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L'età delle scoperte geografiche 1500-1700, Sintesi del corso di Storia Moderna

Riassunto del corso di Storia Moderna. Il testo del corso da portare all'esame è L'età delle scoperte geografiche 1500-1700 (Glenn J. Ames)

Tipologia: Sintesi del corso

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Scarica L'età delle scoperte geografiche 1500-1700 e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! INTRODUZIONE La vicenda delle scoperte geografiche è una cosa che riguarda essenzialmente i secoli XVI-XVIII. Prima i contatti tra civiltà erano molto superficiali e sporadici anche se tuttavia non mancarono eccezioni come quella dei viaggi di Marco Polo nel XIII secolo e quelli di Zheng He all'inizio del XV secolo. Queste esplorazioni portaranno all'espansione europea la quale porterà all'odierna società globale. 1. La motivazione: cristiani, spezie e cos'altro? Le motivazioni che spinsero gli europei a buttarsi in questa avventura fu di prima natura economica: la società infatti chiedeva sempre di più beni di lusso come spezie, seta, oro, argento, avorio, incensi. Per ottenere tali prodotti però bisognava spendere molti denari poiché lunghe erano le distanze e bisognava pagare gli intermediari: si sentì l'esigenza di attingere a questi beni direttamente alla fonte, senza pagare più grandi somme. Oltre al vantaggio economico, l'esplorazione oltremare ebbe una funzione sociale e politica per le monarchie europee. Le due principali minacce per la monarchia erano: la nobiltà e la Chiesa. Queste due istituzioni avevano la forza di minare le posizioni dei sovrani i quali cercavano di imporrsi nel territorio e dare vita alle monarchie nazionali. Per tenere a bada la nobiltà e la Chiesa bisognava sfruttare l'espansione in terre assai lontane per accontentarli, in questo modo queste forze potenzialmente distruttive sarebbero state lontane dal potere regio. Per quanto riguarda l'ambito religioso, l'Europa del XVI oltre ad essere vittima dello scisma dovuto alla Riforma Protestante, vede anche il continuo conflitto con le potenze islamiche nel Mediterraneo e nella zone iberica dove le monarchie sono impegnatecon la Reconquista. Aggirare i musulmani avrebbe potuto sferrare loro il defintivo colpo per sgretolare la loro potenza sui mari. Figura chiave dell'età delle scoperte è senz'altro Enrico di Portogallo detto il Navigatore; egli fu spinto da sei motivazioni (secondo il cronista Eanes de Zurara) per intraprendere le esplorazioni: 1. scoprire cosa vi fosse oltre le Canarie e il capo di Bojador. 2. aprire nuovi traffici commerciali coi cristiani. 3. capire la portata della potenza islamica. 4. convertire nuove popolazioni alla vera fede. 5. fare alleanze con eventuali popoli cristiani che si sarebbero incontrati specialmente il mitico re cristiano stanziato in India col nome di Prete Gianni. 6. obbedire al suo oroscopo che conteplava la scoperta di cose nascoste agli uomini. Sintetizzatore di questi sei punti fu Vasco da Gama, che si diede alla scoperta dell'Africa orientale fino ad arrivare in India: la strada per nuove ricchezze e per la conversione di popoli era aperta. 2. I mezzi: mappe, denaro e navi Sorprende il fatto che siano stati gli europei a circunnavigare il globo tra XV-XVI secolo, dopotutto essi non erano così avanzati tecnologicamente rispetto ai cinesi o gli arabi Tra 1400-1550 gli arabi si erano espansi fino ai balcani, si erano diffusi porti nel mar Rosso e nel golfo Persico e in tutto l'Oceano Indiano. Perchè allora furono proprio gli europei? Perchè essi riusciron oa ottimizzare le risorse fisiche, intellettuali, tecnologiche ed economiche e militari grazie agli sforzi di uomini provieniente da ogni strato sociale. L'età delle scoperte coincise con una maturazione economica e con una concezionee teorica dell'economia: il mercantilismo. I suoi principi base erano: • l'ammontare della ricchezza mondiale è una quantità statica • la ricchezza di un paese risiede nella quantità di metalli preziosi che questo possiede • necessità di incoraggiare le esportazioni rispetto alle importazioni per aumentare l'entrata di metalli preziosi • una popolazione numerosa vuol dire potenza statale e autosufficenza • lo Stato,la corona debba assistere e dirigire l'econimia nazionale e internazionale Ovviamente il cambiamento di mentalità economica non bastava per arrivare all'età delle scoperte. Furono necessarie innovazioni nella cartografia, metallurgia per fondere cannoni e sistemare le navi. 3. Il mondo è piatto o tondo? Le persone colte del XV sapeva che la Terra non era piatta, molti sapevano della sua sfericità e circolarità grazie agli scritti di filosofi, geografi e matematici dell'antichità (Ipparco da Rodi, Eratostane, Teone da Smirne, Strabone). Di tutti questi filosofi il più importante è certamente Claudio Tolomeo col suo trattato di atronomia l'Almagesto e la Geographia. Gran parte di questo sapere venne perduto durante il medioevo e ricomparve solo in seguito grazie agli arabi. Gli arabi nutrivano grand iinteressi per l'astronomia eastrologia tanto da aver tradotto l'Almagesto di Tolomeo. Con la grande diffusione islamica del VII secolo gli arabi aggiunsero ben poco alla conoscenza del mondo poiché l'Islam si diffuse in zone già note agli antichi (Mediterraneo, Medio Oriente, Oceano Indiano). Gli studiosi arabi tuttavia ritenevano che l'Atlantico fosse un mare non navigabile e luogo di cattivi presagi. Questo sapere riemerse in Europa nel XV secolo grazie a studiosi ebraici e ai traduttori latini. Importante l'opera del 1410 del cardinale Pierre d'Ailly intitolata Imago Mundi dove veniva sintetizzato il sapere latino, greco-romano, arabo e delle Sacre Scritture; lo stesso anno venne tradotta la Geographia in latino. Questa conoscenza era però imprecisa e quindi pericolosa. Tolomeo aveva affermato che fosse impossibile navigare nell'emisfero meridionale perchè troppo caldo, gli arabi e John Melville contestarono tale visione; tuttavia Tolomeo era un'autorità e la sua rappresentazione del mondo vedeva l'Africa unita fino all'Asia. Con questa visione l'oceano indiano diventava un mare chiuso e quindi difficile da raggiungere navigando come volevan fare i portoghesi. Enrico il Navigatore sapeva che la mappa mundi di Tolomeo era accurata per le zone dell'Impero romano del II d.C, qualche sospetto invece l'aveva per il resto; fu cosi che dal 1410 al 1510 iniziò una revisione delle teorie tolemaiche da parte di uomini pratici di mare. Per fare ciò no nbastavano più antichi manoscritti di personaggi illustri, era necessari oavere strumenti adatti e precisi: furono inventate carte per la navigazione chiamate “portolani”. Si tratta di libri di bordo contenenti informazioni geografiche dettagliate (coste, foci e approdi); tali mappe però erano ottime per la navigazione costiera, una volta persa di vista la costa non servivano a nulla poiché fissare la propria posizione in mare aperto era difficile. Per affrontare questo difficile compito, gli europei possedevano strumenti di calcolo come la bussola, il quadrante o l'astrolabio, la rosa dei venti; tali strumenti permettevano calcoli più o meno precisi grazie a determinate coordinate come i meridiani o la stella polare. 4. Caravelle, naus e caracche Progettare e costuire vascelli in grado di affrontare l'oceano non era cosa facile; all'inizio del XV secolo le navi europee erano tecnologicamente meno sviluppate di quelle asiatiche, solo successivamente si ebbero sviluppi. Si arrivò così alla costruzione di caravelle, naus, caracche e galeoni. La caravella era ideale per le esplorazioni, la nau a vela quadrata e la caracca furono ideali per il trasporto di merci mentre i galeoni servivano per diventere i convogli mercantili. Caravelle, nau e caracche erano il connubio con consocenze europee, arabe e mediterranee; erano formate da 3 alberi con una vela quadrata princiapale e altre vele trinagolari posteriori. Le caravelle erano molto agili e durevoli anche se non particolarmente larghe, ideali comunque per l'esplorazione e per manovrare in zone costiere e ventose. Nau e Caracche erano invece ideali per stivare un gran numero di merci e cannoni, ideali per i Nel 1508 i portoghesi stavano avendo la meglio nella lotta contro l'Islam nei traffici commerciali; essi stavano riuscendo ad affievolire il tradizionale afflusso di spezie attraverso il Levante. Per inpedire che ciò accadesse, la flotta di Husain si unì a quella di Malik governatore del porto di Diu per conto del sultano del Gujarat. Nel marzo 1508 Lourenco de Almeida (figlio di Francisco) attaccò questa potente flotta: le perdite porotghesi furono notevoli e Lourenco perse la vita. La notizia della vittoria degli arabi fu festeggiata al Cairo per tre giorni; ben diversa fu la reazione di Francisco di Almeida. In quel periodo il re aveva nominato Alfonso di Alburquerque coem vicerè d'India ma Alfonso si rifiutò di cedere il posto finchè non si sarebbe vendicato della morte del figlio. Fu così che venne allestita una flotta nel dicembre 1508 e che arrivò a Diu nel 1509. La flotta musulmana venne distrutta distruggendo più in generale la potenza navale islamica nell'oceano Indiano portando ad un ulteriore espansione portoghese in Asia. La potenza navale portoghese e le fondamenta dell'impero commerciale in Asia furono confermate durante il governatorato di Alfonso de Albuquerque. La strategia di Albuquerque era votata a dominare i punti strategici delle tradizionali rotte commerciali come le città che entravano nel golfo Persico e nel Mar Rosso oppure il controllo degli snodi dei traffici malesi e indonesiani. In tutti questi snodi era fondamentale costruire fortezze per svolgere attività di controllo sui permessi, attività di magazzino e trasbordo delle spedizioni commerciali verso l'Europa. Albuquerque iniziò il secondo viaggio in India nel 1506, dopo aver bombardato la costa orientale africana imperversò contro le città nel litorale dell'Oman per poi cercare di mettere le mani sul porto di Hormuz. L'arrivo del maresciallo del Portogallo Fernando Coutinho portò gli ordini che confermavano Albequerque come nuovo governatore; inoltre Coutinho aveva l'ordine di distruggere il potere dello Zamorin di Calicut. Albuquerque in questo modo poteva attuarei suoi piani per l'affermazione del Portogallo nell'oceano Indiano, dato che disponeva pure di una flotta di 23 navi. Successivamente, dietro consiglio del corsaro indu Timoja, rivolse la sua attenzione verso la città di Goa che conquistò nel marzo 1510 per poi perderla a maggio e riprenderla definitivamente nel novembre. Per controllare il ricco traffico malese e indonesiano nel 1511 conquistò Malacca e la fortificò. Nel 1512 decise pooi di sottomettere Aden all'ingresso del mar Rosso, ma si rivelò un fallimento. Nel maggio 1515 conquistò allora Hormuz che mantenne fino al 1522. Albuquerque morì il 16 dicembre 1515 consolidando le basi del dominio portoghese nei commerci nell'oceano Indiano. 5. L'Estado da India 1520-1600 L'impero portoghese creatosi in India prende il nome di Estado daIndia e aveva come centro amministrativo Goa. Esso era composto da insediamenti fortificati (Malacca, Hormuz, Diu ecc) in luoghi strategici per le rotte commmerciali. La potenza da fuoco della navi garantiva sicurezza sui mari mentre le fortezze di terra servivano a contrastare gli attacchi degli europei e dei locali. Dal punto di vista economico, l'Estado da India si fondava sulla: • Carreira da India: viaggio annuale Lisbona-Goa e Goa-Lisbona che interessava tutti i domini portoghesi dell'impero. Dall'Europa partivano soldati, mercanti e religiosi insieme a mercanzie europee (verso Pasqua); verso gennaio febbraio invece le navi tornavano a Lisbona con spezie, pietre preziose, tessuti ed eventuali documenti del governatore. • Il sistema delle Cartazes: la corona portoghese rivendicò il monopolio del traffico marittimo nell'oceano Indiano; ogni nave doveva comperare le cartaz ovvero i permessi presso le fortezze portoghesi. Chiunque fosse stato sprovvisto si sarebbe visto il carico confiscato e l'equipaggio ucciso o messo in schiavitù; per assicurarsi tutto ciò vennero create delle squadre con lo scopo di intercettare i trasporti. Gli introiti di questo sistema permettevano un reddito addizionale della corona e permettevano di pagare gli uomin idi queste squadre di controllo. La corona si serviva dei territori per ricompensare nobili e soldati i quali ne ricevevano la rendita e l'utilizzo per tre generazioni. L'impero portoghese era animato da un duplice obiettivo: guadagno economico e propagazione del cristianesimo.tale intreccio di motivazioni sono ben definite nel Padroado Real (ovvero la protezione delle attività missionarie in Asia, Brasile e Africa da parte della corona). In una prima fase, l'attività missionaria fu permissiva e flessibile nei confronti delle pratiche religiose indu; questa tolleranza si spiega dalla necessità di trovare alleati per contrastare l'Islam. Questa tolleranza finì tra il 1540-50 ovvero con l'arrivo dei gesuiti. Nel 1540 a Goa furono distrutti i templi indu e l'arrivo di Francesco Saverio diede slancio alle conversion di massa in India, Malacca, Indonesia, Giappone e Ceylon. Nel 1545 Saverio chiese a Giovanni III di insediare l'Inquisizione a Goa, cosa che poi avvenne nel 1560. importante fu il primo concilio ecclesiastico a Goa dove vennero dichiarate tutte le religioni estranee al cattolicesim ocome erronee e nocive; la corona aveva il dovere di diffondere la fede ma senza l'uso della forza. Tra il 1560-1600 si tentò di approvare e metterein atto la legislazione contro le pratiche indu. Queste leggi bandivano i brahmini dai territori portoghesi, erano esclusi dalle cariche pubbliche, era vietato loro di portare segni distintivi, e furono obbligati a seguire le prediche cattoliche. Gli indu che si convertivano ricevevano privilegi ereditari, fiscali e di impiego anche se furono sempre controllati dall'Inquisizione di Goa. Per controllare i convertiti di Goa fu istituita il Pai dos Christaos. Questa istituzione controllava le infrazioni alle leggi anti indu, boicottava le feste indu annotando chi vi partecipava e ne impediva i matrimoni sotto rito indu. Controverso fu il caso delle conversioni forzate del 1559 degli orfani indu. Gli orfani venivano affidati al Giudice degli orfani ed educati dal collegio gesuita di Sao Paulo dove sarebbero stati battezzati e indottrinati. Non stupisce del perchè molti indu cercassero riparo dai re vicini. L'esito della campagna di conversioni forzate fu comunque molto limitato. Le religioni locali resistettero perchè gli indu furono molti ostili a questa nuova religione, oltra al fatto che tutti i loro templi e simboli religiosi furono ricollocati nelle terre dei re vicini estranei al dominio portoghese. 6. La costruzione di impero di terra in Brasile 1500-1600 In Brasile Cabral approdò vicino Bahia a Porto Seguro. Egli trovò terre popolate da indios i quali inizialmente furono ospitali e curiosi con i nuovi arrivati; successivamente però nulla poterono contro la loror tecnologia militare e le nuove malattie a cui non erano mai stati abituati, ne morirono migliaia. Fino al 1530 non fu fatto motlo per sviluppare la presenza portoghese in Brasile se non qualche spedizione per proteggere la costa ma non furono mai fondate fortezze o città. Si cominciò tuttavia a sfruttare gli indios nel taglio e nell'asportazione del pau-brasil, un legno rossiccio usato nella manifattura di mobili in Europa. Fu con le spedizioni francesi che Giovanni III cercò di irrobustire la presenza portoghese in Brasile. Furono istituiti 15 capitanati ereditari affidati a caoitani maggiori o donatori, questi ricevettero porzini di costa parallela all'equatore; tali terre dovevano essere difese e fatte fruttare. Il sistema fu problematico e solo due capitanati si rivelarono promettenti. Il primo capitanato fu Pernambuco dove Durante Coelho Pereira sottomise gli indios, espulse i francesi e fondò le città di Olinda e Igrassu; venne introdotta la canna da zucchero. Secondo capitanato fu Sao Vicente istituito nel 1532 retto da Martim Afonso de Sousa, anche questo dimostrò di reggere. Giovanni III decise di porre sotto controllo regio il Brasile nel 1548 nominando come governatore generale Tomè de Sousa il quale stabilì l'anno successivo la nuova basa a Salvador. Lui e i suoi successori cercarono di radicare il potere regio rendendo economicamente redditizia la colonia. Il potere degli indios fu infranto e le terre disboscate per inserire la coltivazione della canna da zucchero, il che comportò un notevole afflusso di schiavi neri dall'Angola. Nel 1560 il governatore Mem de Sa guidò una flotta contro la colonia francese di “Francia Antartica” (Rio de Janeiro), a seguito di forti resstenze ne furono epulsi nel 1567. i gesuiti arrivarono in Brasile per diffondere la fede cattolica e religiosi come Manuel de Cobrega contribuirono a consolidare il dominio portoghese. Molti erano i gesuiti che difendendo i diritti degli indios si scontravano con i coloni che li volevano sfruttare; queste difese portarono al maggior afflusso di schiavi neri. Nobrega divenne il primo provinciale dei Gesuiti: fondo istituti religiosi ed educativi, pacificò le tribù indios e organizzò l'episcopato. Se all'inizio a viaggiare erano soldati, nobili, avventurieri e soldati e degredados (immigrati coatti), all'inizio del XVII furono essenzialmente banchieri, commercianti e artigiani. Specialmente nella zona nord la canna da zucchero e il tabacco (dal 1548) si rivelarono i prodotti agricoli più redditizi per i coloni. 7. Declino e rinascita in Asia e in Brasile, 1600-1700 In Asia, intorno alla metà del XVII gli antichi splendori dell'Estado da India erano romai svaniti, nel 1662 il governatore Antonio Melo de Castro riferiva che l'Estado da India era oramai in bancarotta. A parte la crisi delle finanze, l'Estado da India si trovava le minacce nelle agguerrite compagnie commerciali olandesi e inglesi, oltre he alla minaccia dei potentati locali. Il 1560 fu l'apice della potenza portoghese per poi scemare tra 1570-80 ovvero quando riprese vigore il commercio in Asia; le difficoltà furono acuite dalle compagnie inglesi e olandesi. L'annessione del Portogallo alla Spagna di Filippo II inaugurò la cattività spagnola (1580-1640) durante il quale Madrid dissanguò le finanze portoghesi per affermare il potere degli Asburgo spagnoli in Europa; qeust'annessione espose i domini portoghesi in Asia, alle feroci ostilità degli inglesi e olandesi (non più neutrali coi portoghesi). Nel 1622 fu persa Hormuz, nel 1641 Malacca e nel 1658 Ceylon e nel 1663 il Malabar. Sono state date spiegazioni sulle cause di questo declino: • Gli storici portoghesi danno la colpa alla cattività spagnola. • Gli storici inglesi insistono sulla natura corrotta dell'amministrazione dell'Estado da India. • Charles R. Boxer sostiene invece che la forza economica, militare e numerica degli olandesi fu superiore rispetto a quella portoghese. • Niels Steensgard afferma che l'ingresso delle compagnie protocapitaslite inglesi e olandesi in Asia abbia condannato l'Estado da India e la corona portoghese. Gli storici sono concordi su un fatto: il 1663, ovvero la perdita di Chochin fu uno spartiacque nella storia dell'Estado da India. Studi recenti hanno mostrato come vi fu una campagna di recupero dell'Asia negli ultimi trent'anni del XVII secolo. Questa campagna iniziò con il re Pietro 1668-1702 per poi culminareall'epoca del vicerè Luis de Mendosa Furtado. Lo scopo di questa campagna era di amministrare in mdoo responsabile e ragionato quanto restava dei possedimenti spagnoli in Asia, pocihè potevano ancora fruttare tanto al Portogallo. Nella pratica però viene allo scoperto la deficienza di un monopolismo monarchico che non regge il confronto con il protocapitalismo inglese e olandese. Tra le potenze europee tuttavia esisteva una specie di rapporto simbiotico, i portoghesi appresero e impararono dalle lezioni avute dalle potenze protestanti e viceversa queste emularono alcune prassi precedenti dei portoghesi. I portoghesi intrapresero tuttavia una serie di riforme politiche, economiche, religiose, militari. Il re Pietro nel 1669 rifiutò un'alleanza antiolandese propostagli da J.B Colbert per intraprendere riforme votate a riprendere Macao, Mozambico Timor e altre piazzeforti in Asia. Fu ringiovanita la Carrera da India con viaggi annuali regolari che portavano sempre grnadi quantità di pepe a prezzi vantaggiosi; il sistema delle cartazes rimase in vigore e numerose furono le requisizioni. Dal punto di vista militare fu inviato a Goa un formidabile terco (reggimento) che riuscì a tenere testa ei numerosi attacchi dei maratha sotto Shivaji e Shambaji (1670-80); inoltre in quegli anni la marina portoghese riuscì a spuntarla su quel del sultano dell'Oman. Dal punto di vista religioso si cercò di temperare lo zelo religioso dei missionari e dell'Inquisizione. Furono stroncati gli abusi sugli indu specialmente riguardante la legge degli orfani indu (1559). in Mozambico si cercò di sfruttare le miniere del bacino dello Zambesi in Mozambico. Nel 16680 il bilancio dell'Estado da India era di 271.000 xerafins, il bilancio più ricco da circa un secolo. Questo recupero pose le basi per l'impero d'oltremare in Africa orientale e Asia che sarebbe fortunato perchè il 12 ottobre 1492 venne avvistata la terra. 3. Le successive spedizioni di Colombo e la morte La flotta raggiunse San Salvador al largo delle Bahamas. Dopo questo viaggio egli compì altri viaggi sempre alla ricerca della terra asiatica: 1493-96; 1498-500; 1502-04. Nei viaggi successivi tuttavia scoprì le isole caraibiche Hispaniola, Giamaica, Cuba Dominica, Puerto Rico, Trinidad, Honduras, Costa Rica e Panama. Meno fortunato fu il tentativo di impiantare la presenza spagnola nel uovo Mondo, nel suo secondo viaggio scoprì che l'avamposto costruito a Hispaniola era stato distrutto dagli indios tainò. Nel suo terzo viaggio i dissidi interni alla colonia si tramutarono in ribellione aperta alla sua autorità; Ferdinando e Isabella persero fiducia in lui e lo privarono del titolo di vicerè e governatore e Franscisco de Bobadilla lo arrestò e lo spedì in Spagna in catene. Dopo il rientro dal viaggio faticoso, Colombo era un uomo stanco ed emarginato da quei centri di potere in cui voleva entrare; morì nel 1506. 4. I primi tentativi di impero 1493-1520 Tra il 1493 e 1520 si ebbe l'ardua impresa di fondare un impero nel Nuovo Mondo. A Hispaniola fu presto abbandonato l'insediamento denominato Isabella e tra 1496-97 iniziò l'edificazione di Santo Domingo. Gli spagnoli erano padroni dell'isola e Ferdinando Colombo vi censì 630 individui. Prima dell'arrivo di Colombo , gli indios arawak taino vivevano a Hispaniola e Puerto Rico in regni organizzati secondo un organizzazione di capi locali chiamati caciques. La società era divisa in naborias (lavoratori) e i nitainos (nobili), questi ultimi comprendevano i sacerdoti (bohiques) e i capi locali (caciques). Ogni villaggio (yucayeque) era governato da un capo. Con l'arrivo degli spagnoli, i taino furono costretti a pagare tributi in oro, a lavorare e a garantire i generi alimentari, e a rispettare i modi di vita cristiani; i taino potevano essere facilmente dominati. Sulle isole caraibiche molti degli hidalgos che avevano attraversato l'oceano, rimasero delusi dalla mancanza di oro e argento. Per compensare le loro frustrazioni, Colombo gia dal 1499 aveva inaugurato il sistema del reperimiento (poi encomienda). La corona manteneva la titolarietà su tutta la terra ma ne concedeva una parte (indios compresi) ad un encomendero che in cambio versava un tributo e giurare fedeltà; l'encomendero doveva proteggere e istruire alla fede cattolica i taino. Gli indios conservavano il diritto di lavorare la terra per la propria sussistenza. La giustificazione di tale sistema era che si proteggeva e istruivano gli indios ma in pratica il sistema sfruttava brutalmente i suddditi nativi tanto che iniziò a sorgere un dibattito etico capeggiato da Bartolomè de Las Casas. Furono subito impiantati grano, orzo e vite; furono portati cavalli, bovini e maiali. In America gli spagnolo iniziaron oad apprezzare ananas, mais, patate dolci e sopratutto il tabacco. I bacini virali e batterici si mescolarono provocando esiti virulenti quasi apocalittici: il vaiolo e la sifilide si diffusero in modo capillare. 5. Il viaggio di Magellano Tra 1499-1502 Amerigo Vespucci esplorò oltre 3.000 km della costa americana confermando che si trattava di un nuovo continente; il cartografo tedesco Martin Waldseemuller chiamò il nuovo continente America. Nel 1513 Vasco Nunez de Balboa si trovò per primo sul Pacifico e rivendicò alla Spagna questo spazio con tutte le terre e isole comprendenti. Durante i primi decenni del XVI furono compiuti diversi tentativi per trovare il passaggio per l'Asia, tale passaggio alla fine fu trovato da Ferdinando Magellano. Dopo essere stato al servizio per molti anni del Portogallo, egli passò sotto la bandiera spagnola di Carlo V poiché questi gli aveva promesso delle ricompense, cosa che invece re Emanuele non eveva fatto. La sua flotta partì nel 1519 nel mese di settembre e dopo due soste alle Canarie e a Capo Verde, nel dicembre raggiunse il Brasile. Dato che il Brasile apparteneva alla corona portoghese, Magellano si fermò solo per fare rifornimenti. All'inizio del 1520 la flottò cercò il tanto agognato passaggio ma le condizioni avverse costrinsero Magellano a svernare in Patagonia e solo in ottobre la flotta entrò nel nuovo oceano che per via delle sue acque tranquille venne chiamato Oceano Pacifico. Nel marzo 1521 si toccarono le isole Filippine; inizialmente i rapporti furono cordiali con i sovrani locali successivamente però Magellano venne ucciso nello scontro sull'isola di Mactan contro le forze di Lapu-Lapu. Juan Sebastian Elcano prese il comando e dopo un difficile viaggio attraverso l'oceano Indiano e il capo di Buona Speranza, raggiunse la Spagna nel settembre 1522: il giro del mondo era stato effettuato. Da quando Magellano era partito a quando Elcano era ritornato molte cose erano cambiate: Carlo V era l'imperatore che possedeva diverse corone in giro per l'Europa. L'età degli esploratori tuttavia era arrivata al termine e stava iniziando quella dei conquistatori. 6. Cortès e la conquista del Messico Hernan Cortès apparteneva alla piccola nobiltà e da giovane studiò diritto all'università di Salamanca per poi abbandonare gli studi e dars iall'avventura. Nel 1504 approdò a Santo Domingo e poi accompagnò Diego Velasquez de Cuellar a Cuba. Nel 1517 Hernandez de Cordoba aveva avuto contatti con i Maya dello Yucatan da cui aveva sentito racconti su una richissima civiltà a nord. Inizialmente Velasquez scelse Cortès per verificare le voci di queste civiltà ma poi, geloso delle sue abilità decise di prendere lui stesso il comando; Cortès si avvide del piano e salpò subito da Cuba con 400 soldati 16 cavalieri e pezzi di artiglieria. Arrivato in Messico, Cortès catturò la città di Tabasco e vi fondò Vera Cruz e si auto nominò capitano generale della colonia.Cortès ridusse il grande impero azteco a uno stato vassallo di Carlo V e della Spagna; oro, argento e pietre preziose furono destinate a Siviglia. Come riuscì Cortès ad avere successo? Tra gli aztechi circolava la profezia del ritorno di Quetzalcotl, il dio portatore di fortuna, Cortès sfruttò tale profezia per intimorire, anche grazie ai cavalli e alle armature lucenti, gli aztechi. Egli riuscì poi a catturare con l'inganno Moctezuma richiedendo un riscatto per il suo rilascio; egli fu poi ucciso dalla sua gente per la complicità con gli spagnoli. Moctezuma aveva accettato di porre fine ai sacrifici umani e di sostituire gli dei aztechi con il Dio dei cristiani cattolici. Nel luglio 1520 Cortès avviò l'assedio, ricordato come la noche triste, della città di Tenochtitlan facendola capitolare nel agosto del 1521; una parte del successo di questo assedio fu dato sia dal vaiolo dilagante che dal fatto che gli spagnoli furono aiutati da 4000 indios tlaxcala, acerrimi nemici degli aztechi. La conquista fece di Cortès un uomo ricco e potente tanto da venir nominato marchese della valle Oaxaca nel 1529, divenne poi padrone di decine di terre dove impiantò la coltivazione di canna da zucchero grazie all'ausilio di schiavi neri. Cortès ordinò la costruzione di Città del Messico sulle rovine di Tenchtitlan. Questa celebrità era mal vista dalla corte di Carlo V che decise di mandare funzionari regi per indagare sulle attività di Cortès il quale a sua volta, dovette compiere molti viaggi in Spagna per difenderssi dalle accuse e rafforzare il suo rapporto con l'imperatore. Alla fine egli si trovò sempre più emarginato dalla corte e nel 1547 morì ruoi Siviglia ricco ma amareggiato. 7. Pizarro e gli Inca L'impero Inca risaliva al 1438, unificato da Pachacuti e si estendeva dal Perù all'Ecuador, Cile fino all'Argentina nord occidentale. Esso era diviso in quattro parti con capitale a Cuzco. Quest'impero era stato costruito grazie all'efficienza militare e alle capacità di integrazione degli inca nei confronti degli altri sistemi relgiosi ed elitè. Gli inca offrivano una certa autonomia di di governo in cambio della collaboazione delle elite locali. Il sistema sociale vedeva nella famiglia reale la forza dominante; ai conquistati era richiesto di contribuire allo stato con una prestazione di lavoro chiamata “ mita “. Gli Inca istituirono un sistema di strade e di colture terrazzate, gli Inca erano infatti ottimi ingegneri. Essi non consocevano la scrittura ma si affidavano al “ quipu “ un complicato sistema di nodi e inoltre non conoscevano nemmeno la ruota, bastava la forza lavoro. Pizzarro fu il conquistador che entrà in contatto con questa civiltà. Piazarro era un uomo privo di istruzione ma animato dal desiderio di conquista e celebrità. Avendo udito le voci di una ricca civiltà a nord formò una società privata con Hernando de Luque (sacerdote) e Diego de Almagro (soldato) per esplorare la costa occidentale dell'America e scoprire quella favolosa civiltà. Nel 1529 ottenne le capitolationes da Carlo V che gli davano tutte le prerogative e i diritti di un vicerè. Nel 1531 Pizarro e suo fratello Hernando terminarono i preparativi per la spedizione di conquista. Nella conquista sugli Inca vennero sfruttati gli stessi fattori psicologici e biologici usati da Cortès; a causa del vaiolo l'imperatore Huayna Cupac morì aprendo una disputa dinastica tra i suoi figli che però alla fine vide vincitore Atahualpa. Pizarro si incontrà con l'imperatore Atahualpa a Cajamarca nel 1532 dove però cadde in un imboscata e fu catturato. L'imperatore fu tenuto in stato di prigionia per otto mersi, intanto furono fatte spedizioni per esplorare il resto dell'impero e ricevere rinforzi da Panama sotto il comando di Diego de Almagro. Gli Inca pagarono un riscatto di 6 tonnellate d'oro e 13 d'argento ma nel 1533 Pizarro fece giustiziare Atahualpa e conquistò Cuzco. Intanto Almagro si spinse fno al Cile mentre PIzarro fondò una nuova capitale nel 1535: Lima. 8. L'età dei “ conquistadores “ Questi successi furono replicati da una schiera di conquistadores successivi a Cortèes e Pizarro; tutti questi rivendicarono terra alla Spagna. Nel 1550 grazie alle loro imprese, la Spagna guadagnò un nuovo impero nel Nuovo Mondo che si estendeva dal Cile fino alla California meridionale e la Florida; tali imprese furono opera di piccoli gruppi di avventurieri e soldati dato che Carlo V non inviò mai i suoi eserciti continentali. Molti degli uomini che seguivano i conquistadores erano encomenderos; in cambio di forza lavoro e tributi degli indios, gli encomenderos dovevano un servizio militare alla corona quando richiesto. Questo sistema fece si che Carlo V evitasse di mandare i suoi eserciti, impegnati in ben altri contesti. Dal 1540 sorse un nuovo problema: controllarei conquistadores e creare una burocrazia regia efficiente nel Nuovo Mondo. 9. L'amministrazione nel Nuovo Mondo La prima preoccupazione di Carlo V fu di impedire la creazione di un feudalesimo nel Nuovo Mondo a benenficio dei conquistadores. Per fare ciò furono inviati agenti regi in Messico e Perù. Tra il 1525 e il 1600 venne edificato un sistema amministrativo che rispecchiava quello esistente in Europa. In cima alla piramide stavano il re e il Consiglio delle Indie istituito nel 1524 a Madrid; il Consiglio delle Indie, composto da un numero ristretto di legali, controllava la legislazione e la politica dell'impero nel Nuovo Mondo: problemi di legge e ordine, trattamento degli Indios, politica economica e pianificazione urbana. Per dirigere meglio l'impero furon ocreati due viceregni: Nuova Spagna (Messico,Costa Rica) e quello del Perù (territori meridionali). Furono istituite le audiencias (tribunali regi) con funzioni amministrativee e giudiziarie; tutti i giudici provenivano dalla Spagna. I viceregni furono suddivisi in una combinazione di audencias e capitanati generali (Santo Domingo, Cile, Guatemala, Nuova Granada), quest'ultimi retti da capitani generali con funzioni militari e e politiche per conto della corona. Sotto i capitanati vi erano i governatori provinciali: corregidores (magistrati) che dovevano proteggere i nativi dagli abusi dei coloni, e gli alcaldes (giudici locali). Nelle città furono istituiti i consigli urbani chiamati cabildos. Si ritenne necessario sommergere queste realtà di leggi e regoalementi; le più importanti furono: le Nuove Leggi del 1542 che proibivano la schiavitù degli indios; le Ordinanze sulla scoperta e la popolazione del 1573, questa regolava il consolidamento e la pianificazione dei terrritori. Quest'obirttivo doveva essere raggiunto con l'incoraggiamento dell'insegnamento religioso dei misisonari che con la protezione degli indios. Tuttavia date le distanze era facile ignorare queste leggi e prescrizioni a scapito degli indios. coservazione dell'Impero. La potenza militare terrestre e avale fu sufficiente a controllare i vasti territori. 3. La fede cattolica che si era diffusa garantiva la tenuta dell'Impero. I sudditi americani ricevevano dai loro assistenti spirituali l'educazione secondo cui gli Asburgo di Spagna fossero i loro superiori per volontà di Dio e come buoni cristiani non potevano rifiutare tale precetto. 4. Infine la collaborazione e collaborazione tra spagnoli e popolazione locale permise agli spagnoli un controllo sicuro sui domini e sulle persone. L'IMPERO OLANDESE IN ASIA E IL MONDO ATLANTICO 1600-1700 1. La concorrenza per il mercato asiatico Nel settembre 1583 l'olandese Jan Huyghen van Linschoten giunse a Goa e li vi trascorse nove anni, studiando nei dettagli il complesso impero portoghese . Rientrato in Europa pubblicò un trattato sui punti forti e punti deboli dell'intero sistema portoghese; le principali tesi erano: l'impero portoghese è vulnerabile per via delle ingenti spese militari volte a difendere i possedimenti eccessivamente estesi, specilamente l'arcipelago indonesiano, che era il talone d'Achille dell'Estado da India. 2. Il viaggio di Houtman 1595-1597 Prima dell'unione di Spagna e Portogallo nel 1580, i mercanti olandesi erano i principali vettori di pepe e altri prodotti trasportati da Lisbona ad Amsterdam. Quando però le pretese di Filippo II sul Portogallo e la rivolta dei Paesi bassi si incrociarono, gli olandesi furono estromessi dal loro consueto ruolo di mediatori, divenne così necessario cercare di ottenere le spezi in modo diretto. Quando fu chiaro che il passaggio verso nordo ovest avrebbe portato solo verso estese terre ghiacciate, gli olandesi si rivolsero verso il passaggio attraverso il Capo di Buona Speranza. La prima spedizione nell'oceano Indiano comandata da Cornelius Houtman salpò nell'aprile 1595; il viaggio tuttavia si rivelò difficile perchè si manifestò lo scorbuto a causa della mancanza di frutta e vitamina C. Houtman dovette fare sosta sei mesi nel Madagascar dove morirono molti uomini. Il viaggio riprese nel giugno 1596 e approdarono nel di Batam sull'isola di Giava dove il sultano locale accettò un accordo commerciale. Benchè l'inizio fosse promettente i portoghesi riuscirono a corrompere le forze musulmane contro gli olandesi, il cattivo comportamento degli olandesi e il caratteraccio di Hountaman spinsero i giavanesi ad attaccare portando così alla fuga dall'isola. Benchè questo spiacevole episodio, le navi ritornarono stracolme di pepe, noce moscata e macis con un profitto che copriva di gran lunga le spese di viaggio. Inoltre questo viaggio dimostrò che era possibile andre e tornare dal Capo di Buona Speranza e sfidare senza problemi il potere dei portoghesi, dato che le potenze locali erano ben disposte ad accogliere i concorrenti dei portoghesi. 3. La competizione fra le compagnie olandesi 1597-1602 Attratte da questi profitti, cinque nuovi compagnie allestirono subito delle flotte alla volta delle isole indonesiane alla ricerca delle spezie. Il viaggio di maggior successo fu quello di Jacob Van Neck 1598-1600. La sua flotta di 8 navi partirono nel maggio 1598 e in cinque mesi raggiunsero Bantam con 3 navi; qui l'accoglienza fu favorevole e subito le navi vennero caricate di spezie. A Capodanno arrivarono le altre 5 navi e Van Neck decise di ritornare in patria mentre il resto della flotta venne mandato nelle Molucche a procurarsi altri chiodi di garofano, noce moscata e macis.Al rientro la prima flotta fece un profitto del 100%, la seconda invece addirittura del 400%. Sconvolti da questa prospettiva di profitti iniziarono subito forti concorrenze tra le varie compagnie olandesi; in Asia intanto i sultani locali approfittarono di questa concorreza, e del conflitto contro i portoghesi, per alzare dazi, prezzi, tariffe e tasse di ormeggio. Nel 1601 erano gia state allestite 14 flotte per un numero di 70 navi; gli olandesi avevano iniziato a costruire fondachi a Bantam, e nella penisola malese. Inoltre una spedizione arrivata in Giappone iniziò ad prire delle trattative commerciali. 4. La formazione della Compagnia unita delle Indie orientali (VOC) Il primo ministro d'Olanda van Oldenbarneveldt convinse nel 1600 gli Stati d'Olanda a nominare una commissione per studiare il problema; fu così che nel 1602 il primo ministro, con l'appoggio del principe d'Orange Marizio di Nassau, fece fondere tutte le compagnie commerciali in un unica chiamata Compagnia unita delle Indie orientali. Questa compagnia rispecchiava le strutture poliitche,sociale ed economiche della repubblica olandese. La VOC venne investita dal monopolio per il commercio a est del Capo di Buona Speranza e a ovest dello stretto di Magellano; aveva il potere di far guerra e negoziare pace e allenze in nome dello stadtholder, infine poteva fondare colonie e costruire fortezze e cosa assai importante battere moneta. Questa compagnia non pagava tasse i importazione ma solo un 3% sulle esportazioni. In breve la compagnia godette di piena autorità amministrativa, giudiziaria, militare e legislativa nell'area dove essa orperava. La VOC fu una delle prime società per azioni, essa aveva un capitale iniziale di 6,5 milioni id fiorini da raccogliere in sottoscrizion ida 3.000 fiorni. Per sovrintendere alle attività della VOC fu scelto un direttorio di 60 membri ma il potere effettivo era determiato dal consiglio di 17 membri; a partire dal 1608 il consiglio dei 17 nominò un governatore generale dei possedimenti olandesi in Asia. Un'altro consiglio di 10 persone invece fu istituito all'Aia per regolare gli affari e i rapporti con gli Stati generali. 5. La strategia olandese Possiamo vedere la storia della VOC in tre fasi: 1. 1602-1636 fase di consolidamento delle attività della compagnia ovvero quando cercaron odi creare una testa di ponte dalla quale sfidare i portoghesi. 2. 1636-1672 espansione e conquista caratterizzato da un'offensiva al cuore dell'Estado da India tanto da prenderne il posto 3. 1673.1700 periodo di stagnazione dovuto agli attacchi europei e dei locali in Asia oltre che a seguto di problemi in patria. Inizialmente i sovrani locali accolsero con favore gli olandesi e per la VOC fu facile stilare accordi e anche lo stesso sultano di Achin, insultato da Houtman combiò parere tanto che diede agli olandesi in partenza per Surat delle lettere di presentazione da dare all'imperatore moghul Akbar. Un'altro vantaggio degli olandesi fu che non facessero distinzioni sociali tra soldati e mercanti, gli ufficiali di alto grado erano spesso soldati e mercanti insieme. Altra cosa da ricordare è il fatto che gli olandesi non avevano intenzione di diffondere la loro fede cristiana ma perseguivano solo i loro interessi materiali. Infine la VOC riuscì a evitare conflitti continentali con le grandi potenze della Cina e della Persia; la Voc inviò moltisisme flotte piene di munizioni e denaro per pagare le spezie. Seguendo gli insegnamenti di Van Lischoten, gli olandesi concentrarono le loro attività in Indonesia, punto debole dei portoghesi. Col passare del tempo i trattati divennero unilaterali. Nel 1609 la EIC entrò nei traffici dell'arcipelago perchè gli inglesi erano alleati degli olandesi nella lotto contro gli Asburgo; tuttavia con il fatto che Giacomo I stilò una pace seprata nel 1604 con gli spagnoli fece si che gli olandesi si risentissero e consentì così alla VOC un atteggiamento aggressivo tanto che gli inglesi furono presto espulsi dal mercato sud-orientale dell'Asia. 6. La costruzione dell'impero in Indonesia 1609-1629 Una delle figure importanti di questo periodo fu Jan Pieterszoon Coen, contabile che si era istruito a Roa sulle vaie consocienze economiche e linguistiche e che prese parte a commerci in Asia che gli permisero di far carriera: i membri del consiglio infatti lonominarono direttore generale di commercio. La strategia di Coen comprendeva che gli olandesi espandessero il loro commercio nel bacino inerno dell'oceano Indiano per incrementare i profitti; bisognava instaurare un commercio intra asiatico creando delle basi nel bacino dell'oceano indiano. Seconda cosa importante era lo stabilimento del monopolio dei chiodi di gaforano, noce moscata e macis. Infine Coen ritneva necessiaria la fondazione di una capitale in Asia da cui dirigere queste attività. Non tutti i dirigenti della VOC erano favorevoli a questa politica, Laurens Rael e Steven van der Hagen sostenevan oche il profitto del mercante stesse nell'estensione delle vendite e non nel vendere i prodotti a prezzi alti; questi credevano che la VOC non avesse diritto di creare monopoli ein Indonesia a meno che non garantisse riso e tessuti indiani a prezzi giusti e concordati liberamente. Questo monopolio per Coen sarebbe dovuto essere difeso contro gli asiatici, potoghesi e gli inglesi, i falsi amici. Tale idea coincideva con i principi del mercantilismo secondo cui bisognava strappare con la forza la fetta di torta più grossa di una ricchezza immutabile.Nel 1618 Coen venne nominato governatore generale fino al 1623 e poi dal 1627 al 1629. i nquesti anni sisforzò di applicare la sua strategia. Inizialmente fu la EIC a soffrire maggiormente di questa strategia; secondo Coen la debolezza dei suoi predecessori aveva permesso l'entrata degli inglesi nell'area aprendo fondachi a Makassar e Bantam. A partire da l1612 gli olandesi avviarono una campagna per scalzare le posizioni degli inglesi, facendoli passare agli occhi dei sovrani locali come meri pirati. Inoltre furono frequenti le requisizioni di carichi e gli imprigionamenti di equipaggi. Nel 1618 gli inglesi spedirono una flottta comandata da Sir Thomas Dale per proteggere gli interessi inglesi; tale flotta tuttavia non era sufficiente a contrastare la potenza navale olandese. Nel 1620 Giacarta venne fortificata e ribattezzata col nome di Batavia. L'unica cosa che salvò l'Inghilterra dalla potenza olandese fu l'arrivo della notizia che le due compagnie protestanti avevano raggiunto un accordo nel 1619. L'accordo , in vista della fine della tregua con la Spagna nel 1621, dava agli inglesi 1/3 del commercio delle spezie da Molucce, Banda e Amboin e metà del pepe di Giava. In cambio gli inglesi avrebbero dovuto fornire 10 navi contro i portoghesi. Coen era furibondo e tra il 1620-24 fece di tutto per contrastare l'accordo. Coen continuò con la sua politica di monopolio e nel 1624, dopo essere stato respito a Macao dai portoghesi, fondò u nfondaco a Formosa (Taiwan). Nel 1621 Coen prese le isole Banda, cacciò gli inglesi da Run consentendogli di restare a Nailaka; le terre furono lavorate con manodopera forzata così come a Run e Ceram. Nel 1620 Pieter Van den Broecke taggiunse Surat come direttore d'Arabia,Persia e India. Qui vi istituiì fondachi per prendere parte ai comemmerci di tessuti. Si insediaron oanche in Persia e aprirono insediamenti a Gombroon e Ispahan, qui furono avviati commerci di spezie indonesiane in cambio di sete persiane. Tra il 1620-30 gli olandesi costruirono direttamente in India navi destinate al commercio nell'oceano Indiano. Nel febbraio 1623 Coen partì per Amsterdam per chiedere l'invio di altri coloni olandesi per popolare le isole sotto la VOC; Coen fu rinominato governatore e nel 1624 preparò il ritorno a Batavia. Alla vigilia della sua partenza però arrivò la notizia del massacro di Amboin: Gabriel Towerson agente capo della compagnia inglese, nove inglesi un portoghese e dei giapponesi erano stati decapitati per ordine di Herman van Speult; l'attacco fu giustificato dalla cospirazione inglese di attaccare Fort Victoria per impadronirsi dei ricchi traffici dell'isola. Questo ebbe pesanti ripercussioni in Europa incrinando i rapporti tra Inghilterra e Province Unite; Van Speult morì prima di poter dare chiarimenti e gli ufficiali olandesi furono assolti da una commissione d'inchiesta.Il trattato di Westmister pose fine alla prima guerra anglo-olandese (1652-54) in cui era prevista una clausola di risaricmento alle famiglie delle vittime di Amboin pari a 3.615 sterline; successivamente questo episodio fu usato da Carlo II per riprendere la guerra nel 1660-70. Il massacro di Amboin ebbe però l'effetto voluto: far rinunciare alla EIC a guardare al Giappone e Asia sud-orientale. Quando Coen tornà a Batavia nel 1627 proseguì la sua politica di consolidamento del monopolio l'Angola e gli altri possedimenti; divennero tutti bersagli della WIC.Tra il 1621 e 1642 la WIC si espanse ed ebbe molto successo nel Nuovo Mondo. In Nord America la colonia di Nuova Olanda (oggi New York, New Jersey, Connecticut e Delaware) era amministrata da Nieuw Amsterdam. Tra il 1620 e il 1630 furono cosstruite forti come Fort Amsterdam, Forto Orange, Fort Nassau e il Forte di Buona Speranza. Dal 1628 fu introdotto il sistema del patroon (concessione fondiaria): i membri della WIC ricevevano grandi latifondi con poteri di governo locale e una quota del commercio di pellicce in cambio dell'insediamento di almeno 50 coloni; solo uno dei cinque latifondi si sviluppò con successo. I principali nemici degli olandesi furono gli inglesi della Virginia e New England. Tra il 1640-1650 la WIC fondò nelle isole caraibiche le colonie si S.Eustaces, S.Maarten, Curacao (centro amministrativo della WIC). Curacao era anche il centro di smistamento della tratta degli schiavi. I Caraibi furono un ottimo punto per assaltare le navi spagnole; si pensi all'evento del 1628 che vide la WIC incrociare e bloccare una nave spagnola piena d'argento: il tesoro fruttò 12miglioni di fiorini. La WIC colpì anche i possedimenti portoghesi in Brasile e costa africa tra il 1620-1650. per far ciò la WIC fu agevolata dall'accoglienza cordiale delle popolazioni locali, stufe dei portoghesi. Tra il 1620-1630 in Brasile furono presi Salvador de Bahia e Pernambuco (con i porti di Olinda e Recife). La WIC volse il suo sguardo anche ai possedimenti schiavistici portoghesi in Africa occidentale. Nel 1637 una flotta attaccò e catturò Sao Jorge da Mina e ne 1641 le piazzeforti di Luanda, Benguela, Sao Tomè e Annonbon si arresero agli olandesi. Sfortunatamente questi successi si vanificarono velocemente. Questo declino è dovuto a due fattori: 1. In Brasile e Angola i portoghesi sotto Giovanni IV riunirono tutte le forze militari e lanciarono un contrattacco furioso potendo contare (in Brasile) sui legami religiosi e culturali dei coloni verso la corona. 2. Il richiamo in patria di Maurizio di Nassau proprio durante questo contrattacco du determiannte per la vittoria dei portoghesi. La WIC fu espulsa da questi territori; anche la pace di Westfalia del 1648 contribuì al declino della compagnia commerciale. Questo trattato privava la WIC della lucrosa guerra da corsa contro le navi spagnole. Anche in America del Nord la situazione fu critica. La ripresa di progetti coloniali da parte di Cromwell e Carlo II portarono a un azione militare conto la colonia olandese di Nuova Olanda, la quale fu conquistata tra il 1660-70 e concessa al fratello Giacomo. duca di York. Questi era interessato agli affari coloniali e inviò una flotta guidata da sir Richard Nicolls per garantirsi i possedimenti olandesi nella costa occidentale africana. Le perdite in Brasile, Angola e America settentrionale furono un colpo fatale per la WIC la quale chiuse i battenti nel 1674. Nel 1675 venne rifondata ma con scopi commerciali e su scala ridotta; questa riuscì a sopravvivere grazie alla trata schiavile verso Curacao e allo zucchero prodotto in Suriname. 11. Gli anni di Maetsuycker in Asia, 1653-1678 Nel 1652 venne fondata, per ordine dei Diciassette, una colonia al Capo di Buona Speranza; inoltre venne trovato il degno successore a Van Diemen e Coen: Johan Maetsuycker, un cattolico che aveva studiato diritto. [nel 1635 aveva offerto i suoi servizi ai Diciassette come giurista per seguire lo sviluppo della corte di giustizia di Batavia; per ottenere la nominà si convertì alla fede riformata. Arrivato a Giava nel 1636 compilò per sei anni gli statuti di Batavia. Vi ritornò poi nel 1644 per far rispettare la trgua tra Portogallo e province Unite. Dal 1646-50 fu governatore della Ceylon olandese e infine divenne governatore generale nel 1653 per 25 anni. Nel 1655 venne inviata una flotta a Ceylon per porre fine alla lunga contesa con i porotghesi; nel 1656 fu conquistata Colomba e nel 1658 i portoghesi furono espulsi dall'isola. L'aver conquistato l'isola si rivelò per certi versi controproducente poiché presto gli olandesi dovettero affrontare dure prove. Rijkloff van Goes divenne il principale sostenitore dell'espansione dentro l'isola come strategia per ottenere l'effettivo monopolio sul traffico della cannella. Inizialmente Maetsuyker era propenso alla cautela ma poi, tra il 1660-70, con la minaccia degli altri europei, il progetto di Goes vennero ridimensionati. Nel 1660 erano infatti ricomparsi gli inglesi della EIC destando preoccupazione ad Amterdam e Batavia. Gli inglesi volevano fare causa comune con il Raja Sinha contro gli olandesi per avere la libertà di commerciare con Ceylon. Il raja voleva mettere gli europei contro di loro a proprio vantaggio e fu così che chiese aiuto agli olandesi sulle baie di Batticaloa e Trincomalee. Van Goes proprosee di occuparle e a seguito di un colpo di palazzo, che aveva reso il raja impotente temporaneamente, fece si che si decise di seguire la strategia di Goes. Una volta occupate e fortificate queste due baiei, gli olandesi inziarono l'espansione verso l'interno. 12. Problemi crescenti per la VOC, 1660-1700 Lo sforzo finanziario e militare di questa politica fu subito chiaro sia a Batavia che a Colombo, per mantenere i territori conquistati bisognava avere molte risosrse (cosa che non avevano). Il Raja Sinha riuscì presto a scacciare gli olandesi e a permettere la penetrazione dei francesi , che cercavano di inserirsi nel commercio della cannella di Ceylon. Per ottenere l'aiuto dei francesi, il raja Sisha concesse loro operazioni comemrciali a Batticaloa o Trincomalee. Stesse difficoltà si ebbero nella costa del Malabar e nella zona di Calicut, dove ormai erano forti i contrasti con lo Zamorin che voleva alzare il prezzo del pepe. Lo zamorin cercò alleati per proseguire le feroci guerre contro gli olandesi, fu così che Caron iniziò a trattare per ottenere privilegi commerciali e spazi per creare fondachi; lo zamorin si dimostrà disponibile ai francesi tanto che gli concesse Alicot. Le cause di questo declino ocmunque sono da trovare sia in Europa che in Asia. In Europa: • Prima del 1667 i protestanti olandesi erano riusciti a rimanere alleati con la Francia contro la Spagna. Successivamente però Luigi XIV sovvertì queste alleanze per spingersi a conquistare i Paesi Bassi. Gli olandesi dunque si allearono con gli inglesi e fino alla pace di Utrecht del 1713, le province Unite furono in Guerra con la Francia; l'ascesa al trono d'Inghilterra di Guglielmo d'Orange resero ancora più palese questo voltafaccia. • La guerra non fu l'unico fattore che imped' agli stati generali di aiutare la VOC. La rivoluzione militare in Europa vide crescere gli eserciti europei; gli olandesi non potevano ocmpetere numericamente contro la potenza numerica della Francia; erano in netto svantaggio. Nonostante questi problemi in patria, nel 1670 la VOC riuscì a inviare un carico record di 4.173 tonnellate di pepe nero e 70 di pepe bianco. Inoltre la VOC possedeva la più potente flotta in acque asiatiche. Tra il 1670-80 si ebbe l'apice della potenza olandese. Anche qui in Asia però si ebbero delle debolezze: • mantenere questo “impero commerciale” richiedeva un prezzo alto. Le spese belliche infatti divoravano i profitti della compagnia e i presititi da banchieri asiatici erano sempre a tassi di interesse più alti. • A Batavia le spese amministrative e di conduzione continuavano a salire. • Crescevano le iniziative mercantili private a danni della compagnia, crebbe anche la corruzione. • Il prezzo delle merci monopolizzate dalla VOC subirono un calo di prezzo in Europa. Erano infatti divenuti di moda i tessuti indiani di cotone; fu la EIC posizionata a Bombay, Madras e nel Bnegala a trarne i maggiori vantaggi. • L'imperatore manciù Kangxi aveva aperto i porti cinesi al comemrcio occidentale e la VOC non riuscì a coglierne il potenziale, ne tanto meno quello rappresentato dal commercio del tè, data la crescente domanda di questo prodotto in Europa. La VOC rimase fino alla metà del XVIII secolo una potenza nel comemrcio asiatico. Sicuramente l'errore più grande che i Diciassette e uomini come Coen, Diemen e Goens commisero, fu che emularono le caratteristiche dell'impero portoghese piuttosto che seguire i consigli di Van Linschoten: evitare domini molto estesi chee avrebbero necessitato di ingenti spese militari (era stato il tallone d'Achille dell'Estato da India). GLI IMPERI INGLESE E FRANCESE 1600-1700 1. I pirati e la periferia dell'impero mondiale Le sole fortune dei francesi e degli inglesi durante il '500 furono gli atti di pirateria. Francia che Inghilterra ebbero un ruolo marginale nell'espansione oltremare e questo è dovuto a fattori interni ed esterni. Il fattore esternofu certamente il Trattato di Tordesillas del 1494 con il quale il papa divise il mondo tra Spagna e Portogallo, garantendo garantendo così la potenza degli iberici. I fattori interni invece furono dati dai conflitti dinastici e politici che incalzavano la Francia e l'Inghilterra del XVI secolo. Tali avvenimenti fecero si che i due regni operasseroai margini della conquista riducendo la loro presenza solo ad atti di pirateria. 2. L'impero inglese nel Nuovo Mondo e in Asia 1500-1700 (INGLESI) L'Inghilterra mosse i sui passi alla ricerca di una via alternativa per raggiungere l'Asia cercando un passaggio a nord-ovest che avrebbe permesso di evitare i portghesi lungo la costa africana. Fu Giovanni Caboto a rivendicare all'Inghilterra il Nord America. Caboto credeva che la maggior parte delle spezie provenisse dal nord dell'Asia e quindi fu questa la motivazioni di trovare un passaggio verso il nord. Enrico VII fu molto interessato a tale impresa, specialmente dopo essersi pentito di non avere aiutato Colombo quando gli chiese supporto. Caboto accettò di viaggiare a proprie spese e in cambio ricevette dal re le lettere patenti che gli accordavano piena autorità e potere di navigare e di scoprire terre in nome dell'Inghilterra. Caboto prese il largo nel maggio 1497 da Bristol e arrivò nel Terranova a fine giugno. Enrico VII gli concesse una pensione annua. Nel 1498 intraprese un secondo viaggio con navi e marinai concessi dal re ma subito una nave ritornò mentre delle altre quattro non si seppe più nulla. 3. Il passaggio a nord-ovest Successivamente fu sir Hemprey Gilbert a cercare un passaggio a nord ovest. Dal 1576 al 1578 egli seguì le tre spedizioni di Martin Frobisher nell'Artico canadese. Nel 1578 Gilbert allestì una flotta e salpati da Plymouth si avviarno verso l'America; nel 1583 riscì a portare cinque navi fino a Terranova. Henry Hudson proseguì l'opera di Gilbert risalendo il fiume e scoprendo la zona intorno alla baia che porta il suo nome; qui scoprì una regiona dedita alla produzione di pellicce. 4. Pirateria e colonie permanenti Gli ingenti quantitativi di metalli provenienti dalle Americhe e diretti a Siviglia erano un allettante bottino; la guerra tra Elisabetta I e Francesco II portò all'adozione di misure più audaci nell'atlantico. John Hawkins e Francis Drake erano dediti al commercio degli shiavi tra 1560-70 quando la loro flotta fu scoperta dagli spagnoli a San Juan; i due persero ingenti perdite e solo le loro due navi si salvarono. Con l'aiuto di pirati francesi e i cimaroons (schiavi fuggiti agli spagnoli), Drake catturò un convoglio pieno di argento proveniente dal Perù, diventando cosi molto ricchi. solo con Cromwell nel 1657 essa divenne una società per azioni permenante potendo così competere con la rivale olandese. In questa fase gli inglesi si espansero molto in Indonesia e ottennero il fondaco di Mackassar, Run, Nailaka e Amboin nelle Molucche. La VOC tuttavia rese difficile la vita agli inglesi e il massacro di Amboin ad opera del governatore olandese Van Speult. Tale atrocità ebbe l'effetto desiderato di rintuzzare la presenza della Compagnia delle Indie Orientali inglesi. Era chiaro che i maggiori profitti degli inglesi non sarebbero arrivati dall'Indonesia. 9. Il trasferimento in Persia e India 1620-1700 I dirigenti della Compagnia delle Indie Orientali avevano deciso di diversificare le attività commerciali e dato che era difficile vendere lana e altri articoli nell'Asia tropicale, si scelse una via commerciale intra asiatica per evitare l'esborso di ingenti quantitativi di moneta. L'India divenne uno degli obiettivi dell'Inghilterra. Smythe decise che era saggio avviare relazioni commerciale in aree dove i poteri locali potessero difendere gli inglesi dai concorrenti olandesi. Tra 1606 e il 1639gli inglesi cercarono di ottenere privilegi commerciali dallo scià di Persia e lo zamorin di Calicut e l'imperatore Moghul. Nei primi venticinque anni gli inglesi rafforzarono le loro relazioni grazie alle missioni diplomatiche alla corte dei regnanti e vincendo contro i portoghesi nella battaglia navale di Surat. Le ambasciate cominciarono nel 1607 con William Hawkins il quale conoscendo il turco divenne il primo ambasciatore di re Giacomo I presso la corte Moghul; tuttavia gli intrighi degli olandesi e dei portoghesi spinsero Hawkins ad andarsene. Nel 1610 la Compagnia delle Indie Orientali decise di fare dell'India e di Surat il principale obiettivo; nel 1613 dopo tentativi e respinte riuscirono a far aprire un fondaco a Surat. Infine la missione diplomatica di Thomas Roe tra 1615-19 fecero si che venisse riconfermato il fondaco di Surat oltra ad assicurare ed estendere i privilegi commerciali in altre parti dei domini dell'imperatore Moghul. Crebbero dei fondaci ad Agra, Amhabad e Broach. Una volta essersi espansi a Surat era invitabile guardare al Mar Rosso e al Golfo Persico anche se il principale ostacolo era la fortezza portoghese di Hormuz. La lotta tra portoghesi e inglesi fu inevitabile nel 1620 nove navi inglesi arrivarono a Hormuz e Qeshm i quali attaccarono, insieme a persiani (nemici dei portoghesi), le due fortezze espugnandole. Lo scià di Persia fu molto soddisfatto della cacciata dei portoghesi dai suoi domini e conferì alla Compagnia delle Indie orientali metà delle spoglie delle due forteze più il 50% dei dazi doganali nello scalo di Hormuz. Per tutta l'India furono costruiti fondachi come a Calicut, Golconda, Belasore, Hugli; Keeling creò dei fondachi nel golfo Persico nello Gujarat e Malabar. Sulle attività della Compagnia delle Indie orientali influì molto la guerra dei trent'anni, le guerre civili in Inghilterra, il Commonwealth, la dittatura di Cromwell. I ritorni sugli investimenti non arrivarono più a eguagliare quelli della prima compagnia, la guerra civile pesò gravemente sulla quarta senza contare che il monopolio della compagnia non era sicuro. Le cose migliorarono nel 1657 quando Cromwell diede una nuova concessione alla Compagnia delle Indie Orientali; fu poi con Carlo II che vennero riconfermate le concessioni del 1657. venne riconfermato il fondo permanente a base azionaria, la compagnia poteva arrestare e rimpatriare i contrabbandieri, poteva fare guerra e stipulare paci con sovrani non cristiani e poteva esercitare giurisdizioni civili e penali nei suoi insediamenti. Grazie ad un accordo matrimoniale col Portogallo, l'Inghilterra ricevette l'isola di Bombay ma poi Carlo II la cedette ala Compagnia delle Indie orientali in cambio di 10 steline d'oro all'anno; in una posizione strategica , Bombay divenne la base operativa della Compagnia delle Indie Orientali. Grazie a gerald Aungier, Bombay prosperò diventanto un grande centro religioso e commerciale dove la libertà religiosa attirava moltissimi mercanti più diversi tra loro. Nel 1690 la presidenza della Compagnia delle Indie orientali venne spostata da Surat a Bombay. Nel frattempo anche Fort S.George a Madras ebbe lo stesso destino di fioritura grazie alle sagge politiche di William Langhorn. Nel 1700 l'inghilterra aveva solide basi nell'Atlantico e in India, con la fine della guerra con la Spagna e il trattato d Utretch del 1713 che pose fine alla guerra di successione spagnola, l'Inghilterra guadagnò una parte del lucroso commercio degli schiavi (asiento) dell'America spagnola. Grazie poi al trattato di Metheuen del 1703, il Portogallo divenne un alleato affidabile; per quanto riguarda gli olandesi invece erano stati nettamente sconfitta, la VOC aveva perso l'occasione di distruggere la Compagnia delle Indie oriental iinglesi in India quando ancora era in periodo di crisi. L'ultimo rivale sui mari era rappresentato dalla Francia. 10. La sfida francese 1500-1600 (FRANCIA) La campagna francese doltremare francese iniziò con Francesco I che decise di contestare la divisione del mondo tra le potenze iberiche prevista dal trattato di Tordesillas; sogno di Francesco I era creare un impero che potesse competere con i suoi rivali. Se i suoi esploratori avessero trovato una via per l'Asia, la ricchezza che ne sarebbe conseguita avrebbe aumentato la sua reputazione e l'oro avrebbe potuto permettere la continuazione di guerre. Nel 1525 finanziò la spedizione di Giovanni da Verrazzano per cercare un passaggio a nord-est; Verrazzano rivendicò il Terranova alla Francia e poi esplorò buona parte della costa orientale chiamandola “francesca”. Nel decennio successivo Francesco I fu impegnato nelel guerre d'italia e fu catturato da Carlo V; solo nel 1534 finanziò la spedizione di Jaques Cartier. 11. I viaggi di Jaques Cartier 1534-1544 Nella sua prima navigazione egli raggiunse il Terranova che esplorò e dove acquistò pellicce agli indiani, inoltre scoprì e risalì il fiume San Lorenzo e rivendicò la regione in nome del re. Il secondo viaggio iniziò nel maggio del 1535 e vide Cartier risalire il San Lorenzo fino al villaggio urone di Stadacona e nell'ottobre raggiunse Hochelaga. Cartier e i suoi rimasero a Stadacona tutto l'inverno fino a maggio dopodichè part' alla volta della Francia portandosi con se il capo urone Donnacona per raccontare la storia di un regno pieno d'oro e pietre preziose. Questo secondo viaggio svelò gran parte dell'estensione San Lorenzo e il ricco potenziale del commercio delle pellicce. La terza spedizione fu aavviata nel maggio 1541 con l'intento di scoprire il regno di Saguenay (quello della storia dell'urono) e di stabilire un insediamento lungo il San Lorenzo; Cartier fondò Charlesbourg-Royal composta da coloni e galeotti esiliati. I coloni iniziarono la ricerca di metalli preziosi i quali furono trovati e inviati alla madre patria. Tuttavia nel 1541-42 le condizioni peggiorarono, gli indiani divennero sempre più ostili e lo scorbuto dilagò; Cartier aspettava Sieur de Roberval ingaggiato dal Francesco I per colonizzare il Canada. Nel 1542 i coloni ritornarono in Francia. Francesco I aveva nominato Reberval tenente generale per il paese del Cananda cl fine di costruirvi piazzeforti e chiese; Reberval ripristinò l'insediamento di Charlesboug-Royal ed esplorò il San Lorenzo fino alle cascate di Motnreal. Il duro inverno del 1542-43 e i vari problemi come malattie e ribellioni furono affrontati con grande tenacia anche se fin'ora le disavventure furono superiori rispetto ai vantaggi; nel 1543 Francesco I mandò i soccorsi ma Reberval e i coloni rimasti gettarono la spugna e se ne andarono. I tentativi cinquecenteschi di scoprire il passaggio a nord ovest e della colonizzazzione del Canada erano falliti. Dopo la morte di Francesco I la Francia fu dilaniata dalle guerre di religione che resero impossibile ogni colonizzazione finanziata dalla corona; soltando nobili e mercanti finanzivano spedizioni private partendo dai porti della Bretagna e Normandia. I pescherecci francesi incrociarono lungo le coste del Cananda banchi di merluzzo e iniziarono e rendere vivo il commercio di pellicce con gli uroni e gli irochesi. La spedizione francese più importante i Brasile fu fatta nel 1555-60 quando Nicolas Durand de Villegagnon raggiunse la baia di Ganabara e vi eresse Fort Coligny da cui però furono espulsi nel 1560 quando il governatore generale portoghese Mem de Sà sopraggiunse con una robusta forza armata. 12. L'impero Francese in Canada e nei Caraibi 1600-1700 Con Enrico IV e Luigi XIII si ebbero nuovi progetti coloniali sostenuti dalla monarchia. Nel 1608 Enrico IV sostenne il primo insiediamento canadese sotto Samuel de Champlain il quale esplorò la regione del San Lorenzo e trattò con le tribù locali per avere informazioni sulle grandi vie d'acqua dell'interno. Nel 1605 venne fondata l'habitation di Port Royal e negli anni successivi Champlain esplorò tutta la costa atlantica dell'America Settentrionale fino a Cape Cod ottenendo come risultato un'accurata mappa della zona. Nel luglio del 1608 venne fondata un habitation a Quebec. Nel 1610 approfondì la conoscienza del Canada rinforzando la presenza francese nell'America Settentrionale; nel 1611 vennero fondate La Place Royale. L'idea dell'Asia era ancoa viva e e Luigi XIII incaricò Champlain di cercae il passaggio per la Cina e l'India. Per radicare la presenza francese in Canada, Champlain incoraggiò i giovani francesi a vivere con gli uroni e le altre tribù, a consocere la lingua e le loro usanze; questi uomini erano noti come i “girovaghi dei boschi” i quali diffusero la presenza francese nella regione dei Grandi Laghi. Tra il 1620-30 si ebbero le prime tensioni con gli inglesi tanto che Champlain fu costretto a cedere loro il Quebec nel 1629 per poi riprederlo nel 1632; Champlain morì nel 1635 nel giorno di Natale. Richelieu sostenne le attvità di Champlain fiannziando nel 1627 la “ compagnia dei cento soci” la quale aveva il monopolio sul commercio delle pellicce; ovviamente le difficoltà sorsero subito perchè vi erano problemi con gli irochesi e forte era la concorrenza degli inglesi, tanto che nel 1663 restituirono volontariamente la concessione. Per quanto riguarda la politica religiosa, Richelieu si servì della Nouvelle France per seguire la sua politica contro gli ugonotti consentendo solo ai cattolici di stabilirsi e vivere nelle colonie. Nelle clonie venne introdotto il sistema del seigneuralismo ovvero le terre venivano divise in signorie e concesse a un signore il quale godeva diritti e privilegi economici e lavorativi sui fittavoli; se in Francia questi signori erano nobili, in America erano militari, ecclesiastici; grazie alle disposizioni ereditarie che permettavan oalle donne di incamerare la proprietà del marito dopo la morte, nel 1663 metà delle singnorie erano controllate da donne. La minorità di Luigi XIV fu un periodo di incerteza per la colonia: numero ridotto di coloni, commercio delle pellicce compromesso dalle vittorie degli irochesi sugli uroni. A partire dal 1660-70 l'avvento del primo ministro Colbert posefine a questo periodo difficile. Colbert lavorò per risolvere la situazione finanziaria e ispirandosi al mercantilismo era convinto che bisognasse sottrarre ricchezza all'olanda e agli inglesi. Nel 1663 venne messo sotto il diretto controllo della corona la Nouvelle France e per migliroare le difese contro inglesi e irochesi fu inviato un reggimento regolare a Quebec; il governatore generale e l'intendente regio furono messi sotto il diretto controllo del ministro della marina ovvero Colbert stesso. Colbert nominò Jean Talon nuovo intendente regio per la giustizia, finanze e polizia; la missione di Talon era di estendere il controllo regio e sfruttare le risorse della colonia. Nel 1665-66 venne fatto un censimento che stimava 3.215 persone e basandosi su tali dati Colbert e Talon formularono politiche idonee allo sviluppo della colonia; per colmare la disparità tra uomini e donne, tra il 1665-1673 furono inviate 900 filles du roi in Nouvelle France. Talon ispirandosi a Colbert incoraggiò nuove imprese artigiane e manifatturiere cercando di riformare il sistema del seigneural esigendo che i signori risiedessero nelle loro terre altrimenti dovevano cederle. A seguito della fine delle guerre europea di Luigi XIV il sostegno reale alle colonie di Nouvelle France si ridusse; la popolazione crebbe grazie alla riproduzione interna. Le attività patrocinate da Talon si svilupparono lentamente e non superarono mai il valore del commercio delle pellicce. Proprio in questo settore fu problematico il fatto che gli inglesi raggiunsero la Baia di Hudson e James Bay rompendo il monopolio francese sul commercio delle pellicce; per rispondere a tali iniziative, i francesi scesero verso sud. Nell' ultimo decennio del XVII secolo Renè Robert Cavelier esplorò i fiumi Ohio e Mississipi e rivendicò tale territorio fino alMessico, chiamando questa zona Lousiana, unita al Canada attraverso fortezze. La Francia costruì poi nei Caraibi e Africa occidentale un impero redditizio rispetto al Nord America. Nel 1635 la Compagnia de l'Ile de l'Amerique di Richelieu prese le isole di Martinica e Guadalupe. Martinica fu disboscata e vi fu inpiantato il tabacco e il cotone e nel 1642 Luigi XIII autorizzò l'importazione di schiavi neri e a metà del secolo fu inserita anche la canna da zucchero. Quando la
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