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L'educazione nel 1900 e la pedagogia di John Dewey, Dispense di Pedagogia

L'educazione e la nuova immagine del bambino del 1900; L'attivismo pedagogico di John Dewey; l'importanza dell'esperienza attiva e il rapporto individuo-ambiente; il concetto di democrazia.

Tipologia: Dispense

2021/2022

In vendita dal 11/05/2023

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Scarica L'educazione nel 1900 e la pedagogia di John Dewey e più Dispense in PDF di Pedagogia solo su Docsity! L’EDUCAZIONE NEL 1900 In questo periodo ci si chiede se la scuola rispondesse ai cambiamenti avvenuti nella società Una nuova immagine di bambino: 1. Grande fiducia nell’educazione; 2. Attenzione ai bisogni del bambino; 3. Attenzione agli spazi della scuola ( arredi, libri, giochi adatti alle varie età, sesso e bisogni educativi); 4. Non più una scuola di èlite, ma una scuola aperta a tutti e pensata per i bisogni del bambino. Il 900 riprende la concezione dell’infanzia di Rousseau e Pestalozzi: educare a partire dalle risorse e potenzialità del fanciullo; valorizzare la prima età dell’essere umano. Nasce una nuova visione della pedagogia: considerata non più come unico sapere dell’educazione, ma si parla di pedagogia scientifica, integrata con la biologia, la psicologia, la sociologia. Per venire incontro alle esigenze di tutti nasce la psicologia sperimentale e nel 1905 Alfred Binet presentò i primi test d’intelligenza. Lo scopo di questi strumenti era di identificare gli alunni che avevano bisogno di un particolare tipo di aiuto nelle materie scolastiche. Si pone l’accento sui soggetti disabili e sulla loro educabilità: fino a quel momento i soggetti disabili erano ritenuti inadatti alla scolarizzazione. Nel 1900 grazie all’azione di alcuni medici come M. Montessori, Claparede, Decroly vengono attuate nuove modalità didattiche per favorire, per quanto possibile, la crescita intellettuale dei soggetti disabili. Nello specifico, Cleparede rivolse l’attenzione sulla necessità di migliorare la preparazione degli insegnanti; Decroly e Montessori si concentrarono sui cosiddetti «soggetti anormali» e diedero vita ad apposite scuole infantili. Tra il 1800 e il 1900 aumenta anche l’interesse per il mondo giovanile. In questo periodo si registrano cambiamenti a causa del lavoro industriale anche femminile, aumento dei divertimenti ( cinema, spettacoli, attività sportive, periodici diffondono nuovi modelli di riferimento). Dunque la giovinezza viene vista come condizione felice, età della ribellione, dell’incoscienza. Nasce da qui, l’esigenza di dare ai giovani una formazione più adeguata ai tempi moderni. Si diffondono i collegi-convitti, istituzioni scolastiche capaci di impartire una formazione adeguata ai giovani, basati su uno studio severo, ordine e disciplina. Nei convitti si poneva l’interesse per le pratiche ginniche e sportive; per gli studi scientifici e le lingue moderne. qui i ragazzi venivano ospitati tutta la settimana e nei week and tornavano a casa. Questo perché, loro Per trovare soluzioni. Il maestro non insegnerà nessun tipo di teoria, ma dalla pratica si ricaverà la teoria. Dunque alla base del pensiero di Dewey c’è l’esperienza attiva di ogni singolo alunno. Tutto sarà conosciuto tramite l’esperienza. La prima cosa che deve fare il maestro è: • porre un problema all’alunno; • L’alunno deve osservare le variabili e tutto ciò che ha a disposizione per metterle insieme e trovare una soluzione al problema; • A questo punto l’alunno proverà a formulare un’ipotesi di soluzione del problema; • Dovrà sperimentare se effettivamente la sua ipotesi era vera oppure no; • Se l’ipotesi viene verificata con dei dati certi, che si ripetono allora ha trovato una soluzione al problema. Altrimenti dovrà iniziare il procedimento da capo. • Questo procedimento ricorda il cosiddetto «metodo scientifico» utilizzato da tutte le scienze. I ragazzi non vengono lasciati a sé stessi infatti l’insegnante dovrà stabilire dei criteri per valutare le esperienze e distinguere quelle positive e quelle negative. Il ragazzo non lavorerà mai da solo, ma sempre in interazione con l’ambiente circostante. Quindi le due variabili fondamentali saranno l’individuo e l’ambiente. Concetto di democrazia: secondo D. la scuola pone le basi per il futuro uomo. Ciò che l’uomo impara a scuola potrà metterlo in atto in campo lavorativo. Per questo cerca di fare interiorizzare il concetto di democrazia a partire dalla scuola elementare. Per lui c’è uno stretto rapporto tra democrazia e educazione. Perché, Se l’uomo è stato così intelligente da raggiungere degli accordi in forma democratica, è bene che gli alunni la imparino fin dalla scuola come all’interno del lavoro di gruppo; ognuno avrà un suo compito da svolgere e avrà dei doveri e diritti all’interno del gruppo stesso. Dovere sarà quello di portare avanti il proprio compito, il diritto sarà quello di far parte di un gruppo per poi tutti insieme arrivare all’obiettivo comune. Quindi attraverso l’esperienza introduce il concetto di democrazia che poi i ragazzi potranno spendere nel mondo del lavoro.
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