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L'empirismo di Locke e Hume, Appunti di Filosofia

L' Empirismo è la corrente filosofica, nata nella seconda metà del Seicento in Inghilterra, secondo cui la conoscenza umana deriva esclusivamente dai sensi o dall'esperienza. I maggiori esponenti dell'empirismo anglo-sassone furono John Locke e David Hume.

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 23/02/2018

federica.sala3
federica.sala3 🇮🇹

4.4

(34)

17 documenti

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Scarica L'empirismo di Locke e Hume e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! 1 EMPIRISMO  Si tratta di una corrente filosofica che sostiene che la conoscenza derivi dall’esperienza sensibile (a differenza di Cartesio che sosteneva la teoria delle idee innate).  La nostra mente è come un foglio bianco; per diventare una pagina scritta è necessaria l’esperienza.  Gli empiristi rifiutano il linguaggio difficile usato dalle vecchie scuole filosofiche per far spazio ad un linguaggio semplice e chiaro che possa essere compreso anche dalle persone comuni. Questo cambiamento rispecchia il rinnovato clima culturale dell’epoca, caratterizzato dalla rivoluzione scientifica e dalla nascita di nuove figure LOCKE  Il fondatore dell’empirismo fu Locke, filosofo inglese, visse anch’egli in un periodo storico tormentato (rivoluzione antimonarchica e decapitazione di Carlo I). Per il suo grande interesse nei confronti della medicina venne soprannominato dott. Locke.  La sua opera più famosa è Saggio sull’intelletto umano che segna un cambiamento rispetto alla filosofia razionalista: 1. Cartesio riteneva infatti che la ragione avesse una capacità conoscitiva illimitata, non condizionata dalla realtà e che trovava in se stessa il proprio fondamento. 2. Locke invece sostiene che la ragione sia limitata dall’esperienza  Il Saggio si compone di 4 parti e nella prima parte c’è la critica alle idee innate, primo passo di quel “lavoro di pulizia dai detriti che i incontrano sul proprio cammino” di cui parla nell’Epistola al Lettore.  Locke sostiene che non sia vero che esistano idee impresse nella nostra mente fin dalla nascita (come sostenevano invece Platone e Cartesio) e sostiene la sua tesi dimostrando che gli idioti e i bambini non possiedono idee quali ad esempio il principio di non contraddizione (è impossibile che una cosa sia e non sia allo stesso tempo).  Anche l’idea di Dio (che gli innatisti ritengono impressa da Dio stesso negli uomini) varia da individuo a individuo e alcuni non la posseggono nemmeno.  Così come le idee di bello/brutto, giusto/ingiusto variano a seconda dei popoli.  La conoscenza quindi per Locke deriva esclusivamente dall’esperienza da cui derivano tutte le idee che sono di due tipi: 1. idee di sensazione – provengono dagli oggetti esterni tramite i 5 sensi (es duro, molle) 2. idee di riflessione -> derivano dall’esperienza interna e sono gli stati d’animo (felice, allegro, triste etc) e le passioni (amore, odio)  La mente di un neonato è quindi come un foglio bianco sul quale l’esperienza scriverà le “idee”, maggiori e varie saranno le sue esperienze, più strutturata sarà la sua 2 conoscenza.  Le idee si distinguono in due grandi classi: 1. idee semplici -> sono quelle che la nostra mente riceve in modo passivo dalla sensazione o dalla riflessione e non possono essere scomposte. Sono i mattoni su cui costruisce la conoscenza. Possono essere:  di qualità primarie, oggettive (figura, movimento etc): una torta al cioccolato è scura, consistente al tatto, morbida etc  di qualità secondarie, soggettive (colori, suoni, sapori): una torta al cioccolato è dolce 2. idee complesse -> si tratta dell’elaborazione delle idee semplici da parte del cervello (che le ha immagazzinate e ora le combina assieme). Rifacendosi all’esempio di prima: una torta al cioccolato è un’idea complessa.  L’intelletto quindi non può creare nuove idee semplici altrimenti produrrebbe dei sogni.  Le idee complesse però sono incerte, l’errore è possibile. Per questo le idee complesse sono chiamate anche “nozioni”, perché spesso si tratta di concetti astratti (che esistono nella mente degli uomini e non nella realtà).  Le idee complesse vengono da Locke classificate in 3 categorie: 1. i modi -> sono le idee complesse che non possiedono un’esistenza autonoma, ma devono essere riferite a una sostanza. Es: la gratitudine è una manifestazione dell’uomo che riconosce al suo benefattore una modalità di comportamento benevolo nei suoi confronti; la bellezza è una composizione che fa piacere a chi la guarda. 2. le sostanze -> si tratta di un insieme di idee semplici che fanno riferimento a entità sussistenti per se stesse, che fanno da sostrato. Poiché l’uomo percepisce solo idee semplici e quindi non può percepire idee complesse che sussistano da sole, si suppone che queste idee poggino su un “sostrato” (traduzione del termine substantia) che le sostiene. Le sostanze possono essere:  corporee (es: pietra è la sostanza corporea che sostiene le idee di forma regolare, levigatezza, durezza etc)  spirituali 3. le relazioni -> nascondo dal confronto delle idee fra loro e dalla comparazione che l’intelletto istituisce fra di esse. Ciascuna idea può essere messa in relazione con altre cose in infiniti modi. Per esempio, un uomo può essere messo in relazione con altri uomini, padre, nonno, nipote, suocero ecc.. Importanti esempi di idee di “relazioni” sono quelle di causa ed effetto (per cui colleghiamo l’esistenza di una cosa all’azione di un’altra: caldo = cera che si scioglie).  L’intelletto umano ha quindi dei limiti: non possiamo essere certi delle cose di cui non abbiamo una percezione sensibile. 5 HUME  Nato a Edimburgo all’inizio del ‘700, con lui l’empirismo porta gli studi filosofici ad assumere un rigore scientifico: la natura umana viene analizzata non più in chiave metafisica ma con un metodo rigorosamente sperimentale (ispirandosi alla fisica di Newton).  In coerenza con il metodo empirico e con quello sperimentale, egli analizza la conoscenza umana e stabilisce che la percezione sia la sua unica fonte.  Egli individua poi due tipologie di percezione: 1. le impressioni -> che sono le percezioni (sensazioni, passioni ed emozioni) nel momento stesso in cui colpiscono la coscienza. Ovviamente sono quelle che si presentano con maggior forza e vivacità. Es. il dolore di quando tocco un ferro caldo e mi scotto. 2. le idee -> che sono le immagini delle impressioni illanguidite e sbiadite dal nostro ragionamento. Es: il pensiero di quando ho toccato il ferro caldo e il dolore che ho provato.  Tutte le idee corrispondono quindi alle loro impressioni originarie.  Da ciò ne deriva una critica alle idee metafisiche perché astratte e quindi non sono riconducibili a un’impressione (cioè a un’esperienza percettiva).  L’uomo è in grado di conservare nella propria mente le impressioni ed è in grado di collegare tra loro le idee grazie alla memoria, che è in grado di conservare l’ordine e la posizione delle idee semplici.  Grazie all’immaginazione invece possiamo stabilire relazioni tra le idee, ma operando con una certa libertà e quindi non rispettando l’ordine e la posizione.  L’immaginazione però non è totalmente libera poiché procede seguendo schemi fissi ovvero secondo il principio di associazione che a sua volta agisce sulla base di 3 criteri: 1. somiglianza -> il paesaggio della Scozia assomiglia a quello della Toscana 2. contiguità -> il colore di un frutto viene associato ad un determinato sapore 3. causalità -> se vedo alberi bruciati penso al fuoco  Questi criteri associativi determinano quelle che Locke definisce idee complesse che nascono dall’unione di due o più idee semplici.  Tuttavia si può essere certi solo delle conoscenze che derivano dalle associazioni che nascono da una relazione tra idee, cioè che si ottengono derivando un’idea dall’altra a priori, senza bisogno di una verifica empirica. Si tratta delle conoscenze matematiche (es 2 + 2 fa sicuramente 4).  Tutte le altre conoscenza (la maggior parte), che derivano dalla relazione tra dati di fatto, che si riferiscono a fatti o eventi derivanti dalla nostra esperienza, necessitano una verifica empirica, sono conoscenze probabili ma non necessarie (es. è probabile che 6 il sole sorga anche domani come fa tutti i giorni ma non è una certezza matematica).  Le conoscenze relative alla relazione tra dati di fatto sono caratterizzate dal principio di causalità (cause -> effetto) che non si configura però come una pura relazione tra idee ma rimanda all’esperienza (es. se metto un dito sul fuoco, affermo che il fuoco è la causa della scottatura. Il fuoco è A che causa la scottatura, cioè B).  La relazione causa –> effetto è quindi la tendenza della nostra mente, aiutata dall’abitudine, di proiettare nel futuro ciò che si è presentato regolarmente nel passato. Tale legame esiste solo nella nostra mente, è un’attitudine soggettiva.  Quindi è solo la forza dell’abitudine (inclinazione innata nell’uomo) che porta a ritenere che il mondo fisico sia retto da principi universali e che il suo comportamento sia regolare e costante (il futuro assomiglia al passato). Ciò che si è presentato nel passato viene trasposto al futuro e questo meccanismo ci fa attribuire la causa di un fenomeno ad un altro, precedentemente accaduto, perché la nostra abitudine, talmente consolidata dall'esperienza, ci dice così.  Quindi per Hume, in base al principio di casualità, tutto ciò che comincia ha una causa.  Questa formulazione generale data dal filosofo, che deriva dalla relazione causa- effetto, ha dei limiti.  Legare due fenomeni da una causa (A è causa di B) può essere fatto solo se nell'esperienza constatiamo: 1. una vicinanza nel tempo e nello spazio dei due elementi; 2. una successione di fenomeni (B avviene, si presenta sempre dopo A); 3. la necessità, l'esperienza che ci fa legare i due fenomeni ed è proprio questa condizione che non si può verificare se ci rivolgiamo al futuro. L'esempio che fa è quella di Adamo (il primo uomo) che non avrebbe mai potuto sapere che la trasparenza dell'acqua poteva farlo annegare.  Le nostre conoscenza, dal punto di vista della ragione, sono solo probabili ma non certe. Questa certezza viene data solo dall'abitudine ma non perché si è veramente certi (dico che domani il sole sorgerà perché l'esperienza, l'abitudine mi dice così, ma non posso essere veramente certo che domani questo accadrà perché la natura non sempre si comporta allo stesso modo); per Galileo invece la natura si comporta sempre allo stesso modo quindi il giudizio di Hume è sconvolgente. Si possono fare solo previsioni per il futuro probabili non certe.  Dall’abitudine nasce anche la credenza che non è un atto dell’intelletto ma un sentimento, un istinto (noi “crediamo”, sulla base dell’abitudine, che il sole sorgerà anche domani).  Le principali credenze dell’essere umano sono: 1. che esista un mondo esterno 2. che esista un io 7  Hume, partendo da queste due credenze, critica il concetto dell’Io inteso come “sostanza”.  Egli sostiene che esistano due tipi di sostanze: 1. quella materiale -> i corpi fuori di noi -> impressioni associate tra loro (es una mela non è altro che un insieme di qualità: rotonda, succosa, fresca etc) 2. quella spirituale -> l’io o anima -> ciò che dà unità e ordine alle sensazioni.  Secondo Hume la sostanza spirituale non è conoscibile. L'io è solo un fascio di percezione/di impressioni. L'idea è il ricordo dell'impressione (e il ricordo, l'impressione che abbiamo genera continuità con la realtà esterna).  L'anima non esiste dal punto di vista razionale. Noi siamo un fascio, un insieme di impressioni che cambiano nel corso della vita, nulla permane. Solo l'abitudine ci fa credere che la realtà dell'Io permanga! L'io non ha consistenza propria, come la mente ci dice il filosofo che non ha realtà ma è come un 'teatro'.  Egli osserva che il nostro io non è mai oggetto di un'impressione: noi ci limitiamo a percepire singoli stati di coscienza (sensazioni, passioni, pensieri, sentimenti) , ma non cogliamo mai un loro ipotetico soggetto unitario. Il soggetto non è quindi una sostanza spirituale permanente e sempre identica a se stessa: esso è piuttosto un flusso di percezioni che succedono continuamente le une alle altre. Ancora una volta il sentimento dell'unità e della continuità del proprio io esprime soltanto una credenza connaturata all' uomo.  Con la critica congiunta delle idee di causa e di sostanza Hume porta l'empirismo alle sue estreme conseguenze scettiche.
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