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L'era dell'antropocene, Appunti di Storia

Lezione di educazione civica sull'antropocene

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 24/05/2022

chiara__a
chiara__a 🇮🇹

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Scarica L'era dell'antropocene e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Educazione Civica S.Tommaso: “Temo l’uomo dell’unico libro”. Antropocene è un documentario che affronta un tema interessante ovvero l'idea che noi stiamo vivendo in un'era geologica ribattezzata Antropocene. È una modalità usata per dividere la storia ce logica della terra in base ai cambiamenti più evidenti (mesozoico, cretaceo, ecc). Esiste una corrente di pensiero che si è diffusa negli ultimi anni che dice che noi stiamo vivendo in un'era geologica che possiamo tranquillamente Ri battezzare Antropocene c'è un'era in cui le modifiche territoriali (climatiche, ambientali) sono prodotte dall'uomo (antropos)—> quindi ne è causa l’uomo. Quando è iniziata l'Antropocene? Anche qui esiste un dibattito: • C'è chi dice che l'Antropocene è iniziata con la rivoluzione industriale, in particolare con la prima (1700); • C'è chi dice che l'Antropocene è iniziata addirittura dopo la seconda guerra mondiale e, con lo scoppio delle bombe atomiche e il cambiamento che queste portarono; • C'è anche una terza ipotesi che sostiene che l'Antropocene sia nata nel neolitico, ovvero nel momento in cui l'uomo iniziato a coltivare le terre, che è un'attività certamente più leggera e comunque è considerata una modifica che l'uomo porta a un territorio. L’uomo, è uno dei pochi animali che ha inciso così tanto sulla terra, perché bene o male gli altri animali si adattano a quello che trovano e tendono a scomparire nel momento in cui l'ambiente in cui vivono non gli è più adatto quindi non lo modificano. L’uomo, nonostante tutto, ha modificato il suo stile di vita tendendo a creare qualcosa che gli permettesse di vivere nelle zone meno “vivibili" per lui. Arthur Schopenhauer: era un filosofo tedesco della prima metà dell'ottocento, grande ispiratore di Leopardi, che scrisse un libro di nome "Parerga e Paralipomena" (1851). In questo libro Schopenauer fa una riflessione: dice che se l'uomo è diventato quello che è diventato (una creatura che ad un certo punto si è sentita in dovere di dominare e modificare il territorio in cui vive, non dando importanza territorio e esseri viventi che li vivevano), È dovuto in parte anche una certa mentalità che è derivata dal cristianesimo. Lui dice che il cristianesimo ha commesso un errore: a distaccato l'uomo dalla natura e dagli altri animali (per esempio nella genesi quando Dio crea piante, animali, e solo successivamente a parte crea l’uomo). In questo modo Dio ha dato all'uomo la scusa per giustificare la suoni potenza e quindi l'uomo si è sentito nel corso dei secoli padrone del mondo che gli è stato affidato da Dio e quindi può fare quello che vuole nonostante che ci abita. Questa mentalità cristiana riscontrabile in altre religioni: per esempio nel buddhismo o nell'induismo, c'è una considerazione diversa nei confronti degli animali, talvolta considerati sacri e quindi per esempio non possono essere uccisi in quanto sono un animale/Dio—> animali intoccabili. Questa mentalità, secondo Schopenauer, è anche alla base della mentalità moderna, soprattutto quello occidentale. • Paolo VI: attraverso lo sfruttamento sconsiderato della natura l'uomo rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di tale degradazione—> quindi negli anni 60-70 un cattolico inizia porsi questo problema: il mondo è fatto per l'uomo, ma bisogna avere attenzione perché se l'uomo distrugge la natura distrugge anche se stesso, quindi bisogna fare attenzione. • Giovanni Paolo II: “L'uomo sembra non percepire altri significati del suo ambiente naturale, ma solamente quelli che servono i figli per un immediato uso e consumo”. "È necessaria una conversione ecologica, una nove ed autentica ecologia umana”. bisogna porre il problema ecologico. • Benedetto XVI: "Dobbiamo eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell'economia mondiale e correggere i modelli di crescita che sembrano in capaci di garantire il rispetto per l'ambiente. Il libro della natura è un indivisibile”. • Papa Francesco: "È vero che la genesi racconta che la terra è stata fatta per l'uomo, però, deve coltivare e custodire il giardino del mondo”. Anche molti filosofi seguono il concetto cristiano prendendo la via antiecologica: per esempio Aristotele ribadisce "L'uomo è padrone del mondo e giustamente lo utilizza per sé e per vivere al meglio possibile”, “Le piante sono fatte per gli animali, e gli animali per l'uomo. Quelli domestici perché le usi se ne nutra, quelli selvatici se non tutti quanti ma la maggior parte perché se ne nutra e se ne serve per gli altri bisogni”. Francis Bacon: è considerato il promotore della moderna mentalità scientifico- tecnologico. È un filosofo inglese che intravede la possibilità per l'uomo attraverso la tecnologia la scienza di poter dominare in futuro il mondo. Questo suo ottimismo lo ripone in diversi libri che lui scrive: "Il parto mascolino del tempo", nella cui prefazione scrive al figlio “Io mio propongo di offrirti e consegnarti la natura stessa e i suoi frutti.questo è il mio intento figlio, questo il mio unico voto, far avanzare verso il buon fini proposti il dominio dell'uomo sull’universo". Una signora, di nome Caroline Merchant, critica il pensiero di Bacon, criticando anche il titolo della sua opera. È chiaro che l'uomo non può partorire, però potrebbe voler dire "immaginare una scienza che sia in grado di ribaltare le leggi le consuetudini della natura fino ad arrivare all'idea che possa anche un maschio partorire”. E quindi sovvertire le leggi della natura e rinnovare la scienza. se coltivare vuol dire lavorare il terreno, custodire vuol dire prendersi cura, proteggere, curare. il vero colpevole è l'economia mondiale, che è in conflitto con il benessere dell’ambiente. Lui vuole richiamare l'attenzione sul fatto che che sull'economia che bisogna andare a modificare le nostre abitudini. l'uomo guarda troppo spesso alla natura colloqui di chi la vorrebbe sfruttare, non è questa la maniera di convivere nel nostro ambiente naturale. caro figlio, con la tecnologia e la scienza noi primo poi domineremo l'universo; l'uomo è destinato a un grande futuro in cui sarà in grado di gestire la natura come meglio crede. Levi Strauss: filosofo e antropologo della prima metà del 900. Riprendendo la linea identificata precedentemente, lui sostiene che: "L'uomo ha rotto il legame con la natura, e questo distacco dalla natura un distacco pericoloso anche da un punto di vista antropologico”. L'uomo sente la propria superiorità nei confronti della natura e delle altre creature; questa sua presunta superiorità la riporta anche nel mondo umano. Si tratta di un meccanismo mentale automatico per cui noi essere umani ci sentiamo superiori agli animali (modo cartesiano), è lo stesso meccanismo mentale per cui ad un certo punto ci sono uomini che si sentono superiori ad altri uomini (minoranze di uomini che si sentono in dovere di dominare su altri uomini in virtù di una presunta superiorità). Questa concezione di dominio "dell'uno sull'altro" diventa un meccanismo mentale e soprattutto automatico, da riprodurre anche nelle situazioni umane. Pensiero che accumunava numerosi pensatori del dopo guerra (Hitler). Libro, “Antropologia strutturale”: “Il rispetto dell’uomo per l’uomo non può trovare fondamento in determinate dignità speciali, che l'umanità attribuisce a se stessa. Poiché tal caso la frazione dell'umanità potrà sempre decidere di incarnare tale dignità in modo più imminente di altre.si dovrebbe semmai prendere le mosse da una sorta di umiltà di principio, iniziando col rispettare tutte le forme di vita diverse dalla nostra. L'uomo ricorrerebbe al riparo dal rischio di non rispettare tutte le forme di vita interne all'umanità stessa”. • Teme che la posizione dell'uomo faccio parte della stessa mentalità di quando nell'800 pensava di dominare la realtà con la ragione; • Se inizio a non rispettare gli animali, trasporto questa idea all'umanità (razzismo) e si crea un'idea di graduatoria; • Si deve partire da una base di umiltà: come dice Darwin, noi in passato eravamo scimmie che si sono evolute e antropomorfizzate diventando esseri umani, ma siamo sempre nella stessa catena (superiorità quantitativa e non qualitativa: dobbiamo rivalutare la nostra posizione nell’universo). A partire dalla fine dell'800 si credeva alla selezione degli animali; forse anche l'uomo ha fatto così: si è adattato all'ambiente come gli animali. Il fatto che Dio ha creato il mondo per l'uomo è una supposizione, una banalità che si è creato l’uomo. Latouche: filosofo francese contemporaneo. La sua riflessione sull'ambiente si è trasformata in una proposta concreta: è diventata una filosofia che ha influenzato i nostri modi di vivere e le nostre scelte politiche. Nel 2006 pubblica un libro fondamentale nel dibattito ambientale, "La scommessa della decrescita”. Latouche propone una “ricetta”: provare a decrescere, cioè provare a tornare indietro. Non intende tornare al paleolitico, ma non scommettere sempre e comunque sulla crescita. Infatti, il nostro sistema va in crisi quando non cresce, che vale dal punto di vista economico finanziario e industriale (capitalismo che si fonda sulla crescita). L’uomo è ossessionato dall’idea della crescita continua, ma dobbiamo tenere conto che questa idea della crescita continua è un'idea che nasce nasce da un mix che lui definisce "potenzialmente letale per l'uomo": un mix di elementi che hanno creato questo sistema incontrollato, secondo il quale dobbiamo continuare a crescere e a produrre senza mai fermarci. • Si tratta di un mix formato da: capitalismo, industrialismo e produttivismo. È un sistema che sosteniamo perché dà benessere comfort all'umanità, ciò giustifica la distrazione. È vero che siamo una società che sta bene, ma si è creata uno stile di vita e di stress che cerca sempre qualcosa di più, società malata di ricchezze e piena di disuguaglianze. - Latouche è un obiettore di crescita; - Si oppone alla religione imperante della crescita; - Dogma: il mondo è legato al progresso, se non si progredisce siamo legati al decadimento (capitalismo). Economia ed ecologia: devono trovare un punto di incontro, non possono andare verso la distruzione, ma devono trovare un equilibrio. Hanno la stessa radice Oikos—> casa—>regole della casa—>occuparsi della casa. L'economia dell'antica Grecia era più sostenibile giusta di quella moderna (gestione della casa) per economia intendevano il fare i soldi con i soldi (investimento). Invece oggi il termine economia viene associato solo al denaro: abbiamo perso il vero significato di Oikos per dedicarci solo al denaro, distruggendo la “casa”. Quindi Latouche ci mette in guardia e ci indica cosa bisogna fare: Nella seconda parte del suo libro mette in chiaro ciò che dovremmo fare. Lui propone un’altra “ricetta”: le 8R. Sono 8 concetti da coltivare/sviluppare per un mondo migliore. La possibilità di frenare questo deriva che abbiamo preso e provare a ripartire. Le 8R sono dovute al fatto che tutti questi concetti partono dalla radice ri che vuol dire di nuovo: dovremmo cioè di nuovo fare tutta una serie di cose, ripeterle e rifarle (fare di nuovo) per rimediare a certi danni che stiamo creando al nostro mondo. Le 8R sono: • Rivalutare= “Significa decolonizzare il nostro immaginario… in cui il progresso, la crescita il consumo non sono una scelta consapevole ma una droga cui tutti siamo assuefatti”. Dobbiamo iniziare a rivalutare il nostro stile di vita alla luce del fatto che se ne continuiamo a pretendere un tenore di vita in cui il consumo e la richiesta di beni è sempre più alta ed estrema, il nostro impatto sul pianeta non può diminuire. Quindi deve partire in primis da noi. Bisogna rivalutare il cambiamento. Bisogna rivalutare il dono piuttosto che il prendere; rivalutare la relazione con il simile che deve precedere la relazione con le cose; rivalutare l’accoglienza. • Riconcettualizzare= riconcettualizzare l’idea di ricchezza. Noi poniamo l’idea di ricchezza nel possesso di denaro e di beni; ma colui che è veramente ricco, è l'individuo che possiede ciò che gli è sufficiente per vivere e godere della propria vita. Noi dovremmo valutare quanto siamo soddisfatti della vita che facciamo e quanto veramente ci serve una cosa perché questa vita sia soddisfacente e felice. Bisogna togliere il superfluo, quindi ciò che ci sembra essere indispensabile ma non è. • Ristrutturare= riadattare e cambiare i rapporti sociali. • Ridistribuire= dobbiamo ridistribuire una serie di cose: ridistribuire la terra e incentivare il lavoro dei contadini (non ammassiamo uomini in megalopoli, rivalutiamo la compagnia e blocchiamo le emigrazioni verso le città); ridistribuire il lavoro, sfruttando più gente e riducendo lo stress per ogni singolo lavoratore (ridurre le ore di lavoro); ridistribuire i redditi per avere un maggiore equilibrio tra la popolazione (stipendi). • Rilocalizzare= significa produrre localmente la maggior parte dei prodotti necessari alla soddisfazione dei bisogni della popolazione e a partire dalle aziende locali finanziate dal risparmio raccolto localmente. Di fronte alla topofagia delle cosmopoli, ovvero di un modello urbano centralizzato che divora spazio, si deve sostenere una rinascita dei luoghi e una ritirino riterritorializzazione. • Ridurre= bisogna ridurre i consumi e i bisogni, molti dei quali risultano superflui; ridurre la pubblicità (che pagano i consumatori); ridurre gli sprechi e dunque rifiuti (un terzo del cibo in Gran Bretagna finisce nella spazzatura); ridurre i trasporti (causa inquinamento). Le nuove tecnologie dovrebbero aumentare la possibilità di lavorare da casa ma gli spostamenti per lavoro continuano ad essere enormi ridurre il tempo del lavoro. Ridurre la popolazione se non si è disposti a ricontrattare i nostri stili di vita. • Riutilizzare e Riciclare= l'idea che i nostri rifiuti possono essere riutilizzati in un secondo momento; evitare di estrarre nuove materie e quindi di lavorare con quelle che abbiamo già utilizzato, per impattare meno sulla terra. Approfondimenti per concludere: Pier Jouventin: antropologo, zoologo, etologo francese. Scrive “Per un ecologia del vivente”, e ci porta a fare una riflessione: egli riguarda l'uomo del pre-neolitico, che viveva in armonia e in equilibrio con la natura, vivendo in piccoli gruppi seminomadi, coltivava e cacciava. È quasi possibile, secondo Pier, riavvicinarsi al modello delle piccole comunità, dato che dare vita a migliaia di villaggi di poche decine di persone non è lontano dalla mentalità dell'uomo perché il mondo che viviamo attualmente ci permette di stare in mezzo a milioni di abitanti ma la nostra cerchia di frequentazioni si limita a poche decine di persone. Proviamo a tornare alla “piccola vita”. Epicuro: “L’uomo che non è contento di poco non è contento di nulla”. Hans Jonas: "La ricerca infinita porta al fallimento infinito”. Lucrezio: "…Ma perché sempre aneli a ciò che è lontano e disprezzi quanto è presente?”. Gandhi: "L'apice della civiltà si raggiunge nella scia della lunga tradizione di aparigraha (non possesso), e non consiste nel possedere, nell'accumulare sempre di più, ma nel ridurre e limitare i bisogni. Ivan Illich: nel 1973 scrive "la convivialità”. Bisogna diventare indipendenti da questo mondo ipertecnologico e iperfrenetico, che ci conduce verso una deriva molto pericolosa. “Rivendico una sopra ebrezza della vita e denunciò l'attuale condizione umana nella quale tutte le tecnologie diventano così invadenti che si potrà trovare gioia solo in ciò che si potrebbe chiamare tecno-digiuno”.
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