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L'educazione interculturale nella scuola, Dispense di Pedagogia

riassunto di pedagogia interculturale

Tipologia: Dispense

2018/2019

Caricato il 06/01/2019

giorgia.desantis.165
giorgia.desantis.165 🇮🇹

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Scarica L'educazione interculturale nella scuola e più Dispense in PDF di Pedagogia solo su Docsity! L’educazione interculturale nella scuola A che serve l’educazione interculturale? Un caso per iniziare L’educazione interculturale non prevede grandi margini di delega : richiede a chi insegna e a chi educa un’autentica volontà di capire e una reale disponibilità ad adeguarsi al nuovo. Il lavoro di attenzione, riconoscimento, valorizzazione delle esperimenti precedenti al trasferimento non toglie tempo hai programmi che ne risentono solo positivamente. Verso una comprensione dialogica Sergio Moravia ha prospettato un concetto di cultura che sappia modificarsi rispetto all’identità che noi siamo : partendo dal presupposto che la cultura è fatta di un’ identità in cammino, propone di sostituire al concetto di monoidentità quello di poliidentità. L’io è sempre uno m aperto all’assunzione di maschere diverse e sempre avvincenti. A chi svolge professioni educative compete il compito di chiedersi attraverso quali veicoli potrebbero avvenire cambiamenti di questa portata nelle convinzioni etiche e sociali e negli atteggiamenti quotidiani delle persone, degli studenti, degli educandi : per esempio i generi letterari descrittivi, i film, l’etnografia. Le opere narrative possiedono la caratteristica di far conoscere in modo dettagliato le diverse forme di sofferenza patite da persone a cui prima non avevamo prestato attenzione. L’esperienza della lettura in classe o individuale ci aiuta a considerare gli stranieri come ‘dei nostri’ e non ‘dei loro’. L’identità dialogica è capace di prendere le distanze e gli insegnanti possono aiutare a comprendere la pluralità dell’identità di ciascuno. La solidarietà non là si scopre soltanto con la riflessione, là si crea diventando più sensibili alla sofferenza e all’umiliazione subite da altre persone sconosciute. La pedagogica dialogica è la pedagogia di apertura verso l’altro, verso la diversità. In classe si possono affrontare argomenti complessi come lo shock culturale, la perdita dell’identità, il valore della diversità , l’essere stranieri agli altri e a se stessi. Magris proponeva l’idea del pluralismo culturale. Due individui d classi sociali diverse, perfettamente consapevoli di non avere niente in comune riescono a comunicare solo grazie al fatto che parlano un linguaggio comprensibile ad entrambi. Due individui che si vedono reciprocamente strani si formano sulla teoria del comportamento dell’altro, il linguaggio è quindi parte del comportamento umano che serve per entrare in relazione con l’ambiente in quanto pensiamo usando il linguaggio. La comunicazione riesce ad avvenire perché c’è previsione su ciò che verrà fatto o detto in certe circostanze → teoria occasionale. Se la comunicazione è diffic ile tra due persone, quindi, non è tanto un problema linguistico quando la difficoltà di prevedere i rispettivi comportamenti. Quello che interessa a noi educatori è costruirci una fenomenologia di situazioni della diversità dalle quali attingere quando nella pratica giornaliera ce le troviamo di fronte. La comprensione dialogica consiste in un interessamento attento ed emotivo verso l’altro è può farci sentire meno impreparati. Per una cittadinanza interculturale In Italia negli ultimi anni c’è stata una forte crescita demografica delle minoranze etniche, questo cambiamento democratico fa aumentare la necessità di inserire le nuove culture nel contesto affettivo e cognitivo scolastico. Una simile complessità passa attraverso fattori di tre tipi : • personali-relazionali : in qualunque rapporto educativo si possono individuare alcuni elementi relazionali che si riferiscono a tratti individuali degli educandi. All’interno della personalità degli allievi troviamo tre tipi di componenti interdipendenti tra loro : emozionale, cognitiva, strumentale che hanno come conseguenza una maggiore o minore attitudine individuale a mettersi in gioco e a entrare in relazione. Secondo Gardner un atteggiamento creativo può aiutare nelle varie attività di un ambiente scolastico pluriculturale favorendo momenti importanti di iterazione tra gli allievi e l maestre. I fatti personali sono determinanti nella creazione di momenti per il racconto e per l’ascolto. • di ruolo : riguarda la sfera della professionalità dell’insegnante. Le osservazioni condotte in classe rilevano che l’educazione interculturale è più o meno un settore nuovo. Tipologie di docenti : • Multiculturaismo benevolo ingenuo (Gibson) / Educazione multiculturale limitata (Pratte) → convenzione dei docenti per cui chi viene da lontano debba adattarsi alla cultura e apprenderla rapidamente. • Docenti che non si pongono il problema della diversità - Educazione multiculturale come pluralismo culturale (Gibson) / Educazione multiculturale ampliata (Pratte ) → scelte didattiche orientate a far di che le differenze non si appiattiscano e che sia data la possiblità di mantenere le proprie radici. • Educazione multiculturale come ciò che appartiene a culture differenti (Gibson) / educazione multiculturale ampliata è modificata (Pratte) → conoscenza reciproca delle diverse culture, promuove una conoscenza incrociata. • Educazione biculturale (Gibson) → viene insegnato a studenti delle due culture a operare con successo in entrambe. Tre teorie tra i rapporti sociali tre i gruppi all’interno delle società complesse : • confromità dominante : assimilazionista, tende a omologare le culture minoritarie. • amalgama sociale : prevede che si crei una nuova cultura come sintesi di quelle presenti • pluralismo modificato : cambiamento di ciascuna cultura rispetto a come era prima, secondo questo principio le culture si influenzerebbero. Gli esiti delle attività didattiche di tipo interculturale rivolte agli insegnanti possono essere di tre tipi : • stile induttivo : quando l’insegnante si muove per tentativi ed errori con un atteggiamento esplorativo. • stile accuditivo : quando gli insegnati proteggono e rassicurano il bambino straniero per farlo sentire a casa • stile interattivo : quello dei docenti che esplorano, si interrogano, riconoscono la differenza e la valorizzano. Gli strumenti utili ad una pedagogica interculturale possono essere : - lettur a e dialogo • Scambio di memorie • Lavoro di interpretazione e comprensione degli altri → atteggiamento ermeneutico • Prestazionale → varie integrazioni condotte da un esperto straniero, può rappresentare per gli allievi una strada interculturale per scoprire le proprie aree di forza e i propri interessi. Tratti comuni nelle metodologie interculturali 1. Volontà di valorizzare la fisicità dell’altro 2. Necessità di mettere in comune forme della propria cultura attraverso varie forme narrative, aiuta a esercitare la funzione di se narratore. 3. Tentativo di capovolgere il peso didattico : può essere positivo perché i bambini non avendo valutazioni riguardo il prodotto ma solo riguardo a partecipazione e interesse si sentono più liberi, ma può essere un rischio perché proprio per questo motivo possono associare interculturale = disimpegno. Comportamenti quotidiani nella convivenza in classe di cui deve tener conto uno sguardo pedagogico interculturale : a. escludere l’idea dell’assimilazione forzata. Una forma di assimilazione ci sarà ma dovrà essere un processo spontaneo on tempi e modalità proprie per ciascuno . b. Essere attenti a scoraggiare il fenomeno dell’isolamento tra gruppi etnici uguali c) Favorire gli scambi. Diversità e uguaglianza p.125 Alcune tematiche che è utile tener presente quando ci si interroga sull’ apprendimento in contesti interculturali : • i simboli : strutture fortemente mediatrici per culture, linguaggi, sguardi, posture, disagi. • La costruzione dell’identità, legata ai simboli, è un luogo dove le differenze, le ambiguità, le possibilità, i disagi possono e devono convivere. • La memoria che ci permette di collocarci in un tempo e in un luogo, è la base della conoscenza e dell’identità personale e di gruppo. A scuola occorre sperimentare occasioni in cui i bambini possano ricercare nella storia personale i simboli e le strutture, le immagini del gruppo a cui appartengono. La progettazione di situazioni positive per l’apprendimento in contesti interculturali deve avere alcuni obiettivi : • insegnare le strade di un’integrazione senza giudicare • Favorire la costruzione di identità non deboli ma flessibili • Lavorare per estirpare pregiudizi, paure del diverso. • Tentare di superare il progetto di un’integrazione forzata per i bambini appena arrivati • Proporre giochi di ruolo • Organizzare l’educazione dei bambini che sappia modificarsi rispetto all’identità, che sappia evitare l’irrigidimento, arricchirsi. Cittadinanza e costituzione p.139 La realtà multiculturale delle classi e delle scuole esprime necessariamente l’esigenza della dimensione sociale dell’esistere educativo. Due passi utili da compiere affinché risulti visibile l’impegno nell’insegnamento come garanzia primaria per la tutela dei diritti di tutti : 1° nelle classi multietniche l’insegnante dovrebbe cercare di distruggere i preconcetti per poter costruire punti di vista nuovi a partire da sè, dovrebbe cercare di dare senso a ciò che accade in classe ponendosi degli interrogativi sul proprio modo di comunicare con gli allevi. 2° fare epochè, trovare il senso del mondo a partire da se stessi. In qualunque attività di educazione interculturale è implicito il senso dell’educazione alla cittadinanza, è insito un aspetto sociale e politico con obbiettivo l’uguaglianza delle possibilità. Le classi multietniche impongono ai docenti di acquisire anche la consapevolezza di una nuova emancipazione personale, di nuovo un senso di responsabilità che consiste nel voler garantire il successo scolastico a tutti gli allievi, indipendentemente dalla provenienza. Si tratta di riuscire a far proprio un atteggiamento di flessibilità autorevole e di sviluppare in se stessi la capacità di utilizzare bene tutte le risorse esterne possibili : i mediatori linguistico-interculturali, i centri territoriali, le risorse culturali e interculturali all’interno del territorio. È comprensibile che i docenti spesso vivano la loro professione con un forte senso di inadeguatezza perché la gestione delle classi è complessa : vi sono problemi di apprendimento a diversi livelli, difficoltà comportamentali, disagi legati a disabilità. Se osserviamo nel suo insieme la normativa 2005/2009 si nota una attenzione costante a spingere gli insegnati e gli alunni fuori o dal guscio, a promuovere lo sviluppo della cooperazione tra scuole parallele di paesi diversi. Là CM 24/06 approfondisce e riesamina tutta la tematica dell’integrazione. Dagli aspetti numerici alle formule dell’accoglienza, dall’insegnamento dell’italiano alle varie tipologie di mediatori linguistici e culturali. Gli insegnati devono averla presente ! In base alla normativa della scuola italiana le programmazioni possono subire aggiustamenti in riferimento ad alunni neo arrivati. Possono essere omesse alcune discipline che utilizzano molto la comunicazione verbale e sostituire con l’insegnamento di italiano L2. Il piano personale di studio, inoltre, può prevedere integrazioni inserendo contenuti, saperi, abilità, già acquisiti nella loro lingua. P.156 Percorsi didattici per l’intercultura Un esempio di procedura d’intervento che utilizza varie strategie e metodologie che possono essere avviate e attuate per far fronte alle difficoltà soprattutto iniziali legate all’accoglienza e all’integrazione nelle scuole MEDIE : 1. Nomina di un docente referente che si prenda a carico le tematiche interculturali 2. Richiedere a tutti i docenti di rendersi disponibili per approfondire alcune materie durante le ore pomeridiane 3. Cercare e trovare la collaborazione di gruppi associativi locali presenti spesso sul territorio che dispongono di mediatori culturali 4. Prevedere un tutoraggio tra pari, gli studenti neo arrivati in Italia devono essere affiancati da un tutor universitario 5. Studio individuale 1 a 1 con il tutor 6. Laboratori linguistici e di sviluppo di competenze, studio pomeridiano 7. Laboratori interculturali per creare momenti di socialità tra culture, valorizzare la cultura portare cose tipiche (danze, cibi, abiti) 8. Organizzare una festa interculturale 9. Corsi di formazione per docenti 10. Intervento di uno psicologo che possa svolgere colloqui con la famiglia, risolvere disagi di integrazione e prevenire atteggiamenti di discriminazione Controllare scheda pag. 172 L’educazione inclusiva interculturale : ultime indicazioni normative A seguito di qualsiasi episodio di razzismo troviamo due aspetti educativi possibili : • Rafforzamento dell’autostima : i protagonisti dopo aver superato l’accaduto diventano più forti e più sicuri di prima • Ruolo dei genitori nei rapporti scuola/famiglia : spesso i genitori non possiedono p gli strumenti necessari per interagire con la burocrazia scolastica e poter rivendicare i diritti dei propri figli, è importa mente invece capirne la necessità. Con le ultime normative sull’inclusione, nella scuola italiana è stata rafforzata una posizione non nuova : Gli allievi di origine straniera non sono uno svantaggio ma un arricchimento in quanto ciascuno orata un bagaglio ricco delle proprie esperienze diverse da quelle altrui. Gli insegnanti devono mettere nel calendario delle proprie ore, attività interculturali. Le nuove iniziative BES (2014) non cambiano dalle presenti che puntavano su accoglienza e inclusione, aggiungono solo consapevolezza della vastità nei confronti delle situazioni di multiappartenenza.
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