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L'età di Cesare e la fine della repubblica, Appunti di Storia

Storia di Cesare e delle sue imprese, come finisce la repubblica e prime imprese di Ottaviano fino alla battaglia di Azio.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 25/03/2023

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Scarica L'età di Cesare e la fine della repubblica e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! L’età di Cesare: il tramonto della res publica Dopo la morte di Silla iniziò la cosiddetta “età di Cesare”, che segnò di fatto la fine della repubblica, caratterizzata da guerre civili ed esterne. Gneo Pompeo (106-48), ufficiale sillano, grazie alle sue conquiste militari ebbe l’appoggio del ceto equestre per ottenere l’incarico di combattere Quinto Sertorio, generale di Mario che aveva creato una sorta di “regno” autonomo in Spagna. Questo venne ucciso nel 72 a.C. Successivamente Pompeo venne coinvolto nella repressione della guerra servile, una rivolta di schiavi, avvenuta tra il 73 e il 71; a capo di questa c’era Spartaco. La ribellione fu domata nel 71 a.C. da Marco Licinio Crasso. Quest’ultimo era, come Pompeo, un ex ufficiale di Silla. Pompeo e Crasso, nel 70 a.C. vennero eletti consoli (questo probabilmente avvenne per corruzione, poiché Crasso era molto ricco, mentre Pompeo forte militarmente). Le cosiddette riforme del 70, prevedevano una sorta di riappacificazione tra i senatori e i cavalieri: Ripristinarono i diritti dei tribuni della plebe (magistrature superiori e diritto di veto), per tranquillizzare il popolo; Vigilanza dei censori sul Senato; Consentirono ai cavalieri un ingresso nei tribunali, in numero pari a quello dei senatori; A Pompeo vennero affidate altre due importanti imprese: nel 67 a.C. la lotta contro i pirati del Mediterraneo. Tra il 74 e il 63 dovette affrontare la Terza guerra mitridatica, contro il re del Ponto. Inviato per vincere questa guerra, conquistò gran parte dell’Oriente: Ponto, Bitinia, Cilicia e Siria (regno dei Seleucidi) furono aggiunte alla provincia d’Asia (regno di Pergamo); Cappadocia, Galazia e Giudea (Palestina, antefatto racconto evangelico), divennero protettorati romani. Nel 63 a.C. (annus horribilis), Lucio Sergio Catilina, un senatore che aveva perso le elezioni per il consolato, cercò di prendere il potere con la riforma agraria, per favorire il popolo, e l’abolizione dei debiti, per acquisire il sostegno senatoriale. Il suo obiettivo era quello di frenare Pompeo, rimuovendogli la carica durante la sua assenza, prendendo il potere dal Senato. Secondo alcuni, a capo della congiura contro Pompeo, vi furono proprio Crasso e Cesare (sfuggito alle liste di proscrizione). Gaio Giulio Cesare, pontefice massimo, esponente dei populares, era molto abile in politica e riesce a scampare al processo. La cogiura fallì, grazie a Marco Tullio Cicerone, membro degli optimates, che avviò un processo contro Catilina smascherandolo nelle sue 4 orazioni (discorsi, arringhe). Catilina scappò quindi in Etruria, dove morì nel 62, come ci racconta lo storico Sallustio. Pompeo si riavvicinò a Crasso e Cesare, del quale sposò anche la figlia Giulia. I tre dunque, il più potente militarmente (Pompeo), il più ricco di Roma (Crasso), e l’esponente maggiore dei populares (Cesare), crearono un’alleanza: il primo triumvirato (“mostro a tre teste”), un esercizio di potere da parte di tre persone. Cesare ottenne il consolato nel 59 a.C., gratificando le vittorie di Pompeo, donando ai veterani dell’esercito diverse terre, e concedendo una riduzione delle tasse per gli appalti pubblici nelle province, favorendo Crasso (province amministrate da Pompe e appalti di Crasso). Cesare ottenne un comando straordinario dalla durata di cinque anni sull’Illirico (regione balcanica) e sulla Gallia. I poteri proconsolari, gli fecero guadagnare l’imperium, ovvero il diritto di comandare gli eserciti. Grazie a questi riuscì a conquistare tutte le Gallie. Per conquistare la Gallia, cesare dovette richiedere una proroga del suo incarico; ciò avvenne durante l’accordo di Lucca, nel 56 a.C., dove Cesare, Pompeo e Crasso raggiunsero i seguenti accordi (il controllo della res publica era determinato da patti privati tra tre uomini di potere): Pompeo e Crasso ebbero il consolato per l’anno successivo; Pompeo ebbe il controllo sulle province spagnole; Crasso governò la Siria e ebbe il compito di risolvere il conflitto con i Parti; Cesare ottenne la proroga dell’imperium per altri cinque anni. In Siria Crasso venne sconfitto, realizzando una luttuosa perdita nella quale morì egli stesso, nel 53 a.C. Durante la campagna militare contro i Parti il suo esercitò andò praticamente distrutto. Cesare si occupò di conquistare e sottomettere le tribù galliche; infatti questo popolo aveva una scarsa organizzazione politica. Intraprese una campagna contro gli Elvezi, confinati nei loro territori (attuale Svizzera) da delle popolazioni germaniche. Sottomise poi i Belgi, i Veneti e gli Aquitani. Nel 55 a.C. raggiunse il controllo di tutta la Gallia. Nell’anno successivo Cesare guidò delle spedizioni contro i Germani e i Britanni. Nel 53 iniziarono delle rivolte da parte dei Galli, che vennero domate. Cesare dovette inoltre fronteggiare una coalizione antiromana con a capo Vencigetorige, principe degli Averni, che vennero sconfitti con la presa della roccaforte di Alesia, nel 52 a.C. Vencingetorige fu catturato, portato a Roma, imprigionato e ucciso solo nel 46, dopo aver sfilato in catene nel corteo di trionfo. Con queste imprese, Cesare scoprì nuove popolazioni e nuovi luoghi. Si videro le numerose perdite dei Romani (dieci legioni) e dei Galli (quasi un milione di morti); inoltre si dimostrò la spietatezza dell’imperialismo romano. Il Senato rimase preoccupato dall’accaduto: Cesare stava diventando sempre più potente e aveva un esercito a lui fedelissimo. Nel 54 morì Giulia, moglie di Pompeo e figlia di Cesare; i due erano quindi svincolati dal loro “patto di sangue”. Crasso era invece morto nel 53, e ci si stava dirigendo verso la fine del triumvirato. Nel 52 scoppiarono diversi tumulti, per i quali il Senato nominò Pompeo “console senza collega”, compiendo un grave torto a Cesare. Nel 50, anno della fine dell’imperium di Cesare, il Senato respinse la sua candidatura al consolato, e a questo punto Cesare, che si trovava lontano da Roma, si rifiutò di sciogliere l’esercito e deporre i poteri proconsolari (come Silla, 88.C., pomerium).
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