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L'EUROPA TRA IL 500 E IL 600, Appunti di Storia

LA SPAGNA DI FILIPPO II L'INGHILTERRA ELISABETTIANA LA FRANCIA IN GUERRA DI RELIGIONE EUROPA DELL'EST

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 25/12/2020

letizia-cicotto
letizia-cicotto 🇮🇹

4.3

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69 documenti

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Scarica L'EUROPA TRA IL 500 E IL 600 e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! STORIA – L’EUROPA TRA IL ‘500 E IL ‘600 1. La Spagna di Filippo II IL REGNO: Dopo l’abdicazione di Carlo V nel 1156, il Regno di Spagna passò a suo figlio Filippo II. L’impero degli Asburgo era immenso (Spagna, Paesi Bassi, possedimenti italiani, colonie americane e in seguito anche il Portogallo). A differenza del padre, che viaggiò molto, Filippo rimase per lo più in Spagna, trasferendo la capitale da Valladolid a Madrid, dove venne costruita la sua reggia, l’Escorial. Era considerato un sovrano rigoroso e intransigente ‘El Rey Prudente’, che non si affidò mai a un collaboratore. Questa centralizzazione del potere, finì però, per creare problemi governativi (relativi alle distanze e alle tempistiche). ORGANIZZAZIONE DELLO STATO: Madrid era la capitale politica e amministrativa e da lì il sovrano dirigeva i vari possedimenti, affidati a governatori o vice-re. La politica era gestita dai vari consigli (o ministeri): i consiglio territoriali. Il consiglio di Stato era il più importante: definiva le strategie politiche estere. La politica economica era gestita dal Tesoro delle Finanze, il consiglio della guerra e dell’Inquisizione si occupavano rispettivamente dell’esercito e della religione. Filippo II si pose alla testa di una fitta rete di funzionari: l’apparato burocratico spagnolo era costituito da uomini che pagavano somme proporzionate all’importanza del loro incarico = il funzionario acquistava la sua carica e riceveva uno stipendio modesto, a afre le spese di questo sistema erano naturalmente i ceti più deboli. UNITA’ RELIGIOSA: Uno degli obbiettivi di Filippo II era l’unità religiosa, per questo fu il braccio armato della controriforma: egli sostenne l’Inquisizione contro le eresie, i protestanti e in primis i moriscos (mussulmani convertiti) e i conversos (ebrei cristianizzati che praticavano clandestinamente il loro culto). Ci furono diverse ribellioni, tutte represse con violenza. Venne loro imposto di abbandonare la Spagna. Filippo II riuscì ad unificare il popolo nel cattolicesimo, almeno in Spagna. ECONOMIA E SOCIETA’: La Spagna non era economicamente potente (artigianato e agricoltura deboli e il commercio non decollava). La sua ricchezza derivava dall’oro e dall’argento delle colonie americane. Furono questi prodotti a mantenere l’esercito potente e una flotta prestigiosa, e permise alla corte di vivere nel lusso. La Spagna si abituò a vivere al di sopra delle sue disponibilità, affidandosi ad una fonte di ricchezza esauribile, se non fosse stata investita in qualche attività produttiva. Questo sistema provocò alla Spagna grandi debiti (durante il regno fi Filippo II lo Stato dichiarò Bancarotta 3 volte). In spagna la borghesia non fu in grado di dare impulso all’espansione economica. Il lusso e l’ostentazione diedero origine allo spagnolismo, stile di vita fatto di apparenze. POLITICA ESTERA: Nella seconda metà del ‘500 la Spagna era la più grande potenza militare europea: si impegnò in diverse aree: nel mediterraneo, contro gli ottomani; nei paesi bassi contro i protestanti, protagonisti di una rivolta che li portò all’indipendenza dall’olanda; contro l’Inghilterra, con la quale vi era un contrasto religioso e per l’egemonia sui mari; nelle colonie americane: nel 1565 in Messico, i discendenti dei conquistadores organizzarono una congiura per prendere il potere e in aggiunta ci fu anche una ribellione da parte degli Indigeni, sedata dal sovrano con forza; nel Portogallo per questioni dinastiche: Filippo II sposò Maria del Portogallo, rivendicando il trono. Nel 1580 l’esercito occupò il Portogallo e l’anno successivo le Cortes portoghesi riconobbero Filippo II come nuovo sovrano – l’unione durò sino al 1640. L’elemento unificante della politica estera di Filippo II fu il su ruolo come difensore del cattolicesimo. BATTAGLIA DI LEPANTO: gli Ottomani continuavano a compiere scorrerie lungo tutte le coste europee. Dal 1530 le incursioni della piraterie divennero frequenti, ma l’atto che scatenò la reazione militare contro gli Ottomani fu la conquista di Cipro nel 1570. L’isola era dominio veneziano, importante punto strategico commerciale. A difesa degli interessi dell’Occidente cristiano venne costituita la Lega Santa, voluta da Papa pio V, formata da: Venezia, Stato Pontificio e Spagna. Fu allestita una flotta condotta da Giovanni d’Austria, fratello di Filippo II. Il 7-10-1571 si svolse lo scontro nel mare di Lepanto: i Turchi vennero sconfitti perdendo quasi tutte le loro navi. Con tale vittoria le aspettative erano alte: si ipotizzo di liberare la Terrasanta e ti riconquistare Costantinopoli. La Venezia era pronta a tutto pur di riprendere i suoi commerci e nel 1573 concluse una pace separata con gli Ottomani, cedendo Cipro e acquisendo in cambio privilegi commerciali. La Spagna dunque restò sola contro i Turchi, non potendosi concentrare solo su di loro, dovendo fronteggiare anche i paesi bassi. Nel 1577 Filippo II e il sultano Selim II sottoscrissero una tregua. Lo scontro nel Mediterraneo non ebbe vincitori. FILIPPO II E I PAESI BASSI: i domini spagnoli nei paesi bassi comprendevano: l’Olanda, il Belgio, Lussemburgo e una parte del nord della Francia, governati dagli Stati Generali. Si trattava di una delle aree più ricche e sviluppate d’Europa, dediti ai commerci e all’artigianato. Vi vivevano diverse comunità religiose: calvinisti, luterani, cattolici ed ebrei. La tolleranza religiosa erano alla base di questi popoli. Carlo V aveva governato questi territori rispettando la loro autonomia e cultura. Purtroppo Filippo II voleva ridimensionare questi stati, facendo sì che si integrassero con la mentalità del nuovo regno spagnolo, incrementando pressione fiscale e rigidità religiosa, guadagnando l’opposizione di tutte le classi sociali. LA RIVOLTA DI GUEUX: La rivolta esplose nel 1566 in alcune province mediterranee: i calvinisti perseguitati reagirono con atti di violenza nelle chiese e nei monasteri contro il clero. Un cortigiano li definì ‘gueux’ ovvero ‘pezzenti’, ed essi assunsero l’insulto come loro nome. Filippo II mandò nei paesi bassi il più efficienti dei suoi generali, il duca d’Alba, con l’ordine di instaurare un regime di occupazione. Questo però, rafforzò i ribelli e la loro volontà nel ripristinare la loro libertà religiosa. Il principe Guglielmo d’Orange assunse la guida della rivolta e organizzò un esercito per fronteggiare gli Spagnoli. Dal 1572 al 76 i ribelli divennero corsari attaccarono gli Spagnoli, aiutati dall’Inghilterra. LA SEPARAZIONE DAI PAESI BASSI: nel corso del conflitto venne alla luce la divisione del territorio: il nord era calvinista, prevalentemente borghese, e considerava la ribellione come lotta al cattolicesimo e alla centralizzazione del potere. Questo sollevò l’Opposizione del sud (cattolici) che era favorevole all pace con la Spagna. Filippo II decide di recuperare almeno le province del Sud, nominando Alessandro Farnese come governatore dei Paesi bassi: egli da un lato continuò l’azione militare al nord, dall’altro cercò l’intesa con il sud. Nel 1579 le province meridionali costituirono l’Unione di Arras, disposta a trattare la pace con la spagna. Nel frattempo si formò l’Unione di Utrecht, decisa a portare avanti la guerra. Nel 1581 si proclamò indipendente e fondò la Repubblica delle 7 Province Unite (Olanda), governato da Maurizio d’Orange, figlio di Guglielmo, assassinato nel 1584. La Spagna proseguì la guerra ma ne Filippo II né i suoi successori riuscirono mai a piegare l’Olanda. L’attenzione di Filippo II si spostò all’Inghilterra di Elisabetta. 2. L’Inghilterra Elisabettiana IL REGNO DI MARIA TUDOR: Durante il regno di Edoardo VI, l’Inghilterra si allontanò dalla Chiesa Cattolica. Edoardo VI aveva solo 9 anni, e morì presto di malattia, lasciando il regno a Maria Tudor. La successione segnò una svolta nella politica religiosa. Figlia di Caterina d’Aragona ed educata al cattolicesimo, il suo obbiettivo fu quello di ricondurre l’Inghilterra in queste orme. Il governò approvò tale restaurazione nel 1555. La strategia della sovrana era percepita come contraria agli interessi del popolo, idem il suo matrimonio con Filippo II (1554), che aveva suscitato timore e malumore. Il tutto peggiorò quando la sovrana decise di ricorrere alla repressione per porre fine alle manifestazione anticattoliche. Fu nominata: Maria la Sanguinaria. ELISABETTA TUDOR E MARIA STUART: Maria Tudor morì nel 1558. L’erede più diretta era Elisabetta Tudor, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, matrimonio considerato illegittimo dai cattolici. L’altra pretendente al trono era Maria Stuart, cattolica, regina di Scozia, moglie di Francesco II. Il parlamento, per lo più protestante, appoggiò Elisabetta che divenne regina d’Inghilterra nel 1558. Questo perché, se Maria Stuart fosse diventata regina, l’Inghilterra avrebbe potuto perdere l’indipendenza dalla Scozia o dalla Francia. Lo stesso Filippo II temeva l’unione di Inghilterra e Francia, perché la Spagna avrebbe potuto perdere supremazia. Salita al trono a 25 anni, Elisabetta non ebbe un’infanzia facile, ma la sua istruzione ed educazione rigorosa, grazie anche all’aiuto di pochi ma validi collaboratori, seppero farla destreggiare bene in una situazione interna e internazionale difficile.
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