Scarica L'educazione interculturale nella scuola italiana e più Tesine universitarie in PDF di Antropologia Culturale solo su Docsity! Università per Stranieri “Dante Alighieri” REGGIO CALABRIA Saggio breve in Antropologia culturale L’educazione interculturale nella scuola italiana Antonella Fratusco Anno Accademico 2020/2021 Saggio Breve Pag. 1 Nella società attuale, complici l’aumento del fenomeno delle migrazioni e del progresso dei mezzi di comunicazione e di trasporto, l’incontro tra culture diverse è diventato il tema chiave che crea più tensioni ma che al contempo apre a nuovi orizzonti e opportunità. Questa tematica è ormai entrata a far parte della nostra quotidianità poiché si hanno sempre più occasioni di incontrare persone diverse da noi per cultura, età, genere, lingua, religioni, modi di pensare e di agire e con i quali tutti siamo chiamati a confrontarci, scontrarci ma anche a trovare punti di incontro e a collaborare. Gli attuali processi di globalizzazione e la visione multiculturale della società odierna, interrogano profondamente i sistemi educativi e formativi, parti attive nella formazione dei giovani quali cittadini del mondo. Si è venuta a definire, pertanto, la proposta di un’educazione interculturale che si configura come un progetto educativo trasversale a tutte le altre discipline insegnate nella scuola. L’interculturalità nasce quindi nell’ambito delle cosiddette pedagogie compensative che hanno lo scopo di colmare le lacune di carattere cognitivo e linguistico, rintracciabili nei soggetti stranieri, in modo da favorire la loro integrazione nel contesto sociale di arrivo. L’educazione interculturale si prospetta come mezzo per ricercare punti di incontro che non annullino le differenze ma, anzi, che le esaltino attraverso uno scambio. Non esistono culture pure, chiuse e incomunicabili tra loro; esse da sempre si sono vicendevolmente arricchite dal continuo scambio di parole, idee, tecniche, credenze, simboli ed immaginari. Com’è ben noto, fino agli anni Settanta il nostro era sostanzialmente un Paese di emigrazione e la percentuale di chi cercava fortuna all’estero era assai elevata. È negli anni Ottanta che si iniziò a registrare un numero elevato di bambini non italiani presenti nelle scuole pubbliche ed è così che si inizia a parlare di interazione tra differenze. A distanza di anni, l’incontro con le differenze linguistiche, religiose, somatiche e culturali è diventato non più un fatto sporadico, ma una costante quotidiana; diventa pertanto centrale il ruolo dell’educazione e della formazione per promuovere orizzonti di mediazione e di convivenza democratica. La scuola italiana si è orientata fin da subito a inserire gli alunni stranieri all’interno delle normali classi scolastiche ed evitando la costruzione di luoghi di apprendimento separati. L’educazione interculturale ha fatto la sua comparsa ufficiale nella scuola italiana nel 1990, nello specifico con la circolare ministeriale n. 205 che trattava per la prima volta i temi dell'inserimento degli alunni stranieri nella scuola. In definitiva, l’intercultura nell’ambiente scolastico viene considerata intervento educativo finalizzato non ad accentuare le differenze bensì ad amalgamarle, prediligendo l'integrazione e la fusione tra diverse culture invece di seguire una strada etnocentrica. In sostanza, "la scuola pubblica deve rappresentare il luogo in cui un ordinamento giuridico attento alla diversità e teso a promuovere e tutelare le differenze, recupera un irrinunciabile momento