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L'empirismo di David Hume, Appunti di Filosofia

L'empirismo di David Hume, che completa quello di Locke. Hume dimostra che la legge di casualità, alla base del sapere scientifico, non è dimostrabile. Il metodo d'indagine deve partire dall'analisi della natura umana. Hume usa il termine percezioni per indicare tutto ciò che è presente alla mente. Le idee generali sono derivate dalle impressioni singole. La metafisica va abbandonata come non verificabile. Le conoscenze si dividono in empiriche/complesse e astratte. La casualità serve per indirizzarci nella vita pratica. La matematica è certa, ma non aumenta la nostra conoscenza empirica.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 05/07/2022

allegra-de-rosa
allegra-de-rosa 🇮🇹

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Scarica L'empirismo di David Hume e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! David Hume generale: Porta a compimento l’empirismo di Locke Espressione più rigorosa dell’empirismo di Locke Hume dimostrerà che la legge di casualità, la quale è alla base del sapere scientifico, non è dimostrabile ne a priori ne a posteriori, essendo un principio che si fonda sull’abitudine della nostra mente, che individuando una successione scientifica, quest’ultima diventa causale e ritiene che la natura abbia un corso uniforme, cosa che non si può dimostrare. Su queste due basi non dimostrabili, costruisce la dimensione scientifica. Atteggiamento di tipo psicologico -> una relazione di casualità che dovrebbe essere individuata a posteri, sia invece fondata a priori. Il metodo d’indagine deve partire dall’analisi della natura umana, ovvero della nostra capacità di ragionare e di entrare in rapporto con la realtà. L’idea di Hume è quella che prima di analizzare qualsiasi tipo di scienza, ci vuole un’indagine preliminare su come procede la conoscenza umana, ovvero come il nostro intelletto operi con il materiale che si trova a costruire. trattato sulla natura umana -> solo comprendendo i principi che guidano la natura umana possiamo indagare e fondare la conoscenza scientifica della realtà Hume usa io termine percezioni = tutto ciò che è presente alla mente si chiama percezioni -> alla base di ogni conoscenza, della realtà esterna ci sono le percezioni Si dividono in: Impressioni = quando proviamo qualcosa in modo immediato, quindi sono vivaci e forti, emozione • improvvisa, per un oggetto esterno (sono individuali) Idee = riflettiamo su un oggetto che non è presente (emozione di secondo livello) -> riflessione sulla • percezione Le idee generali sono idee particolari, derivate a loro volta da impressioni singole, che vengono congiunte attraverso un nome, che da a loro un significato più esteso. Condizione empirista e nominalista Abbiamo una impressione vivida e immediata (senza mediazione -> c’è subito una risposta) E poi abbiamo immagini illanguidite, ovvero sbiadite, che sono le idee. Dipendono dalle prime. Essendoci questa vicinanza, dobbiamo concludere che causa delle idee sono le impressioni. Se le idee dipendono dalle impressioni, quando io metto in campo delle idee che non riesco a riportare a delle impressioni, significa che quelle idee sono poco chiare. Tutto ciò che io non possono riportare a ciò che è esprimibile, lo devo filosoficamente abbandonare, quindi tutta la metafisica va abbandonata come non verificabile. La causa di queste percezioni -> non lo sappiamo e non ha molta importanza risolvere questo problema, perché non si può andare al di là di ciò che si conosce. Dobbiamo partire dal dire che da un punto di vista metafisico rimarremo ignoranti. Con quali modi le idee riproducono le percezioni? Attraverso: Memoria • Immaginazione = attività produttiva -> rappresenta il potere creativo della nostra mente. • Ma c’è un principio universale che fa si che le operazioni compiute dall’immaginazione siano uniformi, ovvero che esse non operano a caso. Anche nelle fantasticherie c’è una connessione. Principio con cui noi operiamo, mettiamo assieme le idee tra di loro -> principio di associazione = agisce nella mente come una sorta di forza gentile che favorisce determinate associazioni secondo delle regole costanti, è una sorta di istinto che poi diventa una abitudine, che è alla base di come ordiniamo le idee del nostro pensiero Guidata dai criteri di: Somiglianza • Contiguità nel tempo e nello spazio • Causalità • Conoscenze si dividono in: Empiriche/complesse -> le impressioni sono il fondamento • Astratte -> le idee sono il fondamento, che però si ricollegano alle impressioni • Filosoficamente io non posso andare al di là delle mie impressioni. Di fatto, chiudendo gli occhi, non avendo più impressioni, il mondo non c’è. Io L’unica realtà di cui siamo certi sono le percezioni. Noi non facciamo esperienza del nostro io, ma lo ricostruiamo attraverso le percezioni. Noi siamo fasci di percezioni che si susseguono nel tempo che non si riconducono ad una sostanza unitaria. A che cosa serve la casualità se non può essere giustificata? È un sentimento che serve per indirizzarci nella vita pratica. Tutto quello che le scienze naturali affermano, sono feconde, ovvero ci orientano, ma sono probabili. Invece, la matematica, è certa, perché si occupa solo della relazioni tra le idee, ma di fatto non aumenta la nostra conoscenza empirica. Non ci da più informazioni, ma le approfondisce. I nessi che noi individuiamo sono nessi tra le percezioni, non tra le cose. Ma abbiamo una forza che ci porta a credere che la realtà esterna sia sempre presente e inalienabile.
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