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L'età vittoriana in Gran Bretagna, Appunti di Storia

L'età vittoriana in Gran Bretagna, periodo di stabilità politica ed economica in cui il paese si affermò come il più avanzato e industrializzato tra le potenze europee. Si parla della regina Vittoria, simbolo dell'orgoglio nazionale britannico, della politica interna e della riforma elettorale. Si descrivono inoltre le politiche estere e sociali dei governi liberali e conservatori che si alternarono al potere. utile per comprendere la storia politica ed economica della Gran Bretagna dell'epoca.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 23/02/2023

esposito.angy
esposito.angy 🇮🇹

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Scarica L'età vittoriana in Gran Bretagna e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! ETA’ VITTORIANA IN GRAN BRETAGNA La Gran Bretagna a partire dalla metà del 1800, era entrata in una FASE di STABILITA’ POLITICA e di PROSPERITA’ ECONOMICA. Ciò le permise di affermarsi come il paese più avanzato e industrializzato tra le potenze europee.  addirittura il tenore di vita della popolazione era inferiore soltanto a quello degli Stati Uniti. La Gran Bretagna inoltre: - Deteneva il PRIMATO del COMMERCIO MODIALE e la sua flotta dominava i mari - Produceva i due terzi del carbone e la metà del ferro e dei tessuti su scala mondiale - Dotata della maggiore rete ferroviaria esistente. Alla sua prosperità, infine, contribuiva non poco il complesso dei suoi immensi domini coloniali. - Inoltre alla sua prosperità contribuivano anche i domini coloniali Per quanto riguarda il PIANO POLITICO il paese poggiava SISTEMA PARLAMENTARE BIPARTITICO, in cui le due forze dei WHIGS e dei TORIES rappresentavano rispettivamente i liberali e i conservatori.  Anche dal punto di vista dell'applicazione del sistema liberale rappresentativo era la nazione più avanzata d'Europa: il governo britannico era infatti subordinato alla fiducia che il Parlamento gli concedeva e la CORONA non aveva un ruolo politico preminente, ma incarnava la COESIONE DEI VALORI DELLA NAZIONE. Tale ruolo fu perfettamente incarnato dalla REGINA VITTORIA (regno: 1837-1901). La regina divenne il SIMBOLO dell'ORGOGLIO NAZIONALE BRITANNICO, e la cosiddetta età vittoriana sarebbe passata alla storia come il periodo di maggiore prosperità e potenza del paese.  Regina Vittoria: Appena diciottenne (1837) eredita il trono britannico dallo zio Guglielmo IV. Tre anni dopo sposa il cugino Alberto di Sassonia, dal quale avrà nove figli. La regina sarà profondamente legata al marito, che eserciterà una notevole influenza sulle sue scelte politiche. Ha rapporti conflittuali con i suoi primi ministri liberali, Palmerston e Gladstone, mentre il suo favorito sarà Benjamin Disraeli, il primo ministro conservatore che, nel 1876, ne promuove l'incoronazione a imperatrice dell'India. I tratti caratteristici della sovrana, quali il MODERATISMO POLITICO, la SEVERITA’ dei COSTUMI e la PROPENSIONE ad AFFERMARE la SUPREMAZIA BRITANNICA, diventeranno per la Gran Bretagna i connotati di un'intera epoca, che è passata alla storia come "età vittoriana". La regina assurge a simbolo della prosperità e della grandezza del suo paese. Per quanto riguarda la POLITICA INTERNA, il dibattito centrale (anni Sessanta) si svolse intorno al tema della RIFORMA ELETTORALE. Si trattava di una questione importante in quanto i ceti sociali che andavano acquisendo un peso crescente sul piano economico (piccola borghesia, classe operaia) iniziarono a reclamare un ruolo attivo politica del paese. La legge varata nel 1832 aveva ridefinito i collegi elettorali aumentando la rappresentanza delle aree urbane, ma aveva mantenuto i requisiti di censo estendendo di poco il corpo elettorale (sempre inferiore al 5% della popolazione): NO SUFFRAGIO UNIVERSALE. La corrente intellettuale radicale dello schieramento liberale (tra i quali il filosofo John Stuart Mill) proponeva un ALLARGAMENTO DEL SUFFRAGIO, per conseguire la piena realizzazione della democrazia. All'ipotesi di una nuova riforma elettorale si era però dichiarato contrario il liberale moderato HENRY PALMERSTON, dominatore della scena politica britannica prima come ministro e poi come capo del governo. Una volta morto (1865), la guida dei liberali passò a WILLIAM GLADSTONE, il quale propose un progetto di legge che prevedeva un'estensione del diritto di voto mediante una diminuzione del censo elettorale nelle città. La proposta NON venne APPROVATA sia dai conservatori, ma anche dall'ala moderata del partito dello stesso Gladstone. Proprio a causa di queste divisioni, nel 1866 il GOVERNO LIBERALE CADDE, consentendo il passaggio del potere ai conservatori guidati da BENJAMIN DISRAELI.  Questi pensò di sottrarre ai liberali la questione della riforma elettorale e nel 1867 riuscì a fare approvare un nuovo REFORM ACT. La nuova legge incrementava di quasi un milione di individui il corpo elettorale (portandolo a 2500000 votanti, pari a circa l'8% della popolazione), soprattutto a favore dei lavoratori urbani a reddito più elevato: il diritto di voto era infatti esteso ai proprietari di un appartamento e anche agli inquilini che pagassero un affitto annuo non inferiore a una certa soglia. Disraeli riteneva che l'allargamento del suffragio avrebbe premiato il suo partito alle successive elezioni, ma almeno nell'immediato parve verificarsi il contrario: nel 1868, infatti, le nuove elezioni politiche videro il ritorno al potere dei liberali guidati da Gladstone.  Nel successivo decennio la VITA POLITICA BRITANNICA fu caratterizzata dall'ALTERNANZA TRA LIBERALI E CONSERVATORI. Dopo il governo liberale avviato nel 1868 che si occupò: - Riformare il sistema scolastico e la pubblica amministrazione - Legalizzare le organizzazioni sindacali delle Trade Unions Nel 1874 i tories riconquistarono il potere e Disraeli tornò a ricoprire la carica di primo ministro. Egi puntò a una POLITICA ESTERA più decisa e nel contempo a CONSOLIDARE il proprio CONSENSO interno attraverso un PROGRAMMA DI RIFORME: - STABILIZZARE il CONTROLLO BRITANNICO sul CONTINENTE INDIANO e fece proclamare la regina Vittoria imperatrice delle Indie (1876). - Entrò in competizione con i liberali sul piano delle RIFORME SOCIALI: prese provvedimenti in favore dell'assistenza ai lavoratori e rafforzò il diritto di sciopero.  Disraeli riuscì in tal modo a dare vita a un esperimento di CONSERVATORISMO POPOLARE, consistente nel fare concessioni sul piano sociale alle classi più umili allo scopo di evitare il pericolo di movimenti sovversivi (anche in Germania). In seguito a una fase di DIFFICOLTA’ ECONOMICA del paese, nel 1880 tornarono al potere i liberali con Gladstone. Essi tentarono di sopravanzare ulteriormente i conservatori sul piano delle riforme e nel 1884, vararono una nuova LEGGE ELETTORALE, che estese il diritto di voto alla maggioranza dei lavoratori agricoli. Negli anni Ottanta, Gladstone si dedicò soprattutto alla QUESTIONE IRLANDESE. L’Irlanda si sentiva estranea al Regno Unito tanto da RECLAMARE il RICONOSCIMENTO di una PROPRIA AUTONOMIA. 2 fondamentali differenze: - Si professava il cattolicesimo in contrapposizione all'anglicanesimo britannico - La struttura sociale ed economica era di tipo rurale e caratterizzata da condizioni di arretratezza,  Una CRISI AGRICOLA diffusa in tutta Europa alla fine degli anni Settanta, seguita a una carestia che aveva causato quasi un milione di morti ed emigrazioni in massa soprattutto verso gli Stati Uniti, ebbe l'effetto di alimentare l'insofferenza nei confronti dello sfruttamento dei contadini irlandesi da parte della classe dei proprietari terrieri inglesi.
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