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L'età della borghesia e la seconda rivoluzione industriale, Appunti di Storia

Il documento contiene informazioni riguardanti l'età della borghesia e del progresso, in particolare l'apogeo della borghesia, la seconda rivoluzione industriale, l'inizio del socialismo e la chiesa cattolica a fine dell'Ottocento

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 23/08/2023

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dafne004 🇮🇹

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Scarica L'età della borghesia e la seconda rivoluzione industriale e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! L'ETA DELLA BORGHESIA E DEL PROGRESSO 1. L'apogeo della borghesia Il rinnovamento della città La città divenne il simbolo della borghesia e molte furono rinnovate dato che erano degradate soprattutto a causa di una notevole crescita della popolazione. Ci fu quindi un risanamento urbanistico (fogne, reti idriche, marciapiedi, strade, ecc.) generale, ma soprattutto a Parigi. La divisione delle abitazioni assunse una sistemazione gerarchica (palazzi in ai borghesi, casamenti di periferia agli operai, ecc.) e i centri cittadini di riempirono di folla dei ceti medi per spettacoli o affari. Ci fu anche una diffusione di nuovi materiali per la costruzione di grandi infrastrutture (es. Tour Eiffel a Parigi) e la creazione dei primi grandi magazzini. Le esportazioni universali Le esposizioni universali erano grandi fiere di prodotti industriali, commerciali e delle nuove tecnologie che ebbero straordinario successo nelle classi borghesi. Le più importanti furono: • la Grande esposizione- si tenne a Londra e coinvolse tutte le nazioni ma mise soprattutto in evidenza il progresso della Gran Bretagna • l'Esposizione universale- si tenne a Parigi e riguardava agricoltura, industria e belle arti e si mise in competizione con quella inglese. Infatti si volle colpire attraverso grandi costruzioni come la Tour Eiffel e la prima ruota panoramica del mondo realizzata per l'esposizione a Chicago La società borghese: individualismo e conformismo Dopo gli anni Sessanta ci fu l'apogeo della borghesia grazie anche allo sviluppo del capitalismo ed era diffusa soprattutto la grande borghesia (banchieri, uomini d'affari, proprietari terrieri), poi la media borghesia (avvocati, medici, giornalisti) e la piccola borghesia (piccoli commercianti, artigiani). La mentalità borghese, basata sul presupposto di libertà di arricchirsi (modello dell'industriale). Oltre che dall'individualismo e dalla mobilità sociale, la mentalità borghese ebbe una grande uniformità che investiva molti campi come la moda. In Francia e in Inghilterra si guardò anche agli svaghi che ebbero molta importanza. Furono inaugurate anche le vacanze estive e il turismo, insieme alla rispettabilità, al decoro sociale. Il positivismo e gli sviluppi scientifici I borghesi si concentrarono sul culto della scienza e del progresso, chiamato positivismo. Questa parola aveva già cominciato a diffondersi con gli allievi di Saint- Simon, il quale voleva affidare il governo agli scienziati, ma il vero e proprio fondatore fu Auguste Comte, il quale pensava che la scienza avesse il compito di rigenerare l'uomo e di fondare un nuovo ordine sociale (ciò era possibile perchè l'uomo ere uscito da uno stato di astrattezza per giungere a uno di di ordine e organicità). Un'importante figura di questo movimento fu Charles Darwin, il quale elaborò la teoria dell'evoluzione che affermava la convinzione dell'evoluzione degli organismi e il loro adattamento all'ambiente, continuando il contrasto fra scienza e religione. Insieme a tutto ciò ci fu un grande sviluppo della tecnologia e della scienza (es. telefono, vaccini). 2. La seconda rivoluzione industriale I progressi dell'industria I progressi dell'industria caratterizzanti la metà del XIX secolo furono indicati dagli studiosi della seconda rivoluzione industriale. Ci fu lo sviluppo di nuovi ambiti: • industrie chimiche (produzione di coloranti, profumi, gomme, ecc.) grazie alle scoperte scientifiche • industria elettrica con la scoperta della lampadina di Thomas Edison • industria ferro e acciaio che permise lo sviluppo di reti ferroviarie e motori • industria bellica con l'invenzione del motore a scoppio ne derivò quella dell'automobile. Per alimentarla ci voleva la benzina e perciò si cominciò ad usare il petrolio come combustibile più diffuso insieme al carbone. La grande industria e la trasformazione del capitalismo Un grande cambiamento dii questo periodo fu dato dalla diffusione delle grandi aziende che erano in grado di affrontare meglio la concorrenza avendo più risorse (es. acciaierie tedesche Krupp) e ebbero grandi rapporti con le banche che finanziavano per l'innovazione e la produzione. Grazie a ciò nacque la banca mista che aveva due funzioni: • prendeva in deposito il denaro dei risparmiatori • investiva quel denaro in diverse imprese mettendolo a disposizione alle industrie (portò degli svantaggi perchè in momenti di crisi le banche non sarebbero state in grado di dare il denaro perchè l'avevano investito) Questi accordi e la modalità delle industrie resero possibile la diffusione del capitalismo finanziario. L'emergere dei “second comers” La diffusione delle grandi aziende ci fu soprattutto in Germania e negli Stati Uniti. Infatti vennero definiti come “second commers” (secondi arrivati) nell'industrializzazione. La Gran Bretagna mantenne il primato in alcuni ambiti ma i due nuovi arrivati dimostrarono di essere competitivi e la superarono nella produzione dell'acciaio per diversi motivi: • l'apparato industriale inglese, proprio perchè era il primo era anche invecchiato • per il nuovo sviluppo era necessaria una continua innovazione tecnologica data da entrambi gli stati dall'estensione dell'istruzione tecnico-scientifica • gli Stati Uniti e la Germania istituirono dei dazi doganali per favorire lo sviluppo mentre la Gran Bretagna mantenne la politica commerciale liberista La fine del regime economico concorrenziale Le grandi aziende per competere in un sempre più grande mercato dovevano ingrandirsi o associandosi fra loro o inglobando quelle più piccole. Formavano i trust, quando imprese si fondevano e i cartelli, quando si accordavano per non farsi concorrenza. Il primo trust fu quello della Standard Oil (petrolio) fondato dallo statunitense Rockefeller ma fu approvata la Sherman Act legge che li abolì. Questa fu aggirata grazie alle holding, società finanziarie che controllavano i capitali di diverse aziende. Per questo quando le aziende non costituivano dei monopoli nel loro ambito industriale, erano comunque dei oligopoli (erano poche a controllare tutto il mercato), mettendo così fine al regime di concorrenza. Infine si creò fra Stato e industria un legame strettissimo. La Grande depressione Dopo una fase di prosperità (1850-1873) dovuta soprattutto alla circolazione dell'oro delle nuove miniere scoperte ci fu un periodo di difficoltà ricordato come Grande depressione (1873-1896). Si trattò di una serie di crisi cicliche date da un crollo dei prezzi causato dall'aumento della produzione dei beni e dalla diminuzione dei costi di produzione a causa dell'espansione del processo di produzione. Le risposte alla crisi agricola La Grande depressione colpì conseguenze sociali gravi in diversi stati: • Mezzogiorno d'Italia- che aveva un'economia arretrata • regioni agricole italiane- ci fu un rinnovamento dell'agricoltura • Gran Bretagna- si ridussero le terre coltivate contando sull'importazione agricole • Olanda e Danimarca- si aumentò la qualità l'agricoltura • Germania, Francia, Italia-innalzamento di barriere doganali per la protezione della produzione agricola • Europa mediterranea- struttura agricola dei latifondisti con piccoli agricoltori poveri e non ci fu nessuna modernizzazione 3. Gli sviluppi del socialismo Socialismo e anarchismo Insieme alla rivoluzione industriale, nella seconda metà dell'Ottocento, vi è la diffusione anche della questione sociale e delle lotte operaie. A ispirarle, furono persone come Karl Marx (infatti la forma di socialismo più diffusa era il marxismo), che crearono diversi movimenti socialisti, i quali avevano come punto di riferimento l'Internazionale. Tuttavia con essa non si giungeva ad una compattezza a causa della netta divisione fra marxisti e anarchici. Questi ultimi avevano come guida Michael Bakunin (padre dell'anarchismo moderno), secondo cui il problema alla base della rivoluzione di massa era lo Stato, in quanto dove esso era presente vi era anche il problema della schiavitù e dominazione. Infatti il suo obbiettivo era quello di eliminare lo Stato in modo che i lavoratori potessero accordarsi liberamente. Questo movimento interessava soprattutto le masse diseredate (bakuninismo), mentre quello marxiano, gli operai, ma questi potevano corrispondere nei paesi più arretrati.
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