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riassunto del libro "Da spazio nasce spazio" di L. Crespi, Appunti di Design

riassunto completo del libro di L. Crespi - Da spazio nasce spazio: l'interior design nella trasformazione degli ambienti contemporanei

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 12/02/2021

GiuliaGallani
GiuliaGallani 🇮🇹

4.8

(26)

54 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica riassunto del libro "Da spazio nasce spazio" di L. Crespi e più Appunti in PDF di Design solo su Docsity! DA SPAZIO NASCE SPAZIO 14. naturalismo surrealista: Franco Albini Architetto e interior designer, ha posto le basi teoriche su cui il design italiano si è sviluppato come una cultura autonoma, indipendente, anarchica rispetto all’architettura, ma parte integrante di questa. - Stanza per un uomo - 1936 Mostra dell’abitazione alla VI Triennale di Milano: ambiente unico di 20 mq dove vengono ricavati spazi destinati al sonno, allo studio, alla lettura e alla ginnastica; impianto modulare, uso di un tubolare quadrato per racchiudere gli spazi. raffinatezza concettuale: anziché progettare una stanza per un uomo, disegna una stanza in cui vi sono si funzioni proprie dell’abitare ma ha forme di matrice surrealista (qualcosa che potrebbe essere ma che in realtà non vediamo. - Stanza di soggiorno per una villa - 1940 VII Triennale di Milano: crea un’atmosfera di naturalismo scherzoso e surreale, usa elementi già utilizzati nelle precedenti sperimentazioni, un catalogo personale, e li espone in uno scenario diverso -> elementi di una spiritualità interiore mettendoli in scena nella razionalità dello spazio domestico; rigore razionale e sorpresa dell’impensato, del non senso che solo l’intelligenza riesce a gestire con misura; bellezza inedita, assurda, al limite del concepibile, che vuole frantumare le nostre certezze. Si rifà a Magritte il quale sosteneva che il surrealismo non nega la realtà ma la trasfigura, sconcerta, inquieta; bellezza inedita, assurda, al limite del concepibile, che vuole frantumare le nostre certezze. Stessa atmosfera di Satie (compositore e pianista) che usa una scrittura libera e senza divisioni di battute; al posto di indicazioni convenzionali su come interpretare il brano usa indicazioni originali. La sua interpretazione dell’opera pianistica è profonda, intensa, sensuale, ricca di pathos, oggettiva, studiata, vissuta, visionaria, spirituale, mistica e emozionale -> senso di libertà, vertigine del volo libero, assenza di gravità. 15. luoghi archetipi: Ettore Sottsass interior designer che cerca di risolvere i problemi dell’abitare nella contemporaneità, abitare nel senso lato poiché si abitano anche i luoghi di lavoro e del tempo libero. - variazioni: libro di disegni dove vi sono vari caratteri, ideogrammi, repertorio di segni primari come grafie infantili, concetti archetipi (cerchio, cilindro, linea, punto) -> come le sue architetture, linguaggio metaforico anziché stilistico. Sapeva gestire la visione pop del mondo (occidente) con quella spirituale dell’universo oggettuale (oriente) non come contaminazione ma come capacità di vedere la contemporaneità come un universo contrastante, dove la vitalità umana scioglie i nodi che le ideologie crea -> progetto aperto e multiculturale, sovra storico; costruire intorno e dentro la vita. - architettura virtuale - 1973: quattro pali di due metri e mezzo conficcati nel terreno reggono quattro aste orizzontali delimitando un luogo, appesa alle aste vi è una finestra in compensato e sullo sfondo si apre un paesaggio -> necessità di stabilire una relazione fisica con il cosmo, tra uomo e ambiente. - disegno di una porta per entrare nell’ombra - 1973: archetipo dispositivo per consentire il passaggio da uno spazio all’altro entrando nel regno delle ombre. Il suo è un design senza tempo, la sua matrice è la cultura neoplastica europea costituita da un assemblaggio di figure semplici: cilindri, sfere, piani, rette; ricerca di archetipi elementari. Riprende da Fortunato Depero il primitivismo geometrico ed elementare delle forme; il colore, il suono, il movimento, fanno parte del nuovo fantastico e rispondono alle leggi della solidificazione della materia, della luce e degli stati d’animo. 16. silenzi eloquenti: Ludvig Mies van der Rohe arte come contemplazione, introspezione destinata a svelare il mistero del mondo; la sua arte non è semplice poiché il semplice è immediatezza ma lì si conclude, le sue opere non si esauriscono nel tempo, anzi assumono sempre più valore. tema della trasparenza -> condizione che si avvicina a certe forme di silenzio, che proietta l’opera verso altre dimensioni della realtà, sorta di sospensione del tempo. - padiglione tedesco di Barcellona: superficie dissolta sia nella funzione di generatrice del volume che in quella di proiezione degli ambienti interni, accostamento di piani e pilastri cruciformi di metallo, non vi sono volumi ma solo piani, vuoto architettonico -> si punta sullo spazio che fluisce fra le pareti, congiungendo gli ambienti e si estende all’aperto. rinuncia alla spettacolarità, deliberata asprezza come mezzo necessario per stabilire una relazione con l’osservatore, il silenzio delle sue opere è capace di condurre a una profondità delle cose del mondo. sperimenta le proprietà traslucide del vetro e della seta creando instabilità: aperto contro chiuso, innovativo contro classico; il pilastro è senza capitello né basamento come astrazione, le travi costituiscono un sostegno immateriale, galleggiamento del soffitto bianco che riceve luce dal pavimento in travertino. Riprende da Kazimir Malevic una forma di estetica smaterializzata di interazione fra trasparente e traslucido, come nel suo quadro “quadrato bianco su fondo bianco”. - casa Tugendhat, Brno 1930: l’idea di spazio sperimentata a Barcellona viene messa alla prova nel contesto domestico; gamma di colori suprematista, oggetti di arredo dissonanti e articolati, tende in seta grezza nera sul giardino e beige nel giardino a sud, rivestimento delle sedie verde, rosso e bianco, il tutto su un pavimento bianco. Jhon Cage è un musicista che incide 4.33, quello che in realtà sembra silenzio ma in realtà contiene molti suoni accidentali, Mies si rifà a questa idea di invocazione del silenzio, che è l’unica alternativa al rumore. 17. ready-made: Achille e Piergiacomo Castiglioni - Achille Castiglioni Designer, Vienna 1984: creò un allestimento su una cosa che era sua e usa l’ironia: prototipi di sedute posizionate come un tram, apparecchi sanitari posti in una gabbia, poltrone sdraio assemblate in una sorta di grande giostra rotante, tavolini e sedili creano una sequenza di trapezisti in volo -> segue le figure dell’arte circense. razionalismo sarcastico che combinava un’intelligente ironia con momenti di forte ispirazione surrealista, capacità di scoprire l’essenzialità delle cose, la loro forza dissacrante, il senso insieme al non - senso. - colori e forme della casa d’oggi, villa olmo a Como, 1957: mostra dove gli oggetti fanno parte di un repertorio confuso e di grande libertà culturale di vita. operazioni di re - design: ripresa di oggetti già appartenenti al nostro habitat riproposti in forme più contemporanee; tecnica simile a quella di M. Duchamp con i suoi ready - made: ricombinazione e ricollocamento di oggetti comuni in un contesto diverso che li eleva al rango di opere d’arte, tentativo di spostamento del significato stesso dell’oggetto. - Mezzadro e Sella 1957 - Tolo 1962 - Cumano 1977:r ie laboraz ione vecchio tavolino da bistrot, pensato per poter essere appeso alla parete, ha 3 piedi che scorrono permettendone il piegamento. -birreria Splugen Brau, Milano 1960: vera icona del design milanese, a metà strada tra l’officina e il set televisivo. pavimenti e pareti in noce, tavoli in ottone, cuscini verdi, fasce a terra di ardesia, altoparlanti bianchi a tromba, utilizzo della lampada Splugen: allumminio lucidato a pochi cm dai tavoli, dispositivo di saliscendi, forma ondulata per necessità (creare maggior superficie di dispersione del calore e ridurre il surriscaldamento) -> ragione tecnica genera una forma e poi si ritrae, lasciando vivere quella stessa forma in un modo autonomo come se non avesse più bisogno di quel nucleo razionale che l’ha generata. - SLS hotel, nord america: primo hotel di lusso, sdoppiamento della lobby, una parte per gli ospiti e l’altra aperta al pubblico, lascia spazio a nuove forme di socialità. - ramses, Madrid: ristorante di stile a metà tra il barocco e il newyorkese chic. - mademoiselle: sedia per Kartell 21. flexiscape: Erwan e Ronan Bouroullec il loro obiettivo è ottenere elementi divisori degni ambienti non rigidi, in grado di interagire con lo spazio in cui sono inseriti e di farlo facendo ricorso a dei dispositivi che non siano condizionati dalla geometria lineare ma che riescano ad introdurre anche in luoghi artificiali artefatti capaci di alludere al mondo delle forme esistenti in natura. la tecnica che utilizzano è quella dello stampaggio a iniezione, ogni pezzo è uguale all’altro. nel 2003 hanno l’idea dei dispositivi trasparenti, quasi immateriali, discreti, si ipotizza un’influenza dalla cultura giapponese. -lit clos: è una scatola chiusa abbastanza per accogliere un letto e aperta abbastanza per non essere claustrofobica. -disintegrated kitchen: esplosione mentale dell’idea di cucina, rappresentata dai frammenti che la compongono. operano ad una scala che è quella dello spazio ma che utilizza quello di arredo come elemento autonomo in relazione con l’ambiente; inizia la loro ricerca sulla realizzazione di elementi di divisione e strutturazione dello spazio, che lascia l’idea di attrezzature destinate ad avere un ruolo funzionare per esplorare il tema del design indistinto fondato sulla presenza di limiti sensoriali, capaci di definire solo una relazione topologica con lo spazio. - the clouds: in collaborazione con l’azienda danese Kvadrat, sono piasstrelle di tessuto da comporre liberamente nello spazio per rompere l’uniformità degli elementi lo racchiudono come pareti, soffitti e pavimenti -> ricerca sulla casa fluttuante (semplicità e facilità del montaggio dei pezzi, l’utente è chiamato a collaborare, gesti semplici e naturali). - zip rug, 2004: configurazioni variabili, per dimensione e composizione dei colori. -brick, 2000: mattone in polistirene tagliato al laser, facile da assemblare e flessibile per i diversi usi di ripartizione dello spazio. -textile field, Londra 2011: allestimento per il Victoria and Albert Museum, tentativo di rendere informale, vivere liberamente. pedana modulare composta da tanti elementi tessili imbottiti di schiuma sintetica, fissati a una struttura in legno per mezzo di strisce di velcro. -> idea di flexiscape: paesaggio mobile, ecosistema composto da oggetti e ambienti non standardizzati; per vincere l’insofferenza verso i musei visti come luoghi morti lontani dalla vita. - dos palillos, Berlino 2010: ristorante in cui l’obiettivo è mettere in scena il cibo attraverso la celebrazione del rito; l’ambiente si dispone attraverso a un lungo tavolo di legno e alla cucina in acciaio inox a vista, l’atto di cucinare diventa una performance artistica al quale il visitatore assiste e partecipa. - showroom Kvadrat: flexiscape e dispositivi destinati a organizzare lo spazio tramite pareti tessili, leggere, flessibili e flessuose -> tuiles du nord: sistemi per ripartire lo spazio e per rivestire pareti dando loro sensualità’ e calore, infinita gamma di soluzioni rende l’ambiente disponibile al cambiamento e le superfici imprevedibili, dove il colore diventa una componente fondamentale dell’ambiente insieme alla mancanza di punti di riferimento stabili. 22. ambienti disequilibranti: Ugo La Pietra quattro direzione principali nella esperienza culturale italiana del dopoguerra: - indagare la dimensione non figurativa (Archioom, Archigram) - architettura senza città, ritorno autoritario all’architettura - costruire una nuova città abitata da oggetti - attori indipendenti, anarchici, metafore politiche di se stessi (Sottsass) - anima situazionista del movimento, interessata a sperimentare forme di intervento diretto, autocommissionato nella città e portatrici di una vitalità eversiva (Ugo La Pietra) ricerca estetica destinata ad andare oltre, ricerca intorno al valore significante degli oggetti che nella vita quotidiana si rivelano suppellettili indispensabili e insieme fabbriche simboliche -> quoziente di randomicità, di azzardo ; ruolo determinante svolto dal segno. - uno sull’altro, 1968: libreria della ditta Poggi aperta, sistema modulare che danno la possibilità di ottenere infinite configurazioni, sia in verticale che in orizzontale, da entrambe le facce, sia libreria che microarchitettura -> effetto disequilibrante (principio organizzativo definito di precipitazioni capaci di produrre stati di alterazione della forma originaria e di rendere imprevedibile il risultato) - Mila Schon, Roma: showroom, annullato il muro, i piani inclinati destabilizano l’ambiente, entrano in un gioco fatto di ammiccamenti e seduzioni con la luce, dando vita a una scatola magica entro cui la merce può trovare la sua consacrazione. - boutique altre cose, Milano 1968: tipologia ibrida, boutique di giorno e night club, su accedeva attraverso una capsula ascensore che porta in una sala espositiva, grande spazio vuoto al cui soffitto sono appesi trenta contenitori cilindrici in materiale acrilico trasparente contenenti la merce in vendita che scendono all’altezza del cliente azionando un comando. - spazio reale/spazio virtuale, XVI Triennale di Milano 1979: allestimento affidato a tralicci in legno grezzo che si complicano e si semplificano a seconda dei messaggi visivi che devono contenere, è trasparente, si lascia attraversare dallo sguardo e non nasconde la monumentalità dell’architettura. lo spazio assegnato era vuoto, sporco e malconcio e il suo atteggiamento progettuale è stato quello di accettare questa condizione come sfida, cercando di valorizzare la carica suggestiva dello spazio esistente, usato come luogo in cui collocare una serie di fragili attrezzature in grado di delimitare una serie di istallazioni. - casa aperta, Cersaie 1988: istallazione nella quale fa uso del mosaico per ottenere l’allegoria della casa come luogo non separato dallo spazio pubblico. - progetto per le vie di Milano: creazione di elementi di arredo atti a evocare i rituali domestici e a trasferire al luogo pubblico quel carattere di interno; rifatto poi a Cursi utilizzando come materiale la pietra leccese. -> coniugare concettualità e spettacolarità, riuscire a guardare i caratteri del luogo, la cultura sotterranea dei territori, ascoltare e registrale ciò che la gente desidera. - monumento alla balnearità, Cattolica 1990: il designer lascia posto all’artista e a un modo di lavorare sempre per improvvisazioni. 23, Proun: El Lisiskij il suo obiettivo non è rappresentare ma costituire un qualche dato autonomo, i proun sono punti di contatto tra l’arte suprematista e qualche cosa che sconfina nel dispositivo spaziale, tridimensionale, in cui le tensioni delle singole parti sono messe alla prova; grande importanza assunta dal colore che è lo stato di energia più puro della materia. spazio come contenitore non tanto di funzioni quanto di cerimoniali da reinventare. 24. allestire ambienti 1) San Gerolamo, Antonello da Messina: l’ambiente rappresentato è in armonia con la figura del santo, gli oggetti che lo circondano rispecchiano la disposizione del santo allo studio e alla fede. 2) San Gerolamo, Jan Van Eyck: immagine più complessa a segnalare l’inevitabilità dell’irruzione nell’ambiente di nuovi oggetti della vita quotidiana (clessidra e astrolabio). 3) Lettera d’amore di Johannes Vermeer: la musica entra nel contesto delle attività domestiche e fa di esso un nuovo compagno amichevole della vita quotidiana, la musica è qui compagna della gioia e alleviatrice dei dolori. 4) Room in New York, Edward Hopper: mentre in Vermeer lo strumento musicale crea armonia tra uomo e donna qui il pianoforte appare come oggetto opaco incapace di rompere il muro che separa la coppia -> condizione umana contemporanea. 5) Opera di Diana Thater: le immagini create artificialmente dai monitor irrompono nello spazio e scorrono su ogni superficie dando vita ad una seconda realtà totalizzante. con l’introduzione di dispositivi impiantistici e di nuove tecnologie nelle case il rapporto con gli oggetti muta, l’introduzione di tutto ciò trasforma la casa in una macchina per l’abitare -> nati per tentare di dare risposta al problema della domanda di case a basso costi, evoluzione dei modi di produzione degli oggetti, filosofia industriale e di produzione seriale, esse sono causa di perdita di valore aggiunto di cui ha bisogno l’oggetto per avere qualità e cultura. l’irruzione nello spazio domestico degli ultracorpi ha cambiato il modo il cui s sta nello spazio trasformando lo spazio domestico in qualcosa di pubblico, creando le condizioni per poter entrare nella sfera più intima e privata delle persone; gli oggetti che eravamo abituati a considerare dipendenti da noi manifestano una tendenza a emanciparsi dalla nostra tutela, bisogna rimette al centro dell’abitare gli aspetti relazionali, ridisegnare i luoghi che abitiamo, rompendo il confine tra pubblico e privato, interno e esterno, stabile e temporaneo, oggetto e architettura. 25. luci e ombre colori e luci sono fondamentali nella definizione di uno spazio; la luce agisce su chi sta in un ambiente attraverso tre sistemi principali: sistema visivo, sistema circadiano (influisce sull’orologio biologico) e sistema percettivo cognitivo (influisce la psiche). Tanizaki prova irritazione nei confronti della luce elettrica e si fa interprete della cultura orientale capace di valorizzare la penombra e la luce mitigata e diretta, estenuata e malinconica, incerta e delicata, che entra e indugia nelle nostre stanze, come l’ultimo bagliore del tramonto. esempi più eloquenti: biblioteca di Viipuri (A.Alto), Kimbell Art Museum (L. Kahn), Prado (R. Moneo), opere di A. Siza; importante è la riqualificazione di villa Forno a Cinisello Balsamo in cui viene utilizzata la luce catturata dall’alto tramite un nuovo lucernario, massimo rispetto dell’impianto originario, solo la luce naturale giocando con le superfici riesce a spiazzarci con le sue vibrazioni. nel quadro la ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer è proprio il riflesso di luce che scaturisce dall’orecchino che accende una debole luce nell’ombra che fa da contrappeso visivo agli occhi e alla luce del viso creando un magnifico equilibrio. 26. interni urbani riforma dello spazio pubblico della citta. per Giandomenico Amendola quella contemporanea è una città scena che macina eventi e consumi culturali e che deve stimolare e legttimare desideri, in cui lo spettacolo diventa il principio organizzatore della vita e dello spazio pubblico, è la città stessa a diventare luogo di consumo; il privato irrompe nel pubblico e questo definisce e imbeve il privato. Saskia Sassen riflette sul tema degli spazi di confine (borderlands): provare a immaginare nuovi luoghi in forma di confine, di progettare le connessioni e le relazioni, costruire punti tra le diverse realtà; il design urbano dovrà riuscire a relazionare località, individui, comunità e flussi globali attraverso la condivisione degli spazi pubblici. per Patrizia Mello quello in corso è un fenomeno di allargamento dell’appropriazione di spazi a proprio uso e consumo tale da costruire un fattore di trasformazione creativa del tessuto urbano e sociale all’interno del
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