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L'EDUCAZIONE INTERCULTURALE NELLA SCUOLA , Dispense di Pedagogia

riassunto completo e dettagliato del libro L'EDUCAZIONE INTERCULTURALE NELLA SCUOLA di M. Giusti

Tipologia: Dispense

2015/2016

In vendita dal 27/02/2016

martiinss
martiinss 🇮🇹

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Scarica L'EDUCAZIONE INTERCULTURALE NELLA SCUOLA e più Dispense in PDF di Pedagogia solo su Docsity! 1 RIASSUNTO L'EDUCAZIONE INTERCULTURALE NELLA SCUOLA M. Giusti, ed.2012 PARTE 1 2 CONOSCERE E COMUNICARE Accoglienza e comunicazione, due parole guida. Un mito fondativo dell'Europa parla del viaggio, si parte da ciò perché la ped. Int. Suggerisce di allargare le conoscenze e di non trascurare narrazioni, miti, informazioni, laboratori,vissuti esistenziali che possano essere utili alla comunicazione. Il mito contiene simboli e rimandi all'inevitabile alternanza fra terra ferma e mare aperto: l'Arcipelago,luogo della relazione,dialogo, confronto fra le molteplici isole che lo abitano. Il mito contiene l'idea di rapporto, relazione: fra soggetti diversi (fanciulla-divinità) fra uno e molti(fanciullo-branco di tori) soggetto e oggetto(fanciullo-mare) Il mito contiene rimandi all'idea di partenza, percorrenza incerta,arrivo, contiene rimandi dell'incontro tra individui diversi, conoscenza di terre nuove, continenti inesplorati,popoli di cui non si conoscono le lingue e usanze. Quel racconto di viaggio perduto nel mito ha degli agganci storici significati: può alludere a movimenti di migrazione e colonizzatore dell'Asia Minore che poi avrebbe preso il nome di Europa ecc.. I paesaggi stessi dell'Europa sono derivati da 1 civiltà che non h avuto le sue prime origini sul territorio europeo, ma le cui componenti essenziali provengono dall'oriente mediterraneo, dall'Asia. Quella che noi chiamiamo civiltà europea è in verità una civiltà nata nel mediterraneo orientale. Da qst concetti occorre partire: sono come i fondamenti della p. int. Scelte e compiti attuali della p. interculturale Bisogna cercare tutte le possibili vie comunicative per interagire con gli allievi e le famiglie,porre attenzione ai bisogni e ai vissuti, promuovere iniziative didattiche e azioni pedagogico-sociali valide per tutti che non aumentino i problemi che può avere chiunque viva un'esperienza di migrazione. I compiti che la p. interculturale riconosce come propri son di conseguenza: l'apertura, l'accoglienza dello straniero, il muoversi verso l'altro, la necessità di usare linguaggi non solo verbali,il tentativo di camminare insieme, l'attenzione degli altri oltre alla propria. L'incontro e l'accoglienza; l'espansione pacifica e la ricerca; l'attenzione alle origini antiche e l'interesse verso l'interiorità e le sue storie segrete e narrate; il dialogo in tutte le sue forme sono radici inte. Da intendere propriamente come valori. Sono i valori della p. int. I pilastri su cui essa basa la sua riflessione e l'azione educativa e didattica. La p. int. Riconosce oggi i seguenti compiti: • aiutare i bambini,ragazzi,adulti coinvolti in situazioni educative e formative ad avere fiducia nel valore dell'incontro con chi viene da lontano • abituare b,r,a, a credere nel valore della comunicazione, conoscenza,dialogo. La mancanza di comunicazione porta al sorgere di conflitti: occorre che i ragazzi si abituino fin da piccoli a conoscere qualcosa di loro, è necessario che si trovino 5 compito di chi si occupa di educazine: la connessione e lo scambio appartengono profondamente alla storia dei popoli, si rifletto nella storia individuali con difficoltà,incomprensioni, frustazioni. Vivendo l'esperienza della migrazione ci si trova a vivere con 2 culture, spesso molto diverse; del paese di partenza e di immigrazione. Quel disagio è reale, esiste lo shock da spaesamento e lo sradicamento che sono alcuni fattori costanti della vita quotidiana. Tali fattori sono raggruppabili in : • Cambia il rapporto con il tempo: alternanza frequente tra un forte senso di provvisorietà e l'esigenza impellente di un nuovo senso di appartenenza • “ i riferimenti con i luoghi: il luogo di accoglienza viene ad assumere un ruolo prevalente rispetto a quello di origine • “ le relazioni fra i familiari: La fam. Immigrata cerca di conciliare la diversità della storia di vita e i percorsi individuali dei componenti, compito complesso • “ i rapporti con il mondo della vita: la fam immi. Propone riferimenti che hanno a che fare con i con i temi delle differenze e delle analogie e che possono portare a stabilire alleanze o scontri Le fam. Immi. Si disegnano come scenari evidenti della necessità di 1 prospettiva educativa che deve essere sempre + basata sull'idea di connessione fra mondi diversi, mondi della vita che appartengono a ciascun componente della fam. Allo stesso modo la prospettiva educativa deve tenere conto della pratica dello scambio fra cultura maggioritaria e culture e subculture esterne e int alle fam. Migranti. Chi opere nelle educazione deve tenere conto di due elementi contrastanti: • l'alto rischio che può venire a crearsi all'interno delle fam. Migranti: rischi di devianza, incomprensione, tutto ciò che viene nascosto, non viene detto • l'esperienza di vita che gli adulti hanno accumulato e che non emergono, la presenza di reti di sostegno fam, la presenza forte di valori radicati. Non dobbiamo sottovalutare tt qll che può influire sull'andamento didattico,sugli atteggiamenti apprenditivi(es.filmografia)Per quanto riguarda i docenti/Educatori compete di aiutare i ragazzi a superare i disagi sollecitando la loro memoria, narrazione attraverso modalità diverse in modo che il nodo si sciolgo e possa essere condiviso.Da qui si comprende come la ped. Int. Ha assunto il difficile compito di far comprendere a bambini e adulti che la cultura in cui ciascuno vive è soggetta a continue influenze.In un “manuale per l'orientamento” la cult. Viene rappresentata come un iceberg di cui si vede solo la punta,cioè gli aspetti visibili: lingua,abbigliamento,musica, cultura,feste,ma la parte più imponente rimane invisibile pur essendo presente e fondante, questi elementi determinano la nostra scelta, comportamento.I docenti/ed. Hanno il dovere di tenere conto, nelle proposte didattiche, di questa possibile e reale duplicità che gli allievi immi. Vivono: tra il familiare e il sociale, tra ciò che viene mostrato e ciò che viene internamente vissuto. L'accoglienza dello straniero richiede alcuni passaggi pedagogici che possono contribuire a superare lo straniamento: • stabilire regole reciproche • tentare di comprendere la mentalità,psicologia dell'altra cult • metterci in condizione di farci capire 6 • riconoscere il senso di un'appartenza umana comune in base alle quale esistiamo Il pensiero interculturale deve tenere conto di quattro parole: • La realtà degli spostamenti di singoli o gruppi è una caratteristica della vita e storia dei popoli • Il concetto di stratificazione ricordagli insiemi di opere, edifici che si vengono ad accumulare sul territori nei secoli, a testimonianza delle cult che ha ospitato • “ di avvicendamento indirizza a riflettere sul fatto che nei luoghi della contemporaneità sono stati presenti abitudini,culti,credenze differenti oppure utilizzi differenti dei medesimi luoghi • La realtà dure delle conquiste parla di territori che sono stati occupati con la forza da pop lontane che col tempo si sono fuse con quelle del territorio Spetta agli insegnati saper cogliere e utilizzare la pluralità di materiali che ogni territorio offre in funzione di un reciproco arricchimento. PARTE 3 SPAZI DELL'ESISTERE E INTERCULTURA • spostamenti,stratificazione, avvicendamenti conquiste (? 44-50) • I territori come labirinti: I territori che abitiamo, sono come testi da osservare con accuratezza e da interpretare nei loro segni, essi, con le memorie che contengono, per primi riescono a dare senso all'espressione ed. interculturale: sono luoghi dell'esistenza dove i corpi degli uomini hanno vissuti e vivono, dove si sono sviluppate e crescono le lor spiritualità,sono punti di partenza visibili,calpestabili. Sono ricchi di molteplici simboli i quali rimandano alla presenza di popolazioni diverse che hanno abitato quei territori nel corso dei secoli, dei millenni. I territori che abitiamo sono spazi che condensano tracce, idee,manufatti di una collettività. (scheda p.52-58) Il percorso del labirinto rappresenta simbolicamente una serie di esperienze fisiche o psichiche difficili che portano chi la percorre ad arrivare fino al centro dove può avvenire l'incontro con una realtà altre: un nuovo lavori,gli altri. In effetti nelle storie degli immi., al centro del labirinto spesso c'è la fine del percorso: chi non intravede possibilità di uscita, i casi in cui qualcosa è andato storto. In altri casi al centro può esserci l'inizio di un percorso nuovo, alla strada per uscire, che determina un cambiamento. Le testimonianze chi dicono che nei labirinti/percorsi migratori è molto facile perdersi, chi riesce può uscirne rinato.(Mondi p.59)Le identità migranti, alla stregua dei labirinti, sono chiuse all'inizio, trincerate nei confronti dello spazio esterno e tuttavia cercano e inventano le aperture più varie per comunicare con esso. Dai racconti autobiografici si comprende che molti mesi il centro di se stessi è ancora collocato nel paese d'origine.Chi svolge la professione di educatori è bene che conosca anche qst faccia dell'immi: la realtà labirintica, in senso simbolico e spaziale, comprendendone i rischi, i pericoli si fa partire il dialogo. L'immagine del labirinto riesce a rappresentare bene il cammino di tanti immi: le possibilità di sbarramenti, il peregrinare senza meta, percorsi di avanzamento più agevoli. 7 Scheda per approfondire Minoranze linguistiche in Italia e loro tutela a scuola I movimento dei più diversi gruppi hanno lasciato testimonianze vive nelle tante lingue diverse parlate anche attualmente.I linguisti ricordano che in Italia le lingue di antica immigrazione sono almeno 100. Le antiche etnie,che sono oggi minoranze linguistiche, sono disposte per lo più lungo l'arco alpino e i territori chiamati un tempo magna grecia. Gli idiomi sono da salvaguardare e proteggere perchè fanno parte di un intero patrimonio nazionale, la cui tutela e conservazione riguarda in larga misura anche il mondo della scuola e dell'educazione. La tutela delle minoranze è garantita dall'articolo 3 altre norme • La prospettiva educativa ed etica della ped. Intenzione L'europa oggi ha dei doveri nei confronti degli stranieri, a partire da qst premessa la riflessione ped. Int. Ha prodotto una sua prospettiva educativa che ha un valore anche sul piano sociale e interpersonale: • Un primo compito che gli ed. e gli insegnati devono fare propri per poterlo poi trasmettere nelle azioni didattiche e nelle proposte dialogiche nel rispondere all'appello della memoria europea. • 2. “ è quello di coltivare la tradizione critica del pensiero e questo significa che dobbiamo essere pronti e avere la volontà di decostruire il pensiero quando ci accorgiamo che è inficiato da eccessivi dogmatismi • 3. consiste nell'accettare mantenere l'eredità europea dell'idea di democrazia e riconoscere che la democrazia è qualcosa che resta da pensare,ridefinire,costruire C'è la necessità e il dovere di rispettare la singolarità e l'universalità del diritto formale,opporsi al razzismo,naziolismo,xenofobia. PARTE 4 LE EREDITÀ CULTURALI • Dimensioni, direzioni e scelte metodologiche della p. int. I fondamenti della ped.int. Sono costitutii da un intereccio di argomenti complessi che chiamati in causa varie dimensioni identitarie che, da un lato, riguardano i singoli soggetti, i gruppi di persone e la convivenza fra di loro; dall'altro, interessano gli apprendimenti di tipo cognitivo, relazionale, emotivo che abbracciano trasversalmente vari ambiti disciplinari.Tali dimensioni vanno cercato in diverse direzioni. Le reti ditemi, prospettive e questioni che interessano dimensioni identitarie, in realtà, tracciano le direzioni di senso eoperative della p. in. Essa è infatti interessata alle diverse dimensioni che formano l'identità degli umani. Sono dimensioni radicate di cui uomini,donne sono consapevoli o inco.E' importante perseguire i suoi obiettivi nell'ambito dell'educazione perchè è sempre + consistente delle persone che appartengono alle varie realtà regionali italiani che hanno deciso di vivere qua provenendo da altrove,parla lingue diverse, ha abitudini differenti.Il benessere soc.,gli scambi cult, i commerci, il lavoro facilitano la convivenza. Il pensiero pedagogico interculturale : 10 Scheda : Comunità per minori e ragazzi stranieri: L'immigrazione di tanti adolescenti chiama in causa da qualche anno le comunità di minori dove essi riescono a trovare, attraverso i servizi sociali, alloggio, educazione,formazione,dove riescono a dare senso alle loro esistenze.La comunità per minori in genere ospitano da 7 a 10 minori, maschi e femmine, nella comunità lavorano educatori, spesso uno o due obiettori di coscienza, 1 o 2 tirocinanti, 1 o 2 volontari. L'equipe educativa si riunisce di solito una volta a settimana, in un incontro di carattere organizzativo e decisionale.Essa si incontra per una supervisione in cui vengono riportati vissuti emotivi, difficoltà, problemi legati al rapporto coi ragazzi e interni all'equipe, un momento importante dove gli operatori possono rielaborare le proprie emozioni. PARTE 5 RICONOSCIMENTI E RELAZIONI A sostegno dell'equipe educativa c'è una equipe allargata formata dai soci volontari della cooperativa che si riunisce ogni mese per essere aggiornata su ciò che avviene in comunità. Queste figure sono consulenti per i rapporti con i servizi sociali, il tribunale dei minori, gli enti tributari dei ragazzi. Per ogni minore viene definito un progetto globale. Il tempo medio di permanenza è di circa due- tre anni, ma in casi particolari (es.fallimento di un affido) si può verificare una permanenza più lunga. Per questo tipi di situazione ha ripercussioni ancora più gravi nel caso di minori stranieri allontanati dal nucleo familiare per il quale sarebbe invece importante il mantenimento della lingua, dei valori, delle abitudini familiari. A volte i genitori percepiscono gli educatori come rivali che rubano l'affetto dei figli, altre volte è possibile creare un clima di collaborazione e coerenza utile alle finalità educative che si pongono. Le comunità si presentano come delle normali abitazioni di una famiglia un po' allargata: un grande appartamento composto da tre, quattro camere spaziose, una sala con giochi, tv, cucina, ecc...i compiti domestici vengono svolti dagli educatori, ma anche i ragazzi devono collaborare nel riordinare le cose. • Universalismo e differenze L'identità nei secoli precedenti si basava in primo luogo su categorie sociali che tt davano per scontate. Oggi invece si tratta di conquistarsi un riconoscimento da parte degli altri e non è affatto dato per scontato che ciò avvenga. Si è venuta consolidando nel mondo occidentale una politica dell'ugale riconoscimento. Secondo Taylor ci sono state 2 fasi: dell'universalismo, che rivendica l'uguale dignità di tutti i cittadini e l'ugualizzazione dei diritti) e quella della differenza,che rivendica la diff. Di qualunque individuo o grupp rispetto agli altri. Queste fasi di passaggio corrispondo a visioni politiche diverse: la prima riconosce che certi diritti sono universali, basandosi sull'idea che tt gli esseri umani sono degni di rispetto hanno una potenzialità umana universale. Secondo qst concenzione il rispetto dovuto agli uomini è solo per il fatto di essere umani, qnd in virtù di 1caratteristica identica in tt. L'altra concezione riconosce le identità particolari: ammette che vi sia una potenzialità universale e la individua in qll di formare la propria identità come singoli individui e come cultura.Qst 2 diverse maniere di 11 intendere il riconoscimento entrano in conflitto xk la prima ha il suo punto forte in ciò che è identico per tt la secondo la particolarità.Secondo Taylor 1 soc può essere liberale purchè sappia rispettare la diversità purchè sappia salvaguardare in modo adeguato i diritti fondamentali.Una posizione di mediazione viene proposta da Habermas. I valori cult. Delle idenittà collettive che mirano a equiparare forme di vita cult. Diverse hanno diritto al riconoscimento politico poiché sono costitutivi delle identità collettive stesse.Ttvia i movimenti di emancipazione affrontano sfide continuamente diverse a seconda che minoranze interne diventino +consapevoli o si formino attraverso nuove immigrazioni.Habermas ritiene che uno stato di diritto debba operare affinchè sia possibile che le tradizioni cult. si riproducano e vengano trasmesse ad altri. Agli educatori compete l'esericizio giornaliero dell'attribuire significati, un es. a doppio filo con la promozione di modi di pensare e atteggiamenti positivit relativi alle metodologie educative e alle scelte didattiche. La scuola abitua all'esercizio con diversi passaggi metodologici: • attivando la curiosità • riservando tolleranza alle reciproche diversità • abituando a stare bene gli uni con gli altri • proponendo l'utilizzo dell'autobio. Cm metodo formativo • ricercando momenti dialogici. Sono passaggi progressivi che riguardano tt gli attori dei processi educativi,qst scelte hanno la finalità di far sentire gli allieve parte di un tt, pur nelle singole individualità, le scelte vengono attivate al fine di valorizzare le identità,le culture degli apprendenti, ma allo stesso tempo non impediscono di entrare dentro gli universi degli allievi stranieri(Omar p.81-82 +sch. 83-4) • Riconoscimenti reciproci:una necessità Taylor ricorda che le società odierne stanno diventano sempre + porose. Ossia aperte alle migrazioni multinazionali perciò non si può sostenere l'imposizione di certe culture su altre. Il bisogno di riconoscimento lega il filo doppio dell'identità: essa è plasmata, in positivo o ne., dal riconoscimento o dal misconosc. Di ciò che siamo da parte delle altre persone.L'i. Non si costruisce stano isolati, la negoziamo continuamente attraverso il dialogo in parte esterno con latri, in parte interno con noi stessi. La ped. i. opera affinchè gli altri siano riconoscibili, affinchè gli individui sappiano riconoscersi fra loro o almeno provino a farlo.Il concetto di riconosc. È legato all'essere nella relazione.Non esisteste il r. a formarci senza la relazione, la scuola, i luoghi dell'educazione. La p. i. tenta di realizzare azioni di riconoscimento reciproco che hanno x obiettivo una uguaglianza emancipante. PARTE 6 PRINCIPIO DI CORRESPONSABILITÀ E PEDAGOGIA • Finalità educative e diritti sociali Per approfondire il concetto di corresponsabilità è oppurtuno riflettere sulla necessità del riconoscimento reciproco.La nostra soc. è una avventura ancora in corso non una avventura statica. Ciò significa che: 12 • i progetti che prendono avvia e si realizzano ai fini di una migliore integrazione scolastica degli allievi stranieri nei luoghi di formazione ricadono su quanto avviene nel vivere civile comune • “ “ vengono iniziati e portati avanti per migliorare l situazione esistenziali di uomini,donne,ragazzi immi ricadono inevitabilmente su ciò che viene proposto nei luoghi della formazione,della cult, della trasmissione del sapere. Bisogna: • proporre modelli di incontro: nelle situazioni educative è inevitabile partire dall'individuazione e dal riconoscimento dei conflitti presenti in un certo gruppo; non si può far finta che non esistono. Spesso sul versante soc. i conflitti sono legati all'emarginazione e alla conseguente deculturalizzazione degli stranieri. In genere hanno 2 effetti negativi: da un lato gli immi. Possono indulgere a spinte di separatismo dall'altro gli autoctoni psssono rispondere con forme marcate della propria identità etnica o nazionale • “ “ figure mediatrici: In alcuni occasioni appaiono evidenti situazioni di esclusione soc. che non interessano un solo allievo ma intere famiglie. In questo caso si suggerisce id condurre azioni di inclusione dell'alterità etnica in un progetto di coeducazione che possa prevedere oppurtunità significative dal punto sociale, intellettuale,affettivo attraverso figure di mediazione interculturale e cult. In modo che le comunità di provenienza non si disperano • Valorizzare le cult d'origine: Sul piano peda. È necessaria un'azione di conferma e di valorizzazione esplicita della cultura di origine, identificando le differenze ma anche le possibili corrispondenze e i punti di contatto, al fine di costruire universi culturali di riferimento in grado di comunicare tra loro, di avvicinare distanze percepite come troppo grandi, di favorire esperienze condivisibili. Finalità cm qst si collocano all'interno di finalità come la difesa e il mantenimento della democrazia. • Dalla società all'aula e ritorno Il ruolo degli ed./docenti che perseguono finalità interculturali è proiettato al di fuori dell'aula,dalla scuola, perchè gli atteggiamenti che essi mettono in atto con gli allievi e le scelte metodologiche che operano hanno delle ripercussioni sulle persone in crescita, in formazione, per combattere l'intolleranza non solo a scuola ma anche nella soc. La ped. Inter. (qnd anche i doc./ed.)Si adoperano davvero affinchè gli altri entrino nel nostro grupp.Alle persone che si occupano di ed. competono diversi compiti: • conoscere gli altri,anche aspetti negativi, anche narrandoli senza infingimenti • abbandonare le paure diffuse sugli stranieri • cercare id formulare il nostro mondo attraverso gli sguardi di chi arriva lontano • cercare di salvare molti elementi delle loro culture dall'appiattimento in cui gli stereotipi circolanti tendono a ridurli • “ “ di recuperare la loro autenticità, individualità • “ “ di vederli come esseri umani e non solo braccia per lavorare Ciò che di negativo avviene quotidianamente influenza il modo di pensare delle persone, sappiamo che molti non approvano i flussi migratori che “trasformano la fisionomia delle città e ne snaturano l'identità.Il problema di tali atteggiamenti essenzialistici è che non si fermano, è difficile far comprendere che l'acquisizione di quella identità avvenuta nel corso del tempo attraverso l scambio di diverse
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