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L'edema e le sue caratteristiche, Sintesi del corso di Patologia

Descrizione dell'edema, differenza tra l'essudato e il trasudato. Edema localizzato e diffuso.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 08/03/2020

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Scarica L'edema e le sue caratteristiche e più Sintesi del corso in PDF di Patologia solo su Docsity! EDEMA Per edema s’intende:  Raccolta di un eccesso di liquido nel compartimento interstiziale di un tessuto o di un organo, che in conseguenza della sua presenza, subisce un aumento di volume. Oltre che localizzato in un distretto limitato, l’edema può coinvolgere tutto lo strato sottocutaneo dell’organismo e in questo caso viene definito anasarca. Una particolare terminologia è usata per indicare l’edema di alcune regioni:  Anasarca = raccolta di liquido in tutto il sottocute  Idrope = raccolta di liquido in una o più cavità celomatiche come peritoneo, pericardio, pleura  Idrotorace = raccolta di liquido nella cavità pleurica  Idropericardio = raccolta di liquido nel pericardio  Idrarto = raccolta di liquido nelle articolazioni  Idrocefalo = raccolta di liquido nel ventricoli encefalici  Idrocele = raccolta di liquido nella vaginale del testicolo  Ascite = raccolta di liquido nella cavità peritoneale Sotto l’aspetto eziopatogenetico si distinguono 2 tipi di edema:  Edema infiammatorio = che si forma nel corso di una infiammazione, a causa dell’alterazione della permeabilità dei vasi capillari. In questo caso il liquido è definito essudato.  Edema non infiammatorio = che si forma, invece, a causa di variazioni della pressione idrostatica o della pressione colloidoosmotica, in assenza di una concomitante reazione flogistica. In questo caso il liquido si chiama trasudato. I due liquidi sono costituiti da:  Parte liquida = derivata dal plasma sanguigno  Parte cellulare ma presentano delle caratteristiche diverse: Caratteristiche Trasudato Essudato Aspetto Limpido Torbido pH Alcalino Acida Contenuto in proteine < 2,5/100 ml 3-4g/100 ml Mucopolisaccaridi acidi Assenti Presenti Componente cellulare Scarsa e costituita da:  Monociti  Linfociti Abbondante e varia a seconda degli agenti eziologici e dalla gravità del processo infiammatorio. 1 L’interscambio dei fluidi tra sangue e tessuti avviene fisiologicamente in corrispondenza del microcircolo, cioè della rete terminale del letto circolatorio, la dove le arteriole terminali si sfioccano nei capillari, la cui parete è costituita soltanto da cellule endoteliali, da cui originano le venule, ed è regolato da un meccanismo che prende il nome del fisiologo Starling, che per primo lo descrisse. L’eccessiva fuoriuscita di liquido dal compartimento vascolare in quello interstiziale, che determina la formazione di trasudato, si verifica per una delle seguenti cause:  Ostacolo al flusso venoso = per aumento della pressione idrostatica nei capillari o nelle venule  Ostacolo al drenaggio = del liquido interstiziale da parte dei saccuioli linfatici per ostruzione o danneggiamento dei vasi linfatici  Riduzione della pressione colloidoosmotica plasmatica = che fa prevalere lungo tutto il letto capillare la pressione idrostatica, con incremento della filtrazione e riduzione del riassorbimento  Aumento della pressione colloidoosmotica del liquido interstiziale = che causa richiamo di acqua dal lume dei capillari. Il meccanismo di Starling In condizioni fisiologiche, la parete endoteliale dei capillari funge da membrana semipermeabile tra il sangue e il liquido interstiziale consentendo soltanto il passaggio dell’acqua e di alcune piccole molecole diffusibili ed impedendo quello delle proteine plasmatiche come albumina, glubuline, fibrinogeno. A livello dei capillari agiscono due tipi di pressioni:  La pressione colloidoosmotica, esercitata dalle proteine plasmatiche, trattiene l’acqua all’interno dei vasi  La pressione idrostatica, che si riflette tangenzialmente sulle pareti, tende a farla fuoriuscire. La formazione del liquido interstiziale è dovuta al passaggio dell’acqua causato dalla prevalente pressione idrostatica vigente nel lume dei capillari (che spinge il liquido contro le pareti), mentre il rientro di essa all’interno del lume capillare è dovuto al richiamo causato dalla pressione colloidoosmotica esercitata dalle proteine che sono presenti nel plasma in quantità maggiore che nel liquido interstiziale. La fuoriuscita del liquido dai capillari avviene nella parte iniziale dei capillari, cioè la dove essi si sfioccano dalle arteriole, perché in questa porzione la pressione idrostatica prevale su quella colloidoosmotica, mentre il rientro occorre nella parte terminale, cioè la dove essi si continuano con le venule, perché in questa porzione la pressione colloidoosmotica prevale su quella idrostatica. La piccola quantità in eccesso di liquido che fuoriesce dai vasi in condizioni fisiologiche è drenata dai saccuoli linfatici ed immessa nei vasi linfatici, attraverso i quali rientra nel sistema circolatorio. 2
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