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L'eta' vittoriana, Sintesi del corso di Letteratura Inglese

eta vittoriana bertinetti, riassunto

Tipologia: Sintesi del corso

2014/2015

Caricato il 03/09/2015

flower1991
flower1991 🇮🇹

4.8

(18)

8 documenti

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Scarica L'eta' vittoriana e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! L’ETA’ VITTORIANA Essa prende il nome dalla regina Vittoria. Salì al trono appena diciottenne (1837) in un periodo caratterizzato da scontri sociali, e morì nel 1901. Durante il suo regno, l’Inghilterra si trasformò nella massima potenza imperiale mondiale, consolidando la ricchezza derivata dalla rivoluzione industriale. A livello di abitudini sociali, mentre all’uomo era concesso di mantenere durante il giorno un’apparenza di rigoroso decoro e durante la notte di ricercare piaceri proibiti, si assisteva ad una progressiva desessualizzazione delle donne delle classi medie cui faceva da contraltare l’aumento della prostituzione ed alla soddisfazione per i traguardi raggiunti nelle scienze si andava sovrapponendo l’inquietante immagine di un universo senza Dio . IL ROMANZO VITTORIANO: Forma borghese per eccellenza che illustrò l’avanzata delle classi medie rivolgendosi apertamente ad esse nella ricerca di un rapporto diretto con il pubblico. Ritmo narrativo,caratterizzazione dei personaggi e svolgimento degli episodi erano influenzati dalla diffusione a puntate: le narrazioni uscivano ad episodi mensili. In tal modo, l’opera si creava con la collaborazione dei lettori il cui gradimento, di puntata in puntata poteva anche modificarne gli svolgimenti narrativi previsti dall’autore, anche perché il romanzo era sempre più costretto a sottostare alle leggi del mercato. La grande fioritura del romanzo vittoriano nacque dalle rovine del romanticismo individualista nel passaggio dalla contemplazione della propria anima alla raffigurazione ironica della società. IL SECOLO LUNGO Charles Dickens (1812-1870) Nessuno meglio di Dickens rappresenta nei suoi lavori il vittorianesimo, in tutte le sue contraddizioni. L’eccezionale talento drammatico unito ad una non comune capacità inventiva che si esplica soprattutto nella creazione di personaggi indimenticabili, fanno di Dickens il prototipo del narratore puro che prende ciò che narra dall’esperienza, propria o che gli è stata riferita, e lo trasforma in esperienza di quelli che ascoltano la sua storia. Due sono le caratteristiche che rendono unico il racconto dickensiano: il suo essere pensato per l’ascolto (lettura familiare ad alta voce) ed il suo rapportarsi all’esperienza di una classe sociale particolarmente conosciuta e colta in tutte le sue sfumature: la borghesia. Dickens è il cantore di quella media borghesia cui lo sviluppo industriale ha permesso di accedere a livelli sempre più alti nella scala sociale. Debuttò nella narrativa trasformando i testi scritti su commissione per accompagnare una serie di vignette: The Posthumous of the Pickwick Club (Il circolo Pickwick) , spaccati umoristici della vecchia Inghilterra preindustriale che ebbero enorme successo popolare grazie al divertimento suscitato dalle (dis)avventure sportive, politiche,legali e persino erotiche di alcuni attempati gentiluomini in viaggio. Oliver Twist è la storia di un orfano maltrattato che si perde nel sottobosco londinese tra ladri e prostitute. La vicenda, una delle più lacrimevoli di Dickens, è in primo luogo un atto di accusa contro la politica economica del tempo e le devastanti conseguenze della rivoluzione industriale per gli strati più bassi ed indifesi della popolazione. L’opera si chiude all’insegna dell’ambiguità con un lieto fine che porta il protagonista paradossalmente ad integrarsi proprio in quella classe sociale che ha creato le condizioni della sua miseria. La denuncia dello sfruttamento minorile e l’attenzione al mondo dell’infanzia costituiscono gli elementi più affascinanti di quello che tra i suoi, era il romanzo preferito di Dickens, David Copperfield in cui vi è una narrazione in prima persona, con molti spunti autobiografici sulle esperienze infantili. Il romanzo si segnala come un trionfo della narrazione allo stato puro, della gioia di raccontare,raccontarsi e farsi ascoltare. Il Bleak House (Casa desolata) si riscontra sin dal titolo un mutamento nell’opera dickensiana: all’ottimismo subentra una visione sociale sempre più pessimista e dall’umorismo subentra la riflessione metaforica. Con Hard Times, Dickens sferra il suo attacco più sostenuto alla politica industriale del suo tempo. In una squallida città industriale si agitano personaggi senza alcuno spessore psicologico e l’autore denuncia a piena voce le colpe dell’industrializzazione, mettendo a nudo le debolezze della propria visione sociale e politica. Inoltre, Hard Times è una denuncia dei guasti provocativa una educazione che impedisce ai bambini il libero uso della fantasia. Great Expectationes (Grandi speranze) , considerato dalla critica come il capolavoro di Dickens, è una triste favola sulla perdita dell’innocenza nello scontro tra le aspirazioni della adolescenza ed i compromessi dell’età adulta. William Thackeray (1811-1863)Considerato il rivale di Dickens, È ricordato soltanto per uno dei suoi numerosi romanzi, Vanity Fair (La fiera delle vanità) affresco della società inglese all’indomani di Waterloo. La vicenda ruota attorno ai casi di due donne, l’astuta ed immorale Becky Sharp e la mite Amelia Sedley, che rappresentano i due aspetti ella femminilità riconosciuta dai vittoriani: la prostituta e l’angelo del focolare. Ambiziosa, furba e calcolatrice, Becky crea da sé il proprio destino (e la propria sconfitta);dolce ed ingenua, come ogni brava figlia e moglie vittoriana, Amelia lascia invece che siano gli uomini a tracciare il corso della sua esistenza. Notevole è la struttura del romanzo, anche se i lettori odierni possono essere infastiditi dal vezzo dell’autore di entrare in prima persona a commentare il racconto, nessuno può rimanere indifferente di fronte all’abilità con cui l’autore regge le file del suo teatrino di marionette ed ogni lettore riesce ad identificare nella ricca galleria di personaggi proposta da Thackeray, tutta la casistica umana vittoriana. Charlotte, Emily ed Anna Bronte. Se è vero che le tre sorelle crebbero orfane di madre, lontane dalla città, nel vicariato paterno, portate alla fantasticheria dall’isolamento e prive di una scolarizzazione, non va dimenticato che l’anticonformismo paterno le espose fin da bambine alla discussione di questioni politiche e sociali. Indipendente, visionaria e soggetta a frequenti crisi depressive, Charlotte fu l’unica delle sorelle a conoscere il successo in vita, con il romanzo Jane Eyre pubblicato sotto lo pseudonimo maschile di Currer Bell, il racconto conobbe un autentico successo di scandalo, raccontano in prima personal’educazione sentimentale di un’orfana che si impiega presso la misteriosa dimora di un gentiluomo dal torbido passato, di cui finisce con l’innamorarsi. Jane, poco attraente anche se decisamente passionale, rifiuta di ricoprire il ruolo di angelo del focolare domestico, ed alla fine del romanzo,dopo alcune vicissitudini, sposa un Rochester menomato, lasciando al lettore il dubbio di trovarsi davanti ad un tripudio di amore infermieristico oppure davanti all’estremo riscatto di una donnacce,emancipata economicamente, rifiuta di occupare, anche fisicamente, una posizione subalterna all’uomo. Nello stesso anno di Jane Eyre, uscirono le opere prime (ed uniche) di Anna Bronte, Agnes Grey, e di Emily Bronte, il più famoso Wutherinh Heights (Cime tempestose), romanzo che colpisce tanto per l’inaudita brutalità, l’assenza di condanna morale e per la scabrosa materia trattata, quanto per la maestria della costruzione narrativa, il gioco sapiente delle voci narranti ed i complessi slittamenti temporali. Lo sconvolgimento provocato dall’arrivo di un ragazzo zingaro nella vita delle due famiglie che l’autrice segue attraverso tre generazioni, corrisponde alla scoperta del male come forze primitiva inevitabile. George Elliott (1819-1880) pseudonimo di Mary Ann Evans. Il suo primo lavoro narrativo, tre racconti riuniti sotto il titolo di Scenes of Clerical Life, non sembra discostarsi troppo dalla descrizione di vita provinciale. Ma già in The Mill on the Floss (Il mulino sulla Floss) alcune
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