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La Neutralità americana e l'ingresso degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale, Sintesi del corso di Storia

Storia InternazionaleStoria Moderna EuropeaStoria politica

Come, nonostante la profonda divisione societaria, la neutralità degli Stati Uniti inizialmente tenuta dal presidente Wilson, fu compromessa dall'espansione del commercio con l'Europa e dall'interesse statunitense a salvaguardare le rotte commerciali. La neutralità vacillò definitivamente dopo l'affondamento del RMS Lusitania e la proposta di alleanza tedesca al Messico. Wilson ottenne il suo obiettivo con la promessa di sospendere le scorrerie in Atlantico, ma la partecipazione americana alla guerra fu graduale e determinante per il corso della stessa.

Cosa imparerai

  • Come la neutralità americana fu compromessa?
  • Come gli Stati Uniti entrarono effettivamente in guerra?
  • Perché gli Stati Uniti inizialmente cercarono di rimanere neutri nella Prima Guerra Mondiale?

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 11/11/2021

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3.3

(4)

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Scarica La Neutralità americana e l'ingresso degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! Luca Chiaverotti VA, Saggio breve di Storia L’entrata in guerra degli Stati Uniti d'America Il 28 luglio 1914 scoppiò il Primo conflitto mondiale. La guerra vedeva opposte principalmente le potenze dell'Intesa, guidate da Gran Bretagna, Francia e Russia (fino al 1917), alle forze degli Imperi centrali, ossia, tra gli stati principali, Germania e Impero austro-ungarico. Gli Stati Uniti, almeno inizialmente, non presero parte al conflitto. Nel 1913 era stato eletto presidente l’ex governatore dello stato del New Jersey, il democratico Thomas Woodrow Wilson (1856-1924). Negli anni dal 1914 al 1917 Wilson cercò sempre di tenere gli Stati Uniti fuori dalla Prima guerra mondiale: si offri come mediatore, ma né gli Alleati né le Potenze centrali presero seriamente le sue proposte. Dunque, conscio delle difficoltà, dei costi e dei risvolti politico-economici che avrebbe comportato una guerra in Europa, il presidente aveva proclamato la totale neutralità degli Stati Uniti. Il non intervento americano doveva riguardare ogni possibile implicazione con i paesi belligeranti, evitando qualunque tipo di presa di posizione in favore o contro ciascuno dei blocchi contrapposti. Nel suo discorso alla nazione del 19 agosto 1914 aveva raccomandato ad ogni singolo cittadino di non manifestare pubblicamente alcuna preferenza politica per nessuno degli schieramenti. Anche le banche erano state ammonite a non concedere arbitrarie facilitazioni finanziarie. La società americana era profondamente divisa: nelle regioni più a est, dove maggiore era la presenza degli ex emigranti inglesi, vi era una maggiore simpatia per l'Intesa; nelle regioni centrali, invece, gli immigrati olandesi e tedeschi parteggiavano per gli Imperi centrali. Il prolungarsi della guerra in Europa aveva costretto i paesi dell'Intesa a chiedere agli esportatori americani una sempre maggiore quantità di materiali, di armi e di derrate alimentari. L'acquisto di questi beni richiedeva però una adeguata disponibilità finanziaria che i paesi importatori non avevano. Il presidente americano, per salvaguardare gli interessi economici nazionali, fu costretto ad autorizzare le banche a concedere i dovuti prestiti. Gli Stati Uniti da semplici esportatori divennero così anche finanziatori, alimentando un irreversibile legame con i paesi europei. Con la crescita esponenziale del commercio verso l'Europa, aumentò di conseguenza l'interesse americano a salvaguardare la libertà dei mari e la sicurezza delle rotte commerciali. Il presidente Wilson aveva contestato agli stessi paesi dell'Intesa il “diritto di visita”, ovvero il diritto di ispezionare le navi mercantili per impedire il traffico di merci verso gli Imperi centrali. La neutralità degli Stati Uniti iniziò a vacillare il 7 maggio 1915. In tale data, il sommergibile tedesco U-20 affondò il transatlantico britannico RMS Lusitania, allora ancorato al porto di New York. All'inizio della guerra, per evitare che le navi partecipassero alle operazioni belliche in funzione ausiliaria o rifornissero l'Inghilterra di materie prime, la Germania decise di impedire a navi provenienti dagli Stati Uniti di fare rotta verso le isole britanniche, disponendo un blocco navale lungo le coste del paese nemico. Tuttavia, non volendo intraprendere un conflitto aperto contro gli Stati Uniti, l'ambasciata tedesca fece pubblicare, a proprie spese, un avviso sulla stampa statunitense per avvertire gli americani di non imbarcarsi su quella nave, poiché qualora questa avesse forzato il blocco navale’ sarebbe stata affondata. Nonostante l'avviso, datato 22 aprile 1915, numerosi cittadini statunitensi, più o meno mille, si imbarcarono sul Lusitania in procinto di salpare da New York il 1° maggio. Il 7 maggio dunque, un sottomarino tedesco U-20 lanciò un siluro contro il Lusitania mentre la nave, dopo aver forzato il blocco imposto dai tedeschi, si trovava al largo delle coste dell'Irlanda. A bordo ci fu una seconda esplosione non dettata dal siluro lanciato dall'U-20: si suppone che il Lusitania trasportasse materiale di contrabbando quali esplosivi o altro materiale potenzialmente esplosivo. Il transatlantico colò a picco, colpito alle macchine e non fu possibile fermare i motori e calare le scialuppe. Morirono 1.198 persone; se ne salvarono 751. La notizia del disastro giunse a Londra la sera stessa durante un pranzo di gala all'ambasciata americana, dove il colonnello House - consigliere del presidente Wilson - auspicò che gli Stati Uniti sarebbero entrati in guerra entro la fine di maggio. Come prima reazione, l'ambasciatore USA a Berlino cominciò i preparativi per chiudere l'ambasciata senza nemmeno attendere istruzioni dal Dipartimento di Stato, mentre Wilson diede ordine di accertarsi se il Lusitania trasportasse o meno materiale esplosivo. La risposta che ricevette tramite l'ispettore della dogana fu che la nave trasportava "materiale di contrabbando di qualche tipo", elencando grossi quantitativi di munizionamento. Il giorno dopo, 8 maggio, l'ambasciatore americano a Londra telegrafò alla Casa Bianca dicendo che l'Inghilterra era pronta a chiedere l'intervento armato americano, ma Wilson lo respinse accusandolo di essersi lasciato trasportare "dalla pubblica opinione". Il 7 novembre 1915, inoltre, i tedeschi affondarono il piroscafo italiano Ancona, provocando 23 morti americani. Altri attacchi simili a questo vennero sferrati nei mesi successivi nell'Atlantico. In seguito agli attacchi, tuttavia, gli Stati Uniti non intervennero immediatamente in guerra, ma chiesero in maniera decisa la fine degli attacchi U-Boot nell'Atlantico; richiesta alla quale la Germania acconsentì non senza proteste. Wilson aveva ottenuto il suo obiettivo; la promessa tedesca di sospendere le scorrerie nell'Atlantico, dopo la minaccia di una rottura diplomatica da parte americana, aveva portato una nuova ventata di speranza per la conservazione della pace. Ancora nel novembre del 1916, al momento della sua seconda elezione, Wilson conservava il convincimento di tenere gli Stati Uniti fuori dalla Guerra, nonostante nel Paese il sentimento antitedesco crescesse sempre di più. Ulteriore fiato alle tendenze interventiste dell'opinione pubblica americana venne fornito dal cosiddetto telegramma Zimmermann, ovvero un documento inviato via telegrafo il 16 gennaio 1917 dal Ministro degli Esteri dell'Impero tedesco, Arthur Zimmermann all'ambasciatore tedesco in Messico e decrittato dall'ammiraglio inglese William Hall, che lo consegnò all'ambasciatore statunitense a Londra. In esso si istruiva l'ambasciatore tedesco ad approcciare il governo messicano con la proposta di formare un'alleanza
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