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L'età giolittiana, Appunti di Storia

L'età giolittiana, periodo storico italiano che va dal 1892 al 1922. In particolare, si analizza la politica di Giovanni Giolitti, il cui governo fu al centro della vita politica italiana all'inizio del Novecento. Si parla delle riforme attuate, delle tensioni sociali e delle agitazioni popolari, della repressione indiscriminata delle attività delle organizzazioni operaie e della distensione favorita dal buon andamento dell'economia. Si evidenzia anche il fenomeno migratorio e il divario tra Nord e Sud.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 04/01/2023

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grazianisofia9999 🇮🇹

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Scarica L'età giolittiana e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! STORIA CONTEMPORANEA L’età giolittiana Negli anni che seguirono le dimissioni di Crispi si delineò tra le forze conservatrici la tendenza a ricomporre un fronte comune contro i “nemici delle istituzioni” > socialisti, repubblicani o clericali-conservatori Tentativo di tornare a un’interpretazione restrittiva dello Statuto, lasciando alle Camere i soli compiti legislativi > come proponeva Sidney Sonnino nel ‘97 in “Torniamo allo Statuto” colpire indiscriminatamente ogni forma di protesta sociale 1898 > improvviso aumento del pane > cattivo raccolto/blocco delle importazioni di cereali dagli USA >> agitazioni popolarissimi >> La risposta del governo fu comunque durissima > massicci interventi delle forze di polizia > proclamazione dello stato d’assedio (Milano 6-9 maggio, ottanta morti, cinquecento feriti > uso dell’artiglieria contro la folla) I gruppi moderati e conservatori cercarono di dare una base legislativa all’azione repressiva dei poteri pubblici > limitare gravemente il diritto allo sciopero e le stesse libertà di stampa e associazione > a sinistra in Parlamento la tecnica dell’ostruzionismo = prolungare all’infinito le discussioni e paralizzare così l’azione della maggioranza > la battaglia di protrasse per quasi un anno con dibattiti accesissimi, scontri fisici tra i deputati Il re UMBERTO I > mostrava di prendere atto del fallimento di quella politica repressiva che lo aveva visto tra i più attivi sostenitori > cade vittima di un attentato per mano di un anarchico, Gaetano Bresci, venuto appositamente dagli USA per vendicare le vittime del ‘98 Fase di distensione indubbiamente favorita dal buon andamento dell’economia e dal conseguente allentamento delle tensioni sociali > nuovo re Vittorio Emanuele III (più aperto del padre nei confronti delle forze progressiste) > guida del governo al leader della sinistra liberale Giuseppe Zanardelli e ministro dell’Interno GIOVANNI GIOLITTI > dichiarava che lo Stato liberale non ha nulla da temere dallo sviluppo delle organizzazioni operaie e nulla da guadagnare da una repressione indiscriminata delle loro attività > libero svolgimento, purché non uscissero dai confini della legalità - Alcune importanti riforme > estese le norme che limitavano il lavoro minorile e femminile nell’industria, migliora la legislazione sulle assicurazioni per la vecchiaia e per gli infortuni sul lavoro, municipalizzazione dei servizi pubblici - Le organizzazioni sindacali, operaie e contadine, cancellate e ridotte alla clandestinità dalle repressioni del ‘98, si svilupparono rapidamente > soprattutto nelle province padane, le “leghe rosse” si riunirono nel 1901 nella Federazione italiana dei lavoratori della terra > obbiettivo finale: la “socializzazione della terra”, obbiettivi immediati: aumento dei salari, riduzione orari di lavoro, istituzioni di uffici di collocamento controllati dagli stessi lavoratori - Brusca impennata degli scioperi > spinta al rialzo dei salari > fra il 1900 e il 1915 le retribuzioni reali dei lavoratori dell’industria crebbero del 35%, 50% per i salariati agricoli >= politica liberale + generale sviluppo economico - Negli ultimi anni dell’800 > primo autentico decollo industriale dell’Italia > costruzione rete ferroviaria (commercio), economia protezionistica (meglio per il Nord) moderna industria siderurgica --- Banca commerciale e il Credito italiano > facilitare l’afflusso del risparmio privato verso gli investimenti industriali > fra il 1896 e il 1907 il tasso medio di crescita 6.7%, superiore a qualsiasi altro paese in Europa nello stesso periodo. Il prodotto pro capite aumentò di oltre un terzo pressoché ivariato nei precedenti quarant’anni > il volume della produzione industriale risultò quasi raddoppiato Effetti sul tenore di vita degli italiani > qualità della vita degli italiani che cominciava a mutare sia pur lentamente e parzialmente, di pari passo con lo sviluppo economico > soprattutto in città > sviluppo sei servizi pubblici > diffusione dell’acqua corrente nelle case e il miglioramento delle reti fognarie > anche la mortalità infantile > fece registrare un notevole calo. Fra il 1900 e il 1914 si contarono circa 8mln di emigrati > tutte le regioni italiane parteciparono al fenomeno migratorio > dal Mezzogiorno verso le Americhe (al NORD verso altri paesi europei, temporaneo e in minor misura) > allenta la pressione demografica, popolazione e risorse > attenua la tensione sociale > le rimesse degli immigrati alleviarono il disagio delle zone più depresse > giovamento dell’economia dell’intero paese MA il Mezzogiorno fu privato di molti fra i suoi elementi più giovani e intraprendenti >> divario NORD e SUD > si va ad accentuare > erano assenti le grandi dimensioni e a tecnologia avanzata > aziende capitalistiche della Valle Padana > rapporti sociali consolidati e mentalità diffusa che ostacolava il mutamento economico e sociale. Analfabetismo diffuso, assenza classe dirigente moderna, carattere personalistico della lotta politica > la conquista di un impiego pubblico costituisce l’unica alternativa alla disoccupazione o all’emigrazione “meridionalismo” studio dei problemi del Mezzogiorno > principale ostacolo da superare perché l’Italia possa procedere sulla via dello sviluppo economico e civile GIOLITTI > all’inizio del Novecento l’opera del governo Giolitti fu al centro della vita politica italiana > Chiamato alla guida del governo nel 1903 dopo le dimissioni di Zanardelli finì col costruire un ministero aperto alla destra > sempre attento alla conservazione degli equilibri parlamentari, sacrificare progetti anche importanti (come la riforma fiscale) quando si rivelavano incompatibili con la solidità della maggioranza importanti “leggi speciali” del Mezzogiorno > Basilicata e Napoli > modernizzazione dell’agricoltura e a Napoli anche sviluppo industriale > stanziamenti statali e agevolazioni fiscali e creditizie > statizzazione delle ferrovie > diffuse opposizioni sia a destra sia a sinistra > socialisti NO perché prevedevano il divieto di sciopero per i ferrovieri diventati
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