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L'educazione motoria nella scuola primaria, Appunti di Educazione Fisica

L'educazione motoria nella scuola primaria

Tipologia: Appunti

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Scarica L'educazione motoria nella scuola primaria e più Appunti in PDF di Educazione Fisica solo su Docsity! L’EDUCAZIONE MOTORIA NELLA SCUOLA PRIMARIA INTRODUZIONE Educare attraverso il corpo e il movimento è una tematica su cui esiste molta attenzione ma anche scarso riscontro attuato nelle pratiche in ambito scolastico. Ma le esperienze educative non possono prescindere dal coinvolgimento del corpo e dell’agire come espressione della persona. PARTE PRIMA CAP. 1. La parola corporeità indica l’avere un corpo e anche l’essere corpo. Nella riflessione fenomenologica (fondamentale x noi quella fondata in italia da Piero BERTOLINI) il termine corporeità è sinonimo di corpo quando è strettamente correlato al concetto di esperienza vissuta, interconnesso con il mondo della vita, è il luogo attraverso il quale prendiamo coscienza del nostro essere nel mondo, attraverso il quale percepiamo il mondo esterno e costruiamo la nostra identità. Dati questi presupposti è fondamentale pensare e progettare pratiche educative nelle quali il corpo sia adeguatamente incluso e in cui riflettere sulla sua funzione di costruzione della personalità. Qualsiasi approccio educativo/pedagogico ha però i propri modelli culturali,idee e giudizi che posizionano il concetto di corpo in relazione alle priorità educative e di apprendimento. PENSIERO DI NIETZSCHE. La fenomenologia gia con HUSSERL invece ha cercato di ricostruire una relazione tra corpo e coscienza. Il corpo è prima di tutto corpo proprio, punto zero della coscienza, attraverso il quale la coscienza del soggetto percepisce il mondo. C’è una relazione reciproca, chiamata intenzionalità tra il corpo vissuto e il mondo esterno. Il corpo non è una dimensione del soggetto ma è il soggetto nella sua complessità. Il corpo ha una natura ambivalente: è capace di essere soggetto e oggetto al tempo stesso. HUSSERL dice che LEIB ossia il corpo proprio è il corpo vissuto, quindi soggetto, mentre KORPER è il corpo oggetto, percepito come esterno alla coscienza, è il corpo studiato, osservato, quello dell’anatomia. La PEDAGOGIA DELLA CORPOREITA’ indica l’attenzione educativa e progettuale verso il corpo vissuto. L’attenzione crescente x la relazione tra dimensione mentale e corporea ha infatti dato vita a una serie di teorie ad esempio: l’EMBODIED THEORY nata poco piu di 20 anni fa, la parola embodied spiega bene l’idea del legame imprescindibile tra corpo e mente. Cio ha portato all’EMBODIED EDUCATION: un campo di ricerca che promuove tutte quelle esperienze educative in cui i soggetti si esercitano a prendere coscienza della propria esperienza vissuta a partire dalla loro corporeità. La pedagogia della corporeità ha molti punti in comune con questo tipo di educazione e viceversa. Nella scuola però, nelle varie discipline, c’è una separazione tra corpo e mente, tra il corpo e l’io e in quelle poche ore dedicate all’educazione fisica si pone attenzione solo al corpo come mera macchina x poi tornare all’immobilità del corpo distaccato appunto dall’io, questo perché si ha l’idea che si apprende meglio stando seduti, fermi. LA PEDAGOGIA DELLA CORPOREITA rivolge l’attenzione al corpo vissuto ed è interessata a recuperare l’attenzione x tutto cio che riguarda il rapporto tra il soggetto in educazione, il soggetto educante (insegnante), se stesso e il mondo percepito. Sono due le dimensioni interessanti: la corporeità del bambino e quella del docente. La prima è molto spesso sacrificata come abbiamo detto prima in una restrizione fisica e sensoriale, la seconda quasi negata del tutto da una cultura ancora piu resistente e in questo caso è importante effettuare percorsi di formazione professionali. Dentro le scuole l’adulto infatti è rigidamente insediato, muove braccia e mano e usa la voce e non molto d piu. Occorre quindi richiamare l’attenzione sul bisogno di formare chi educa a percepirsi, a riconoscersi, a trovare la propria identità. I bambini hanno bisogno d vedere nell’altro tutta la sua identità. Il soggetto che apprende in età evolutiva non ha ancora fatto sufficiente esperienza di se nel mondo, l’educatore adeguatamente formato dovrebbe essere consapevole del percorso della costruzione dell’identità del bambino non solo dal punto d vista teorico ma dovrebbe aver acquisito sensibilità percettiva, consapevolezza senso-motoria (insegnante embodied). Nella relazione ins-app i docenti e i bambini non possono eliminare la corporeità. Il corpo dice a ciascuno qualcosa e ognuno si relaziona a quel determinato contesto con modalità proprie legate alla propria fisicità e alla percezione d essa. PROPOSTA DI STRUMENTO: SCRIPT: descrizione dettagliata d quello che potrebbe/dovrebbe succedere, è una sorta di sceneggiatura, esso quindi coniuga gli schemi classici del progetto con il copione teatrale. L’ins quindi inserisce note specifiche relative alla sua presenza fisica-percettiva nella situazione, a come sarà vestito, cosa toccherà o meno, come potrà usare le mani, la voce, lo spazio,ecc, per essere presenti nella situazione nella sua globalità e complessità. Due dimensioni essenziali nell’ottica di una didattica della corporeità sono LO SPAZIO e IL TEMPO. LO SPAZIO: costruire un setting che tenga conto della dimensione corporea significa osservare lo spazio nella sua dimensione fisica e architettonica tenendo presente le potenzialità di quello spazio e quanto sia possibile in esso sperimentarsi, muoversi, stare insieme, da soli, in gruppo. Oggi il tema degli spazi è particolarmente sentito, siamo d fronte alla “svolta spaziale” e nel giro di un decennio ci saranno spazi piu aperti, flessibili, ambienti morbidi, laboratori,ecc. Due elementi essenziali sono LA FLESSIBILITA e LA CO-COSTRUZIONE. La flessibilità riguarda la capacità di pensare lo spazio come qualcosa di dinamico che si puo modificare continuamente, la capacità di uscire da quello spazio ogni volta che i suoi vincoli limitano le proposte andando ad occupare altri luoghi come gli spazi outdoor. Flessibilità è anche pensare materiali e arredi in un’ottica creativa, costruendo ad es piccole isole dedicate ad alcune attività x poi modificarle quando non sono piu interessanti. Gli spazi devono essere pensati in base ai bisogni e interessi dei bambini, gli spazi non devono essere ne troppo pieni ne troppo vuoti. Il secondo elemento è la co-costruzione poiché anche se gli spazi sono preesistenti siamo noi ad attribuire un significato agli oggetti, alle cose, attraverso le esperienze dirette. I bambini costruiscono l’identità in quei luoghi e hanno perciò bisogno di sentirli propri. Ad es una sedia all’angolo non dovrà essere una semplice sedia ma il luogo della lettura. Inoltre costruire insieme uno spazio significa educare il sé a prendersi cura della propria identità attraverso l’attenzione al luogo in cui questa identità si costruisce. IL TEMPO: la dimensione del tempo quotidiano è un aspetto fondamentale dal punto d vista dell’educazione alla corporeità:la gestione dei ritmi, delle scansioni e delle alternanze. Il tempo dei bambini è colmo d attività, incastrato tra impegno scolastico ed extrascolastico. L’aumento di richieste cognitive non corrisponde però a un accrescimento delle competenze,anzi. La sfida d chi insegna oggi è trovare il tempo. Per riuscire a lavorare sul tempo del corpo occorre fare due tipi di sforzo progettuale: calibrare le attività con un ritmo sensato, inserendo momenti di recupero e prepararsi a non stare dentro al tempo previsto, occorre cioe essere flessibili. Sono i corpi dei bambini stessi a dirci se stanno condividendo con noi l’esperienza oppure no. Il tempo del corpo è scandito da ritualità, i riti rassicurano i bambini ed è impo co-costruire i rituali in modo tale da promuovere autonomia e libertà. Dal punto d vista della corporeità la mensa è un occasione fondamentale poiché si fanno i conti con le proprie percezioni gustative, olfattive e tattili, si impara a gestire oggetti difficili, a stare vicino agli altri senza disturbare o essere disturbati. Il tempo del corpo è anche il tempo del riposo, del silenzio. La stanchezza va riconosciuta, educata e valorizzata ed è fondamentale la creazione d uno spazio morbido. Cosi come occorre progettare momenti di solitudine nei quali i bambini imparano a fare i conti con se stessi e percepirsi, sentirsi. La dimensione fisica contribuisce ad arricchire cognitivamente il bambino. Il corpo è un mediatore che facilita o potenzia l’acquisizione di conoscenze. COSA DEVE FARE L’INSEGNANTE: (vedi anche su) Ampliare le tecniche di osservazione e gli strumenti provenienti dalle discipline motorie formandosi prima di tutto alla propria corporeità. L’insegnante deve saper comunicare col proprio corpo e  Coordinazione oculo-manuale globale e fine  Motricità fine  Orientamento e organizzazione spazio-temporale  Percezione e analisi visiva  Memoria a breve e lungo termine  Abilità fonologiche, meta fonologiche e linguistiche (ESEMPI DI ATTIVITA P.62-63-64) LA MATEMATICA: UN GIOCO MOTORIO: spazio, tempo e logica sono concetti che reggono tutta la matematica, secondo alcuni autori sono indispensabili per la maggior parte delle discipline e sono legate alle concezioni motorio-corporee, cio significa che se un soggetto non riesce ad avere delle concezioni relative al proprio corpo e alla propria motricità non riesce ad acquisire queste categorie. La relazione tra mate e motoria permette di incoraggiare il pensiero critico, stimolare il pensiero creativo, fornisce ai bambini diverse strategie attraverso le quali apprendere e inoltre l’interdisciplinarietà permette ai bambini di collegare le conoscenze alla esperienze della vita reale. Inoltre questo approccio aiuta a sviluppare i 9 tipi di intelligenza (Gardner). (discorso sulla mate, app ludico, divertente, concezioni sulla mate ecc) impo di esperienze dirette, muoversi dal concreto all’astratto (uno dei motivi x cui la mate è vista difficile e complessa) (ESEMPI DI ATTIVITA P.67) CAP.3 COMPETENZE DELL INSEGNANTE Un insegnante di ed motoria puo definirsi competente solo quando riuscirà a interagire positivamente e con efficacia con gli alunni al fine di aiutarli, condurli e dirigerli verso l’acquisizione dell’intelligenza motoria o corporeo-cinestetica. La competenza quindi non si riduce alla conoscenza della disciplina ne alle abilità tecnico-professionali (saper fare, saper mettere in pratica la sua competenza didattica ed educativa), la terza componente necessaria si trova nei tratti personali e individuali del carattere, negli atteggiamenti, nella disponibilità all aggiornamento e all’autocritica, deve essere flessibile, empatico, responsabile, disponibile al cambiamento e a mettersi in gioco, con spirito d’iniziativa e di problem solving e nella sua passione e motivazione. (personalità del docente) Ci sono diverse definizioni di competenza in quanto il termine viene utilizzato in diversi ambiti (tabella p.73). Piu che di competenze del docente si parla di docente competente. OBIETTIVO DEL DOCENTE: aiutare i bambini a implementare le capacità e abilità motorie per raggiungere la competenza e l’intelligenza motoria. Le abilità (saper fare) devono essere applicate in situazione poiché l’esperienza maturata rende piu consapevoli ed efficaci le abilità stesse. Le capacità sono invece componenti parziali delle abilità, ossia insieme di fattori e qualità che permettono la realizzazione d un movimento. Quindi un azione didattica volta ad implementare le capacità potrà indurre il miglioramento delle singole abilità. Inoltre è impo dapprima sperimentare in un ambiente facilitato e protetto e man mano proporre contesti sempre piu variabili. Cio permetterà al bambino di applicare in maniera libera e autonoma le abilità motorie in esperienze diverse sollecitando lo sviluppo di competenze motorie. L’insieme delle competenze costituirà poi l’intelligenza motoria: preposta x la risoluzione di problemi che coinvolgono la nostra corporeità nell’agire motorio. Infine, il saper eseguire in modo efficace un movimento dipende non solo dalle competenze motorie ma anche da quelle intellettive, emotive, affettive e relazionali. COMPETENZA: formata da: conoscenza, abilità specifiche o trasferibili, tratti e caratteristiche personali, prestazione efficace. INTELLIGENZA MOTORIA: uso appropriato delle competenza possedute e loro valutazione. Secondo MARGIOTTA, la qualità dell’insegnante passa attraverso le seguenti dimensioni: 1) Conoscenza e padronanza del contenuto disciplinare 2) Conoscenza e padronanza dei principi e delle metodologie d sviluppo del curricolo formativo e capacità di adattarlo in relazione agli alunni 3) Competenze didattiche ossia repertorio d strategie didattiche e capacità d applicarle in coerenz col curricolo d riferimento 4) Capacità d riflessione e autocritica L’insegnante di ed motoria ha inoltre l’obiettivo d promuovere conoscenza e valori a tutti gli attori coinvolti nell’ambiente scolastico x cui non solo bambini ma anche colleghi genitori e dirigenti scolastici al fine di valorizzare l’attività motoria e allargarsi anche ad altri momenti della giornata scolastica e non solo alle poche ore di ed fisica. Innanzitutto sarebbe utile fare 2 ore di ed fisica in due giornate diverse x garantire due giornate alla settimana di attività fisica e ludico motoria, ciò porta ad un implementazione delle capacità e delle abilità motorie e un minimo ma significativo miglioramento dello stile d vita dei bambini. Inoltre l attività motoria puo essere effettuata, come gia detto, anche durante le altre discipline o durante il passaggio da una lezione all altra. Molti studi stanno dimostrando l efficacia delle PAUSE ATTIVE (dalle 4 alle 6 pause attive in una giornata scolastica, svolte in classe, ad esempio allungamento muscolare, autocontrollo respiratorio, andature sul posto, passi di danza, giochi sul posto) o PERIODI DI BREVE DURATA (10-15min) in cui effettuare attività motoria. Gli effetti positivi riguardano miglioramenti d attenzione e del rendimento scolastico, piacer e soddisfazione. Il problema delle pause attive sembra solo riguardare la convinzione dell’utilità da parte dei docenti, che vedono prioritario lo sviluppo del programma, anche se diversi studi hanno mostrato come gli insegnanti abbiano sperimentato effettivamente una percezione di successo e facilità anche d’inserimento nella giornata scolastica. E infine occorre porre attenzione alla predisposizione dell’ambiente, la palestra originaria deve poter spostarsi nelle aule e soprattutto verso gli spazi esterni utilizzati anche x apprendimenti esperienziali delle varie discipline. (molto spesso però le scuole non hanno a disposizione spazi verdi all’aperto accessibili, adeguati). Le varie proposte all’aperto come giochi collettivi, camminata, corsa, salti, arrampicata, promuovono: - Sviluppo funzionale organico (apparato resp e cardiocircolatorio) - Sviluppo strutturale locomotorio/condizionale (scheletr,muscoli,articolazioni) - Sviluppo coordinativo - Sviluppo della competenza d adattamento - Sviluppo cognitivo-emotivo e morale LE CONOSCENZE DI SETTORE: Le conoscenze di settore di un docente d ed fisica devono riferirsi ai seguenti contesti: 1) Caratteristiche d genere e d età degli alunni 2) Lo sviluppo della personalità dai 6 agli 11 anni nelle varie dimensioni: cognitiva, emotiva, motoria,ecc 3) Indicazioni ministeriali e obiettivi specifici di app 4) Effetti del movimento e le forme di attività motoria da adattare ai diversi contesti 5) Giochi d movimento tradizionali, semplificati, gioco-sport 6) Piccoli e grandi attrezzi convenzionali e non Conoscere le esigenze fondamentali dei bambini in un preciso momento evolutivo consente il conseguimento d finalità e mete educative adeguate x quel periodo d sviluppo. Per conoscere un bambino il docente puo utilizzare varie modalità: anamnesi familiare, scolastica, indicazioni sulla personalità (interesse generale), oppure anamnesi medico-sanitaria, situazione morfologica, test motori e psicoattitudinali, osservazioni oggettive (interesse specifico:educazione motoria) attraverso schede d rilevazione predisposte x la raccolta oggettiva e la rilevazione sistematica, colloquio diretto, ricorso all equipe psicopedagogica. ABILITA PROFESSIONALI: PROGRAMMARE, INSEGNARE E VALUTARE PROGRAMMARE: in base al tempo a disposizione distinguiamo la programmazione a breve (lezione di ed motoria, unità d lavoro) ,medio (unità d apprendimento x il raggiungimento d obiettivi didattico-disciplianri) o lungo termine (piano di lavoro annuale x raggiungere i traguardi di competenza disciplinari e trasversali). Oggi per programmazione didattica si intende un insieme logico d attività intenzionali e flessibili adattate ai singoli interessi e bisogni del soggetto. Due caratteristiche fondamentali sono: l’individualizzazione e la possibilità di rimodulare/riprogrammare gli obiettivi grazie alla verifica in itinere che permette d avere un riscontro immediato sull’efficacia della sua azione didattica. Nelle attività didattiche proposte si fa riferimento anche alle abilità sociali e relazionali attraverso organizzazione di esperienze educative come giochi, attività a coppie, piccolo gruppo, coppie a rotazione ecc, x sollecitare alla conoscenza reciproca, sperimentare la collaborazione, utilizzare la comunicazione verbale e non verbale. Il gioco infine rappresenta un’occasione x introdurre e acquisire il concetto di regola. Occorre negoziare con loro le regole e far capire loro che senza regole è difficile giocare con serenità nel rispetto d tutti. INSEGNARE: concetto difficile da declinare in modo esaustivo e puntuale ma una caratteristica fondamentale del concetto di insegnare riguarda la relazione tra docente e alunno. L insegnante deve mostrare fiducia e deve avere egli stesso fiducia nei bambini, deve crearsi un rapporto d fiducia e rispetto in cui l ins guida l alunno verso l apprendimento. Il bambino dovrebbe apprendere con intenzionalità e consapevolezza, non deve sentirsi giudicato o ricoperto d aspettative ma ascoltato, accolto, incluso e valorizzato. Impo sono ad es i rinforzi positivi e incoraggiamenti. Il bambino deve essere posto al centro ed è impo a tal proposito proporre metodologie attive, innovative, che possano coinvolgerlo. Possiamo individuare diversi orientamenti: -ludico -cooperativo-relazionale: creare situ d cooperazione, in cui i bambini lavorano insieme, x scoprire l'altro ma anche assumere ruoli diversi, confronto, scambio, ecc -orientamento all’autoefficacia percepita: consiste nella presa d coscienza del proprio corpo e delle proprie potenzialità per maturare fiducia in se stessi -orientamento alle tecnologie digitali: risorsa se utilizzata come supporto piacevole e innovativo all attività motoria -orient alla variabilità della pratica: presentare molteplici attività capaci d motivare e coinvolgere i bimbi in cui essi debbano fare nuove scoperte o risolvere nuovi problemi adattando le proprie conoscenze abilità e competenze. VALUTARE: la valutazione deve essere intesa come un processo non come un momento conclusivo. Essa quindi prende avvio dalla conoscenza del bambino (valutazione diagnostica, conoscitiva) e prosegue lungo tutto il percorso (valutazione in itinere, formativa) fino alla sua conclusione (valutazione finale, sommativa). Le valutazioni conoscitive iniziali inoltre dovrebbero essere aggiornate poiché i bambini evolvono durante il percorso scolastico (ad es aggiornamenti semestrali). Si puo ricorrere a PROVE DA CAMPO x la verifica dello stato fisico-motorio ad esempio:  Six minute walking test: x verificare lo stato dell apparato cardiocircolatorio e respiratorio d bambini che svolgono una vita sedentaria;  Shuttle run test x 10: x la capacità aerobica e x la destrezza generale;  Salto in lungo da fermo: x la forza degli arti inferiori Infine, x una VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLE ATTIVITA MOTORIE SULLE ABITUDINI DI VITA è possibile indagare periodicamente l’attività spontanea dei bambini attraverso il questionario Previous day physical activity recall. CAP.4 La proposta di compiti ed esperienze motorie richiedono INTENZIONALITA DIDATTICA x favorire la mediazione tra attività, insegnante e ambienti per promuovere la qualità dell’insegnamento. È fondamentale infatti il ruolo del docente/educatore per promuovere il passaggio dalle attività motorie spontaneo-ricreativa a esperienze motorie. Secondo l’ONU per l’educazione, la scienza e la cultura, l’ed fisica d qualità è un’esperienza di apprendimento pianificata, progressiva e inclusiva. Inoltre le esperienze motorie dovrebbero essere personalizzate e adattate ai bisogni e interessi degli alunni con l’obiettivo di acquisire abilità, capacità motorie, conoscenze e abilità sociali e per condurre una vita fisicamente attiva e salutare. a) Ambiente con cui vengono applicate, tra cui distinguiamo open e closed skill, nelle prime il bambino non segue schemi predefiniti ma analizza continuamente la situ x capire quale abilità utilizzare (gioco d squadra come palla prigioniera), mentre nelle seconde il bambino sa gia cosa fare (staffetta). b) Forma del movimento tra cui distinguiamo i movimenti discreti: gesti isolabili e ben identificabili con un inizio e una fine (salto), movimenti continui: gesti concatenati senza fine e inizio in questo caso il bambino apprende il controllo dei movimento secondo un ritmo, movimenti seriali: insieme d movimenti discreti o/e continui in questo modo apprende a controllare in forma successiva i movimenti e anche in forma simultanea. c) Riferite al movimento d tutto il corpo o alla manualità d) Riferite all’uso immediato o successivo del feedback: alcune abilità possono essere valutate e corrette mentre si svolgono altre invece come i movimenti veloci no, ma solo alla loro successiva azione. e) Riferite al loro livello d controllo e regolazione, tra cui ci sono le abilità semplici e complesse, nelle prime è presente solo 1 movimento, o nelle complesse piu d uno f) Riferite all’ambito psicomotorio (cognitive, tattiche e strategiche) Dalle conoscenze e abilità (che sono visibili) si va verso l’acquisizione d competenze le quali sono formate appunto da una parte visibili (conoscenze e abilità) che sono i prodotti dell’apprendimento e da una invisibile (tratti-atteggiamenti come motivazione, impegno, consapevolezza, autoefficacia, stili d apprendimento, intelligenza applicata, meta cognizione) che sono invece i processi d apprendimento. La ricerca ha un’opinione condivisa sulla quantità e tipologia d attività fisica x i bimbi (6-10 anni): 60 min al giorno a intensità moderata. In ogni caso è impo ridurre il tempo di sedentarietà. La cognizione è un attività situata nel corpo e nell’ambiente e perciò la ricerca suggerisce che gli esseri pensanti devono essere considerati prima d tutto esseri che si muovono. L attività motoria ha effetti sulla concentrazione, memoria e apprendimento, è fondamentale però che i bambini siano stimolati all attività fisica da parte del contesto circostante e quindi dalle relazione con adulti, ins e genitori, non deve essere ridotta all’ora d ed fisica a scuola ma supportate anche all’esterno. Ci deve essere sinergia tra le iniziative condotte a scuola e quelle proposte dalla comunità Secondo IL MODELLO ECOLOGICO è necessario coinvolgere tutti gli ambiti da quello cognitivo, fisico, relazionale. Inoltre secondo il modello, le modifiche all’ambiente sociale produrranno cambiamenti negli individui e il sostegno degli individui è fondamentale x l’attuazione d cambiamenti ambientali. Le linee guida internazionali condotte seguendo l’approccio ecologico raccomandano le seguenti azioni:  Istituzione di politiche che promuovono uno stile d vita salutare  Aumento ore attività motoria nei curricoli  Incremento dell’educazione alla salute fisica  Adozione d programmi extracurricolari di attività motoria che incontrino le preferenze e le necessità di tutti gli studenti  Coinvolgimento dei familiari nella formazione e promozione attività fisica che incoraggi i figli ad assumere uno stile d vita attivo  Formazione di educatori competenti  Coinvolgimento della comunità che proponga programmi e attività che possano attrarre i giovani  Valutazione regolare dell’istruzione e dei programmi attuati dalle scuole e dalla società LA PROGETTAZIONE DIDATTICA Il modello socio costruttivista ed ecologico prevede che il soggetto sviluppi attitudini e comportamenti mediante il contatto con l’ambiente circostante secondo il modello gerarchico: famiglia, scuola, società e cultura. Il processo di app e ins si articola nel modello tripolare composto da; soggetto in apprendimento, contenuti di apprendimento e ambiente di apprendimento. MODELLO SVIZZERO DELLA SCUOLA IN MOVIMENTO: c’è una progettualità condivisa tra famiglia, tempo libero e scuola facendo attenzione ai compiti a casa, al tragitto casa-scuola, allo sport scolastico facoltativo, agli eventi scolastici, tempo libero tra le lezioni, movimento anche nelle altre discipline. “INDICAZIONI NAZIONALI MIUR elencano una serie d riflessioni (p.124-125-126).” 1) Tragitto casa-scuola: dedicare 10 min per andare e tornare da scuola a piedi o in bicicletta, inoltre andare a scuola in compagnia degli amici senza adulti è uno spazio d relazione significativo, permette d acquisire responsabilità e accresce l’indipendenza, l’autonomia. Molto spesso invece i bambini vengono presi e portati in un altro ambiente chiuso per proteggerli. Questi comportamenti avvengono per due motivi e cioè da una parte l’amplificazione del concetto di rischio, ampliata anche dai media e d’altra parte, la sottovalutazione delle competenze dei bambini. L’esperienza d andare a scuola a piedi, da solo, rappresenta un momento di scoperta, di crescita. Per incrementare questa esperienza, è come sempre impo la collaborazione tra ins e genitori, prima d tutto occorre prendere consapevolezza, ad esempio ci possono essere delle iniziative sulla sicurezza stradale o ad esempio servizi come pedibus o bici bus, in cui bambini che abitano vicino, di diverse età e classi possono essere accompagnati a piedi o in bici da alcuni aduli in forma organizzata a cura della scuola. Questo permette di creare una rete di collaborazione tra scuola e organizzazioni territoriali, famiglie, enti locali, servizi sanitari per pianificare il percorso e il servizio. ( scarsa ricerca accademica) . * RICERCA-INTERVENTO DI MONIA ARDUINI 2018 (p.174-175). Oppure un'altra modalità piu strutturata prevede che l’amministrazione pubblica identifichi e realizzi dei percorsi sicuri che riducono il rischio per pedoni e ciclisti come aree a velocità max 30 km/h oppure protezione dei marciapiedi con piloncini, percorsi pedonali protetti, attraversamenti stradali tramite ponti pedonali. 2) Compiti a casa: eseguire attività fisica nei momenti d svago e anche impegnativi. Ad esempio eseguire compiti poco complessi in posizioni attive (su una sola gamba, in piedi); applicare le pause attive ogni 15-20 min dedicandole appunto al movimento; eseguire alcuni compiti intellettuali richiamando ad es le quantità numeriche, o i tempi verbali o le capitali d’Europa, attraverso piegamenti,movimenti delle braccia o alzate e sedute dalla sedia; dedicare nei fine settimana, insieme ai genitori almeno un ora al giorno ad attività ludiche. 3) Eventi scolastici: fare uscite didattiche, visite a una mostra nel territorio (continuità orizzontale) o giornate a tema, giornate dello sport, permettono di motivare i bambini e movimentare la vita scolastica e aiutano il bambino a comprendere che ad esempio i luoghi di interesse presenti sul territorio possono essere raggiunti a piedi. 4) Tempo libero tra le lezioni: promuovere il movimento a ricreazione e tra una lezione e l’altra o attraverso movimenti spontanei dei bambini anche all’aperto o attraverso attività organizzate. Non esiste un tempo troppo brutto per muoversi all’aperto quanto piuttosto un abbigliamento piu o meno adeguato a farlo. Le caratteristiche meteorologiche dovrebbero essere considerate una risorsa permettendo ai bambini di vivere i diversi aspetti della natura e avere consapevolezza delle stagioni. 5) Movimento nell’apprendimento di altre discipline: l attività fisica oltre agli effetti positivi sull’app, rende la lezione piu piacevole. Esempi sono i dual-task ossia attività in cui i bambini imparano le parole d una lingua straniera mimando le azioni. 6) Apprendimenti interdisciplinari: recitare cio che si sta studiando favorisce le associazioni tra rappresentazioni motorie e concetti. Le memorie motorie sono robuste mentre quelle semantiche (legate al significato delle parole) sono piu fragili. Tutto cio è impo ad es x imparare una nuova lingua. 7) Sport scolastico opzionale: i progetti di integrazione all edu fisica scolastica sono delle risorse per incrementare l’offerta formativa di attività motoria per i bambini e devono essere coerenti con gli obiettivi d apprendimento sia motori sia cognitivi e sociali. La progettazione può essere:  Macroprogettazione (2 ore per 33 settimane): arco d 5 anni, distribuzione dei 4 obiettivi d app secondo le indicazioni nazionali, con diversi livelli di complessità dalla 1 alla 5 primaria.  Mesoprogettazione (2 ore per 33 settimane): annuale di classe, distribuzione dei 4 obiettivi d app con diversi livelli di complessità riferiti alla classe  Microprogettazione: singola lezione di 60 min riferita alla singola classe. La progettazione della singola lezione si può articolare nelle seguenti fasi: a. Trasferimento dalla classe alla palestra, lo spostamento avviene in sicurezza, con l’insegnante b. Cambio abiti, la palestra dovrebbe avere uno spogliatoio, ogni bambino deve possedere e gestire in autonomia il materiale x svolgere l’attività. È utile, anche per le norme igieniche, educare i bambini ad avere un cambio d vestiti, un asciugamano per lavarsi dopo le attività e prima d entrare in aula. c. Ingresso in palestra, ingresso tranquillo, si deve concordare un punto d ritrovo ad es linea di base, circle time dove l’ins introdurrà la lezione in modo chiaro e semplice, lasciando spazio alle domande prima d iniziare d. Attività d avviamento (riscaldamento), per abituare il corpo ad affrontare attività di medio-alta intensità. (camminare, correre lentamente, saltelli e andature) deve svolgersi con crescente intensità e difficoltà. L’organismo ha bisogno di circa 12-15 min x attivarsi e prepararsi ad attività più impegnative e faticose e. Fase centrale della lezione, viene progettata in base alla programmazione mensile e propone una serie di contenuti utili al raggiungimento degli obiettivi f. Fase finale o di defaticamento, si riportano i bambini allo stato di riposo insegnando loro tecniche di controllo respiratorio eseguite sul posto o camminando lentamente. È importante insegnare loro a percepire la propria frequenza cardiaca sia nelle condizioni di riposo che durante l’attività g. Rientro nello spogliatoio, abituare i bambini a sciacquarsi il viso, ascelle e braccia e ad asciugarsi con il proprio asciugamano. Verificare poi che si cambino gli abiti e infine prepararli per il rientro in classe come all’andata. Giunti in classe sarebbe bene attuare una fase di rielaborazione per raccogliere l’esperienza vissuta e fissare gli obiettivi cognitivi, emotivi e relazionali che l’hanno caratterizzata. Per questa fase è possibile procedere: -discussione orale mediante la narrazione dell’esperienza vissuta -produzione iconografica mediante disegni, cartelloni individuali o d gruppo -produzione di elaborazioni scritte * RENDICONTAZIONE SOCIALE (oltre al PTOF, la progettazione d ed fisica deve essere parte integrante d questo documento): è uno strumento sociale di diffusione dei risultati raggiunti, in una dimensione di trasparenza e di condivisione per il miglioramento dell’istruzione. CAP.6 Oggetto della valutazione sono gli obiettivi d apprendimento: nelle ind naz sono presenti i nuclei tematici (piste che definiscono, orientano la progettazione) e i rispettivi obiettivi d apprendimento i quali vengono declinati per le 5 classi al fine di individuare quelli piu funzionali in base alla propria classe, ai bisogni e interessi dei propri alunni. (tabella 6.2 p.144) In base agli obiettivi definiti dall’insegnante, egli individuerà la modalità di valutazione più appropriata, utilizzando anche la valutazione in base al momento (diagnostica, in itinere, sommativa). MODELLI DI VALUTAZIONE IN EDUCAZIONE FISICA La valutazione delle competenze motorie evidenzia il rapporto tra il modello normativo quantitativo- comparativo e il modello criteriale qualitativo-non comparativo. Particolare rilievo assume il modello di piacere, ricchezza di stimoli, novità. Importante è inoltre l’accoglienza delle proposte da parte della famiglia, coinvolgere ambiente formale e informale. N.B: l’outdoor education non deve sostituirsi alle altre modalità educative/didattiche, come sempre è impo fornire agli alunni attività e metodologie diversificate. Possiamo individuare 3 forme didattiche di o.e: 1. Percorsi interdisciplinari: orticoltura, osservazione quotidiana di spazi o fenomeni finalizzati alla cittadinanza attiva e sani stili di vita 2. Gite e uscite presso fattorie, parchi, ambienti urbani che stimolano lo studio di materie scientifiche, geo, storia ecc 3. Progetti d’attività motoria come trekking, arrampicata, canoa focalizzati allo sviluppo psicomotorio e relazionale PRASSEOLOGIA MOTORIA: si occupa della dimensione socioculturale e della natura comunicativa- relazionale delle pratiche corporee. I movimenti sono espressioni piu ampie e significative di semplici modalità d azione, essi sono collegati a contesto, motivazione, caratteristiche fisiche e coordinative, abilità cognitive, carattere, ruolo sociale ecc. le condotte quindi sono in grado di mostrare la personalità globale della persona. Le attività si possono declinare in base ai rapporti del soggetto con gli altri: comunicazioni interpersonali e con l ambiente: informazioni ambientali. Nelle prime, ossia negli scambi comunicativi con gli altri si puo essere da soli o in compagnia di avversari e/o compagni e qui possiamo individuare 3 tipi di attività: oppositive (duelli individuali), cooperative o miste (giochi di squadra che richiedono di opporsi e comunicare allo stesso tempo). Per quanto riguarda gli ambienti invece ci si puo trovare in spazi noti o sconosciuti e imprevedibili. Incrociando le diverse circostanze viste in entrambi i piani si vengono a definire 8 diverse esperienze. (esempi tab 8.1 p. 186). Le esperienze outdoor, rispetto a quelle indoor, richiedono un continuo adattamento alla situazione, le attività non producono perciò movimenti ripetitivi e automatici e inoltre l’affrontare delle situ nuove, inesplorate, anche di minima difficoltà permette di compattare il gruppo. LOGICHE INTERNE ED ESTERNE DELLE PRATICHE MOTORIE: quelle interne costituiscono una specie di carta d’identità dell’attività fisica attraverso l analisi di fattori presenti in tutte le situ motorie detti universali ludici e cioè: tempo,spazio,oggetti (questi vanno di pari passo con l’evoluzione della società e della cultura, ad es attrezzi tecnologici) ,ruoli (diritti e doveri dei giocatori, regole), relazioni (connesse strettamente ai ruoli, nello sport i rapporti sono fissi mentre nei giochi c’è piu flessibilità),punteggio (anche qui differenza tra giochi, in cui si attribuisce impo soprattutto al processo e sport in cui invece si tiene conto dei punti). Quelle esterne invece fanno riferimento ai fattori soggettivi (caratteristiche personali: genere,età,motivazioni; caratteristiche sociali: istituzione, aspetti eco, politici, culturali). Se un attività risulta essere apprezzata e risulta adeguata al livello culturale e personale avrà sicuramente successo. È chiaro che con il cambiamento culturale e sociale cambiano anche i giochi, le dinamiche. Progetto Erasmus plus bridge: i giochi tradizionali tra gli adolescenti sembrano non piacere affatto, le problematicità quindi non derivano dalla dimensione fisica bensi valoriale. Questo progetto però ha messo in luce la capacità dei giochi di promuovere socializzazione, senso d appartenenza al gruppo, espressione e conoscenza interpersonale. Il gioco è uno strumento funzionale a introdurre i soggetti nel proprio ambiente sociale. ATTIVITA LUDICO-MOTORIE OUTDOOR (percorsi effettuati nelle scuole di Bologna) : giochi motori cre-attivi all’aria aperta: è sconsigliabile avanzare proposte standard ma occorre invece coinvolgere gli alunni e spronarli nell’ideare con la guida degli adulti delle attività motorie. I bambini quindi sono invitati ad esplorare l’ambiente circostante,il quale deve essere sicuro ed adeguato, inventare attività, regole d’uso e esporre poi il loro lavoro ai compagni. Si tratta di un percorso interdisciplinare poiche richiede capacità d osservazione, adattamento, sperimentazione, rielaborazione, autoregolazione, dimostrazione, esposizione dei passaggi svolti ecc. Giochi per facilitare la socializzazione: giochi tradizionali che permettono di sperimentare vari ruoli e relazioni diverse, l’ipotesi è che cio agevoli la strutturazione delle identità personali e rapporti rispettosi all interno dei gruppi. I giochi devono limitare l’interferenza degli adulti. Alla fine di ogni gioco si attua il de- briefing ossia un focus group in cui i bambini riflettono ed esprimono la propria esperienza, i propri sentimenti, considerazione rispetto ai compagni e sulle strategie. Cio permette un maggior grado di consapevolezza rispetto all’appartenenza al gruppo, coesione, apertura verso gli altri e anche verso l’ambiente. I giochi/attività outdoor permettono quindi di esercitare, sviluppare capacità personali e sociali. SECONDA PARTE CAP.9 Le indicazioni nazionali propongono cornici educative in cui trovano casa il movimento espressivo e la danza, quest’ultima però non deve essere ricondotta a tecnicismi ma al movimento spontaneo e primitivo, viene definita quindi movimento danzante. Il movimento danzante ha rappresentato un delle prime forme di comunicazione simbolica spontanea. Alcuni studiosi pensano che esso sia una reazione muscolare istintiva o eccesso di energia, il bambino gia nei primi anni di vita utilizza movimenti danzanti se sente un ritmo accattivante. Ritmo e movimento danzante accompagnano l uomo fin dai tempi antichi, attraverso i quali si esprimevano emozioni ancor prima delle parole senza aver acquisito delle conoscenze tecniche. Il movimento danzante inoltre coinvolge il controllo e consapevolezza del proprio corpo facendo riferimento alla direzione spaziale (avanti, indietro, destra, sinistra), estensione spaziale (grande, piccolo, largo, stretto, corto, lungo), consap spaziale rispetto agli altri: vicino,lontano,ecc), consap temporale (durate e successioni: veloce, lento, prima, dopo, successione, contemporaneità), consap ritmica. IL SENSO RITMICO: il ritmo è onnipresente nella nostra vita, dal ritmo cardiaco o respiratorio, al ritmo sonno-veglia ai movimenti (camminare, correre). Esiste un ritmo soggettivo quando l’espressione motoria puo essere interpretata liberamente e un ritmo oggettivo quando ci si deve adeguare ad un ritmo dato. Creare il senso ritmico nei bambini significa partire da semplici movimenti, introducendo i tempi e lasciando il bambino libero di contarli, dilatando il tempo in base alla propria capacità esecutiva (ritmo soggettivo) aiutandolo gradualmente a controllare i tempi, le durate di un movimento per passare pian piano al ritmo oggettivo in cui c’è un tempo dato il quale non puo essere piu dilatato in base ai bisogni d ognuno ma occorre adeguarsi invece ad esso. PROPOSTE da p. 211 I SALTELLI: si caratterizza per una brevissima fase di volo perciò si presta x sollecitare sia il controllo ritmico sul posto sia in movimento. Partire dai saltelli è necessario x sensibilizzare i bambini alla percezione del tempo, degli accenti forti e deboli, dei ritmi binari e ternari. Le attività possono essere di tipo produttivo o riproduttivo, è necessario lasciare il tempo ai bambini di sperimentare e trovare il loro ritmo. Esempio: saltelli su fila continua di cerchi, è necessario dare loro la consegna, ad esempio saltare fino alla fine del percorso in modo libero o saltare e contemporaneamente muovere liberamente le braccia, ecc. (attività produttive). Altre attività possono essere di tipo riproduttivo percio è l’ins che da il comando, ad esempio partire con le mani sui fianchi e seguire il tempo dato dall’ins. Saltelli su file di cerchi abbinati a due a due o a tre a tre: per facilitare la percezione dei tempi forti e deboli del ritmo. Da un blocco di cerchi all’altro ci sarà un tempo forte (i bambini devono imprimere maggiore forza al salto per raggiungere la seconda coppia/terne di cerchi), mentre nel passaggio tra i cerchi di uno stesso blocco ci sarà un tempo debole (servirà un salto meno intenso). In ogni caso è possibile combinare le esecuzioni con movimenti delle braccia o con l’uso di una palla, alternare i piedi, usare solo un piede, saltellare a ritroso,ecc e aumentare gradualmente la complessità dell’esercizio motorio. Coreografie su file di cerchi: una volta che i bambini sono capaci di controllare la cadenza, i tempi forti e deboli delle sequenze, è possibile eseguire semplici coreografie in cui i bambini devono uniformare il proprio movimento a quello di tutto il gruppo o anche del partner di coppia. (esempi p.218). CAMMINO E CORSA: controllo motorio legato ad abilità elementari come correre e camminare. Queste attività possono affiancare le attività dei saltelli. Anche qui partendo dal ritmo soggettivo e movimenti liberi si puo giungere a corse o camminate governate da un ritmo oggettivo fino ad arrivare a marce, camminate, d gruppo. Esempio sul cammino: camminare liberamente velocizzando o rallentando, camminare e dire verbalmente la guida ritmica (uno, due, uno, due), camminare liberamente seguendo delle linee per terra ecc. Cammino e battuta mani: combinazione tra camminare e la battuta delle mani, il bambino inizia a sperimentare la sincronizzazione del movimento a un segnale uditivo che scandisce il ritmo. Camminare manipolando una palla a ritmo con il passo: il bambino cammina, si sposta manipolando liberamente la palla ad esempio lanciandola in aria, facendola rimbalzare sul suolo, passandola da una mano all’altra ecc. gradualmente, una volta scelta la modalità, si chiederà ai bambini di coordinare il movimento, ad esempio lanciare la palla sul passo sinistro e prenderla sul passo destro. Per uniformare il passo invece si puo camminare in coppia con lo stesso ritmo del passo lasciando i bambini liberi di decidere come collocarsi l uno rispetto all altro ad esempio accanto, uno davanti alla ltro, tenendosi x mano, oppure uno chiude gli occhi e l'altro lo guida tenendolo x mano oppure si da il ritmo verbalmente,ecc o camminare in gruppo con lo stesso ritmo del passo. Si possono proporre anche diverse andature e passi speciali. Sviluppate gradualmente queste attività si puo passare dal movimento danzante alle danze vere e proprie, in coppia e in gruppo su base musicale. È bene inizialmente riprendere le attività gia fatte in precedenza. Ci possono essere, in coppia, diverse posizioni ( a fianco, di fronte) e diverse prese (p.228). unendo piu coppie si passa al lavoro in piccolo e grande gruppo, anche qui le coreografie possono avere diverse tipologie di schieramenti ( a scacchiera, a semicerchio, a cerchio, a x). Le coreografie possono realizzarsi tramite l’esecuzione di bans (balli di gruppo), balli popolari, danze vere e proprie o combinando gli schemi motori visti prima. CAP.10 CONTENUTI DELL EDUCAZIONE ATTRAVERSO IL CORPO E IL MOVIMENTO Possiamo classificare i contenuti in 4 principali categorie: 1. Gli esercizi: vengono predisposti per l’apprendimento, il perfezionamento, il consolidamento o la correzione di un compito motorio. Possono essere proposti con stili riproduttivi o produttivi e permettono all alunno gradualmente di padroneggiare un num sempre piu elevato di abilità motorie. Consentono di tradurre le capacità motorie in comp osservabili e misurabili. 2. Le esercitazioni: sono composte da una serie di comportamenti motori richiesti in un unico compito motorio o situazione come i percorsi. Attraverso le esercitazioni i bambini possono sperimentare cio che hanno acquisito tramite gli esercizi. 3. Le applicazioni ludiche: fanno riferimento a esercizi e esercitazioni proposti pero in forma ludica, divertente per sollevare la motivazione e la partecipazione dei bambini. 4. Il gioco. L’organizzazione dei contenuti deve avvenire in modo graduale secondo diverse modalità:  Dal semplice al complesso: riferito al controllo coordinativo di un compito motorio. (da camminare a camminare palleggiando). Con questa modalità si intende sollecitare la capacità di combinare un num sempre maggiore di gesti in uno stesso compito motorio. (APP DELE ABILITA)  Dal facile al difficile: riferita all’applicazione di un compito motoria a situ variabili dell’ambiente esterno. In questo modo si sollecita la capacità di adattamento dei movimenti in relazione ai diversi contesti. (APPLICAZIONE E ADATTAMENTO)  Dal noto all’ignoto: facilita nel bambino le funzioni di scoperta. Si utilizzano in particolare stili produttivi (scoperta guidata, problem solving). (INNOVAZIONE) QUESTE 3 MODALITA DEVONO INTEGRARSI A VICENDA. Infine è possibile individuare una serie di variabili organizzative attraverso le quali proporre i contenuti:  Modalità applicativa: a corpo libero, con piccoli e grandi attrezzi
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