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L'espansione europea nel XVIII secolo, Sintesi del corso di Storia Moderna

L'espansione europea nel XVIII secolo, con particolare attenzione alla crescita demografica, all'aumento dei prezzi e dei salari, alla moneta, ai trasporti e allo sviluppo dell'America Latina. Si parla anche della colonizzazione spagnola e portoghese, dell'economia diversificata e della concentrazione della proprietà terriera. Il testo fornisce un quadro generale dell'epoca e delle sue caratteristiche principali.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

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Scarica L'espansione europea nel XVIII secolo e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! SORIA MODERNA L’ETÀ DELLE RIVOLUZIONI CAPITOLO 18-30 SOFIA FIORE CAP.18 UNA NUOVA EPOCA DI ESPANSIONE A metà del 1700 tutto il vecchio continente è trascinato in moto espansivo che si manifesta in ogni settore, dalla demografia alla produzione agricola, dalle manifatture al commercio, in particolare quello coloniale e transoceanico, che delinea i tratti di un’economia mondiale. L’espansione settecentesca si differenzia da quella del “lungo Cinquecento” per il suo carattere irreversibile, ovvero verrà seguita da un’ulteriore accelerazione dello sviluppo. L’AUMENTO DELLA POPOLAZIONE EUROPEA L’aspettativa di vita media in Europa attorno al 1700 era di circa trent’anni, più inferiore ovviamente per quanto riguarda adesso, infatti la peste fece le sue ultime apparizioni di rilievo nell’Europa settentrionale tra il 1708 e il 1710 e tra le cause della sua scomparsa dal nostro continente sono state invocate: • la progressiva immunizzazione degli organismi; • la crescente efficacia dei cordoni sanitari predisposti dai governi; • la rarefazione del ratto nero (portatore della pulce attraverso cui si trasmette il bacillo del morbo, sostituito dal rattus norvegicus o topo di chiavica); Rimanevano però altre malattie a carattere epidemico: • le infezioni polmonari; • le febbri tifoidali; • la difterite; • il vaiolo; Contro queste la medicina del tempo era del tutto impotente. La diminuita gravità delle carestie può essere spiegata con: • la maggiore rapidità dei trasporti; • con l’accresciuta efficacia degli interventi governativi nelle aree colpite; Sull’aumento della natalità come causa prevalente dell’incremento demografico e l’aumento delle nascite trova spiegazione principalmente nel calo dell’età al matrimonio della donna. PREZZI E SALARI, MONETA, TRASPORTI Nella ricorsa tra prezzi e salari, questi ultimi rimasero indietro. All’origine del rialzo dei prezzi agricoli nel vi è l’aumento della domanda legato all’incremento demografico e ad accentuare il fenomeno contribuì un grande processo di inurbamento e la crescita esponenziale delle principali città europee, il cui raggio di approvvigionamento dovette estendersi in proporzione, facendo così salire le spese di trasporto. L’incremento della popolazione si risolse in molte aree in un processo di impoverimento e di proletarizzazione di vasti strati sociali. Un altro fattore di inflazione fu rappresentato dall’aumento della massa di metalli preziosi in circolazione. La produzione delle miniere d’argento del Messico superò i più alti livelli raggiunti in precedenza. Un’importanza maggiore ebbe la scoperta di ricchi giacimenti auriferi nel Brasile. La massa dei mezzi di pagamento a disposizione degli operatori economici fu accresciuta dal ricorso universale alle cambiali e in banconote. La diffusione dell’economia monetaria e la maggiore disponibilità di capitali per i più diversi impieghi sono attestate dalla discesa dei saggi di interesse, che dall’Olanda si estese nel 1700 all’Inghilterra, alla Francia ed altri Paesi europei, abbassando il costo del denaro. A ciò contribuì la stabilizzazione della moneta nei maggiori Paesi europei, che si effettuò nei decenni intorno al 1700 e fornì un quadro stabile di riferimento agli operatori economici. Un altro fattore fu il miglioramento dei trasporti: strade carrozzabili ampie e diritte, convesse e sopraelevate rispetto al terreno circostante per permettere lo scolo delle acque, furono costruite in Francia dal corpo degli ingegneri stradali istituito da COLBERT e dal duro lavoro dei contadini reclutati col sistema della corvée regia, in Inghilterra per lo più da imprenditori privati che imponevano un lieve pedaggio agli utenti. Gli esponenti e le comunicazioni divennero dovunque molto più rapidi grazie all’istituzione di regolari servizi di posta, che permettevano il cambio dei cavalli a ogni stazione. IL BOOM DEL COMMERCIO E LO SVILUPPO DELL’AMERICA LATINA Il contributo maggiore allo sviluppo dei traffici venne dall’oceano Indiano e dall’Atlantico, grazie soprattutto all’espansione del commercio inglese e francese con le colonie. La distribuzione dei profitti del commercio internazionale si può dedurre dal tonnellaggio delle navi dei vari Paesi. La colonizzazione e lo sfruttamento del continente americano, che avevano segnato il passo nel XVII secolo, conobbero nel XVIII una grande accelerazione. L’aumento della popolazione del Nuovo Mondo, vicino al raddoppio, fu dovuto sia all’immigrazione di europei e alla tratta dei neri africani, sia a un tasso di riproduzione particolarmente elevato. La parte centro-meridionale del continente americano rimase divisa tra due soli padroni, la Spagna e il Portogallo. Tra il 1600 e il 1700 la colonizzazione spagnola si estese dal Messico verso nord, fino a comprendere gli attuali territori statunitensi del Texas alla California. In questa immensa estensione si sviluppò un’economia diversificata a seconda della latitudine e della configurazione geologica. Lungo le coste sudamericane del Pacifico prevaleva la coltivazione dei cereali, della vite e degli alberi da frutta, mentre il Messico conobbe accanto all’estrazione mineraria, una certa fioritura dell’industria tessile (lana, cotone) e della lavorazione delle pelli. La concentrazione della proprietà terriera in poche mani, in seguito alla rapida diminuzione del 1500 della popolazione indigena, favorì la formazione di enormi latifondi dove si praticavano un’agricoltura estensiva e un allevamento brado. In queste grandi aziende (estancias) e nelle industrie cittadine, la manodopera era costituita dagli indios sopravvissuti e dai meticci non più schiavi, ma vincolati ai datori di lavoro da contratti i gusti e dall’indebitamento. Lo stesso modello seguirono gli insediamenti nelle pampas argentine, stimolati dalla richiesta di derrate alimentari e di pelli della zona andina e del Brasile meridionale. Buenos Aires, fondata nel 1536 alla foce del Rio de la Plata, acquistò una nuova importanza nel XVIII secolo come tramite dei commerci con la madrepatria e come capitale di uno dei due nuovi vicereami istituiti nel corso del 1700, quello ella Nuova Granada (1717) e del Rio de la Plata (1776). La presenza portoghese in Brasile sviluppò la produzione dello zucchero, con l’impiego di manodopera proveniente dall’Africa. Più a sud i coloni organizzavano spedizioni verso l’interno (bandeiras) per catturare indios e per vendere gli schiavi. Essi scoprirono verso il 1693, grandi quantità d’oro e di diamanti nella regione di Minas Gerais: per questa ragione la capitale fu spostata a Rio de Janeiro (1763) e alla fine del 1700 il ciclo dell’oro era in via di esaurimento e il Brasile rimaneva un immenso Paese ancora inesplorato e abitato da appena 2 milioni e mezzo di persone nere o mulatte. La coltivazione della canna da zucchero trovò il suo terreno di elezione nelle Grandi Antille, in prevalenza spagnole e nelle Piccole Antille, divise tra Gran Bretagna, Francia e Province Unite. Furono i francesi e gli inglesi a sviluppare nel XVIII secolo la produzione dello zucchero in un vero e proprio sistema di monocoltura che richiedeva importazioni di schiavi neri. I CARATTERI ORIGINALI DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Il termine “Rivoluzione industriale” designa un complesso di trasformazioni: • nel modo di produrre i manufatti, con la diffusione di macchine azionate da energia inanimata; • la conseguente concentrazione del lavoro nelle fabbriche; • il rapido e vistoso aumento della produttività; • allargamento del mercato di vendita; • i mutamenti nei consumi, negli stili di vita, nei rapporti e nelle strutture sociali; La legge dei rendimenti decrescenti formulata dall’economista francese ANNE-ROBERT-JACQUES TURGOT, diceva che a un’applicazione successiva di quote identiche di capitale o di manodopera non corrispondeva più, superata una certa soglia ottimale, un uguale incremento produttivo. Erano presenti alcuni elementi di quella svolta nell’organizzazione produttiva che era destinata a far saltare questi vincoli. Il principale dei fattori era il ruolo crescente del carbon fossile, per il riscaldamento e per le lavorazioni industriali soprattutto dopo che poté essere utilizzato come combustibile negli altiforni per la produzione del ferro, in sostituzione della legna sempre più scarsa e costosa. Il carbone rappresentava una riserva di energia potenziale. LE RIPERCUSSIONI SOCIALI DELL’INDUSTRIALIZZAZIONE La rapidità dei mutamenti sociali provocati dai mutamenti sociali provocati dalla Rivoluzione industriale, si immerge in una società ancora fondamentalmente rurale, fatta di gentiluomini, di ecclesiastici, di militari, di agricoltori, dominata dalle antiche gerarchie e dagli antichi valori religiosi. Non fu semplice abituare la manodopera di varia età e provenienza alla disciplina della fabbrica: • le ore di lavoro erano dalle 13 o 14 al giorno per 6 giorni settimanali; • i ritmi imposti dai sorveglianti e dalle macchine non ammetavano le pause, le distrazioni e i rallentamenti; • non era ammissibile festeggiare il “santo lunedì” per smaltire la sbornia domenicale; I regolamenti di fabbrica prevedevano multe e licenziamenti per ogni genere di infrazione. Il nascente proletariato inglese reagì in altri modi: • la creazione di organizzazioni sindacali (trade unions); • le forme di agitazione spontanee (sciopero, boicottaggio, proteste, petizioni); • il luddismo (dal nome di NED LUDD, persone organizzate in bande che distruggevano o manomettevano fuori uso le macchine, accusate di produrre disoccupazione e di peggiorare le condizioni dei lavoratori); Le ripercussioni sociali della Rivoluzione industriale non si limitavano alla formazione di un proletariato di fabbrica, ma al ceto degli imprenditori (uomini spesso di origini modeste, che sono saliti a grande ricchezza grazie al lavoro, al fiuto per gli affari e le capacità organizzative). Intorno al 1800, essi non si contrapponevano come classe all’aristocrazia fondiaria, ma anche dai grandi mercanti e finanzieri. CAP.19 LA CIVILTA’ DEI LUMI FEDE E RAGIONE Tra le tante definizioni dell’Illuminismo, la più persuasiva è quella data dal filosofo tedesco IMMANUEL KANT (1724-1804): “L’Illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l’incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidato da un altro. Sapere aude. Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!” L’accento cade sul rifiuto del principio di autorità, sull’uso sistematico dello spirito critico. Queste sono le caratteristiche del philosophe, termine francese che indica un indagatore del vero, in qualunque campo del sapere, l’unica verità per lui è quella che deriva da un’osservazione diretta dei fatti o da testimonianze superiori a ogni dubbio, da vagliare, gli uni e le altre, al “lume” della ragione. Questi criteri vennero applicati: • all’ambito religioso; • allo studio delle Sacre Scritture; • alla storia della Chiesa; Alla demolizione di leggende e credenze superstiziose presero parte in Francia anche ecclesiastici come i benedettini di Saint Maur, detti “maurini”, o l’oratoriano RICHARD SIMON. Fu soprattutto nella libera Olanda e in Inghilterra, che si sviluppò la critica della religione tradizionale, dei miracoli, dei dogmi e dei misteri della fede incomprensibili per la ragione umana, ad opera di scrittori come: • JOHN LOCKE, che si sforzò di conciliare fede e ragione rendendo quest’ultima arbitra dei problemi posti alla Rivelazione e mettendo al primo posto l’osservanza dei precetti morali; • SPINOZA e BAYLE, che si spinsero nel rifiuto di ogni affermazione non spiegabile razionalmente e di ogni verità rivelata dai testi sacri ed elaborarono un orientamento religioso noto come deismo; I deisti non negavano l’esistenza di un Dio nell’universo, ma sostenevano che a tali conclusioni si poteva arrivare con la ragione che essere costituivano l’elemento comune di tutte le religioni. Nei Paesi protestanti era problematico il rapporto tra ragione e fede in ambito cattolico, per persistere della tradizione aristotelico-scolastica e di forme di devozione vicine alla superstizione, per la pretesa del clero di dirigere le coscienze e per la radicata intolleranza verso ogni deviazione dall’ortodossia. Il venir meno delle antiche certezze, la critica del principio di autorità e l’affermazione delle nuove teorie scientifiche e filosofiche furono al centro di una crisi della coscienza europea teorizzata, soprattutto per l’area francese, da PAUL HAZARD in un’opera del 1935. Venne coniata una nuova definizione, definita Illuminismo radicale, che avrebbe nel panteismo, nel materialismo e nello scetticismo i suoi principali fondamenti filosofici e nel “libero pensiero” britannico i suoi incisivi sviluppi sul piano religioso e politico. Illuminismo radicale è una cultura che assorbe il razionalismo del 1600 e riprende temi della cultura libertina, combinandoli insieme, creatore di grandi concetti i riferimento come: • libertà; • coscienza; • democrazia; • tolleranza; L’insieme di queste idee e atteggiamenti sfociarono in un’esaltazione delle scienza e della sua capacità di svelare le leggi che governano la natura inanimata e anche i meccanismi della vita. La figura nel panorama scientifico europeo è l’inglese ISAAC NEWTON (1642-1727), per l’importanza delle sue scoperte nel campo: • della matematica (invenzione del alcool differenziale e integrale); • della meccanica (formulazione dei tre principi di base della dinamica); • dell’astronomia (legge della gravitazione universale); • dell’ottica (analisi della composizione della luce e della sua trasmissione attraverso lo spazio); Ma anche per 2 ragioni: • la sua opera Philosophiae naturalis principia mathematica; • la sua opera Ottica; Imposero un metodo scientifico basato sul rifiuto delle ipotesi astratte e sulla sintesi tra indagine sperimentale e procedimento matematico: le sue teorie divennero il simbolo stesso dei Lumi e diventarono un nuovo vangelo per tutte le persone colte, dettarono il paradigma da seguire nella ricerca della verità in ogni settore. Per uscire da questa situazione l’unica via era quella di una rifondazione della società, di un patto che trasformasse i sudditi in cittadini, gli schiavi in uomini liberi attraverso la cessione totale di tutti i propri diritti. L’unione delle volontà particolari in una volontà generale non limitava secondo lui la libertà dell’individuo, la potenzia rendendo impossibile ogni sopraffazione e proteggendo la persona e i beni di ognuno con la forza concentrata di tutta la comunità. La sovranità è per sua natura inalienabile e indivisibile e non può essere delegata in permanenza: ROUSSEAU ammette che vi debbano essere un governo monarchico e aristocratico con dei magistrati, ma l’essenziale è che si limiti a eseguire la volontà generale e che governanti e magistrati siano revocabile in qualsiasi momento. Vi è l’idea della coincidenza tra il bene comune e l’interesse individuale: il collante indispensabile è la virtù intesa secondo i moduli classici di Sparta e della Roma repubblicana. Furono le opere Emilio (1792) e la Nouvelle Héloïse di ROUSSEAU che riscossero maggiore successo, ce fu dovuto all’ideale che vi era proposto di un vivere secondo natura, alla forza del sentimento contrapposto alla ragione, alla denuncia delle ipocrisie, delle storture e dei vizi di una società corrotta. CORRENTI EUROPEE DELL’ILLUMINISMO La fondamentale unitarietà dell’Illuminismo è stata sostenuta da FRANCO VENTURI e più di recente da storici anglosassoni. In Scozia si collocò all’avanguardia nella riflessione filosofica, nella storia e nell’economia, con FRANCIS HUTCHESON (1694-1746), WILLIAM ROBERTSON (1721-1793) e ADAM SMITH. Nei Paesi di lingua tedesca rimase viva la corrente del giusnaturalismo: sosteneva l’esistenza di un diritto naturale anteriore al costituirsi delle singole formazioni politiche e comune a tutti gli uomini. Tra le sistemazioni più autorevoli di questa dottrina bisogna ricordare SAMUEL VON PUFENDORF (1632-1694) e CHRISTIAN WOLFF (1679-1754). - INGHILTERRA e SCOZIA; - GERMANIA; Al primato dello Stato caratteristico di questa produzione si colora di toni più spregiudicati in autentici illuministi come il filosofo JOHANN GOTTFRIED HERDER (1744-1803) e il suo incontro con il romanziere e drammaturgo WOLFGANG GOETHE (1749-1832) fu l’evento che scaturì il movimento letterario detto Sturm und Drang (“tempesta e assalto”) in cui si mescolarono motivi illuministici e tratti preromantici. - ITALIA; Gli illuministi italiani si occuparono delle riforme da operare nei vari settori per: • ridurre i privilegi e i poteri della Chiesa; • promuovere il progresso ed economico; • razionalizzare e rendere equo il prelievo fiscale; • ammodernare il diritto e l’amministrazione della giustizia; Di risonanza mondiale il manuale Dei delitti e delle pene (1764) del milanese CESARE BECCARIA denunciava le assurdità e l’inumanità delle procedure giudiziarie in uso (tortura), distingueva tra peccati e delitti i soli reati che leggi e i tribunali dovevano sanzionare e criticava la pena di morte sulla base del ricorso al contratto sociale e a un rigoroso utilitarismo. Di altri riformatori lombardi, toscani e meridionali: PIETRO VERRI, POMPEO NERI, ANTONIO GENOVESI e GAETANO FILANGIERI. Quest’ultimo con la Scienza della legislazione (1780-85) delineava una società basata sull’eguaglianza giuridica di tutti i cittadini, sull’intervento dello Stato per diminuire le disparità economiche e su un programma di educazione nazionale gratuita e obbligatoria. UNA NUOVA SCIENZA: L’ECONOMIA Fino a metà del 1700, le idee economiche prevalenti si possono ricondurre al mercantilismo (spettava ai governi operare per lo sviluppo della popolazione e dell’economia nazionale al fine di trarne risorse necessarie ad una politica di potenza). Nella seconda metà del 1700 prese forma, specie in Francia e Inghilterra, l’indirizzo affermato soprattutto dalla scuola fisiocratica di FRANÇOIS QUESNAY, una nuova concezione di vita economica come un sistema di rapporti fra gli uomini e le classi sociali regolato da “leggi naturali” che i governi non possono violare. I due presupposti fondamentali della dottrina fisiocratica sono: • la convinzione che solo l’agricoltura produceva nuova ricchezza, mentre manifatture e commercio si limitavano a trasformare la ricchezza esistente e a trasferire prodotti, la massima produttività dell’agricoltura è condizionata dalla formazione di aziende compatte e di grandi dimensioni condotte da fittavoli con immissione di capitali e manodopera salariata; • il surplus derivato da queste condizioni agricole, chiamato “prodotto netto”, costituisce la rendita fondiaria che i fittavoli devono ai proprietari del suolo a titolo di compenso delle anticipazioni fondiarie (spese sostenute inzialmente per rendere coltivabili le terre); Su queste premesse si basa il tableau économique, di QUESNAY, uno schema sulla circolazione delle ricchezze tra le tre classi economiche: 1. la classe proprietaria; 2. la classe produttiva (addetti all’agricoltura); 3. la classe sterile (artigiani e commercianti); Le conseguenze di tali principi: • l’unica imposta legittima è quella che preleva direttamente dia proprietari parte del prodotto netto (dovuta al re come comproprietario dei terreni) • i governi devono lasciare completamente libero il commercio delle derrate sia all’interno che per import/export: questa concezione urtava contro la prassi dell’epoca, poiché le autorità locali. tenevano i prezzi bassi (impedendo le esportazioni); Per i fisiocratici il modo per sconfiggere le carestie era di non intralciare il movimento dei grani, che accorrono dove i prezzi sono alti, raggiungendo così il loro “giusto prezzo” (cioè quello remunerativo per i coltivatori, che sarebbero così stati incentivati a produrre di più). ADAM SMITH (1723-90) rielaborò in maniera più articolata la visione fisiocratica in Indagine sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni (1776). Accanto alla proporzione dei lavoratori produttivi sul totale della popolazione, il più importante fattore di progresso è la divisione del lavoro: si riduce il tempo totale dedicato alla manifattura e si abbassa il prezzo delle merci. Il valore di un prodotto è la quantità di lavoro in esso incorporato (il tempo di lavorazione è denaro). CAP.20 FRANCIA E INGHILTERRA NEL 1700 LA FRANCIA DALLA REGGENZA AL MINISTERO FLEURY Alla morte di LUIGI XIV, il 1 settembre 1715, si rese necessaria la reggenza e in questo caso Parigi proclamò FILIPPO D’ORLÉANS (1674-1723), nipote del defunto monarca e che restituì ai Parlamenti la facoltà di avanzare rimostranze prima di registrare gli editti del re. Un problema per lui e per il suo governo era quello finanziario: il debito pubblico già nel 1715 aveva raggiunto cifre molto alte, si affidò a JOHN LAW che gli presentò una serie di progetti di risanamento finanziario, dove alla base della suo sistema c’era l’idea che l’aumento della massa dei mezzi di pagamento avrebbe stimolato la circolazione del denaro e quindi del commercio e l’industria. Tra il 1716 e il 1719, LAW creò una banca e una compagnia di commercio che assunse la denominazione di Compagnia delle Indie nel 1719: le sue azioni andarono a ruba grazie all’entusiasmo che quest’operazione seppe infondere negli investimenti. Così LAW, nel gennaio 1720 venne nominato controllore generale delle finanze, ma tutto l’ufficio eretto da lui poggiava sulla fiducia e questa venne meno quando la Compagnia delle Indie non distribuiva gli utili sperati, i possessori delle azioni cominciarono a venderle e ben presto si scatenò il panico: egli fu costretto a sospendere i pagamenti e fuggì all’estero. Alla morte del reggente (dicembre 1723), il suo posto fu preso dal duca di Borbone, ma LUIGI XV, ormai maggiorenne, accordò la sua fiducia a un ecclesiastico suo precettore, HERCULE DE FLEURY (1652-1743) e gli diede il titolo di primo ministro. > Il governo fermo e prudente di FLEURY assicurò alla Francia un lungo periodo di pace: la moneta venne stabilizzata nel 1726 e il percorso di risanamento delle finanze fu completato nel 1730, grazie a queste condizioni, l’economia del Paese entrò in una fase di espansione sostenuta e da un boom delle importazioni di generi coloniali. Tuttavia, negli anni di FLUERY, quando la bolla Unigenitus contro i giansenisti, fu proclamata legge dello Stato francese, si delineò un contrasto tra corona e Parlamento. LA GRAN BRETAGNA NELL’ETÀ DI WALPOLE Alla morte della regina ANNA, salì al trono GIORGIO I (1714-1727), come era stato previsto dall’Atto di successione. I giacobiti tentarono senza successo di ricondurre al potere i discendenti della dinastia STUART in esilio, ma i loro appoggi andarono perduti in seguito all’unione parlamentare e amministrativa del 1707 tra la Scozia e l’Inghilterra. Lui e suo figlio GIORGIO II si interessavano più alle faccende del loro paese di origine che non alla politica inglese e su queste basi nacque il ”governo di gabinetto”: prassi costituzionale che assegnava a un primo ministro e ai suoi collaboratori il compito di governare in nome e in luogo del re. Tra il 1721 e 1742, il ruolo di primo ministro fu ricoperto da ROBERT WALPOLE (1676-1745), un uomo maestro nell’arte del management e della mediazione, dotato inoltre di una grande conoscenza degli affari. Si distinse in politica estera, poiché mantenne buone relazioni con la Francia e in politica interna si adoperò per la riduzione del debito pubblico e per la protezione del commercio e dell’industria. La stabilita politica dell’Inghilterra nel XVIII secolo era assicurata dall’egemonia dei grandi proprietari terrieri: le famiglie possedevano molta della superficie coltivabile e controllavano la politica nazionale attraverso i due rami del Parlamento, che prestavano la loro opera gratuitamente ed esercitavano dei poteri di giustizia e di polizia. Intorno a questa nobiltà terriera (gentry) aspiravano a integrarsi anche i mercanti piu’ ricchi, i finanzieri e i banchieri attivi a Londra, attraverso l’acquisto di proprietà fondiarie: questi uomini costituivano il vertice della piramide sociale. Lo sviluppo economico e il ristagno della popolazione e dei prezzi portarono a un miglioramento nel tenore di vita delle masse popolari. Nel suo complesso, la società britannica del 1700, è un miscuglio di libertà e dipendenza. I CONFLITTI DEI DECENNI CENTRALI DEL 1700 Il periodo di pace francese venne interrotto dalla guerra di Successione polacca (1733-1738). Nel 1733 alla morte del re di Polonia AUGUSTO II, venne eletto STANISLAO LEZCZYNSKI, padre della consorte del re di Francia LUIGI XV. L’Austria e Russia imposero che venisse eletto il principe di Sassonia, FEDERICO AUGUSTO che prese il nome di AUGUSTO III (1763) e per vendicare l’oltraggio, il governo francese attirò in una coalizione antiaustriaca il re di Sardegna CARLO EMANUELE III, al quale venne promesso lo Stato di Milano, che venne occupata nel 1733 dai franco-piemontesi, mentre Napoli e Sicilia furono conquistati nel 1734 da un esercito spagnolo. Nel 1738, l’Inghilterra sancì la pace di Vienna con l’Austria, che recuperava Milano, ma doveva cedere Novara e Tortona alla Savoia, e a CARLO DI BORBONE Napoli e la Sicilia. I mercanti inglesi avevano preso a padroneggiare in America Latina praticando il contrabbando, le autorità coloniali intensificarono la vigilanza ispezionando le navi britanniche e sequestrando la merce illegale, così WALPOLE fu costretto a muovere guerra verso la Spagna nel 1739: le ostilità si trascinarono verso la guerra di Successione austriaca (1740-1748) scatenata nel dicembre 1740 dall’aggressione lanciata al nuovo re di Prussia FEDERICO II (1740-1786) contro la Slesia. Al capo della monarchia austriaca c’era MARIA TERESA D’AUSTRIA, la quale poté contare solo sugli aiuti finanziari dell’Inghilterra, ma in seguito al ritiro di FEDERICO II l’intervento del re di Sardegna a fianco dell’Austria e l’impegno dell’Inghilterra derivante dalla caduta di WALPOLE, contribuirono a cambiare le sorti del conflitto: si combattè in Germania, in Italia settentrionale e nelle Fiandre. Nel 1744 LUIGI XV dichiarò guerra all’Inghilterra, i suoi eserciti travolsero la resistenza inglese nei Paesi Bassi, ma tali successi furono controbilanciati dalla superiorità navale britannica. Nell’ottobre 1748, le potenze interessate posero fine al conflitto attraverso la pace di Aquisgrana, dove vennero riconosciuti: • il possesso prussiano della Slesia; • la cessione di MARIA TERESA dei Ducati di Parma e Piacenza a FILIPPO DI BORBONE; CAP.21 ASSOLUTISMO ILLUMINATO E RIFORME LA PRUSSIA DI FEDERICO II Il più famoso tra i “despoti illuminati” fu il re di Prussia FEDERICO II IL GRANDE (1740-1786), scrittore, musicista, irreligioso e amico di VOLTAIRE e di altri enciclopedisti francesi. Si ispirava al “contratto sociale” e sosteneva che il re è obbligato a operare con: • onestà; • saggezza; • abnegazione; Ciò non gli impedì di rafforzare l’esercito, di mantenere la servitù della gleba o di ricorrere ai nobili per l’esercizio di cariche militari e civili. Il suo genio militare si vide nella Guerra di Successione austriaca (1740-48) e nella Guerra dei Sette anni (1756-1763), dove riuscì a difendere il possesso della Slesia. In campo amministrativo realizzò un’efficace politica di preparazione dei quadri burocratici: era obbligatorio avere un titolo di studio per l’ingresso e il superamento di regolari esami. In campo giuridico vennero attuate riforme di rilievo: • abolita la tortura; • limitata la pena di morte; • estensione della libertà di stampa; • istruzione obbligatoria a tutti; Vennero anche gettate le basi per del Codice civile prussiano, promulgato poi nel 1794, dopo la morte di FEDERICO II. LA MONARCHIA AUSTRIACA SOTTO MARIA TERESA E GIUSEPPE II Le Guerre di Successione polacca e austriaca avevano segnato una grave crisi per la monarchia degli Asburgo, costretti a rinunciare alla Slesia. 1748: MARIA TERESA costrinse i ceti di ciascun territorio a votare le imposte per un intero decennio: la nobiltà fu compensata nel conferimento delle cariche civili e militari e venne fondato nel 1750 un collegio detto Theresianum e nel 1752 un’Accademia militare. 1753: venne nominato cancelliere di corte e stato KAUNITZ, il quale impose l’istituzione di un Consiglio di Stato nel 1760. 1765: morì il marito di MARIA TERESa e gli succedette GIUSEPPE II, che mutò lo stile di governo, fu emanata da lui nel 1781 la patente di tolleranza che rendeva legittimo il culto per le confessioni protestanti e greco-ortodosse, 1783: istituì seminari statali dove i sacerdoti dovevano compiere i loro studi. 1774: promulgò una legge che introduceva l’obbligo scolastico. 1781: abolì la servitù personale e tra il 1748 e il 1786 fece redigere un nuovo catasto dei beni fondiari. 1787: promulgò il Codice penale giuseppino, che accoglieva i principi della legalità di pena e della parità di tutti i sudditi di fronte alla legge. 1790: morì GIUSEPPE II, gli succedette il fratello minore con il nome di LEOPOLDO II. LEOPOLDO IIGIUSEPPE II Federico Guglielmo di Hohenzollern acquisì nel 1660 con la pace di oliva la piena sovranità della Prussia. Nelle campagne prussiane i grandi proprietari fondiari, detti junker, esercitavano un dominio assoluto sui contadini che lavoravano gratuitamente le loro terre. Per mettere la propria forza militare al servizio della coalizione antifrancese nella guerra di successione spagnola, il figlio di Federico Guglielmo chiese e ottenne da’’imperatore il titolo di re di Prussia come Federico I (1701)-> le premesse per l’ascesa della potenza prussiana furono pero’ poste dal successore Federico Guglielmo I, detto “il re sergente”: sistema di circoscrizione obbligatoria; la borghesia era reclutata per lo piu’ dalla borghesia colta ed era sottomessa alla volonta’ del sovrano-> assolutismo di impronta burocratico-militare. CAPITOLO 17: UNA NUOVA EPOCA DI ESPANSIONE 1. L’AUMENTO DELLA POPOLAZIONE EUROPEA L’espansione settecentesca si caratterizza per il suo carattere irreversibile: sara’ seguita da un’accelerazione di sviluppo, soprattutto la crescita demografica. Tra le cause della scomparsa della peste abbiamo: la progressiva immunizzazione degli organismi, la rarefazione del ratto nero e l’efficacia dei cordoni sanitari predisposti dai governi. Rimanevano pero’ altre malattie in ballo come il vaiolo e le infezioni polmonari. La diminuita gravità delle carestie puo’ essere spiegata con la maggiore rapidità dei trasporti e con l’efficacia degli interventi governativi nelle aree colpite. Crescita della popolazione-> l’aumento delle nascite trova spiegazione nel calo dell’eta’ del matrimonio della donna. 2. L’EVOLUZIONE DELL’AGRICOLTURA Ancor prima della patata, furono il mais o granoturco (climi caldi) i cereali dagli alti rendimenti e il grano saraceno piu’ adatto ai climi freddi. Generale era la scarsità del concime animale, cui si cercava di supplire con i materiali piu’ vari delle arature e delle vangature-> predominanti erano ancora la rotazione triennale e il sistema dei campi aperti. Si allargano nel 700 le aree in cui si pratica agricoltura piu’ intensiva e produttiva-> in italia si riscontra cosi’ un’espansione verso il veneto e il Piemonte. In Inghilterra: il fenomeno delle recinzioni iniziato dai Tudor e proseguito per tutto il 17 secolo, conobbe il momento maggiore tra la meta’ del 700 e il 1815 quando la superficie agricola coltivata col sistema dei campi aperti si ridusse dalla meta’ a circa un quarto del totale. Le recinzioni avevano riguardato villaggi in cui la maggior parte del territorio apparteneva a uno o pochi proprietari. Nel 700 venne adottata una procedura diversa: i maggiori proprietari di una comunita’ presentavano una domanda al parlamento che emetteva un decreto di recinzione e nominava un perito agrimensore per effettuare la distribuzione delle terre. Nelle grandi aziende trovavano facile applicazione le nuove rotazioni sul tipo famoso “ ciclo del Norfolk”= prevedeva un anno a frumento, un anno a rape, un anno a orzo, un anno a trifoglio o l’impianto di marcite come nei suoli umidi dell’Inghilterra centrale. 3. PREZZI E SALARI, MONETA, TRASPORTI L’interesse per l’agricoltura si spiega con l’ascesa dei prezzi e quindi con l’aumento dei profitti e dei redditi legati alla commercializzazione delle derrate e al possesso della terra. Nella rincorsa tra prezzi e salari, questi ultimi rimasero nettamente indietro. All’origine del rialzo dei prezzi agricoli vi e’ l’aumento della domanda legato all’incremento demografico, all’allargamento degli agglomerati umani. L’incremento della popolazione si risolse in molte aree in un processo di impoverimento e di proletarizzazione di vasti strati sociali. L’aumento della massa di metalli preziosi in circolazione porta a una stabilizzazione della moneta nei maggiori paesi europei. 4. IL BOOM DEL COMMERCIO E LO SVILUPPO DELL’AMERICA LATINA La parte centro-meridionale del continente americano rimase divisa tra 2 padroni: spagna e Portogallo. La colonizzazione spagnola si estese dal Messico verso nord-> in questa estensione di terra si sviluppo’ un’economia diversificata a seconda della latitudine: lungo le coste L’unica verita e’ quella che deriva da un osservazione diretta dei fatti o da testimonianze superiori a ogni dubbio. Altri si spinsero oltre nel rifiuto di ogni affermazione non spiegabile razionalmente e di ogni verità rivelata dai testi sacri ed elaborarono un movimento religioso chiamato deismo= i deisti non negavano l’esistenza di un dio creatore dell’universo, ma sostenevano che a tali conclusioni si poteva arrivare con la sola ragione. Piu’ problematico che nei paesi protestanti si presentava il rapporto tra ragione e fede in ambito cattolico, per la pretesa del clero di dirigere le coscienze e per la radicata intolleranza verso ogni deviazione dall’ortodossia. Contro ogni ottimismo, Voltaire non si stanca di sottolineare l’esistenza del male e proprio per questo gli uomini dovrebbero smetterla di uccidersi e torturarsi. Diderot parti’ da posizioni deistiche per approdare a una visione della natura come creazione e modificazione continua di organismi e di forme di vita. 2. L’UOMO E LA NATURA Nel discorso preliminare alla enciclopedia del 1751, d’alembert afferma che tutte le nostre idee provengono da sensazioni-> rifiuto di ogni metafisica. Chi elaboro’ l’empirismo di Locke nel sensismo fu Bonnot nel saggio sull’origine delle conoscenze umane e nel trattato sulle sensazioni-> nell’ultima citata, immagina una statua conformata come un uomo e mostra come le sensazioni ne possano mettere in movimento tutta la vita psichica. Anche Hume sviluppo’ l’empirismo lockiano in una direzione che portava alla negazione del concetto di sostanza e del concetto stesso di legge causale. In correlazione con l’empirismo e il sensismo e’ l’utilitarismo-> il bene non puo’ essere qualcosa di oggettivo e di astratto, ma deve coincidere con qualcosa che colpisce i sensi. La figura dominante nel panorama scientifico europeo e’ Newton e che, oltre ad essere studioso della meccanica, matematica e astronomia e’ anche noto per le sue due opere: principi matematici della filosofia naturale e l’ottima-> imposero un metodo scientifico basato sul rifiuto delle ipotesi astratte e sulla sintesi tra indagine sperimentale e procedimento matematico-> le sue teorie divennero il simbolo stesso dei lumi. La chimica-> rifondata da Lavoisier Fenomeni elettrici-> studiati da franklin, Galvani e alessandro volta. 3. LA PUBBLICA FELICITA’ Anche in campo politico non si può’ parlare dell’illuminismo come un movimento unitario. Orientamenti fondamentali: - Montesquieu: a lui interessava scoprire i meccanismi che regolano i vari ordinamenti politici. Sistemi che si riducono a 3 tipi: • Dispotismo-> principio ispiratore e’ la paura • Monarchia-> poggia sul senso d’onore • Democrazia-> si regge sulla virtu’ dei cittadini Ciascuna si adatta a un determinato clima e una determinata estensione territoriale . Preferisce le monarchie temperate, il cui modello e’ l’Inghilterra. - Voltair : assolutismo o dispotismo illuminato che aveva il pregio di combattere i privilegi locali e di ceto-> concentrazione di tutti i poteri nelle mani di un monarca saggio e illuminato - Rousseau: esponente dell’orientamento democratico. Secondo lui il passaggio dallo stato di natura allo stato sociale aveva dato inizio a un processo di degenerazione morale. L’unica via per uscire da questa situazione era quella di una rifondazione della societa’-> di un patto che trasformasse gli schiavi in uomini liberi. L’unione non limita la liberta’ dell’individuo, ma la potenzia rendendo impossibile ogni sopraffazione. Collante indispensabile e’ la virtù. Nei paesi di lingua tedesca rimane la corrente del giusnaturalismo: sosteneva l’esistenza di un diritto naturale comune a tutti gli uomini e anteriore al costituirsi delle societa’ politiche. Cesare Beccaria, dei delitti e delle pene (1764)-> denunciava il carattere irrazionale e inumano delle procedure giudiziarie allora in uso e criticava la pena di morte sulla base di un rigoroso utilitarismo. 4. L’ECONOMIA Le idee economiche si possono ridurre al mercantilismo-> spetta ai governi operare per lo sviluppo della popolazione e dell’economia nazionale. Poi prese forma una nuova concezione-> vita economica come un sistema di rapporti tra gli uomini e le classi sociali regolato da leggi naturali che i governi non possono violare. Idee affermate in francia dalla scuola fisiocratca fondata da quesnay. 2 presupposti della dottrina fisiocratica: - Convinzione che solo l’agricoltura sa produttrice di nuova ricchezza - Il surplus, chiamato prodotto netto, costituisce la rendita fondiaria che i fittavoli devono ai proprietari del suolo Conseguenze della teoria fisiocratica sulla politica economica dei governi: - I governi non dovevano danneggiare l’attivita’ agricola con tasse e balzelli mal congegnati, l’unica imposta legittima e’ quella che preleva direttamente dai proprietari una parte del prodotto netto - I governi dovevano lasciare libero il commercio delle derrate Adam smith-> rielabora a tendenza liberista dei fisiocratici in una visione piu’ ampia dei fatti economici. Il piu’ importante fattore di progresso e’ secondo lui la divisione del lavoro: specializzandosi in una sola operazione l’operaio impara a eseguirla rapidamente e si riduce cosi’ il tempo totale dedicato alla manifattura. In comune con i fisiocratici ha invece la fede nell’esistenza di un ordine naturale benefico: ciascun operatore economico agisce per il proprio tornaconto, ma senza saperlo promuove al tempo stesso l’interesse generale della societa’. 5. LA CIRCOLAZIONE DELLE IDEE Due fenomeni tipici dell’illuminismo furono: - La circolazione delle conoscenze in strati sociali - Formazione di un opinione pubblica permeata dalla fede nella ragione e nel progresso Grande fortuna ebbero le opere di divulgazione. Posto di rilievo ebbero le gazzette e i giornali letterari. Ma l’espressione piu’ importante furono i salotti, le accademie e le logge massoniche, qui ricordiamo la grande loggia di Londra fondata nel 1717 dove il nome e i simboli richiamavano la tradizione delle corporazioni medievali e quella dei muratori. In esse si mescolavano nobili, borghesi ed ecclesiastici accomunati dalle stesse letture e stessi gusti. CAPITOLO 19: FRANCIA E INGHILTERRA NEL 700-> UN DUELLO SECOLARE 1. LA FRANCIA DALLA REGGENZA AL MINISTERO FLEURY Alla morte di Luigi 14, nel 1715, si rese necessaria la reggenza, in questo caso ci fu Filippo d’orleans-> problema per lui e per il suo governo era quello finanziario: il debito pubblico aveva raggiunto cifre molto alte-> Law gli presento’ una serie di progetti di risanamento finanziario: alla base della suo sistema c’era l’idea che l’aumento della massa dei mezzi di pagamento avrebbe stimolato la circolazione del denaro e quindi del commercio e l’industria. Creo’ una banca e una compagnia di commercio che assunse la denominazione delle indie: le sue azioni andarono a ruba. Tutto l’ufficio eretto da lui poggiava sulla fiducia e questa venne meno quando la compagnia delle indie non distribuiva gli utili sperati-> law fu costretto a sospendere i pagamenti e fuggi’ all’estero. Alla morte del reggente il suo posto fu preso dal duca di Borbone, ma Luigi 15 accordo’ la sua fiducia a un ecclesiastico, suo precettore, fleury-> governo fermo e prudente che assicuro’ alla francia un lungo periodo di pace. 2. LA GRAN BRETAGNA NELL’ETA’ DI WALPOLE Alla morte della regina Anna Sali’ al trono Giorgio I-> lui e suo figlio Giorgio II si interessavano piu’ alle faccende del loro paese di origine che non alla politica inglese. Prese forma il governo di gabinetto: prassi che assegnava a un primo ministro e ai suoi collaboratori il compito di governare in nome e in luogo del re, tra il 1721 e 1742 il ruolo di primo ministro fu ricoperto da Walpole, maestro di management e della mediazione-> mantenne buone relazioni con la Francia e si adopero’ all’interno per la riduzione del debito pubblico e per la protezione del commercio e dell’industria. La stabilita politica dell’Inghilterra era assicurata dall’egemonia dei grandi proprietari terrieri. Nelle gentry aspiravano a integrarsi anche i mercanti piu’ ricchi, i finanzieri e i banchieri attivi a Londra-> vertice della piramide sociale. Lo sviluppo economico e il ristagno della popolazione e dei prezzi portarono a un miglioramento nel tenore di vita delle masse popolari. Nel suo complesso, la societa’ britannica del 700, e’ un miscuglio di liberta e dipendenza. 3. I CONFLITTI DEI DECENNI CENTRALI DEL 700 Il periodo di pace venne interrotto dalla guerra di successione polacca (1733-1738). 1733-> mori’ il re di Polonia augusto II e venne eletto Stanislao MA Austria e Russia imposero che venisse eletto il principe di Sassonia, Federico augusto che prese il nome di augusto III. Per vendicare l’oltraggio, il governo francese2 attiro’ in una coalizione antiaustriaca Carlo Emanuele III, cui venne promesso lo stato di milano-> milano venne occupata nel 1733 dai franco- piemontesi e napoli e Sicilia furono conquistati nel 1734 da un esercito spagnolo. 1738-> pace di Vienna da parte dell’Inghilterra: Austria recuperava milano, ma doveva cedere Novara e Tortona alla Savoia, e a Carlo di Borbone napoli e la Sicilia. I mercanti inglesi avevano preso a padroneggiare in America Latina (contrabbando). Walpole fu costretto a muovere guerra verso la spagna nel 1739-> le ostilita’ si trascinarono verso la guerra di successione austriaca (1740-48): a scatenarla fu l’aggressione lanciata dal re di Prussia Federico II contro la Slesia. Al capo della monarchia austriaca c’era Maria Teresa d’austria, la quale pote’ contare solo sugli aiuti finanziari dell’Inghilterra-> in seguito al ritiro di Federico II pero’, l’intervento del re di sardegna a fianco dell’austria e l’impegno dell’Inghilterra derivante dalla caduta di Walpole, contribuirono a cambiare le sorti del conflitto-> si combatte’ in Germania, italia settentrionale e nelle fiandre. Nel 1744 Luigi XV dichiaro’ guerra all’Inghilterra-> i suoi eserciti travolsero la resistenza inglese nei Paesi Bassi, ma tali successi furono controbilanciati dalla superiorita’ navale britannica. Pace di Aquisgrana, 1748-> sanci’ il possesso prussiano della slesia e la cessione da parte di Maria Teresa dei ducati di Parma e Piacenza a Filippo di Borbone. Alla morte di fleury, luigi XV volle assumere le redini del governo. A un trattato d’alleanza stipulato nel 1756 tra inghilterra e la Prussia, la diplomazia del cancelliere deciso a traspare la Slesia a Federico II, riusci’ a contrapporre uno schieramento composto da Austria, francia e Russia cui si unirono poi svezia e Polonia-> causando cosi’ un rovesciamento delle alleanze che segno’ l’inizio della guerra dei 7 anni (1756-1763). Le operazioni inizialmente si svolsero in maniera favorevole alla coalizione finche’ la chiamata a Londra di Pitt, nel 1757, segno’ un cambiamento di rotta nella conduzione della guerra da parte inglese: le sue dimissioni nel 1761 favorirono l’avvio di negoziazioni di pace, fino ad arrivare al trattato di Parigi del 1763. 4. IL FALLIMENTO DELLE RIFORME IN FRANCIA La guerra di successione polacca (1733-1738) porto’ alla temporanea occupazione di milano da parte di Carlo Emanuele III che alla fine dovette accontentarsi di Novara e Tortona. La guerra di successione austriaca invece (1740-48) sposto’ a est il confine tra stato sabaudo e Lombardia austriaca. Espansione territoriale e rafforzamento politico e militare del Piemonte sabaudo furono accompagnati da una serie di riforme promosse da Vittorio Amedeo II. - Riordinamento degli organi centrali di governo e unificazione di leggi attuata con le costituzioni del 1723 e del 1729 - Adozione di una serie di provvedimenti di natura mercantilistica Sotto Carlo Emanuele III prosegui’ il rafforzamento delle tendenze assolutistiche: in Savoia si giunse nel 1771 all’abolizione della feudalità. 2. I REGNI DI NAPOLI E SICILIA SOTTO I BORBONE A misure liberalizzatrici in campo commerciale e all’istituzione di un monte frumentario per il credito ai coltivatori si accompagnarono la fondazione di manifatture regie e l’elezione di una cassa sacra per la Calabria, colpita nel 1738 da un terremoto. Anche in sicilia il periodo di viceregno di Domenico Caracciolo fu contrassegnato da importanti iniziative 3. ILLUMINISMO E RIFORME NELLA LOMBARDIA AUSTRIACA Dopo la pace di Aquisgrana, la monarchia austriaca rimaneva in possesso di milano e del ducato di mantova. Una prima ondata di riforme riguardava milano-> nel 1749 fu riordinata l’amministrazione delle finanze. Il risultato piu’ importante fu il compimento del nuovo catasto a opera di una giunta regia-> in vigore il 1760. Nacque anche l’esperienza giornalistica del caffe’-> 1764-66 e apparve nel 1764 dei delitti e delle pene Sotto Giuseppe II si giunse alla soppressione del senato. 4. LA TOSCANA DALLA REGGENZA A PIETRO LEOPOLDO Il nuovo granduca di toscana Francesco Stefano, e dal 1745 imperatore, risiedeva a Vienna-> gli stava a cuore assicurarsi un consistente flusso di entrate dal proprio dominio, per questo gli interventi di maggior rilievo riguardarono il settore finanziario. Legge del 1743-> legge sulla stampa che rivendico’ allo stato il controllo sulla censura e una legge sulle manimorte che subordinava all’autorizzazione del governo l’acquisto di nuove terre da parte dii enti ecclesiastici, promulgazione avvenuta nel 1751. Pietro leopoldo promulgo’ una legge del 1767 dichiarando libera la compravendita dei cereali. 1771-> soppressione delle corporazioni di arti e mestieri 1781-> eliminazione di tutte le dogane interne 1786-> codice penale che eliminava del tutto la tortura e cancellava la pena di morte Pietro leopoldo fece anche il proprio programma di riordinamento della chiesa toscana: - Proclamava la superiorita’ del concilio sul pontefice - Affermava l’indipendenza dei vescovi da roma - Sostituzione della lingua volgare al latino nelle funzioni religiose Programma che avrebbe portato a uno scisma della chiesa toscana da roma, ma un’assemblea di vescovi convocata nel 1787 si dichiaro’ contraria alle riforme. 5. LA SOCIETA’ ITALIANA ALLA FINE DEL 700 Venezia fu per tutto il secolo il maggiore centro editoriale italiano e la sede ci una civilta’ letteraria e artistica. Da questa evoluzione della cultura vennero escluse le masse popolari, urbane e rurali. Analfabete rimasero le plebi, attaccate alla fede degli avi e ai suoi riti propiziatori e consolatori. Arretratezza tecnica e sfruttamento del lavoro contadino. CAPITOLO 22: NASCITA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA 1. GLI INIZI DELLA COLONIZZAZIONE INGLESE E FRANCESE NEL NORD AMERICA Nel 1620 i puritani inglesi, i cosiddetti padri Pellegrini, attraversarono l’Atlantico per andare a. Stabilirsi nelle regioni del Massachusetts. Nel 1681, Penn fondo’ la Pennsylvania. Altre colone ancora come new Amsterdam, ribattezzata New York nel 1664, furono conquistate dagli inglesi durante le guerre del 600. Ai primi del 700 le colonie britanniche furono 12. 1732-> fondazione della tredicesima colonia, chiama Georgia in onore di re Giorgio I. Non solo inglesi o scozzesi, ma anche irlandesi olandesi e tedeschi si trasferirono oltreoceano, soprattutto nella nuova inghilterra. I neri-> importati dai Caraibi o direttamente dall’africa. Le colonie del centro e del nord erano abitate da coltivatori diretti, artigiani, pescatori e mercanti-> commerciavano soprattutto nelle indie occidentali esportando grano, carne salata e altri generi e importando zucchero e melassa. Meno sviluppato era il commercio con la Gran Bretagna. Quai tutte le colonie avevano istituzioni politico-giudiziarie simili: governatore, nominato dal re, che nominava i giudici e aveva diritto di di veto. Inferiore era la popolazione della nuova Francia, parte dell’odierna Canada. Solo il culto cattolico era ammesso, grande autorita avevano i gesuiti. 2. I CONTRASTI TRA LE 13 COLONIE E LA MADREPATRIA Durante la guerra dei 7 anni, le 13 colonie britanniche parteciparono a fianco delle truppe inviate dall’europa alle operazioni militari contro i francesi; la vittoria britannica porta all’eliminazione completa della presenza francese nel Nord America. Altri motivi di malcontento erano la pretesa del parlamento inglese di vietare il commercio diretto tra le colonie e paesi terzi, di imporre dazi elevati sull’importazione di alcuni prodotti, di proibire la produzione e l’esportazione di manufatti che potessero entrare in concorrenza con quelli della Gran Bretagna- > tutto cio’ favori’ un ricorso al contrabbando e alla corruzione delle attivita’ portuali. Pov politico-> assemblee legislative sentivano come oppressivi i poteri di veto esercitati dai governatori. Alla fine della guerra dei 7 anni era convinzione el governo inglese che la riorganizzazione e la difesa dell’impero richiedessero un maggiore contributo da parte dei coloni americani. Appariva anche urgente regolare i rapporti con gli indiani. Furono poi emanate norme volte a impedire il contrabbando: - Introduzione nuovi dazi sullo zucchero, cafe’ ecc - Tassa di bollo su tutti i documenti legali e sui fogli periodici (1765) I coloni reagirono con sdegno a queste riforme; i delegati, riuniti a New York dichiararono cosi’. Incostituzionale la tassa di bollo, nel 1766 venne ritirata dal governo inglese. L’anno seguente introdussero nuovi dazi sull’importazione di te’ e altri generi-> i coloni cosi’ boicottarono le merci inglesi. Nel 1773 un gruppo di patrioti travestiti da indiani Sali’ a bordo di una delle navi della compagnia delle indie orientali in attesa di scaricare la merce nel porto di boston e getto’ in acqua tutto il carico di te’ trasportato-> boston party, ha inizio la fase delle ostilita’ aperte fra le colonie e la madrepatria. 3. LA GUERRA DI INDIPENDENZA La dura reazione del governo inglese provoco’ nelle colonie uno stato di insubordinazione -> sorsero comitati e organismi chiamati congressi provinciali o convenzioni. 1774-> primo congresso continentale (Filadelfia), fu deciso il primo boicottaggio delle merci inglesi e riaffermato il principio che gli americani riconoscevano valide solo le leggi e le imposte votate alle loro assemblee e non quelle del parlamento britannico. 4 luglio 1776-> secondo congresso continentale , Filadelfia: approvazione dichiarazione d’indipendenza che proclamava il diritto degli americani a darsi un nuovo governo sulla base dell’uguaglianza tra tutti gli uomini e del diritto di ognuno di loro alla vita e alla liberta’. Il comando di questo congresso fu affidato a George Washington (1732-99). possibile per aprire la Russia all’influenza della cultura europea e in particolare francese. Il suo primo bersaglio fu la chiesa ortodossa: 1764: confisca delle proprieta’ ecclesiastiche 1767: convocazione di una commissione legislativa composta da rappresentanti dei nobili, dei cittadini, dei contadini libri con il compito di elaborare un nuovo codice di leggi. Successi: guerra iniziata nel 1768 contro l’impero ottomano fu contrassegnata dall’azione di una squadra navale russa, il conflitto si concluse nel 1774 con condizioni vantaggiose per la Russia stessa che ottenne l’accesso al mar nero. 1772: prima spartizione della Polonia che frutto’ l’annessione della Bielorussia 4. LE SPARTIZIONI DELLA POLONIA E LE RIFORME IN SCANDINAVIA Alla morte di augusto III Di Sassonia, la Russia appoggio’ l’elezione di Stanislao. 1772: prima spartizione: la Russia si annette’ gran parte della Bielorussia, la monarchia austriaca si impadroni’ della Galizia e della lodomiria e Federico il grande ottenne la saldatura tra i suoi principali domini. 1791: parlamento approva una costituzione che trasforma la monarchia polacca da elettiva in ereditaria e sopprimeva il liberamente veto. 1793: seconda spartizione: a vantaggio di Russia e Prussia 1795: terza spartizione-> cio’ che rimase della Polonia scomparve, Il periodo che segui’ la morte senza eredi di Carlo XII e’ noto come era della liberta’-> 1720-72, la successione fu di Federico I d’Assia Cassel-> dovette impegnarsi a rispettare una costituzione che attribuiva alla dieta molti dei poteri esercitati dal sovrano e dal consiglio. 1741-43: guerra intrapresa contro la Russia 1756-1762: guerra intrapresa contro la Prussia Non portarono nessun vantaggio territoriale 1772: colpo di stato attuato da gustavo III che porto’ all’abrogazione della costituzione del 1720 e alla restaurazione dell’assolutismo monarchico. 1665: in Danimarca l’assolutismo era diventato legge fondamentale dello stato 5. LA CRISI DEL PAPATO E I REGNI IBERICI I pontefici clemente XII e Benedetto XIV -> parvero disponibili a un compromesso con le nuove correnti politiche e culturali, all’insegna di un cristianesimo ragionevole. Concordati stipulati dalla santa sede: - 1727 e 1740: con regno di sardegna - 1741: con regno di napoli - 1737 e 1753: con la spagna Ma con il pontificato di clemente XIII, i rapporti tra roma e le potenze cattoliche peggiorarono ancora-> campagna anticattolica e antireligiosa. Tra 1759 e 1768: espulsione dei gesuiti dal Portogallo, dalla francia, dalla spagna, dal regno di Napoli e dal ducato di Parma. 1773: scioglimento compagnia di Gesù’ decretata da papa clemente XIV La situazione del Portogallo, soggetto a una arretratezza economica, cambio’ sotto il regno di Giuseppe I (1750-77) per opera del ministro carvalho e melo. I tentativi di riforma gia’ avviati da Ferdinando VI si fecero piu’ organici sotto Carlo III-> riforma degli studi universitari, misure per la liberizzazione del commercio, diffusione in tutta la spagna delle societa’ economiche degli amici del paese in cui si discutevano progetti per l’incremento delle attivita’ produttive. CAPITOLO 21: L’ITALIA DEL 700 1. IL QUADRO POLITICO E INTELLETTUALE NELLA PRIMA META’ DEL SECOLO. LE RIFORME IN PIEMONTE Il quadro politico dell’Italia era rimasta profondamente cambiata dalle guerre di succession. Fin dal 1706-07 i domini spagnoli erano passati agli asburgo di Vienna, che alla pace di rastatt (1714) dovettero cedere la sicilia.
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