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l'età vittoriana appunti, Appunti di Inglese

l'età vittoriana con vari appunti

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 21/12/2020

annadelia-forte
annadelia-forte 🇮🇹

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25 documenti

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Scarica l'età vittoriana appunti e più Appunti in PDF di Inglese solo su Docsity! L'ETÀ VITTORIANA (1832-1901)  INTRODUZIONE  LA SAGGISTICA E LA STORIOGRAFIA  IL ROMANZO VITTORIANO E CHARLES DICKENS  LA POESIA: TENNYSON E BROWNING  IL MOVIMENTO ESTETICO E OSCAR WILDE  THOMAS HARDY E IL ROMANZO TARDO VITTORIANO  LA RINASCITA DEL TEATRO E GEORGE BERNARD SHAW Introduzione Durante il lungo regno della regina Vittoria (1837-1901) l'Inghilterra attraversa un periodo di stabilità, floridezza economica, espansione commerciale e coloniale. L'opinione pubblica, compiaciuta e soddisfatta, sembra chiudere gli occhi di fronte alle pur evidenti lacerazioni sociali, culturali e psicologiche. Ne risulta un periodo di faticosi compromessi e precari equilibri fra l'ipocrisia imperante e la realtà dello sfruttamento, fra il moralismo borghese e le tensioni vitali, fra la fede e la scienza (in particolare le teorie evoluzioniste), il liberismo esasperato e le condizioni del proletariato, l'industrialismo trionfante e il rinnovato richiamo della natura. Il compromesso dà una coloritura di inquietudine e un tono di evasione elegiaca alle opere centrali del periodo. Nella narrativa, che per le nuove condizioni del mercato prende il posto e la popolarità del teatro, si impongono il realismo sentimentale di Dickens, quello satirico di Thackeray e la tensione morale di George Eliot. La visione vittoriana si riflette nella saggistica di Macaulay, Carlyle e Arnold e nell'accesa predicazione del valore etico della bellezza di Ruskin. Nella poesia un ruolo di assoluto rilievo è assunto da Tennyson, interprete della sensibilità e della coscienza dell'epoca per il suo gusto elegiaco e per la cautela borghese. Una reazione antivittoriana si manifesta in Swinburne e nei poeti preraffaelliti, che mostrano una sensibilità già a mezza via tra il sensuale e il decadente. Il ritorno al Medioevo, presente in William Morris è una delle caratteristiche di fine secolo, quando decadentismo ed estetismo coesistono con naturalismo e positivismo. Da questo punto di vista la poesia moderna e frastagliata di Robert Browning rappresenta il superamento del vittorianesimo, denunciandone i limiti e la crisi. L'estetismo diviene in seguito esplicito e programmatico, affermandosi compiutamente in O. Wilde. La fine dell'età vittoriana vede una fioritura di grandi originali narratori (T. Hardy, G. Meredith, R.L. Stevenson, R. Kipling), che gettano le basi del romanzo moderno. LA SAGGISTICA E LA STORIOGRAFIA  Introduzione  Tratti generali del periodo vittoriano  Thomas Babington Macaulay  Thomas Carlyle  John Ruskin  Matthew Arnold  Riepilogando Introduzione La storia della letteratura e del pensiero inglesi di questi anni è, in buona parte, la storia delle diverse reazioni al compromesso vittoriano; tutto ciò è ben visibile nelle opere in prosa dei maggiori saggisti dell'epoca, Thomas Babington Macaulay, Thomas Carlyle, John Ruskin e Matthew Arnold, gli scritti dei quali illuminano sui molteplici e contrastanti aspetti dell'età vittoriana. Il pensiero riformatore e la saggezza laica dell'Ottocento sono esemplificati nella loro forma più convincente e disinteressata dal filosofo ed economista John Stuart Mill, che, lontano da ogni metafisica e trascendenza religiosa, elaborò una concezione "utilitaristica" che si esprimeva nella convinzione dell'uguaglianza dei sessi, dell'istruzione come fondamento per la democrazia e della capacità umana di progettare un mondo migliore. Tratti generali del periodo vittoriano Il "Reform Bill", che nel 1832 allargò il diritto di voto rinnovando il sistema elettorale, segnò la prevalenza dei collegi elettorali cittadini su quelli, sempre più spopolati delle campagne (i rotten boroughs, i borghi putridi) e di conseguenza il passaggio del potere dai proprietari terrieri agli industriali, che comportò cambiamenti anche a livello culturale. Il "Reform Bill" viene generalmente considerato lo spartiacque fra periodo romantico ed età vittoriana, un periodo di grandi contraddizioni sotto la maschera dell'equilibrio e della rispettabilità. Il progresso dell'industria britannica nella prima metà dell'Ottocento fu spettacolare: l'espansione delle città industriali, la crescita del benessere della borghesia (con la sua fiducia incrollabile nel progresso) non potevano tuttavia nascondere la sovrappopolazione delle città, la povertà, la mancanza delle più elementari condizioni igieniche nei quartieri poveri, lo sfruttamento della manodopera sottoposta a orari di lavoro impossibili (anche per donne e bambini). Queste condizioni produssero nel paese la scissione "in due nazioni", come vennero definite dal primo ministro Disraeli: la classe operaia e quelle privilegiate. Il compromesso vittoriano Per impedire che la frattura fra le due nazioni sfociasse in una guerra sociale e ostacolasse lo sviluppo industriale, le classi dirigenti britanniche attuarono quello che viene chiamato il "compromesso vittoriano". Così, da un lato si garantì una politica di totale non ingerenza economica da parte dello Stato, rifiutando l'imposizione di qualsiasi regola al mercato; dall'altra, la consapevolezza delle condizioni disumane imposte alla forza lavoro contribuì all'adozione di riforme per migliorare le condizioni di vita e di lavoro del proletariato. Nella società britannica questa consapevolezza prese la forma di un vago umanitarismo, che divenne spesso espressione di un facile sentimentalismo. La maggiore prosperità, il progresso medico-scientifico, l'allargarsi dell'alfabetizzazione furono tutti segnali del progresso; di qui l'ottimismo diffuso e il desiderio da parte della classe media di estendere i propri valori anche alla classe lavoratrice. L'idea di rispettabilità dominò tutta la società vittoriana, ma rispettabilità e perbenismo non potevano di per sé eliminare mali sociali quali la povertà, la crudeltà sui bambini, la prostituzione o lo sfruttamento dei lavoratori. I "peccati" vennero più semplicemente nascosti sotto un velo di ipocrisia, contro la quale si scagliarono i critici del tempo (Carlyle, Ruskin, Arnold, Morris), il poeta e critico William Morris e il polemista Thomas Henry Huxley (1825-1895). Le coscienze dei vittoriani furono anche turbate dal conflitto fra religione e scienza: la teoria evoluzionistica avanzata da Charles Darwin nel saggio The origin of the species (L'origine delle specie, 1859) scosse profondamente le fondamenta delle credenze più tradizionali e causò dispute e controversie spesso assai amare, che trovarono eco anche al di fuori del mondo scientifico, soprattutto in poesia. Thomas Babington Macaulay Matthew Arnold Matthew Arnold (1822-1888), tipico rappresentante della middle class intellettuale, per trent'anni fu ispettore scolastico e per dieci insegnò poesia a Oxford. Scrisse quasi tutte le sue composizioni poetiche prima dei trentatré anni. Nella prefazione alla sua raccolta Poems (Poesie, 1853) espose la propria poetica tesa alla realizzazione di una nuova forma di classicismo, che accettava il soggettivismo romantico e concentrava l'interesse sui contenuti intellettuali e umani dell'opera letteraria, più che sugli aspetti formali o stilistici. Tratti caratteristici della sua poesia sono l'ellenismo, un interesse romantico per le leggende popolari, una certa inclinazione alle meditazioni fatte in solitudine tra paesaggi suggestivi. Le sue poesie più intense sono raccolte in New poems (Nuove poesie, 1867); i due volumi Collected poems (Poesie scelte) apparvero nel 1869, la tragedia Merope, strutturata anch'essa secondo i canoni classici, nel 1858. Quello che contraddistingue la poesia di Arnold è la sua personale vena elegiaca, che appare in contrasto con i suoi intenti di interpretazione critica. Dal 1857 circa si dedicò ai saggi, occupandosi di letteratura e di problemi religiosi e sociali. Per risolvere i problemi dell'uomo moderno egli propugnava una migliore organizzazione della società e una nuova comprensione dei valori spirituali. Anch'egli si oppose all'utilitarismo, al materialismo e all'ottimismo dell'età vittoriana, insistendo che il progresso materiale andava considerato come un mezzo e non come il fine. In The function of criticism at the present time (La funzione della critica al tempo attuale, 1864) Arnold affermò che la funzione della critica è quella di vedere le cose come esse sono realmente in tutti i campi del sapere umano, (filosofia, storia, teologia e scienza); la critica è "un libero gioco della mente", una forma di curiosità disinteressata. Per aver intuito il rapporto tra letteratura, vita ed etica, Arnold può essere considerato il primo critico moderno e uno dei più influenti fra quelli inglesi della seconda metà del XIX secolo. Negli Essays in criticism (Saggi critici, 1865, 1888) sostenne che la poesia è "una critica della vita" e il poeta "dovrebbe conoscere il mondo prima di metterlo in poesia". In qualità di critico sociale, in Culture and anarchy (Cultura e anarchia, 1869) egli definì la cultura come studio della perfezione spirituale interiore, in contrasto con l'idea puramente materialistica del progresso. La cultura, inoltre, mirava alla realizzazione della vera "idea sociale", ovvero di una forma di democrazia egualitaria. In sintesi L'età vittoriana Durante il lungo regno della regina Vittoria (1832-1901) l'Inghilterra attraversa un periodo di stabilità, floridezza economica ed espansione commerciale e coloniale; la società, però, presenta lacerazioni sociali, psicologiche e culturali che vengono risolte con faticosi compromessi e precari equilibri tra ipocrisia e realtà dello sfruttamento, fede e scienza. Si evidenzia il divario tra classi ricche e povere. La saggistica e la storiografia Macaulay Thomas Babington Macaulay (1800-1859) è il classico razionalista borghese vittoriano che crede nel progresso e nella prosperità dello sviluppo industriale, nella democrazia e nelle riforme. Opera: La storia d'Inghilterra (1849-61). Carlyle Thomas Carlyle (1795-1881) attacca la tradizione liberale vittoriana criticando la democrazia e la civiltà industriale; si converte a una forma di spiritualimo etico e teistico. Introduce il culto dell'"eroe", leader mandato dal cielo destinato a far funzionare le nazioni. Opere: traduzioni di poeti dal tedesco e saggi storici sulla rivoluzione francese, Cromwell e Federico il Grande. Ruskin John Ruskin (1819-1890) come Carlyle si contrappone al materialismo e all'utilitarismo della civiltà industriale, causa della degradazione della personalità umana. Propone l'arte come soluzione alle brutture e ai mali del mondo. Opere: saggi di critica d'arte (Pittori moderni, 1843-60) ed economico-sociali (Munera pulveris, 1862-72; Fors clavigera, 1871-84). Arnold Matthew Arnold (1822-1888), poeta e primo critico moderno, punta al superamento della poesia romantica in favore di una nuova forma di classicismo; si oppone all'ottimismo, al materialismo dell'età vittoriana: il progresso deve essere un mezzo, non il fine. Nella Funzione della critica al tempo attuale (1864) afferma che la funzione della critica è quella di vedere le cose come realmente sono in tutti i campi del sapere umano. Le opere poetiche rivelano una personale vena elegiaca. IL ROMANZO VITTORIANO E CHARLES DICKENS  Introduzione  Il romanzo vittoriano  Charles Dickens  William Makepeace Thackeray  Anthony Trollope  Le sorelle Brontë  George Eliot  I romanzieri vittoriani minori  Riepilogando Introduzione Il romanzo rappresenta il genere letterario più conforme alle consuetudini e ai valori etici, religiosi e sociali dell'età vittoriana: partito come semplice forma d'intrattenimento, che era costruita soprattutto su storie comiche o d'avventura, in questo periodo la narrazione in prosa si arricchisce gradualmente di profondità di contenuti e di finezza stilistica; i suoi temi si accrescono di problemi sociologici, psicologici, filosofici e intellettuali. Esso diviene così un valido strumento di interpretazione della condizione umana del mondo moderno. Le sue origini si fondano sulle due principali tradizioni narrative del Settecento, quella realistica, comica e picaresca di Defoe, Fielding e Smollet e quella psicologico-sentimentale di Richardson, Sterne e Goldsmith. Nel vasto panorama di autori offerto da questo periodo, Charles Dickens è il maggiore romanziere della letteratura inglese vittoriana, perché sa interpretare perfettamente i gusti della società in cui vive: il lettore non chiede storie di fantasia ma storie di vita vera, e Dickens fa tesoro delle sue esperienze di giornalista anche stilisticamente. Il suo talento unico nasce dall'essere consapevole dei problemi sociali del suo tempo, dall'aver creato personaggi indimenticabili, dalla profonda comprensione per i conflitti e le difficoltà della vita e dall'irresistibile inclinazione per il comico. Il romanzo vittoriano Per le varie condizioni che ne favorirono la diffusione e, al tempo stesso, il conseguimento di un elevato livello artistico, il romanzo fu il genere più riuscito della letteratura vittoriana. Nato come genere borghese nel XVIII secolo, esso trovò naturalmente nella società vittoriana, dominata dalla middle class, un fertile terreno di sviluppo, a cui si aggiunse il fattore importante dell'aumento dei lettori, dovuto alla pubblicazione di romanzi a puntate su riviste e giornali, all'alfabetizzazione, all'incremento del numero delle biblioteche e al fatto che il genere divenne economicamente vantaggioso per gli scrittori. Nel corso del secolo il romanzo si specializzò in tutti gli argomenti possibili: storico, psicologico, sociale, filosofico, sentimentale, avventuroso. Il pubblico preferì storie che ritraevano realisticamente la vita e al tempo stesso costituivano una possibile evasione dallo squallore quotidiano; dal canto loro, i romanzieri vittoriani condivisero gli stessi valori, principi e visione del mondo del loro pubblico. Quando gli scrittori manifestarono critiche a tale società, non fu mai direttamente contro le istituzioni bensì contro gli individui, lasciando in tal modo sempre la convinzione di una soluzione possibile, con la "salvezza" dei buoni e la "punizione" dei cattivi. Charles Dickens Charles Dickens (1812-1870) fu forse il maggior romanziere inglese dell'Ottocento e uno dei più popolari della letteratura europea; egli riprodusse perfettamente i gusti della società vittoriana. La vita Nato a Portsea, vicino a Portsmouth, ebbe l'infanzia e l'adolescenza rattristate dall'indigenza economica: suo padre, impiegato della marina, era infatti un accanito giocatore e nel 1824 venne imprigionato per debiti. Il piccolo Charles, benché avesse solo nove anni, fu obbligato a lavorare alla Warren's Blacking Warehouse, una fabbrica di lucido da scarpe. Ripresi gli studi, quando la situazione finanziaria della famiglia migliorò grazie a un piccolo lascito e il padre era uscito di prigione, si impiegò a quindici anni presso un avvocato e, successivamente, divenne stenografo in tribunale, occupazioni che gli impedirono di seguire un regolare corso di studi. Nel 1834 divenne cronista parlamentare presso il giornale liberale "Morning Chronicle", ma già l'anno precedente aveva iniziato a pubblicare su varie riviste vivaci bozzetti di vita londinese, raccolti poi nel volume Sketches by Boz (Schizzi di Boz, 1836), che ebbero un tale successo che gli fu offerto di scrivere delle storie per una serie di disegni destinati a rappresentare umoristicamente le attività ricreative del londinese tipo. Dickens accettò, dando più risalto al testo, e così nacque Il circolo Pickwick, che uscì a puntate mensili tra il 1836 e il 1837. Il successo (dalle iniziali 400 la tiratura raggiunse le 40.000 copie) portò al giovane autore e alla moglie, sposata nel 1836, l'agiatezza economica. Questo esordio gli spalancò le porte di una brillante carriera di scrittore: in due anni pubblicò a puntate sulla "Bentley's Miscellany", la rivista letteraria da lui diretta, altri due romanzi Oliver Twist: or, the parish boy's progress (Oliver Twist, 1838) e The life and adventures of Nicholas Nickleby (Nicholas Nickleby, 1839). Nel 1842 compì il suo primo viaggio in America, credendo di trovarvi realizzate tutte le speranze accese dalla rivoluzione francese, ma fu una cocente delusione, che espresse nelle American notes (Note umiliazioni e miseria e trova un po' di serenità solo con il secondo matrimonio. L'apparente ammirazione di Thackeray per la furberia viene vista come un tentativo di presentare la realtà quale essa è, senza falsi pudori, cioè quella di un mondo in cui i più ingenui soccombono. Il realismo di Thackeray rimane sempre come "paralizzato" dalle convenzioni e dalle reticenze dell'epoca; egli fustiga, ma mai fino in fondo, la società alla quale appartiene, rimanendo saldamente legato alla morale corrente. Vanity fair fu seguito in pochi anni dal romanzo The history of Pendennis (Storia di Pendennis, 1849-50), vasto affresco di vita contemporanea, e dal romanzo storico The history of Henry Esmond (La storia di H. Esmond, 1852), a cui seguirono The Newcomes (La famiglia Newcome, 1853-55) e The adventures of Philip (Le avventure di Philip, 1861-62), continuazioni rispettivamente di Pendennis e di Henry Esmond: creando un legame tra i suoi romanzi, Thackeray vuole darsi l'opportunità di presentare delle saghe familiari e delle ricostruzioni di periodi storici e situazioni sociali. Gli ultimi romanzi, The virginians (I virginiani, 1857-59) e Denis Duval (1864, postumo), non riscossero il successo dei precedenti. Più interessanti furono i saggi su argomenti vari pubblicati (1860-63) sul "Cornhill Magazine", poi raccolti in un volume: The Roundabout papers (Del più e del meno). Thackeray fu anche un illustre conferenziere in Inghilterra e negli Stati Uniti (1852-56). Morì a Londra. Anthony Trollope Anthony Trollope (1815-1882), nato e vissuto a Londra, ebbe un'infanzia difficile a causa dei rovesci finanziari del padre; la famiglia viveva solo con proventi della madre romanziera. Nel 1843 ottenne un impiego alle poste e nel 1844 si sposò, dedicandosi quasi subito all'attività letteraria solo per motivi economici, come dichiarò egli stesso nell'Autobiography (Autobiografia, 1875-76), uno dei suoi libri migliori, pubblicata postuma nel 1883. I suoi numerosi romanzi non sono di facile classificazione. Più popolari sono quelli appartenenti alle due serie note come Barsetshire novels (dal nome della regione immaginaria nella quale si svolgono le storie) e Palliser novels; al primo gruppo appartengono cinque romanzi tra cui Barchester towers (Le torri di Barchester, 1857) e Framley parsonage (La parrocchia di Framley, 1861), che ebbero un buon successo. Il secondo gruppo ha per protagonisti uomini politici londinesi e comprende, fra l'altro, Phineas Finn (1869) e The prime minister (Il primo ministro, 1876). Dimessosi nel 1867 dall'impiego, Trollope tentò invano di farsi eleggere deputato fra i liberali. Forse la delusione subita contribuì a dare ai suoi ultimi romanzi (The Eustace diamonds, I diamanti Eustace, 1873; The duke's children, I figli del duca, 1880; Dr. Wortle's school, La scuola del dottor Wortle, 1881; Marion Fay, 1882), considerati i migliori, un tono di più aperta critica della società vittoriana. Le sorelle Brontë Le tre sorelle Brontë, Charlotte (1816-1855), Emily (1818-1848) e Anne (1820-1849) al contrario degli altri scrittori non ebbero come interesse primario lo studio della società; esse si dedicarono alla narrativa per esprimere passioni personali ed esplorare la sfera delle emozioni individuali. La vita delle tre sorelle (e un fratello) trascorse a Haworth, un paese sperduto nella brughiera dello Yorkshire, dove si era trasferito il padre, pastore anglicano di origini irlandesi. Pur non ricevendo una regolare istruzione, fecero molte letture e lasciarono libero sfogo alla loro immaginazione scrivendo racconti e poesie. Nel 1846 pubblicarono, insieme, un libro di poesia, Poems by Currer, Ellis, and Acton Bell (Poesie di Currer, Ellis, e Acton Bell), che fu un insuccesso. L'anonimato mai abbandonato finché furono in vita non era dovuto all'abituale riserbo delle donne scrittrici, ma alla volontà di preservare la loro interiorità e il loro isolamento. Charlotte e "Jane Eyre" Charlotte, che per vivere fece la governante, si sposò nel 1854 e morì di parto dopo nove mesi di matrimonio. Nel 1847 aveva ottenuto un grande successo col primo romanzo, Jane Eyre, che racconta la vicenda di una povera orfana cresciuta fra grandi difficoltà, che diviene governante presso il ricco Mr Rochester, si innamora di lui e, dopo varie vicissitudini, riesce a sposarlo. Il romanzo contiene molti episodi melodrammatici e d'effetto, nello spirito del romanzo gotico, e possiede un'intensità di visione che l'autrice non riuscì più a ritrovare nei romanzi seguenti, Shirley (1849) e Villette (1853), meno riusciti anche se rivelano una scrittura più matura. Emily e "Cime tempestose" Fu, tra le sorelle, la migliore come poetessa, ma suo capolavoro è l'unico romanzo, Wuthering heights (Cime tempestose, 1847), nel quale è espressa pienamente la qualità visionaria e poetica della sua immaginazione. È un'opera grandiosa, dalla trama complessa, con uno sviluppo temporale che abbraccia due generazioni; vi si mescolano l'elemento realistico del paesaggio dello Yorkshire e quello fantastico- simbolico della storia dell'amore selvaggio e tragico fra i due protagonisti, Heathcliff e Catherine Earnshaw: le passioni umane sono violente e incontrollabili come le forze della natura. Il paesaggio è adattato così abilmente alla rappresentazione delle passioni umane da renderle ancora più persuasive; nessuna frattura è avvertibile tra gli aspetti realistici del romanzo e quelli fantastici e simbolici. È un'opera unica nella storia della letteratura inglese nella capacità di oggettivare il sentimento dell'autrice. Anne Di carattere introverso come le sorelle, non ebbe la stessa fantasia di Charlotte ed Emily. Scrisse due romanzi, Agnes Grey (1847) e The tenant of Wildfell Hall (Il fittavolo di Wildfell Hall, 1848), che, basati entrambi su elementi autobiografici (la sua esperienza di governante nel primo e la tragica morte del fratello Branwell nel secondo), rivelano una notevole padronanza della scrittura. George Eliot George Eliot è lo pseudonimo maschile di Mary Ann Evans (1819-1880), l'ultima grande rappresentante del primo romanzo vittoriano. La vita e le opere Nata ad Arbury nel Warwickshire, crebbe in una famiglia benestante e molto religiosa a stretto contatto con la natura e con quella società rurale, di proprietari terrieri e contadini, che costituirà una caratteristica dei suoi romanzi. Nel 1841 seguì il padre a Coventry, dove cominciò a interessarsi di filosofia e delle idee positiviste e razionaliste che la portarono ad abiurare la fede evangelica in favore di una forma secolare di religione dell'umanità basata sull'osservanza di principi morali. Il risultato di questo processo fu la traduzione dal tedesco della Vita di Gesù di D.F. Strauss e dell'Essenza del cristianesimo del filosofo L. Feuerbach. Nel 1850, dopo la morte del padre e un viaggio in Italia, Francia e Svizzera, George Eliot si trasferì a Londra, dove lavorò come collaboratrice e poi vicedirettrice della "Westminster Review", conobbe molti dei più importanti scrittori e filosofi del tempo (Dickens, John Stuart Mill) e si innamorò del critico letterario George Henry Lewes, separato dalla moglie, ma non divorziato. Sfidando le censure della società vittoriana, andò a vivere con lui. Lewes la incoraggiò a scrivere e nel 1857, con lo pseudonimo di George Eliot, la scrittrice pubblicò Scenes of clerical life (Scene di vita clericale), un volume che raccoglieva tre racconti già pubblicati sul "Blackwood's Magazine". Il suo primo vero romanzo fu Adam Bede (1859), seguito dal più celebre The mill on the Floss (Il mulino sulla Floss, 1860), romanzo complesso in cui sono messi in luce i conflitti morali intimi fra i vari personaggi (in particolare, il conflitto sorella-fratello di origine autobiografica). Nel 1861 pubblicò Silas Marner, opera più semplice, quasi una favola simbolica alla riscoperta dell'innocenza; del 1863 è Romola e del 1866 Felix Holt. Il suo capolavoro è Middlemarch (1872), nome immaginario di una cittadina inglese nella quale è ravvisabile Coventry. In Middlemarch proseguì la sua indagine morale analizzando l'interazione degli individui con i gruppi sociali, dando allo stesso tempo il suo ritratto più completo della vita di provincia inglese e delle differenze tra il modo di vivere della città e quello della campagna. In una sola storia si intrecciano quattro trame distinte e una cinquantina di personaggi; il suo interesse per personaggi "antieroici" e per la quotidianità si accompagna sempre agli interessi filosofici, teologici ed etici; del resto, il suo obiettivo non era l'intrattenimento, ma l'insegnamento etico. Grande attenzione George Eliot dedicò anche ai problemi della forma del romanzo: la scrittrice rifiutò l'imposizione dall'esterno di una trama sui personaggi, il racconto era per lei condizionato solo dalle esigenze della situazione descritta. L'ultimo suo romanzo, Daniel Deronda (1876), è un'opera di ottimo livello che contiene scene memorabili. George Eliot arricchì il romanzo inglese donandogli profondità di pensiero e problematiche filosofiche, ma non si discostò dalla tradizione narrativa inglese: offrì commenti e spiegazioni sui suoi personaggi, come avevano fatto Fielding e Thackeray, ebbe un senso della commedia sociale che si rifaceva a quello di Jane Austen e ricordava Walter Scott nell'abilità di maneggiare i fatti storici. Considerato uno dei maggiori romanzieri vittoriani, Eliot precorse il romanzo psicologico moderno e influenzò l'opera di Henry James e di M. Proust. I romanzieri vittoriani minori Al periodo appartennero anche romanzieri meno significativi, ma tuttavia degni di essere segnalati, che si rivolsero ai generi storico, politico, di propaganda naturalistica, poliziesco e psicologico. Lo stesso primo ministro Benjamin Disraeli (1804-1881) fu autore di romanzi politici e di costume (Vivian Grey, 1826; Sybill, 1845; Endymion, 1850). Edward Bulwer-Lytton (1803-1873), dopo un popolare ritratto di dandy (Pelham, 1828), scrisse romanzi storici (Rienzi, 1835) e il più celebre The last days of Pompei (Gli ultimi giorni di Pompei, 1835), ma anche di genere gotico (A strange story, Una strana storia, 1862) e utopistico (The coming race, La razza a venire, 1871). Charles Kingsley (1819-1875), vigoroso predicatore, propugnò nei suoi romanzi (Yeast, Fermento, 1848; Hypatia, 1852; Westward Ho!, All'Ovest, 1853) riforme sociali e il miglioramento delle condizioni delle classi lavoratrici. Charles Reade (1814-1884) vide nella narrativa un veicolo propagandistico; introdusse nel romanzo sociale vittoriano i metodi dei naturalisti francesi, ma conservando elementi melodrammatici (Hard cash, Denaro rubato, 1863; The cloister and the hearth, Il chiostro e il focolare, 1861). Al genere poliziesco si dedicarono Wilkie Collins (1824-1889), amico e collaboratore di Dickens, considerato il primo scrittore europeo di romanzi polizieschi, che nei due famosi The woman in white (La donna vestita di bianco, 1860) e The moonstone (La pietra lunare, 1868) introdusse la figura dell'investigatore che risolve un intricato caso grazie allo straordinario spirito d'osservazione (genere reso poi celebre da Conan Doyle), e l'irlandese Joseph Sheridan Le Fanu (1814-1873), che però ottenne risultati migliori con racconti del mistero e dell'orrore (Carmilla, 1872). Elizabeth Cleghorn Gaskell (1810-1865), amica e biografa di Charlotte Brontë, scrisse romanzi in cui l'analisi del costume è condotta con finezza psicologica e sensibilità umana (Mary Barton, 1848; l'incompiuto Wives and daughters, Mogli e figlie, 1866); in North and south (Nord e sud, 1855) affrontò i problemi sociali del tempo (gli effetti dell'industrializzazione e della meccanizzazione sulla vita delle persone). Lewis Carroll Lewis Carroll, pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson (1832-1898), è autore di opere per l'infanzia che gli hanno dato una fama mondiale. Lettore di matematica a Oxford, appassionato di rompicapi, giochi di parole e nonsense, pubblicò dapprima versi strampalati in riviste per l'infanzia finché non scrisse i suoi I romanzieri minori Si distinguono W.Collins (1824-1889), creatore del romanzo poliziesco; Lewis Carroll (1832-1898), autore del celeberrimo Alice nel paese delle meraviglie. LA POESIA: TENNYSON E BROWNING Introduzione La poesia vittoriana risente del rinnovamento introdotto dai poeti romantici: in particolare di Keats e Shelley, del sensazionalismo "gotico", dei tentativi di risalire ai modelli elisabettiani e giacobiti. Essa, anzi, sostanzialmente si presenta come una continuazione della poesia romantica. I principali poeti vittoriani sono infatti debitori per invenzione e stile a Keats (Tennyson, Arnold, Rossetti, Morris e Hopkins) o a Shelley (Browning, Swinburne, Hardy e Yeats). Il periodo vede anche nascere il movimento preraffaellita, con la sua concezione estetica dell'arte che preannuncia il decadentismo. Alfred Tennyson Alfred Tennyson (1809-1892) fu uno dei grandi poeti vittoriani e una delle figure più rappresentative dell'epoca, di cui espresse gli atteggiamenti e le problematiche dominanti: il patriottismo, il profondo attaccamento alle tradizioni, la convinzione che l'arte debba avere un fine morale o didattico, le preoccupazioni derivanti dal contrasto fra tradizione religiosa e nuove teorie e scoperte scientifiche. Fu molto ammirato per la sua poetica, ancora legata ai temi romantici (leggende arturiane, ballate medievali, elementi naturalistici), ma anche agli eterni problemi del bene e del male, della vita e della morte. La vita e le opere Nato a Somersby, nel Lincolnshire, ricevette un'ottima educazione sotto la guida del padre, pastore anglicano, che ne incoraggiò la precoce vocazione poetica: la raccolta Poems by two brothers (Poesie di due fratelli, 1827) fu scritta in collaborazione con i fratelli Frederick e Charles un anno prima dell'iscrizione al Trinity College di Cambridge, dove rimase fino al 1831 e vinse un premio di poesia. Nel 1830 uscì il volume Poems, chiefly lyrical (Poesie, soprattutto liriche) e due anni dopo un secondo volume, Poems (Poesie), che conteneva composizioni famose quali The Lady of Shalott (La signora di Shalott) e The lotos-eaters (I mangiatori di loto). Queste poesie preannunciavano già la varietà di forme, la predilezione per le immagini tratte dal mondo della natura, per gli effetti coloristici e musicali, per i temi classici e quelli attinti dal ciclo arturiano della produzione matura di Tennyson, ma furono aspramente criticate dalle riviste letterarie con profondo sconforto del poeta. La raccolta Poems in two volumes (Poesie in due volumi, 1842) rivelò pienamente le sue qualità: ne facevano parte testi recenti e testi precedenti ricomposti, che rendevano evidente lo sviluppo e il raffinarsi della sua arte; fanno parte di questa raccolta la Morte d'Arthur (Morte di Artù), Ulysses (Ulisse), Locksey Hall. L'opera ottenne vasta risonanza e nel 1850, con la pubblicazione delle 131 liriche dedicate all'amico di Cambridge A.H. Hallam, scomparso a ventidue anni, e raccolte sotto il titolo In memoriam, la sua fama raggiunse l'apice. Venne nominato Poeta Laureato, succedendo a Wordsworth, e fu considerato il più grande poeta del suo tempo. Nei quarant'anni successivi pubblicò numerosissime ballate e poesie: l'Ode on the death of the duke of Wellington (Ode in morte del duca di Wellington, 1852), The charge of the light brigade (La carica della brigata leggera, 1854), Maud and other poems (Maud e altre poesie, 1855), Idylls of the king (Gli idilli del re, 1859), Enoch Arden (1864); tre drammi storici: Queen Mary (La regina Mary, 1875), Harold (1877) e Beckett (1884). Nel 1884 gli fu concesso il titolo di Lord; per la sua morte furono celebrati solenni funerali nell'abbazia di Westminster, dove venne sepolto. Spirito elegiaco e "dramatic monologue" Tennyson possedeva, come Wordsworth e Shelley, il senso della missione poetica, anch'egli desiderava divenire un "profeta" e interpretare la realtà svelandone i problemi, i dubbi e le contraddizioni. Le qualità più alte della sua opera sono la musicalità del verso, derivato da Keats, dai preraffaelliti e dai poeti classici, la padronanza della tecnica e le languide immagini che lo fanno assurgere alle vette dello spirito elegiaco. Nella sua opera più famosa, In memoriam, diede espressione intensa al continuo oscillare interiore dalla disperazione alla speranza, dai timori e dubbi sull'immortalità dell'anima ai tentativi di conciliarli con l'esistenza di Dio. La poesia non è solo il grido di dolore per la perdita di un amico, ma la registrazione delle oscillazioni tra fede e dubbio, speranza e disperazione, che accompagnavano Tennyson da parecchi anni; le sue certezze erano fatte vacillare dalla teoria evoluzionistica ed egli tentava di riconciliare la propria fede tradizionale con le nuove idee. Nella sua vasta produzione si individua una forma poetica differente dalle altre e più vicina al gusto moderno, il dramatic monologue (monologo drammatico). In componimenti come Ulisse, Tennyson definì la forma poetica divenuta tipica della letteratura vittoriana, e che si mantenne anche nel XX secolo, nell'interesse verso la psicologia e la proiezione oltre i limiti dell'identità e dell'esperienza individuali. Tratti distintivi del dramatic monologue sono: l'utilizzazione del pronome di prima persona singolare I, che rappresenta un personaggio distinto dal poeta; l'uso di verbi d'espressione riferiti a un interlocutore che non appare direttamente nel componimento; la lingua colloquiale; il prevalere del linguaggio drammatico su quello lirico. Robert Browning Il pregio principale della poesia di Browning (1812-1889), che nel Novecento influenzò poeti come Pound e T.S. Eliot, è la potente capacità di osservare e trasfigurare il quotidiano in materia poetica, di drammatizzare il fatto storico. La vita e le opere Nato a Londra da una ricca famiglia borghese, lasciò la scuola a quattordici anni e non ricevette un'istruzione regolare, tranne un breve periodo passato all'università di Londra (1828); fin dalla giovanissima età, però, lesse accanitamente e disordinatamente tutto ciò che la biblioteca paterna, dotata di 6500 volumi, gli metteva a disposizione. Il padre gli insegnò il greco e il latino; prese inoltre lezioni di italiano, francese e tedesco, musica e canto. Acquisì pertanto una cultura ampia ed eclettica, dalla quale amò trarre gli insoliti soggetti delle sue opere poetiche. A ventun anni esordì con il poemetto Pauline (1833), che tradiva l'evidente influsso di Shelley; seguirono il poema dialogato Paracelsus (1835) e il poema Sordello (1840), che aveva per tema il dissidio tra vita e poesia. Nel frattempo scriveva anche per il teatro, ma i suoi sforzi di drammaturgo si rivelarono un insuccesso, in quanto non possedeva il senso dell'azione drammatica e non era interessato ai rapporti tra i personaggi, ma ai conflitti di una sola mente. La forma poetica a lui più congeniale fu il dramatic monologue (monologo drammatico), adottato in Dramatic lyrics (Liriche drammatiche, 1842), che contengono le sue poesie più conosciute, quali Soliloquy of the Spanish cloister (Soliloquio del chiostro spagnolo) e My last duchess (La mia ultima duchessa). Nel 1846 s'innamorò della poetessa Elizabeth Barret e, per aggirare l'opposizione della famiglia di lei, la sposò in segreto. Con lei fuggì in Italia, dove visse quasi sempre a Firenze, rientrando solo saltuariamente a Londra. L'opera più importante di questo periodo scarsamente produttivo fu la raccolta Men and women (Uomini e donne, 1855). Nel 1861 Elizabeth morì, e Browning, con il figlio dodicenne, ritornò a Londra. Dopo le liriche di Dramatis personae (1864), tra le quali vi sono The bishop orders his tomb at St. Praxed's Church (Il vescovo ordina il suo sepolcro nella chiesa di Santa Prassede), Fra Lippo Lippi e Andrea del Sarto, compose il poema in dodici libri The ring and the book (L'anello e il libro, 1868-69), che gli diede finalmente l'atteso successo. Nell'ultima parte della sua vita, celebrato e osannato dalle "Browning Societies" sorte numerose in Inghilterra e in America, scrisse migliaia di versi di maniera. Tra le opere di questo periodo si distinguono Pacchiarotto (1876), le due serie di Dramatic idyls (Idilli drammatici, 1879-80), Jocoseria (Giocoseria, 1883) e Asolando, apparso a stampa nel giorno della sua morte. La poesia colloquiale L'interesse di Browning è rivolto a una poesia di tono colloquiale, a uno stile che ripeta le intonazioni e le inflessioni della voce narrante, alla forma del dramatic monologue. Agli inizi egli risentì dell'influsso dei poeti romantici, soprattutto di Shelley (del quale condivideva la concezione del poeta come profeta e veggente), ma presto oppose al soggettivismo romantico l'ideale di una poesia "obiettiva", o drammatica. Egli non si proponeva di cantare la storia della propria anima, i propri sentimenti e le proprie idee, ma di esplorare e rappresentare in modo drammatico, teatrale, le vite e i conflitti intimi di altri uomini, protagonisti del passato o del presente, concepiti come personaggi di un'opera teatrale che raccontavano l'evento in prima persona. Anche Tennyson aveva utilizzato la forma del monologo drammatico per esprimere uno stato d'animo; Browning la usò per oggettivare una personalità, un temperamento, un modo di guardare alla vita o per osservare un momento storico. Il grande merito di Browning fu quello di rompere con la tradizione sensuale e immaginosa posteriore a Keats, restituendo vigore colloquiale alla poesia inglese. Venuto meno l'influsso di Shelley, Browning risentì del pensiero di Goethe e Carlyle, benché assimilati in modo generico come istanza di una tensione continua verso il bene, per cui lo sforzo era più importante del risultato. Per il poeta la forma drammatica costituiva un mezzo espressivo che gli rendeva più facile la trasfigurazione poetica delle esperienze reali e fantastiche. Il poema in dodici libri L'anello e il libro, suo capolavoro, elaborava una vicenda reale, che Browning attinse dagli atti di un processo celebrato nel 1698 contro il conte Guido Franceschini, condannato a morte perché ritenuto colpevole dell'uccisione della moglie, creduta infedele. Nei vari libri i personaggi della vicenda prendono la parola in monologhi drammatici per ricostruire lo svolgimento degli eventi ed esporre il proprio "punto di vista". Con l'adozione del monologo drammatico, che coniugava il carattere proprio del teatro con quello narrativo specifico del romanzo, Browning riuscì a conquistare per la poesia un posto di rilievo in un'età in cui era assoluto il predominio del romanzo. I preraffaelliti Nel 1848 un gruppo di sei giovani pittori, tra i quali Holman Hunt, J.E. Millais e Dante Gabriel Rossetti, fondò un movimento artistico a cui diede il nome di Pre-Raphaelite Brotherhood (le lettere P.R.B. compaiono in molti dei loro dipinti dell'epoca), Fratellanza Preraffaellita. I pittori avevano l'intenzione di opporsi alla pittura accademica ottocentesca, ritenuta superficiale e materialistica, e di ispirarsi ai pittori "primitivi" italiani che erano vissuti e avevano dipinto prima di Raffaello. Essi sostennero il diritto di scegliere i soggetti dei loro dipinti e di essere liberi di dipingere come preferivano, senza l'obbligo di seguire le regole della pittura classica, rappresentata in Inghilterra da sir Joshua Reynolds. Predicarono un ritorno al Medioevo e, allo stesso tempo, un ritorno alla natura con una rappresentazione accurata, quasi fotografica, della realtà. Proprio questo tentativo di avvicinare l'elemento realistico con quello medievale costituì un tratto caratteristico dei preraffaelliti, ma questa combinazione di moderno e antico, di low style e high style, sconcertò il pubblico. La tendenza che essi mostrarono verso una visione estetizzante dell'arte, fece del gruppo, in ambito letterario, l'anello di collegamento fra il romanticismo e il movimento estetico delle ultime decadi del XIX secolo. Con la pubblicazione del periodico "The Germ", nel 1850, il movimento, sostenuto da Ruskin (v. a p. 170), si occupò anche di poesia: contro la civiltà industriale i preraffaelliti esaltarono la civiltà cavalleresca, le leggende celtiche, la letteratura medievale e Dante. Dante Gabriel Rossetti (1828-1882), pittore e poeta, fu l'uomo che meglio rappresentò l'ideale preraffaellita. Figlio di un patriota italiano fuggito in Inghilterra dopo il fallimento dei moti napoletani del 1821, nella sua formazione letteraria fu influenzato da una parte da Dante e i dai poeti del dolce stilnovo e, marito in Italia, scrisse la maggior parte delle sue opere ispirandosi agli ideali del Risorgimento italiano, della giustizia e dell'uguaglianza sociale, ma espressi con un tono d'intimità che rende le immagini e il linguaggio piuttosto convenzionali. La raccolta più popolare, Sonnets from the portuguese (Sonetti dal portoghese, 1850), rievoca la storia d'amore per il marito. Christina Rossetti Christina Rossetti (1830-1894), sorella di Dante Gabriel, iniziatore del movimento preraffaellita, non ne condivise la poetica e fece vita ritirata. Fonte della sua ispirazione è la sua sincera fede religiosa e le sue poesie religiose (molte le sue raccolte, Verses, Versi, 1847; The prince's progress, Il progresso del principe, 1866; New poems, Nuove poesie, 1896 postumo) sono la parte migliore della sua produzione, caratterizzata da versi melanconici, talora lugubri, in cui è insistente l'idea della morte, ma chiari e semplici. In sintesi Tennyson Alfred Tennyson (1809-1892) nasce a Somersby e riceve un'ottima educazione sotto la guida del padre. Studia a Cambridge; con la pubblicazione delle sue raccolte poetiche ottiene una notevole fama e viene considerato il più grande poeta del tempo, venendo anche nominato Poeta Laureato alla morte di Wordsworth. Viene sepolto nell'abbazia di Westminster. Le opere Le raccolte Poesie soprattutto liriche (1830), Poesie in due volumi (1842), In memoriam (1850), Maud e altre poesie (1855), Idilli del re (1859), Enoch Arden (1864); i drammi storici La regina Mary (1875), Harold (1877) e Beckett (1884). I temi Sue caratteristiche peculiari sono uno spirito elegiaco, la musicalità del verso, la padronanza della tecnica. Le sue liriche esprimono gli atteggiamenti dominanti dell'età vittoriana: patriottismo, attaccamento alle tradizioni, convinzione del fine morale e didattico dell'arte, preoccupazioni derivanti dal contrasto fede-scienza. Browning Robert Browning (1812-1889) nasce a Londra e non riceve un'istruzione regolare ma è un avido lettore. Studia il greco, il latino, l'italiano, il francese e il tedesco. Nel 1846 si sposa segretamente con la poetessa Elizabeth Barrett e fugge con lei in Italia, a Firenze, dove rimane fino alla morte di lei. Ritornato a Londra, scrive le opere che gli procurano una vasta fama; muore a Venezia. Le opere I poemetti Pauline (1883), Paracelsus (1835) e Sordello (1840); le raccolte Liriche drammatiche (1842), Uomini e donne (1845), Dramatis personae (1864), il poema L'anello e il libro (1868-69); Pacchiarotto (1876), Idilli drammatici (1879-80), Giocoseria (1883) e Asolando (1889). I temi Suo interesse primario è il dramatic monologue, ovvero l'esplorazione e la rappresentazione in forma drammatica, quasi teatrale, della vita e dei conflitti interiori. Egli eccelle nell'osservare e trasfigurare il quotidiano in materia poetica e nel restituire vigore colloquiale alla poesia inglese. I preraffaelliti Termine assunto nel 1848 da sei giovani pittori, che fondano la "Pre-Raphaelite Brotherhood" e traggono ispirazione da soggetti medievali, storici e religiosi. La loro tendenza verso una visione estetica dell'arte fa di questo gruppo l'anello di collegamento tra il romanticismo e il movimento estetico della fine del XIX secolo. Con la pubblicazione del periodico "The Germ", nel 1850, il gruppo si occupa anche di poesia. Rossetti Dante Gabriel Rossetti (1828-82), pittore e poeta, è il miglior rappresentante del movimento preraffaellita: influenzato da Dante e dai poeti stilnovisti, da Shelley, Keats, Tennyson, Poe e dal romanzo gotico. Caratteristica la sua inclinazione a identificare i dati materiali con l'elemento eterno e spirituale derivatagli dall'influenza dantesca. Opere: le raccolte Poesie (1870) e Ballate e sonetti (1881). Morris William Morris (1843-96), poeta, scrittore, pittore, autore di prosa critica (incentrata sulla funzione dell'arte e poi su problemi sociali e politici) compone dapprima opere di ispirazione preraffaellita (Il paradiso terrestre, 1868-70; Sigurdo il volsungo, 1876), mentre nelle ultime mostra idee ispirate dal socialismo. Swinburne Algernon Charles Swinburne (1837-1909), amico e ammiratore di Rossetti, compone dapprima opere preraffaellite, ma presto la sua forte personalità lo indirizza verso posizioni più personali. Con lui la poesia inglese si muove decisamente verso l'estetismo e il decadentismo: egli sostiene la completa indipendenza della poesia da ogni fine morale o didattico. Opere: le raccolte Poesie e ballate (1866), Canti antelucani (1871) e importanti prose critiche. Hopkins La lirica, raccolta in Poesie (1918), di Gerard Manley Hopkins (1844-1889), testimone di una complessa esperienza religiosa, si distacca decisamente dalla produzione poetica vittoriana per un linguaggio poetico totalmente nuovo, che sostituisce alla prolissità e al languore vittoriani energia e vigore, mirando ad avvicinarsi il più possibile al linguaggio colloquiale. Gli altri poeti vittoriani Matthew Arnold (1822-1888); George Meredith; Elizabeth Barrett Browning (1806), Arthur Hugh Clough (1819-1861), James Thomson (1834-1882), Edward Fitzgerald (1809- 1883), Christina Rossetti (1830-1894), Coventry Patmore (1823-1896). IL MOVIMENTO ESTETICO E OSCAR WILDE  Introduzione  Walter Pater  Oscar Wilde  Riepilogando Introduzione Iniziato negli anni Settanta (i precursori sono da ricercarsi nel movimento preraffaellita e nelle opere critiche di Algernon Charles Swinburne), il movimento estetico raggiunge il culmine nell'ultima decade dell'Ottocento. Il periodo si configura come un'incessante ricerca non solo di nuove forme letterarie e artistiche, ma anche di nuove esperienze, sensazioni e modi di vita. L'estetismo non è infatti solo un movimento letterario, ma rappresenta anche il tentativo di liberarsi dai vincoli morali e dai pregiudizi della società vittoriana. Al materialismo e all'utilitarismo dominanti vengono contrapposti, come valori assoluti, il culto della bellezza e la religione dell'arte come impegno unicamente soggettivo. L'arte non può essere subordinata a fini morali, sociali, religiosi o didattici, perché il suo fine ultimo è in se stessa: la teoria dell'"arte per l'arte", ripresa dallo scrittore francese Théophile Gautier e dalla scuola parnassiana. Il movimento estetico inglese, pur senza eccelsi risultati artistici, sembra più interessante proprio per la reazione al puritanesimo vittoriano. Padre dell'estetismo inglese è ritenuto Walter Pater; suo vero profeta è Oscar Wilde. Wilde concepisce il mondo come un palcoscenico su cui interpretare il ruolo di protagonista; con il comportamento eccentrico, le maniere raffinate e sofisticate, la conversazione brillante e ricca di paradossi, egli si guadagna un ruolo di primo piano nell'alta società del tempo. Walter Pater Walter Horatio Pater (1839-1894) viene considerato il padre e il teorico del movimento estetico inglese. Lo stile raffinato e la lingua ricca di sfumature, l'accento da lui posto sull'intensità dell'esperienza interiore ebbero grande influenza sugli scrittori successivi e soprattutto su O. Wilde. maniere raffinate e la conversazione arguta. Nel 1895 viene condannato per omosessualità a due anni di lavori forzati. Uscito dal carcere in condizioni disastrose, si trasferisce a Parigi dove muore in solitudine. Le opere La raccolta di poesie Poems (1881); dal 1888 al 1891 pubblica Il principe felice e altre novelle, Il delitto di lord Arthur Savile e altri racconti, Una casa di melograni; il dramma Salomé; i due saggi Intenzioni e L'anima dell'uomo sotto il socialismo; il romanzo Il ritratto di Dorian Gray (1891), considerato una sorta di manifesto del decadentismo inglese e riflesso dell'anticonformismo e dell'estetismo dell'autore stesso; le commedie Il ventaglio di lady Windermere (1892), Un marito ideale (1895) e L'importanza di chiamarsi Ernesto (1895); la poesia La ballata del carcere di Reading (1898) e l'epistola confessione De profundis (1961). THOMAS HARDY E IL ROMANZO TARDO VITTORIANO  Introduzione  Thomas Hardy  George Meredith  Il romanzo alla fine del secolo  Robert Louis Stevenson  Rudyard Kipling  Riepilogando Introduzione I due maggiori rappresentanti del romanzo tardo vittoriano sono Thomas Hardy e George Meredith. Soprattutto il primo scuote la compiacenza vittoriana e sostituisce all'ottimismo un cupo fatalismo: temi dei suoi romanzi sono l'uomo frustrato dall'indifferenza del caso e dalla cecità delle passioni, le tensioni della civiltà urbana e del progresso tecnologico, il declino dei costumi tradizionali, il conflitto fra energie fisiche e intellettuali, i problemi dell'alienazione sociale ed economica. Verso la fine dell'età vittoriana altri autori, in particolare George Moore, Robert Louis Stevenson e Rudyard Kipling, scrivono opere che anticipano la nascita del romanzo moderno. Thomas Hardy Thomas Hardy (1840-1928) nacque a Upper Blockhampton, vicino a Dorchester, da una famiglia di piccoli proprietari terrieri; frequentò le scuole locali fino a quindici anni e, vivendo in campagna, si appassionò agli aspetti più semplici della natura e al folclore contadino. Dopo studi di architettura, dal 1856 al 1861 lavorò presso un architetto di Dorchester. Trasferitosi a Londra per continuare la professione, ben presto si volse alla letteratura. Iniziò scrivendo poesie, che non riuscì a far pubblicare; si dedicò allora alla prosa e per circa venticinque anni scrisse solo romanzi e racconti, guadagnandosi la fama di uno dei maggiori romanzieri del tempo. Morì a Max Gate, presso Dorchester. L'opera narrativa e poetica La carriera letteraria di Hardy si è svolta in due periodi: il primo, dal 1870 al 1895, dedicato alla narrativa; il secondo, dal 1896 fino alla morte, alla poesia. Furono tuttavia i romanzi a renderlo celebre; quasi tutti ambientati nel Wessex (l'antico nome che Hardy usò per indicare le contee a sudovest dell'Inghilterra e soprattutto il Dorset) e quasi tutte storie d'amore con una varietà di stati d'animo, sicuramente hanno come nota più caratteristica il tragico. I suoi romanzi e racconti migliori (Far from the madding crowd, Via dalla pazza folla, 1874; The return of the native, Ritorno al paese, 1878; The mayor of Casterbridge, Il sindaco di Casterbridge, 1886; The woodlanders, I boscaioli, 1887; Wessex tales, I racconti del Wessex; Tess of the D'Urbervilles, Tess dei D'Urbervilles, 1891 e Jude the obscure, Giuda l'oscuro, 1896) narrano di esseri umani portati alla rovina da forze che essi non sono in grado di controllare né di capire. Hardy elabora un determinismo nelle vicende umane che lascia ben poco spazio alla volontà e alla responsabilità individuale. Tale concezione fatalista suscita nell'animo dell'autore un sentimento di fratellanza con tutte le creature che aspirano alla cultura, all'emancipazione e soprattutto all'amore: per loro la vita è ancora più amara, perché il fallimento è sofferto con una sensibilità più intensa (più felici sono le persone rozze e primitive). Hardy descrisse la natura con freschezza, sensibilità, precisione di tratto e di colore e, soprattutto, con animo romantico e nostalgico, facendola partecipe dei drammi dei personaggi che la abitano, come se anch'essa riflettesse il sentimento di una tragedia universale. La sua narrativa segnò un significativo distacco dalle convenzioni del periodo vittoriano: la visione ottimistica lasciò il posto a una visione fatalistica sempre più oppressiva. Così che spesso le sue opere suscitarono, per il loro cupo pessimismo, reazioni ostili nel pubblico e negli editori. Forte e intensa anche la sua opera poetica. Lontano dal linguaggio immaginoso e sensuoso di Keats, Tennyson e Rossetti e più vicino ai moduli espressivi di Browning e Meredith, nelle raccolte Wessew poems (Poesie del Wessex, 1898), Time laughingstocks (Gli zimbelli del tempo, 1909), Satires of circumstance (Satire di circostanza, 1914) egli esplorò le più diverse forme di poesia, dalla ballata all'epigramma al monologo drammatico. Predilesse una lingua aspra, ricca di parole arcaiche, dialettali o tecniche, che esercitò notevole influenza sulla poesia inglese del XX secolo. George Meredith George Meredith (1828-1909) nacque a Portsmouth e completò gli studi in Germania, dove subì il fascino dell'idealismo romantico; dopo aver tentato la carriera giuridica, si dedicò al giornalismo e alla letteratura. Nel 1849 sposò la figlia dello scrittore T.L. Peacock; la separazione nel 1858 e la morte prematura della moglie gli ispirarono la raccolta di sonetti Modern love (Amore moderno, 1862), disincantata meditazione sull'amore. L'influenza dello stile narrativo di Peacock è avvertibile nel suo primo romanzo, The ordeal of Richard Feverel (La prova di Richard Feverel, 1859) e, in misura minore, in quelli successivi, tendenti a una prosa sofisticata e densa di significati: Evan Harrington (1860), Rhoda Fleming (1865), The adventures of Harry Richmond (Le avventure di Harry Richmond, 1871) e Beauchamp's carreer (La carriera di Beauchamp, 1876). Il suo capolavoro, The egoist (L'egoista, 1879), racconta con ironia e sottigliezza psicologica la storia di una ragazza che scopre con amarezza la vera essenza di coloro che la circondano. Seguirono i romanzi Diana of the Crossways (Diana di Crossways, 1885) e The amazing marriage (Il matrimonio stupefacente, 1895). Per la complessità della prosa, i frequenti riferimenti filosofici, l'oscillazione tra un lucido e controllato razionalismo e un linguaggio poetico ricco di metafore folgoranti, Meredith non incontrò immediatamente il gusto del pubblico. Fu uno spirito aristocratico, nemico delle convenzioni vittoriane, che considerava soffocanti e limitanti il libero sviluppo della personalità, in particolare di quella femminile. Egli stesso non riuscì però a realizzare del tutto artisticamente le proprie intuizioni morali e psicologiche, lasciando la sensazione che il livello della sua opera sia inferiore alle sue doti potenziali. Oltre a Modern love, la sua produzione poetica è data da alcune raccolte quali Poems and lyrics of the joy of the earth (Poesie e liriche della gioia della terra, 1883), ispirate alle teorie dell'evoluzione, e Ballads and poems of tragic life (Ballate e poesie di una vita tragica, 1887), che si distinguono per un linguaggio vibrante di singolare modernità e per una drammaticità che è stata spesso paragonata a quella di R. Browning. Il romanzo alla fine del secolo Negli ultimi vent'anni dell'Ottocento, dominati dalla narrativa di Meredith e Hardy, maturarono molti altri autori, rappresentativi della transizione fra il romanzo del periodo vittoriano e quello del secolo successivo. Difficile una classificazione della loro prosa, che toccò i generi e le tematiche più diversi: la satira (S. Butler), l'inquietudine religiosa (M. Rutherford), il realismo psicologico (G. Gissing), il naturalismo di derivazione francese venato di decadentismo (G. Moore), l'umorismo nell'osservazione del costume (J.K. Jerome), l'avventura (R.L. Stevenson), l'interpretazione sociologica nell'esaltazione dell'imperalismo britannico (J.R. Kipling). Samuel Butler (1835-1902), figlio di un pastore anglicano, raggiunse la fama con il romanzo utopico Erewhon (1872), ambientato in un paese immaginario (il titolo è l'anagramma di "nowhere", in nessun luogo), che diventa occasione per una satira devastante (che ricorda Swift) contro l'inettitudine, l'ipocrisia e i capisaldi religiosi e scientifici del tempo. Anche il suo romanzo più famoso, The way of all flesh (Così muore la carne), scritto fra il 1873 e il 1885, ma pubblicato postumo nel 1903, è un feroce attacco alla società vittoriana, della quale denunciò il dispotismo familiare, la concezione ipocrita e crudele della religione, i metodi educativi spietati e ottusi, sostenendo la validità di un ideale di vita basato sull'indipendenza economica. Mark Rutherford, pseudonimo di William Hale White (1831-1913), viene ricordato soprattutto per The autobiography of Mark Rutherford (Autobiografia di Mark Rutherford, 1881) e il suo seguito Mark Rutherford's deliverance (La liberazione di Mark Rutherford, 1885), esempi di romanzo vittoriano ispirato dall'inquietudine e dalla ricerca religiosa. George Gissing (1857-1903) combinò l'influenza dei grandi romanzieri francesi e russi (da Flaubert e Zola a Dostoevskij e Turgenev) e della tradizione inglese, in particolare Dickens e Meredith: i suoi romanzi (Demos, 1886; The nether world, Il mondo degli inferi, 1889; New Grub Street, 1891) presentano elementi realistici e un'abile analisi psicologica. The private papers of Henry Ryecroft (Gli scritti inediti di Henry Ryecroft, 1903) è una raccolta di saggi e riflessioni, nella quale l'autore condensa la propria esperienza umana e artistica. Anche George Moore (1852-1933), irlandese, critico d'arte, personalità complessa e non priva di contraddizioni, oltre al gustoso racconto Confessions of a young man (Confessioni di un giovane, 1888), pervaso da una certa sensibilità decadente, scrisse romanzi ispirati dal naturalismo francese: The mummer's wife (La moglie del mimo, 1885) e soprattutto il suo capolavoro, Esther Waters (1894), che narra la storia di una ragazza sedotta che deve sopportare moltissime difficoltà e umiliazioni per far crescere il figlio. Legati al contesto irlandese sono i racconti The untilled field (Il campo incolto, 1903) e il romanzo The lake (Il lago, 1905). Nell'ultima parte della sua vita, Moore si rivolse a una ricerca stilistica raffinata in romanzi incentrati sul dissidio fra aspirazione mistica e impulso edonistico (Heloise and Abelard, 1921). Le sue raccolte poetiche giovanili (Flowers of passion, I fiori della passione, 1878 e Pagan poems, Poesie pagane, 1881) risentivano dell'influsso di Baudelaire. Uno degli umoristi più brillanti e popolari del suo tempo, e non solo, fu Jerome Klapka Jerome (1859-1927), insegnante, attore e giornalista, i cui libri furono tradotti in tutto il mondo (fra gli altri i celebri Idle thoughts of an idle fellow, Pensieri oziosi di un ozioso, 1886; Three men in a boat, Tre uomini in barca, 1889; Three men on the bummel, Tre uomini a zonzo, 1900). Robert Louis Stevenson carriera di Beauchamp (1883) e soprattutto il suo capolavoro, L'egoista (1879), mostrano una prosa complessa, con frequenti riferimenti filosofici e un'alternanza fra lucido razionalismo e un linguaggio poetico ricco di metafore. Un linguaggio vibrante di singolare modernità distingue anche la sua opera poetica: Amore moderno (1862), Poesie e liriche della gioia della terra (1883) e Ballate e poesie di una vita tragica (1887). Il romanzo alla fine del secolo Produzione di transizione fra il periodo di fine secolo e quello successivo, si ispira a vari generi e temi: satira (Samuel Butler, 1835-1902); inquietudine religiosa (Mark Rutherford, 1831-1913); realismo psicologico (George Gissing, 1857-1903); naturalismo venato di decadentismo (George Moore, 1852-1933, anche poeta); umorismo nell'osservazione del costume (Jerome Klapka Jerome, 1859-1927). Stevenson Robert Louis Stevenson (1850-1894), di Edimburgo, grande viaggiatore, oltre a scrivere libri di viaggio e racconti mostra una vocazione per il romanzo d'avventura: L'isola del tesoro (1883); la storia misteriosa e simbolica Lo strano caso del dottor Jeckyll e del signor Hyde (1886); il racconto Il principe Otto (1885); i romanzi Il fanciullo rapito (1886), La freccia nera (1888), Il signore di Ballantrae (1889), Catriona (1893), Weir di Hermiston (incompiuto, 1896). È scrittore lucido e dotato di grande maestria tecnica. Kipling Rudyard Kipling (1865-1936) nasce a Bombay, studia in Inghilterra e viaggia molto come giornalista. Scrive racconti e poesie. In America scrive i propri capolavori, Il libro della giungla (1894) e Il secondo libro della giungla (1895), che hanno per argomento il rapporto fra l'uomo "naturale" e quello corrotto dalla civiltà. Il suo romanzo più riuscito è Kim (1901), che analogamente ai precedenti ha come sfondo il mondo indiano, mentre il più noto fra i libri pensati esplicitamente per i ragazzi è Capitani coraggiosi (1897). In tutte le sue opere Kipling sostiene che nessuna individualità può sopravvivere senza principi morali o regole di comportamento, senza rispettare una legge comune. Viene insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1907. LA RINASCITA DEL TEATRO E GEORGE BERNARD SHAW  Introduzione  La rinascita del teatro  George Bernard Shaw  Riepilogando Introduzione Nel periodo di transizione fra Ottocento e Novecento, unici autori di rilievo nel panorama teatrale inglese furono Oscar Wilde e George Bernard Shaw. Quest'ultimo, fautore di un teatro di idee fondato su un programma di rigenerazione sociale, illuministicamente fiducioso nella bontà e razionalità della natura umana, fu un commediografo d'eccezione: padrone della tecnica teatrale, che sempre calcola e controlla l'effetto della battuta, scrisse commedie che ancora sopravvivono per la naturalezza del dialogo, l'intelligenza delle analisi e l'acuta caratterizzazione dei personaggi. La rinascita del teatro Nel panorama del teatro inglese, fra le opere del settecentesco Sheridan e quelle di O. Wilde e B. Shaw, di fine Ottocento, non emersero grandi personalità. I poeti romantici e vittoriani che scrivevano per il teatro, da Wordsworth a Coleridge, da Byron a Shelley, Tennyson, Browning e Swinburne, crearono opere più adatte alla lettura che alla rappresentazione. Per diversi anni il teatro inglese produsse solo farse grossolane e leziosi melodrammi a effetto. Grande influenza ebbe, negli anni Ottanta, la scoperta delle opere del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen (1828-1909), uno dei maggiori esponenti del teatro naturalistico. Il teatro vittoriano acquistò maggiore sottigliezza intellettuale, arricchendosi di nuove risorse tecniche e di problematiche morali più attuali, solo con H.A. Jones (1851-1929) e A.W. Pinero (1855-1934), i quali, pur non possedendo l'arguzia di Wilde e di Shaw, tentarono, con opere precise nella costruzione e svelte nei dialoghi, di sfuggire agli schemi del dramma contemporaneo e alle convenzioni della tradizione melodrammatica. Henry Arthur Jones (1851-1929) scrisse Breaking a butterfly (Spezzando le ossa a una farfalla, 1884), Saints and sinner (Santi e peccatore, 1884) e i "drammi a tesi" The crusaders (I crociati, 1893) e The case of the ribellious Susan (Il caso della ribelle Susanna, 1894), su problematiche della middle class. L'opera migliore di Arthur Wing Pinero (1855-1934), che si occupò soprattutto del rapporto fra uomo e donna, è The second Mrs. Tanqueray (La seconda signora Tanqueray, 1893). George Bernard Shaw George Bernard Shaw (1856-1950), sostenitore di un teatro delle idee di forte impronta ideologica, irridente demistificatore dei costumi, ha lasciato commedie di eccezionale valore tecnico e stilistico. La vita Nato a Dublino, ebbe un'infanzia difficile perché il padre, alcolizzato, ridusse ben presto la famiglia in miseria, mentre la madre dedicava tutto il suo tempo alla musica e al canto. Fece quindi studi assai irregolari e completò la propria formazione culturale leggendo soprattutto Shakespeare e Shelley. Dopo aver lavorato per qualche tempo come impiegato, nel 1876 si trasferì in Inghilterra, a Londra, dove entrò in contatto con W. Archer, traduttore di Ibsen, e W. Morris. Intrapresa l'attività letteraria, scrisse, fra il 1879 e il 1883, cinque romanzi, che furono pubblicati soltanto cinque anni dopo. In politica fu tra i fondatori della Fabian Society (1884), i cui programmi socialisti si adoperò a propagandare con vari scritti e conferenze, guadagnandosi da vivere come critico letterario, musicale e teatrale. Dal 1892 cominciò la sua lunga carriera teatrale, di forte impronta sociale, con la rappresentazione al Royal Theatre della prima commedia: Widower's houses (Le case del vedovo), contro i proprietari delle case fatiscenti dei sobborghi operai londinesi, e nel 1897 ottenne il successo con The devil's disciple (Il discepolo del diavolo). Nel 1898 si sposò con un'ereditiera e nel 1925 ottenne il premio Nobel per la letteratura. Continuò a scrivere anche in tarda età; morì a 94 anni. Le opere narrative e i saggi Fra il 1879 e il 1883 Shaw scrisse cinque romanzi, il migliore dei quali, Cashel Byron's profession, fu poi adattato per il palcoscenico con il titolo di The admirable Bashville (L'ammirevole Bashville, 1901). Articoli, conferenze e pubblici dibattiti costituiscono il materiale dei saggi socio-politici, che affrontano gli argomenti più disparati in uno stile caratterizzato da vivacità e gusto per il paradosso. Egli tentò anche un difficile connubio tra marxismo, socialismo, anarchismo e irrazionalismo; umanitario ma non democratico, si attirò anche accuse di protofascismo. Fra i saggi più noti, An intelligent woman's guide to socialism and capitalism (Guida della donna intelligente al socialismo e al capitalismo, 1928) e, in ambito letterario e musicale, The quintessence of ibsenism (La quintessenza dell'ibsenismo, 1891) e The perfect wagnerite (Il wagneriano perfetto, 1898). Il teatro veicolo di idee Per Shaw il teatro doveva essere soprattutto un veicolo per le idee, "una fucina di pensieri, una guida per la coscienza, un commentario della condotta sociale, una corazza contro la disperazione e la stupidità e un tempio per l'Elevazione dell'Uomo". Non fotografia della natura, ma "presentazione, sotto forma di parabola, del conflitto tra la volontà dell'uomo e l'ambiente; in una parola di un problema". Distaccandosi dalla tradizione ottocentesca, scelse la via della satira, del paradosso provocatorio e scintillante, per lanciare strali contro istituzioni, pregiudizi, storture della società. Così Mrs. Warren's profession (La professione della signora Warren, 1894) affrontava, in piena epoca vittoriana, l'argomento della prostituzione senza retorica o falsi moralismi; Arms and man (Le armi e l'uomo, 1894) ironizzava sulla visione romantica della guerra; Candida (1895) denunciava l'ipocrita rispettabilità del clero; You never can tell (Non si sa mai, 1897) prendeva di mira le convenzioni sulla famiglia; The man of destiny (L'uomo del destino, 1897) e Caesar and Cleopatra (Cesare e Cleopatra) proponevano una rilettura di due grandi condottieri, Napoleone e Cesare. La forza vitale Con il passare del tempo le commedie di Shaw si discostarono sempre più spesso dalle forme tradizionali per diventare per lo più scoppiettanti e iconoclastici dibattiti ideologici, integrati da lunghe prefazioni, fondamentali per la comprensione piena della personalità, degli umori e delle concezioni dell'autore. Appartengono a questa fase Man and superman (Uomo e superuomo, 1903), sul mito di Don Giovanni; The doctor's dilemma (Il dilemma del dottore, 1906); Pygmalion (Pigmalione, 1912), apologo della metamorfosi di una donna di bassa estrazione che diventa duchessa; Heartbreak house (Casa Cuorinfranto, 1920), riflessione sul tempo e sulla storia allo scoppio della prima guerra mondiale. Né originali, né organicamente fuse in un sistema di pensiero, queste opere ripropongono atteggiamenti socialriformisti, posizioni di convinto femminismo e, in particolare nel ciclo Back to Methuselah (Torniamo a Matusalemme, 1922), la teoria della forza vitale che, ispirata dal filosofo francese Henry Bergson e dall'evoluzionismo lamarckiano, postulava uno sviluppo verso forme più alte e complete di esistenza. In questo teatro di grande vitalità nelle sue espressioni più felici non trova quasi mai posto il personaggio inteso come entità autonoma: piuttosto, le figure mosse sulla scena fungono da portavoce dell'autore, oppure rappresentano istituzioni e convenzioni da lui prese di mira. In certi casi allo humour, che trova le sue origini in Wilde, subentra una trepida vibrazione umana, come nella tragicommedia Saint Joan (Santa Giovanna, 1923), fra le prove più alte e fortunate dell'arte dello scrittore. In sintesi Il teatro Fra il Settecento e l'Ottocento il teatro inglese non produce
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