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L'Età Vittoriana e la Rivoluzione Industriale, Appunti di Storia del Design

Lo sviluppo del mondo del Design dal punto di vista industriale

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 14/08/2019

teddybear99
teddybear99 🇮🇹

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Scarica L'Età Vittoriana e la Rivoluzione Industriale e più Appunti in PDF di Storia del Design solo su Docsity! L’Età Vittoriana e la Rivoluzione Industriale La prima rivoluzione industriale coincide con molte delle nuove invenzioni e innovazioni presenti in Inghilterra in quella che viene definita età vittoriana che si espande dal 1837 fino al 1901 (appunto tutta la durata della sovranità della regina vittoria). l’Inghilterra non era l’unico paese nel quale si erano registrate un numero sempre presente di invenzioni, infatti c’erano gli USA, ma sicuramente era il paese in cui i rapporti tra industria-società, artigianato-meccanizzazione e arti e industria, devono essere ridimensionate e appropriate alla società in cui si vive, a differenza degli USA nei quali queste innovazioni viaggiano a passo spedito. L’eta vittoria, nonostante le innumerevoli innovazioni, tende a non essere produttiva come la rivoluzione industriale a causa del fatto che negli anni ’30, si sviluppa una classe di produttori che tende a non adatta allo spirito imprenditoriale, questi incarnano i lati estremi del movimento liberista, vale a dire produrre tanto anche a discapito del prodotto in se, vale a dire che la quantità è più importante della qualità; da questo punto in poi il lavoro dell’artigiano venne sostituito dalle macchine. Il modo di lavorare e i prodotti non erano molto distanti dalla realtà, inoltre questo disfunzionamento proviene anche dal pensiero che vede l’arte come soluzione agli aspetti della produzione. Con la riforma dello stilista Peel, si comincia a fare più attenzione all’estetica degli oggetti infatti nasce cosi il rapporto arte-industria nel quale la qualificazione degli oggetti veniva richiesta in base alle belle arti. L’estetica che veniva proposta è molto diversa da quella dell’800 e trovo il suo focus proprio in Inghilterra, qua si inizia a parlare di progetto, inseguito molti intellettuali, artisti e così via, tentano preoccupati per la concorrenza estera e per i risultati a lunga scadenza, creano delle riunioni, comitati e incontri tra artigiani, artisti e progettisti e vengono istituite le prime scuole per di disegno nelle città più influenti di Inghilterra. Grande protagonista dell’epoca è Henry Cole, il quale introduce un nuovo concetto di disegno, difatti nel 1845 crea una forte collaborazione con l’industria e conia il termine “Art Manifacturer” che viene considerata un’anticipazione del moderno Design, egli comprese di fatto che il disegno industriale aveva bisogno di 2 principi fondamentali che lui stesso descrive nel “Journal of design and Manifactures”: la forma semplice inquinato richiamo il concetto di semplicità in quanto anche gli oggetti quotidiani sono visti con un valore di artistico puro; e in seguito il concetto di funzionalità; egli è inoltre un membro fondamentale de Great Exhibition del 1851. A differenza di Cole, che possiamo definire strutturalista, il progetto di Morris si può definire “storicista”, esso si rifà al Gothic Revival con riferimenti a Webb e Ruskin, Morris tiene sempre vicine la sua ideologia e e l’attività pratica perché profondamente convinto che il Design e la progettazione in generale debbano rifarsi alle botteghe medievali combattendo così il liberismo e l’industria, difatti ciò che muove il pensiero di Morris è l’onestà, i rapporti sociali e tutto ciò che ha a che fare con il duro lavoro dell’artigiano. Si va quindi nel discorso dell’estetica che prefigurò il movimento Liberty (in Inghilterra).
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