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l'Europa nella Belle Epoque, Schemi e mappe concettuali di Storia

analisi dell'Europa a inizio '900: Gli eserciti di massa, Suffragio universale, partiti di massa, sindacati, I partiti socialisti e la seconda internazionale, I cattolici e la Rerum novarum, Le nuove alleanze, l'Imperialismo e riforme in Gran Bretagna, La Germania guglielmina, I conflitti di nazionalità in Austria-Ungheria, La Russia e la rivoluzione del 1905, Verso la guerra.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

In vendita dal 11/02/2022

giorgiafontanaxx
giorgiafontanaxx 🇮🇹

17 documenti

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Scarica l'Europa nella Belle Epoque e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! L’Europa di inizio ‘900 1. Gli eserciti di massa Un importante aspetto dello sviluppo della società di massa fu l’istituzionalizzazione degli eserciti: le nuove riforme degli ordinamenti militare prevedevano inoltre l’obbligo del servizio militare per la popolazione maschile. 2. Suffragio universale, partiti di massa, sindacati L’affermarsi della società di massa ebbe come conseguenza quasi immediata la necessità di allargare ad una parte più estesa della popolazione la partecipazione politica: fu infatti indetto il suffragio universale maschile (il fatto che le donno fossero inadatte a votare era dato per scontato), cioè il diritto di voto aperto a tutti gli uomini. Ma perchè fino a questo momento non era stato così? Perché le decisioni politiche presupponevano delle conoscenze tecniche di cui si poteva occupare soltanto che se ne intendeva e cioè solo una parte ristretta della popolazione che sicuramente non coinvolgeva le donne, caratterizzate per la maggior parte da una forte analfabetizzazione. 3. I partiti socialisti e la seconda internazionale Verso la fine del XIX secolo si affermarono nei paesi europei i partiti socialisti, il primo dei quali fu il partito socialdemocratico tedesco (Sdp), di ideologia marxista, che fece da modello per i partiti socialisti che si sarebbero costituiti nel continente di lì a poco. Il socialismo fu una necessaria conseguenza dell’industrializzazione: quando infatti si ha un forte sviluppo industriale, parallelamente sorgono dei problemi riguardanti le uguaglianze, soprattutto dei lavoratori (in questo caso di industrializzazione, dei lavori in fabbrica), che fanno sì che la politica tenga conto dei diritti di tutte le classi sociali, anche di quelle che fanno da contraltare alla produzione capitalistica, senza però bloccare lo sviluppo economico. Tra i partiti di massa, si affermò anche il comunismo, che si distingueva per il suo desiderio di oltrepassare e distruggere il capitalismo, a differenza dei socialisti che volevano invece trovare un accordo con l’impianto capitalistico attraverso le riforme. In Italia iniziò a prendere la sua fisionomia il partito socialista verso la fine del secolo, grazie ad alcuni uomini importanti, come Turati. DIede un grosso contributo all’azione socialista la Seconda Internazionale, una federazione di partiti nazionali europei, fondata nel 1889, che divenne sede di discussione dei dibattiti ideologici del movimento operaio; quest'ultima stabilì che la giornata lavorativa non doveva durare più di otto ore e proclamò il primo maggio come giornata internazionale dei lavoratori. 4. I cattolici e la Rerum novarum In questo contesto politico e sociale, anche la Chiesa volle prendere posizione rispetto alla questione sociale: a tale scopo, emblematica fu l’enciclica Rerum Novarum (1891) di papa Leone XIII, uno scritto dedicato ai problemi della condizione operaia. Il papa sentiva la necessità di scrivere questa enciclica poiché temeva che i lavoratori, essendosi affermati dei partiti (socialismo e comunismo) che erano totalmente atei, assorbissero anche l’ateismo di tali partiti. Anche di questo ateismo ecclesiastico si vennero a creare due diverse tendenza: una più vicina al comunismo (lasciando ovviamente da parte l’ateismo), l’altra più vicina al socialismo moderato, cui venivano però aggiunte le istanza religiose. Emerse dunque una nuova tendenza politica, la democrazia cristiana, che si proponeva di conciliare la dottrina cattolica con la prassi e gli istituti di democrazia. L’Europa nella belle époque 1. Un quadro contraddittorio Gli anni antecedenti alla Grande Guerra furono caratterizzati da un’immagine contraddittoria dell’Europa. Da una parte vi era un forte sviluppo economico, dato anche dalla Seconda rivoluzione industriale, che portò un notevole progresso scientifico in svariati campi, come l’elettricità, la chimica, le acciaierie, il petrolio, le automobili (FIAT, triangolo economico: Torino, Milano, Genova); emblematica fu l’esposizione del progresso di Parigi (in seguito a quella di Londra), che rappresentava l’ottimismo che vigeva in Europa grazie al suo primato in campo industriale, produttivo ed economico; si viveva dunque un’età di progresso e spensieratezza, chiamata, appunto “belle époque”. D’altro canto, però, la popolazione avvertiva un senso di insicurezza e tensione, data dalla competizione che creavano altre potenze, come Stati Uniti e Giappone. É dunque in questo momento che vanno ricercate le radici dell'imminente guerra, le quali si riscontrano anche e principalmente nei nuovi sistemi di alleanze tra paesi. 2. Le nuove alleanza In seguito alle dimissioni di Bismarck del 1890 di ebbero molti cambiamenti nel campo delle alleanze europee. Quest'ultimo infatti era riuscito a mantenere accordi sia con Austria che con Russi, da molti anni in conflitto, i suoi successori, invece, rinnovarono solo l'alleanza con l'Austria; la Russia dunque, necessitando di un alleato, strinse un accordo militare nel 1894 con la Francia. A questo punto la Germania, dovendo prepararsi ad un'eventuale guerra tra due fronti (Russia e Francia),diede il via alla costruzione di una flotta da guerra talmente potente, da poter contrastare la flotta britannica: la Gran Bretagna si inasprì e diede il via a sua volta ad una "corsa agli armamenti navali". Contemporaneamente, Francia e Inghilterra si riavvicinarono sistemando le vecchie colonie in Africa e creando un accordo, "l'Intesa cordiale". Nel mentre alla Triplice alleanza (Italia, Austria, Germania) si contrapponeva la Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia, Russia), la quale ebbe come conseguenza l'aggressività in politica estera della Germania, che era sempre più incline ad una guerra preventiva. 3. La Francia tra democrazia e reazione Verso la fine dell'800 si allearono in Francia i nemici della Repubblica (nazionalisti, tradizionalisti, antisemiti,...) e misero quasi a repentaglio la Terza Repubblica. Tutto ciò si manifestò in occasione del caso giudiziario di Alfred Dreyfus, un ebreo accusato di aver fornito documenti riservati alle ambasciata tedesca, che causò la spaccatura dell'opinione pubblica: da una parte socialisti, radicali e repubblicani moderati si battevano per l'innocenza dell'imputato, dall'altra clericali, monarchici e nazionalisti sostenevano la colpevolezza dell'imputato. I sostenitori di Dreyfus si guadagnarono l'opinione pubblica e, con questa,
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