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L'empirismo inglese: Locke e Hume, Sintesi del corso di Filosofia

L'empirismo inglese, corrente filosofica che si sviluppa nella seconda metà del '600 e nei primi del '700 in Inghilterra. Si analizzano i fattori favorevoli al suo sviluppo, le generalità e i rapporti con la filosofia precedente, la lingua utilizzata dagli empiristi inglesi, le idee innate, le caratteristiche delle idee, i tipi di conoscenza e il linguaggio. In particolare, si approfondiscono le teorie di Locke e Hume.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 18/05/2022

GabrielsNotes_04
GabrielsNotes_04 🇮🇹

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Scarica L'empirismo inglese: Locke e Hume e più Sintesi del corso in PDF di Filosofia solo su Docsity! EMPIRISMO INGLESE A. INTRODUZIONE 1. Fattori favorevoli al suo sviluppo • Seconda metà '600-primi '700 • Sviluppo in Inghilterra favorito da A. Politica: monarchia costituzionale B. Cultura: - Diffusione giornali (consentono a loro volta la diffusione di diverse informazioni, non solo di cronaca ma anche economiche e relative ad eventi culturali) - Nasce il romanzo moderno (presenta una grande varietà compositiva nelle forme e nei contenuti) C. Tradizione: in filosofia, da Ockham a Bacon fino a Newton, a cui si aggiunge Cartesio, questi filosofi hanno uno sguardo critico e razionale verso la realtà 2. Generalità, rapporti con la filosofia precedente • Empirismo inglese = corrente filosofica che pone l'attenzione sullo studio della conoscenza umana - Tutti gli empiristi riconoscono che le nostre idee traggono origine dall'esperienza della realtà sensibile - La conoscenza si costituisce progressivamente: è l'esperienza che fornisce i materiali con cui l'uomo può pensare • Gli empiristi criticano l'innatismo - Posizione di natura platonica per cui nella mente ci sono delle idee - Sostenuto da: Cartesio e dai platonici di Cambridge • Gli empiristi recuperano il dubbio dello scetticismo - Viene riadattato per poter giungere a dubitare di tutte le conoscenze per accogliere solo quelle empiriche • L'empirismo inglese anticipa il criticismo kantiano 3. Lingua • Gli empiristi inglese usano un linguaggio semplice - Non usano il latino - Rifiutano la lingua accademica e optano per una lingua chiara e scorrevole, affinché le loro idee possano diffondersi massimamente ed essere seguite da più persone possibili • Si sceglie l'inglese perché pochi di questi autori hanno un percorso accademico filosofico alle spalle - Hanno background diversi. Es: Hume: avvocato, Locke: medico B. LOCKE 0. Scelta del problema gnoseologico • Affronta questo problema in "Saggio sull'intelletto umano" • Nella prefazione, spiega la scelta del problema gnoseologico come tema da affrontare - Si rivolge al lettore in modo diretto - Spiega di aver scelto di affrontare questo problema perché: durante il suo insegnamento a Oxford, insieme a un gruppo di amici si riuniva periodicamente presso la casa di un conte, dove affrontavano diverse discussioni su varie tematiche - Tutte le discussioni all'interno di questo circolo culturale giungevano a un punto morto: non si traeva nessuna conclusione. Locke si chiede: perché? • Locke capisce che il problema è dovuto al fatto che: prima di intraprendere una discussione, era necessario che si tracciassero i confini e le possibilità del conoscere - La gnoseologia è alla base di tutto - Riprende l'importanza che da Aristotele alla logica - Traspare la base empirica Domande 1. Esistono idee innate? 2. Che caratteristiche hanno le idee? Cosa sono? 3. Come conosciamo? Quali tipi di conoscenza esistono? 4. Linguaggio: quale e come usarlo? 1. Idee innate • Locke ammette l'esistenza di inclinazioni naturali nell'uomo - Ad esempio: il desiderio di felicità, la fuga dal dolore, l'auto-conservazione • Tuttavia: nega che ci siano dei principi speculativi o morali innati - Ad esempio: principio di identità, di non contraddizione (non esistono nei bambini), principi morali e religiosi, tradizioni (variano da popolo a popolo) Contraddittorietà dell’argomento innatista (consenso universale) • L'inesistenza delle idee innate è l'argomento innatista: il consenso universale - Sostiene l'esistenza di verità su cui tutti sono d'accordo • Locke: crede che questo argomento provi esattamente il contrario - Non ci sarà mai nessun principio su cui tutti gli uomini saranno d'accordo • Neanche le idee matematiche sono innate - Anche dietro a una semplice operazione di aritmetica c'è conoscenza pregressa: banalmente, dei numeri, della simbologia matematica, dell'idea di addizione e di uguaglianza Argomenti contro l’innatismo • L'uomo individua delle proposizioni generali che comprende e poi non mette in dubbio - Errore: l'ammissione di verità indubitabili implica l'induzione dell'uomo verso il disuso della ragione • Sostenere l'innatismo significa appoggiare il dogmatismo - Si crede in dogmi che ci vengono imposti • Locke definisce la nostra mente come una tabula rasa - Un foglio bianco privo di iscrizioni • Le idee (degli oggetti come degli stati emotivi) hanno radice nell'esperienza - La mente può pensare solo dopo la ricezione di percezioni sensoriali Applicazione della ragione alla fede • La ragione applicata alla rivelazione ci porta a riconoscere: A. Conoscenze ultra-razionali - Es Trinità B. Conoscenze che si accordano con la ragione - Es: il messaggio di Gesù di amare il prossimo: si tratta di un insegnamento vero C. Conoscenze contrarie alla ragione e che vanno quindi escluse - Es: i miracoli non sono né razionalmente né empiricamente giustificabili • Locke delimita l'ambito della fede togliendo tutto ciò che è superstizione, fanatismo, dogmatismo, clero 4. Linguaggio • Locke studia il linguaggio perché capisce che è strettamente connesso con le idee - È costituito da parole, che sono suoni articolati corrispondenti a idee • L'origine del linguaggio è convenzionale - Le parole vengono assunte arbitrariamente per designare un'idea corrispondente a un certo ente • È fondamentale accordarsi sull'uso del linguaggio - Un linguaggio è efficace solo laddove la parola pronunciata suscita nella nostra mente l'idea corrispondente - Bisogna sempre usare le parole nella stessa direzione C. HUME 0. Gnoseologia • In "Trattato sulla natura umana" - Obiettivo: nuova scienza sulla natura umana basata sulla coscienza e sull'osservazione dei comportamenti umani - A questo fine è necessario un metodo scientifico (quello Newtoniano) • Punto di partenza: stabilire cosa l'uomo può conoscere (e limiti della conoscenza umana) 1. Percezioni • La nostra conoscenza è costituita da percezioni - Ciò che si presenta alla nostra mente in maniera chiara ed evidente alla nostra mente • Sono composte da: impressioni + idee Impressioni • Impressioni = percezioni vivaci dei sensi • Possono essere A. Di riflessione: riguardano il nostro io B. Di sensazione: riguardano la realtà sensibile • Le impressioni possono essere anche A. Semplici: non possono essere ulteriormente divise B. Complesse: possono essere ulteriormente divise • Quindi: con le impressioni percepiamo la realtà (interna o esterna) Idee e impressioni • IDEE = riproduzioni più deboli delle impressioni, prodotte dalla memoria - Con le idee noi pensiamo la realtà • Possono essere anch'esse semplici o complesse oppure di riflessione o sensazione • Con l'impressione sento, con l'idea ricordo • Quindi: NON esistono idee di cui prima non ho avuto impressione Inesistenza di idee generali e astratte • Per Hume esistono solo idee particolari: le generali e le astratte non esistono - Le idee generali sono solo la somma di tante idee particolari - L'idea generale di per sé non esiste • L'idea generale di spazio non esiste - Si può fare esperienza dello spazio in cui siamo ma non di quello universale • La fantasia non ha nessun valore, non è una conoscenza 2. Tre facoltà • Le idee che noi possediamo si associano nella nostra mente grazie a 3 facoltà 1. Abitudine 2. Memoria 3. Immaginazione Abitudine • Porta l'uomo ad individuare le somiglianze tra le idee di diversi oggetti per cui a tutti quegli oggetti daremo lo stesso nome, indipendentemente dalle differenze di grado, qualità, quantità che i diversi enti simili presentano • La parola associata evoca l'idea dell'ente Memoria • È il conservare nella mente le impressioni di ciò di cui facciamo esperienza - Avendo mangiato una volta una mela, la successiva, pur non vedendola, sentendone il sapore capirò che è una mela Immaginazione • Intesa come capacità di comparare le idee fra di loro, in base a 3 leggi 1. Somiglianze - Si associano tra loro idee simili in base all'abitudine 2. Contiguità o successione spazio-temporale - Implica la vicinanza tra due idee nello spazio e nel tempo 3. Causalità o rapporto causa-effetto Conclusioni • Con queste 3 facoltà, Hume spiega come si formano le idee • Hume, dal punto di vista gnoseologico, ha ridotto la realtà a 1. Impressioni 2. Idee 3. Rapporti tra idee - Così spiega tutta la realtà conoscitiva 3. Rapporti tra idee • La nostra conoscenza può essere di due tipi A. Relazioni di idee B. Questioni di fatto Relazioni di idee • Derivano dalla combinazione di alcune idee senza il ricorso all'esperienza • Si ottengono per deduzione: è una connessione necessaria - Negandole ci contraddiciamo - Sono le conoscenze logico-matematiche - Si basano sui principi di identità e contraddizione • Sono le uniche conoscenze certe che abbiamo: quelle logico-matematiche Questioni di fatto • Si hanno quando più idee sono connesse tra loro col ricorso all'esperienza • Si ottengono per induzione: è una connessione contingente, perché la negazione di un fatto è possibile, non è contraddittorio - Es: il sole sorgerà domani - Si basano sul rapporto causa-effetto • Gran parte delle nostre conoscenze, essendo questioni di fatto, non sono certe 4. Critica al principio di causalità • Hume critica il principio di causalità, per cui dati due enti A e B, A è la causa e B è l'effetto - Arrivo a generalizzare che data A, segue B • Questa connessione attesta una continuità spaziale e una successione temporale tra A e B - Se c'è l'effetto B, non lontano c'è la causa A - Prima c'è A e poi B - Es: il fuoco causa il fumo, perciò se vedo il fumo, non lontano dev'esserci il fuoco. Prima c'è il fuoco e poi il fumo • Tuttavia, la connessione non attesta la necessità: si ha probabilità, non necessità - E se quello che noi pensiamo essere fumo fosse in realtà foschia? - L'esperienza non è giustificabile razionalmente • Questa connessione deriva dall'abitudine e dalla credenza (crediamo che ad ogni fuoco corrisponda del fumo e viceversa), ma la credenza non è certa: è un istinto, un sentimento
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