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l'Eracle di Euripide in breve, Schemi e mappe concettuali di Greco

Breve riassunto della tragedia di Euripide

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 26/01/2024

francesco-puricella
francesco-puricella 🇮🇹

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica l'Eracle di Euripide in breve e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Greco solo su Docsity! ERACLE DI EURIPIDE Il mito é trattato in modo particolare: non interessa la vicenda eroica (gli eroi sono spogliati della propria eroicità) ma si dimostra come l’eroe tradizionale possa ridursi ad un personaggio travagliato, incapace di dominare le forze interiori, fragile e debole. L’attenzione si sposta dal momento vincente a quello in cui fa i conti con la propria debolezza e fragilità. Quando si parla di Eracle parliamo di un eroe dipinto al massimo dell’eroicità: é fondatore, civilizzatore (perché distrugge le forze disgreganti della polis), capostipite degli Eraclidi (quindi anche dei re di Sparta), inventore delle olimpiadi. La sua figura é marginale e nella tragedia é improponibile per i suoi valori molto arcaici: sarà la commedia che lo vedrà protagonista in quanto farà di lui un personaggio comico per i suoi aspetti grotteschi. LA FOLLIA Euripide tratta il tema della follia di Eracle (che prima era posta prima delle 12 fatiche) e lo colloca dopo le 12 fatiche, come spartiacque tra un passato eroico (prima parte tragedia) e un dopo fragile, conflittuale, di abbandono e autoincomprensione. Euripide propone così un nuovo modello di eroe: non colui che é vincente, dotato di valori tradizionali, ma é il personaggio che nel momento della debolezza capisce l’importanza della solidarietà e sa accettare la propria debolezza. L’aiuto a Eracle, nel momento di follia dopo aver ucciso la famiglia e mentre medita il suicidio, viene offerto da Teseo che gli presenta la sua amicizia: Eracle, in modo incerto, decide di seguire l’amico. C’é un messaggio di solidarietà del tutto nuovo e quindi provocatorio nel mondo greco: i valori dominanti erano quelli “aristocratici” e ora é la fragilità a divenire un punto di forza. Si eroi se si accetta se stessi e la solidarietà degli altri. “Materialmente” è scatenata da Era che invia il demone della follia, Lissa, esternamente intromessosi nella sua psiche. In realtà questa é solo un’apparenza: Lissa innesca la follia ma non ha un seguito. E’ infatti importante vedere come siano gli stessi meccanismi della follia a “muoversi” e come il personaggio non riesca a controllare le proprie forze interiori. La tragedia termina positivamente: Eracle segue Teseo fino ad Atene e lì troverà non solo ospitalità ma anche pace e consolazione. LA FOLLIA DI ERACLE Il brano é riferito da un angelos, un messaggero, in quanto nel teatro greco non era possibile rappresentare scene di sangue. Si riferisce il momento in cui Eracle perde la ragione e la scena é descritta in modo realistico, crudo, orrorifica: si parla del modo terribile, nei particolari, in cui uccide i figli. Si mette in evidenza come il personaggio non sia più padrone di sè ed entri in contatto con le sue forze interiori indomabili. L’uomo alla fine viene definito “sventurato” e viene visto in modo compassionevole: non é la crudeltà in primo piano ma é proprio la debolezza incredibile di un uomo accecato dalla follia che tocca il fondo delle sue possibilità umane e diviene un mostro che non si é scelto di essere. E’ un mostro frutto di una follia indomabile. Eracle é anomalo, strano per il pubblico e infatti la tragedia non piacque per niente e non vinse l’agone. ALTRO PASSO La vicenda della follia di Eracle porta a un massacro ed è un secondo finale, caratterizzato dallo sconforto impotente dell’eroe. Ma a quel punto, come un deus ex machina, compare Teseo che conduce verso il terzo finale definitivo. Siamo al quarto episodio. Iride è la personificazione dell’arcobaleno, ma è sorella delle Arpie e il suo compito di messaggera è di portare solo messaggi funesti. Lissa è la dea della rabbia e del furore cieco, ha un aspetto terribile, con serpenti al posto dei capelli. Si presentano in disaccordo: Lissa commemora le imprese di Eracle e invita gli dei a non infierire su di lui. Ma il dissidio è di breve durata e Lissa si conforma subito alla volontà di Era. Euripide ci dice: anche se sanno di fare una cosa ingiusta, gli dei la fanno, guidati da capricci o cattivi sentimenti. La furia che si impadronisce di Eracle è un demone taurino. Come è stato osservato (Antonietta Provenza, Eracle e l’odio di Era. L’immagine del toro nell’Eracle di Euripide), “La perdita dei tratti umani di Eracle, culminante nell’immagine del toro, è conseguente nel dramma ad una follia che si presenta come sovvertimento dannoso dell’enthousiasmos dionisiaco a opera di Lissa, il demone che incarna la follia stessa come sconvolgimento rabbioso dalle conseguenze incontrollabili.” L’associazione Dioniso-toro è ampiamente attestata nella letteratura greca. Ma il toro è anche l’animale più pregiato per i sacrifici, di solito riservato a Zeus. Eracle- Dioniso-Zeus esprime il peccato di hybris, che come al solito nasconde l’assurdo della condizione umana. Lo stesso Zeus ha generato il supereroe e l’ha benedetto nella sua funzione civilizzatrice di uccisore di mostri. Ma la sua fama lo innalza a livello olimpico, facendone un altro mostro che, pur essendo umano, assume caratteristiche simili a quelle degli dei. Il toro divino va quindi sacrificato. Eracle mantiene ancora il ruolo di giustiziere, ma in questo caso uccide se stesso nei propri affetti. Egli sacrifica agli dei moglie e figli, annienta la propria vita. Come Edipo, può dire: “Per la legge sono innocente, dato che non ero consapevole di quello che facevo”. E il coro può ripetere: “Egli è un uomo perbene”.
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