morali, dell'uomo, come riportato in un manifesto del 1916, La nuova religione-morale della velocità. Manifesto tecnico della letteratura futurista Marinetti 1912 - Sorta di cornice, Marinetti si trova in aeroplano e glielo detta l'elica dell'aereo (emblema di modernità) Principi del paroliberismo o parole in libertà 1. Bisogna distruggere la sintassi disponendo sostantivi a caso 2. Verbi all'infinito poiché si adatti al sostantivo, non all'io dello scrittore. Esprime azione pura senza legarlo alla soggettività e alla psicologia dello scrittore. 3. Abolire l'aggettivo perché il sostantivo conservi al sua struttura, l'aggettivo introduce una sfumatura che è in contrasto con la velocità 4. Abolire l'avverbio 5. Ogni sostantivo deve avere il suo doppio, le parole sono liberante associate per analogia, accostamento libero di parole e termini. Sopprimere il come, quale, cosi. 6. Abolire la punteggiatura e sostituirla con i segni proprio della matematica (+,-,X) e questo avrà una scia suggestiva perché Ungaretti sarà debitore di questo aspetto ai futuristi. Per non parlare dei segni della matematica nei nostri messaggi. Senza soste di virgole e punti perché creano soste e impediscono il movimento. 8. Non ci sono categorie di immagini nobili o volgari eccentriche o naturali, tutta la modernità senza censura entra nelle pagine dei futuristi. No gerarchia di valori 11. Abolire nella letteratura l'io, tutta la psicologia e sostituirlo con la materia. Come se dicessero basta psicologismo, non c interessa quanto soffre il poeta, facciamo parlare la materia, la realtà e ai poeti sofferenti sostituiamo la luce elettrica, non più chiaro di luna, metafisica. Bisogna introdurre tre elementi: rumore, peso e odore elle cose. I procedimenti tecnici Dopo aver indicato, nel testo precedente, la portata ideologica della sua operazione, Marinetti enuncia qui - da un punto di vista operativo e appunto «tecnico» - i procedimenti su cui intende basarsi la nuova letteratura futurista. Il «grado zero", dal quale partire, ha come presupposto la distruzione della sintassi, intesa come impalcatura o impianto concettuale, che rende possibile, attraverso l'articolazione logica del pensiero, la trasmissione e la ricezione della stessa comunicazione letteraria. Di qui la necessità di avanzare delle proposte alternative e sostitutive. L'uso del verbo all'infinito, sottraendo all'azione la sua specifica e circoscritta connotazione (della persona che la compie e del tempo in cui si svolge), accentua la dimensione di una durata che non ha un inizio e una fine. L'eliminazione dell'aggettivo e dell'avverbio, con la sola indicazione del sostantivo quale referente dell'oggetto, esalta la consistenza materiale delle cose, accentuando le componenti meccaniche dell'esistenza. Anche i segni matematici proposti come sostitutivi dell'interpunzione insistono sull'elemento fisico e quantitativo, che tuttavia, attraverso la trama delle relazioni analogiche, assume una connotazione fortemente dinamica, in quanto simula il movimento, la velocità, la simultaneità. Il discorso tende progressivamente a radicalizzarsi: dall'analogia si passa a una «gradazione di analogie sempre più vaste»; la definizione dell'analogia come "sostantivo-doppio" è resa ancora più sintetica dalla scomparsa del primo termine di riferimento, che lascia sussistere una sola «parola essenziale»; dalla distruzione della sintassi si giunge a teorizzare le «parole in libertà», che rendono possibile il trionfo dell'«immaginazione senza fili». All'ordine dell'arte tradizionale si contrappone un massimo di disordine, fino alla proclamazione di una vera e propria estetica del «brutto». All'«intelligenza», infine, viene sostituita la «divina intuizione», per aprire nuovi spazi alle possibilità della conoscenza. Il "peso" della materia Marinetti intende dare voce e consistenza non alla psicologia dell'uomo, bensì alla realta della materia, nelle sue risonanze profonde: di qui il tentativo di riprodurre il «rumore», il «peso», I' «odore», inserendoli in un procedimento sinestetico, dal momento che le sensazioni, per il loro movimento e la loro mutevolezza, tendono a confondersi, a compenetrarsi, a trasformarsi le une nelle altre (tenendo conto che l'analogia e la sinestesia marinettiane non si propongono di sfumare la realtà in senso simbolico-esistenziale, ma di renderne dinamicamente, per via di sintesi fulminee, la concreta sostanza). Bombardamento Marinetti descrive «il bombardamento ad opera dei Bulgari della città turca di Adrianopoli, a cui assisté durante la guerra tra queste due nazioni, nel 1912» (Guglielminetti). Il passo costitui il cavallo di battaglia di Marinetti declamatore» (De Maria). Gli aspetti grafici Il brano si propone di tradurre quell'«ossessione della materia» di cui Marinetti aveva parlato nel Manifesto tecnico della letteratura futurista. Gli effetti del bombardamento sono resi soprattutto attraverso significanti onomatopeici, che, evidenziati rispetto al testo della composizione dal carattere in neretto, si propongono di ricreare, in modo sensibile, il suono dei rumori assordanti e dei boati. Tra parentesi, in maiuscoletto, sono contenute delle specie di didascalie, che forniscono indicazioni sulla velocità delle azioni e sui tempi di leltura, quasi si trattasse di uno spartito musicale. (si veda anche il riferimento all'«orchestra»); analoga è la funzione degli spazi bianchi tra le parole, che corrispondono alle pause e ai silenzi. Un altro elemento posto graficamente in rilievo, il termine «vampe», scritto in corsivo piccolo e dislocato su linee verticali diverse, allude verosimilmente alle immagini dei bagliori e dei fuochi che i colpi delle artiglierie accendono qua e là. Le onomatopee in corpo tondo minore si riferiscono ai rumori della natura, schiacciati e sommersi dal frastuono assordante. Gli aspetti linguistici Per quanto riguarda le parole scritte in caratteri normali, si possono notare alcune delle caratteristiche che Marinetti aveva teorizzato nel suo Manifesto: l'uso del verbo all'infinito, che suggerisce l'idea della continuità e della durata; la presenza di termini con forte rilievo segnico e valenza onomatopeica, accentuata dalla moltiplicazione di vocali e consonanti (ad esempio, «sbatacecechiare come piatti d'ottone»), che amplificano la forza e la durata dei suoni. Si veda anche il cumulo degli avverbi di luogo («su giù là là intorno in alto»), che accentuano il senso del movimento spaziale. Lo sforzo è quello di rendere il dinamismo della materia e la simultaneità delle sensazioni, trasferendole sul piano acustico e visivo, in cui i vari elementi tendono a mescolarsi e a compenetrarsi.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved