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L' Ermetismo e la poetica di montale Montale, Appunti di Italiano

L'ermetismo e la vita, la poetica e le opere principali di montale

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 26/01/2023

sofiamacri_
sofiamacri_ 🇮🇹

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica L' Ermetismo e la poetica di montale Montale e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! CONTESTO STORICO POLITICA ECONOMIA E SOCIETA’ - Ampi strati della popolazione avanzano rivendicazioni al termine della Prima Guerra Mondiale:  Operai (a causa delle condizioni lavorative)  Nazionalisti (per l’assetto territoriale italiano stabilito durante la pace di Versailles)  I reduci (per le difficoltà di reinserimento nella società) - L’inasprimento dei conflitti sociali rende possibile l’affermazione del Partito Nazionale Fascista - Si afferma il regime fascista attraverso un imponente programma di propaganda e l’eliminazione violenta del dissenso - Viene avviata una politica economica di tipo protezionistico per raggiungere l’autarchia (indipendenza economica) - L’Italia partecipa alla Seconda Guerra Mondiale al fianco della Germania (1940- 1943) - La penisola viene liberata dall’occupazione nazista (1945) grazie alla resistenza dei partigiani e all’intervento degli alleati CULTURA E MENTALITA’ - Regime fascista sottopone a rigido controllo ogni aspetto della cultura (letteratura, editoria, scuola, università, cinema e radio) - Il processo di fascistizzazione prevede la circolazione di un pensiero unico basto sui valori e sugli ideali del regime - Le reazioni degli intellettuali sono varie  Adesione al regime (Manifesto degli intellettuali fascisti – Gentile) Ungaretti, Marinetti D’Annunzio e Pirandello  Resistenza e opposizione (Manifesto degli intellettuali non fascisti- Croce) - Il dibattito culturale viene condotto su numerose riviste - Aumenta la produzione libraria anche grazie all’attività di numerose case editrici (Enaudi, Mondadori) Solaria rivista che estende la sua ricerca letteraria proponendo alcuni tra gli autori poco conosciuti in Italia. LINGUA E LETTERATURA - Il processo di unificazione linguistica subisce un rallentamento - Il regime fascista contrasta l’uso dei dialetti e influenza la lingua nazionale con la sua retorica nazionale con la sua retorica nazionalistica di propaganda - La radio e il cinema contribuiscono a diffondere il corretto modello di pronuncia dell’italiano - La propaganda culturale del regime impone la difesa dell’italianità  Diffidenza nei confronti degli autori stranieri (soprattutto russi e statunitensi)  Sabotaggio nei confronti della pubblicazione dei generi letterari d’importazione  Eliminazione delle parole straniere dal vocabolario - I generi di maggior successo sono:  PROSA  Prosa d’arte  Romanzo popolare o di consumo  Narrativa sperimentale  POESIA  Saba, Ungaretti e Montale  Lirica ermetica FRANZ KAFKA Il critico Mengado afferma che Saba riesce a rendere “il senso del dispiegarsi dell’esperienza individuale come ripetizione di un’esperienza già vissuta, individualmente nel proprio passato, archetipicamente nella vicenda dell’uomo di sempre. La volontà di dire qualcosa di esistenziale per l’uomo di sempre si pone in rapporto con la riflessione di Saba sul nesso tra poesia e verità. Prende le distanze dalla concezione estetizzante di quegli anni, vuole fare non tanto una “bella poesia” ma una “poesia onesta” Deve fare chiarezza dentro di sé e nei rapporti con gli altri Il poeta affronta temi della quotidianità rispettando la loro autonoma esistenza e la loro “individuale caratterizzazione”. (la donna e la città per la prima volta vengono presentate e amate per quello che sono). Il desiderio di sincerità lo spinge ad andare al di là delle apparenze, deve svelare “la verità che giace in fondo”. Vuole indagare i sensi riposti e segreti delle cose per farli emergere in superficie. Questo smascheramento non ha alcun significato metafisico. La verità ricercata da Saba è tutta terrena, riguarda l’uomo e le motivazioni profonde del suo agire, che sono identiche in tutti gli uomini. Lo strumento per comprendere la realtà umana è: LA PSICOANALISI Poiché mostra le pulsioni inconsce che stanno alla base delle azioni e dei pensieri umani. La scoperta della verità può avere anche una funzione Terapeutica (come nella terapia della psicoanalisi) All’interno del suo pensiero troviamo aspetti di Freud e Nietzsche che aveva smascherato le ipocrisie della morale corrente per mostrare gli aspetti più nascosti. I TEMI PRINCIPALI Il cantare la donna e la città così come sono sta ad indicare un amore per la vita che il poeta avverte o cerca di riappropriarsi (lo si vede bene nelle poesie ambientate a Trieste). Nelle sue poesie Saba cerca di aderire alle vicende quotidiane degli altri. Questo, presuppone però un superamento dell’isolamento che nasconde tracce profonde di angoscia e dolore. La città è strettamente legata alla figura femminile. Tuttavia il rapporto con la donna riguarda il problema della maternità e della famiglia. Saba ha sempre avuto un rapporto problematico con la figura materna, che era sempre severa e poco presente per questo motivo Saba riversa il suo bisogno d’affetto sulla balia. Anche il rapporto con il padre era difficile poiché il padre abbandonò la famiglia. Nella moglie Saba cerca un sostituto dell’immagine materna. Nel Canzoniere: oltre alle poesie dedicate all’affetto per la figlia Linuccia ci sono anche i versi d’amore dedicati a una donna chiamata Chiaretta. Fondamentale risulta la componente autobiografica, che dà il titolo ad una sezione della raccolta. L’infanzia assume un’importanza decisiva come momento centrale nella formazione dell’individuo. Da questa si dipartono i principali motivi sviluppati nel Canzoniere: - L’eros nelle sue variegate componenti e articolazioni - La nevrosi e la scissione dell’io che appare lucidamente indagata nelle cause profonde e nelle connessioni remote I conflitti psicologici hanno determinato una lacerazione del cuore, che l’uomo e il poeta si sforza di ricomporre per nascondere l’abisso con le rose, ossia con quei momenti di felicità o di sollievo che la vita e la poesia riescono ancora a offrire. In questo senso i componimenti del Piccolo Berto costituiscono una vera e propria psicanalisi poetica che vale come bisogno del ricordo si fa più doloroso. Berto è concepito come un dialogo amaro fra il poeta ormai adulto e il se stesso dove ripercorre i momenti salienti di un’esperienza traumatica senza riuscire alla fine a ricostruire l’identità perduta, a ricomporre un dissidio che rende impossibile il recupero di un passato ostile. Nello sdoppiamento in cui continua a vivere il poeta, la gioia e il dolore e restano i termini di un dissidio sempre rinchiuso e sempre riaperto. Ma alla fine quello che conta è il legame che si stabilisce fra la gioia e il dolore considerati come elementi costitutivi e compresenti nell’esistenza individuale e collettiva. L’umanità di Saba nasce dal dolore, da una lacerazione interiore, quella della malattia psicologica che affonda la sue radici nell’infanzia del poeta. LE CARATTERISTICHE FORMALI Saba scrive come se fosse un “autodidatta” basandosi sui libri della tradizione scolastica e ignorando il laboratorio delle sperimentazioni contemporanee. La crisi della parola non trova terreno nella poetica di Saba. Utilizza un linguaggio della quotidianità. Nella sua scrittura riprende alcune convenzioni del passato poiché sono divenute semplici e chiare. Utilizza schemi poetici del passato (metrica regolare, uso rime) L’ermetismo gli rimarrà estraneo poiché utilizzavano u linguaggio difficile. Nonostante la sua poetica sia semplice Saba ricerca comunque significati profondi. La poesia di Saba è sempre sostenuta da una chiarezza espressiva che usa modi semplici e immediati con un lessico volutamente povero e comune GIUSEPPE UNGARETTI Le vicende editoriali Prima edizione : “il porto sepolto” (1916) => allude a ciò che segreto rimane in noi cioè il segreto della poesia che è nascosto in un abisso nel quale deve immergersi il poeta. Seconda edizione: “Allegria di naufragi”(1919) => è un espressione ossimorica in cui i due termini esprimono: - Allegria=> la vitalità che nasce dalla vicinanza con la morte e che dura un attimo - Naufragio=> l’effetto distruttivo della morte Sono i due momenti della poesia Terza edizione: “Allegria”(1931) vuole sottolineare l’elemento positivo dell’opposizione. Struttura e temi Suddivisa in 5 sezioni: 1. ULTIME raccoglie i testi del 1914-15 che sono legati alla fase precedente 2. IL PORTO SEPOLTO 3. NAUFRAGI 4. GIROVAGO 5. PRIME I TEMI: - Autobiografia=> UNANIMISMO ci presenta la sua poesia che per lui serve a crearsi un identità, ma si rende conto che la sua situazione la stanno vivendo molti altri ragazzi. un gruppo di immagini si lega alla sua infanzia e adolescenza, un’altra all’esperienza al fronte dove si vive il confine tra vita e morte POETICA DELL’ATTIMO Il naufragar, riprende da Leopardi, si collega al motivo del viaggio come simbolo di una presenza della morte sempre latente. SENTIMENTO DEL TEMPO Le poesie posteriori al 1919 e inserite nella raccolta sentimento del tempo (1933) indicano un sostanziale mutamento nella poetica ungarettiana he sarà confermato dalle opere successive. Sul piano formale la novità essenziale consiste nel recupero delle strutture sintattiche e, soprattutto, delle forme metriche tradizionali con particolare riferimento ai modelli di Petrarca e di Leopardi. Il tema fondamentale della raccolta, enunciato sin dal titolo, è quello del tempo, inteso come durata e non come processo continuo di distruzione e di rinascita; lo scenario privilegiato in cui si collocano le liriche è Roma, che con in suoi resti antichi e con le sue opere barocche acuisce il senso del trascorrere del tempo e ricorda il carattere effimero delle cose umane. ANALISI DEI TESTI DI SABA TESTO PAG 177: “ Trieste” La poesia "Trieste" è stata scritta dal poeta Umberto Saba e fa parte della raccolta Trieste e una donna (1910-12) del Canzoniere. ANALISI DEL TESTO Metrica: strofe irregolari di endecasillabi, settenari e quinari (ad eccezione del v. 19) liberamente disposti. Numerose le rime baciate. "Trieste" è la prima poesia di Saba che testimonia la sua volontà di cantare Trieste proprio in quanto tale, e non solo come città natale. Saba ama osservare la realtà che gli sta attorno, che lo circonda. Prima strofa: il poeta descrive la strada in salita che conduce alla collina affollata, vivace, rumorosa all'inizio e sempre più solitaria alla fine. Percorrendo la strada giunge in un piccolo spazio chiuso da un muricciolo, "un cantuccio" che segna il confine della città e lì il poeta siede solo ma non diviso dal mondo che ama. Seconda strofa: Qui paragona Trieste a "un ragazzaccio aspro e vorace", facendola diventare un personaggio vivo e autonomo. Il ragazzo possiede una grazia innata, una bellezza spontanea e naturale; i suoi "occhi azzurri", che riflettono il colore del mare di Trieste, evocano tenerezza. Le sue mani sono grandi per compiere atti gentili (come regalare un fiore) ma dietro questa apparenza si nasconde una grande dolcezza. Questo contrasto viene identificato dal poeta come un amore tormentato dalla gelosia. Dall'alto della salita che gli consente di avere una visione panoramica di tutta la sua città, gli pare che "ogni chiesa, ogni via", "l’ingombra spiaggia" e "la collina", gli appartengano e che sono avvolti nell' “aria natia” che è anche un'aria strana e tormentosa. Terza strofa: Dalla sua postazione, il cantuccio, ossia una difesa  o un riparo protettivo in poeta fa le sue riflessioni, osserva la vita intorno senza farne parte, ma senza neppure sentirsi estraniato. Sa di poter trovare nella città uno spazio adatto alla sua vita "pensosa e schiva". Livello lessicale: Trieste nella prima strofa viene identificata con il termine "la città" (nome comune di cosa), nella seconda assume il nome proprio e nella terza "la mia città". Questa differenza serve a indicare il passaggio da una visione oggettiva a una soggettiva. TESTO PAG 178: “Città Vecchia” La poesia "Città vecchia" è stata scritta dal poeta Umberto Saba nel 1912 e fa parte della raccolta Trieste e una donna (1910-12) del Canzoniere. I temi trattati sono la solidarietà, il bisogno di comunicare con gli altri, il senso del mistero colto negli aspetti più umili della vita. ANALISI DEL TESTO Schema metrico: tre strofe di versi dispari, di cui la prima è una quartina di endecasillabi rimata e assonanzata ABBA. Segue una strofa lunga di endecasillabi, quinari, un settenario e un trisillabo; gli ultimi versi sono due endecasillabi in rima intervallati da un settenario. Il testo è scandito in tre momenti: 1. il primo è narrativo: Spesso… / prendo un’oscura via; 2. il secondo è descrittivo: Qui tra la gente che viene che va /dall’osteria alla casa o al lupanare; 3. il terzo racchiude nei tre versi finali una sentenza conclusiva, come sintesi fra il momento oggettivo della narrazione e quello soggettivo della descrizione. La lirica evidenzia alcuni temi più caratteristici di Saba:  l'attrazione per i personaggi delle classi più umili, in quanto dotati di maggiore vitalità e di minore consapevolezza (è il cosiddetto populismo di Saba, diverso da quello manzoniano);  una religiosità istintiva, legata alla convinzione che tutti gli esseri viventi siano partecipi della medesima realtà superiore (il Signore, cioè il principio della vita, s’agita in tutte le creature, anche le più semplice, così come nel poeta stesso);  l'idea che la vita sia sostanzialmente dolore. I due termini tornano affiancati (come avviene anche nella poesia La capra nei vv. 17-18. Scaturisce da ciò la particolare posizione del poeta. Egli non è privo di consapevolezza di vivere: è un intellettuale, a differenza del popolo. Ciò permette la nascita della poesia, ma contemporaneamente questo privilegio costituisce, per lui, una condanna: non può infatti partecipare nel modo più pieno (cioè più istintivo) alla vita di tutti. A conferma dell’attenta costruzione letteraria del testo, si noti come le tre strofe siano collegate da una sottile rete di rimandi interni:  la strada, alla fine della prima strofa, e la via alla fine della terza;  nell’umiltà, nella seconda strofa, e degli umili nella terza.  Si osservi anche l’anafora (ripetizione) Qui… Qui… Qui…, nella seconda e nella terza strofa. TESTO PAG 193: “Amai”
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