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Lutero e la Riforma Protestante in Europa: Le radici di una nuova fede, Schemi e mappe concettuali di Storia Moderna

La vita e le idee di Martin Lutero, il padre della Riforma Protestante in Europa. Dal suo periodo di studio all'Università di Erfurt, alla sua decisione di dedicarsi alla teologia, fino alla pubblicazione delle sue '95 tesi' contro la Chiesa cattolica, il testo offre una ricca panoramica della vicenda che cambiò il corso della storia. Il documento illustra come Lutero maturò un nuovo pensiero religioso, che lo portò a separarsi dalla Chiesa cattolica, e come la sua dottrina influenzò la Europa del tempo, portando alla nascita di nuove religioni e alla riforma della Chiesa cattolica stessa.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 09/06/2022

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federica-nava 🇮🇹

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Scarica Lutero e la Riforma Protestante in Europa: Le radici di una nuova fede e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! L’Europa tra Riforma e Controriforma La Riforma Protestante è considerata una delle vicende più importanti che hanno caratterizzato l’età moderna. Ebbe, infatti, delle ripercussioni non soltanto religiose ma anche politiche e sociali. L’uomo che dette inizio alla Riforma fu Martin Lutero. Egli nacque nel 1483 ad Eisleben, nella Sassonia occidentale. La sua famiglia era composta da contadini di devozione tradizionale, ma ben presto avanzò socialmente: il padre di Lutero infatti divenne un piccolo imprenditore. Lutero frequentò l’Università di Erfurt e qui studiò discipline filosofiche, diventando baccelliere nel 1502 e maestro delle arti nel 1505. Nell’ambiente universitario di quel tempo, soprattutto ad Erfurt, erano privilegiati gli studi di filosofia e teologia scolastica. Il giovane Martin Lutero si sentì attratto dagli studi classici e dall’ “Umanesimo” e, pertanto, nel 1505 contro la volontà dei suoi genitori, lasciò gli studi di diritto per dedicarsi a quelli di teologia. Questa scelta la maturò a seguito di un episodio che avvenne proprio in quell’anno: rischiò di essere colpito da un fulmine, ma si salvò. Egli promise allora di cambiare vita e diventare un monaco. Lutero entrò nell’Ordine di Sant’Agostino e dopo un anno di noviziato abbracciò la regola monastica pronunciando i voti. Nel 1508 venne chiamato a Wittenberg e cominciò ad insegnare filosofia morale. Tra il 1510 e il 1511 Lutero si recò a Roma. Secondo alcuni suoi biografi ebbe una cattiva impressione della Roma papale che era nel pieno “Rinascimento”, dimora degli artisti più importanti di quei tempi. Quando tornò a Wittenberg lasciò la cattedra di filosofia morale per insegnare teologia. In quegli anni Lutero maturò un nuovo pensiero religioso che lo portò a separarsi dalla Chiesa cattolica. Le nuove concezioni luterane possono essere divise in cinque capisaldi. Il primo è quello della “Sola Scriptura”: venne sancito il primato della Bibbia sulla tradizione e sul magistero della Chiesa. Pertanto, solo la Sacra Scrittura racchiude, esplica la volontà di Dio e la condotta del fedele deve conformarsi ad essa. Il secondo caposaldo è quello della “Sola Gratia”: la salvezza non dipende dall’agire umano, ma è un dono imperscrutabile e gratuito di Dio. L’uomo infatti è corrotto dal “peccato originale” sin dalla nascita e solo Dio può donargli la grazia. Il terzo è quello della “Sola Fides”: la fede ha un grandissimo valore per la salvezza umana, solo grazie ad essa si può ottenere la grazia, irraggiungibile tramite le opere. Il quarto è quello del “Solo Christus”: nella vita del cristiano la centralità di Gesù è fondamentale. Egli è l’unico che può mediare tra Dio e l’uomo. Lutero infatti nega l’importanza delle figure tradizionalmente proposte dalla Chiesa che hanno il ruolo di intermediari, in particolare dei santi. Il quinto caposaldo è quello del “Soli Deo Gloria”: Dio è l’unico degno di gloria e onore. Tutto ciò che l’essere umano è deriva da Dio e solo a Lui vanno rivolte lodi e preghiere. Carlo V fu costretto a procedere per mano militare. Iniziò così il vero e proprio conflitto armato. L’esercito imperiale riportò una netta vittoria (insieme alla Lega di Smalcalda) nel 1547 nella battaglia di Mühlberg ma questa non fu affatto risolutiva. La situazione per l’Impero diventò negli anni sempre più complessa e allora Carlo V decise di procedere con la “Pace di Augusta” nel 1555. I protestanti poterono professare la loro fede secondo il principio del “cuius regio eius religio”: i sudditi dovettero seguire la religione del loro principe. I protestanti, allora, dovettero risiedere in un principato in cui regnava un principe protestante. Di conseguenza, i cattolici dovettero risiedere in un principato in cui regnava un principe cattolico. Il pensiero di Martin Lutero influenzò tanti uomini: alcuni di questi svilupparono delle idee proprie, a volte in contrasto con quelle dello stesso Lutero. Huldrych Zwingli fu uno di questi. Egli operò a Zurigo e il suo obiettivo fu quello di creare una città di Dio in cui tutta l’attività umana fosse regolata dai valori cristiani. Egli si differenziò poco dal pensiero di Lutero: sostenne che l’eucarestia non fosse presenza reale di Cristo, ma che il pane e il vino fossero solo dei simboli del corpo e sangue di Gesù. I Cantoni svizzeri cattolici, per arginare l’espansione protestante, mossero guerra contro Zurigo: Zwingli e i suoi seguaci furono sconfitti a Kappel nel 1531. Un altro uomo che prese come punto di riferimento Lutero, fu Giovanni Calvino. Egli era francese ma visse per molto tempo a Ginevra: qui rielaborò in modo originale la religione protestante e in particolare l’idea di predestinazione. Calvino affermò (come Lutero) che l’uomo può acquisire la salvezza esclusivamente da Dio, ma a differenza di Lutero mise in evidenza che la salvezza non è imperscrutabile: i segni dell’elezione o della dannazione di un individuo sono percepibili. Nel 1541 Ginevra cominciò ad avere un governo simile alla teocrazia: vi fu una fusione tra potere religioso e civile, che si esplicò al massimo con la nascita del “Concistoro”. Il Concistoro fu infatti formato da magistrati del Consiglio cittadino e dai pastori, inoltre il suo compito fu quello di controllare il buon andamento della Chiesa riformata reprimendo, per mezzo della scomunica, tutti i comportamenti e le idee non conformi alla nuova ortodossia. Le dottrine di Lutero, di Calvino si diffusero presto in tutta Europa: il luteranesimo divenne religione ufficiale in Svezia, in Norvegia, in Islanda. Il calvinismo si espanse in Francia, Paesi Bassi e Scozia. La Chiesa cattolica, ben presto, si adoperò al fine di contrastare le idee protestanti tramite numerosi mezzi tra cui il Concilio di Trento. La risposta del cattolicesimo venne storiograficamente definita “Controriforma”. Questo termine fu coniato in Germania nel XVIII secolo ma oggi gli storici preferiscono utilizzare l’espressione “Riforma cattolica”: la Chiesa cattolica, infatti, non si limitò a confutare le tesi di Lutero, ma riformò anche “se stessa”. Il Concilio di Trento venne convocato nel 1544 da Papa Paolo III. Trento venne scelta come sede per due motivi: da una parte per motivi geografici (poteva essere raggiunta facilmente dai cardinali e vescovi di tutta Europa) e dall’altra per il fatto che essa si trovasse nelle vicinanze dei Paesi di lingua tedesca (in cui la Riforma si diffuse maggiormente). Il Concilio venne aperto ufficialmente nel dicembre del 1545 e si concluse a fasi alterne solo nel 1563. Esso può essere diviso in tre fasi distinte: la prima dal 1545 al 1547, la seconda dal 1551 al 1552 e la terza dal 1562 al 1563. La prima fase fu caratterizzata dai contrasti tra il Papa e l’Imperatore Carlo V: quest’ultimo si lamentò poiché non si parlò fin da subito della disciplina del clero, ma di questioni di tipo teologico. Il Concilio si interruppe a causa della completa lacerazione dei rapporti tra l’Imperatore e Paolo III: Carlo V volle conquistare il Ducato di Parma e Piacenza appartenente ai Farnese (famiglia a cui il Papa apparteneva). La seconda fase iniziò nel 1551 grazie a Papa Giulio III, ma ancora una volta le questioni politiche ne determinarono la sospensione: venne infatti sospeso a causa dello svolgimento dell’ultima fase delle “Guerre d’Italia”, che caratterizzarono la storia della penisola italiana dal 1494. La terza, e ultima fase, si svolse a partire dal 1562 con Papa Pio IV. In questa sessione venne messo in luce un problema importante e cioè quello dell’obbligo di residenza dei vescovi nella diocesi di appartenenza: molti vescovi nel tempo ottennero la concessione di più diocesi contemporaneamente, ma secondo molti quest’abitudine doveva essere modificata. Alcuni padri conciliari ritennero che ad un vescovo potesse essere affidata una sola diocesi e dovesse risiedervi; altri invece non furono d’accordo. Essa si dedicò anche a colpire le pratiche magiche e religiose che erano particolarmente diffuse in piccoli centri di montagna poiché vennero considerate pagane. L’altro simbolo fu quello dell’ “Indice dei libri proibiti” fondato da Paolo IV nel 1559. Nel 1571 venne istituita la Congregazione dell’Indice che sottopose l’intera attività intellettuale a rigidi controlli. L’Indice contenne tutte quelle pubblicazioni proibite dalla Chiesa cattolica: furono condannate anche le opere di intellettuali famosi come Giovanni Boccaccio e Ludovico Ariosto. Nel periodo della “Controriforma” nacquero nuovi ordini religiosi, ad esempio: quello dei Cappuccini nel 1528 che prese come punto di riferimento il pensiero di San Francesco d’Assisi; quello dei Barnabiti, dei Teatini, dei Somaschi che ebbero tra i loro obiettivi quello di formare i clero, di evangelizzare le plebi, di assistere gli orfani e i malati. Angela Merici, invece, fondò nel 1535 la Congregazione delle Orsoline. L’ordine che tuttavia rispecchiò al meglio lo spirito controriformistico fu quello dei Gesuiti: esso venne istituito da Ignazio di Loyola nel 1534, ma venne ufficialmente approvato solo nel 1540 da Papa Paolo III. I Gesuiti si caratterizzarono fin da subito come una “milizia” al servizio del Papa e della Controriforma: ai tre voti di povertà, castità e obbedienza (pronunciati anche da altri ordini monastici) essi ne aggiunsero un quarto e cioè quello di fedeltà assoluta al pontefice fino alla morte. I Gesuiti ebbero nel tempo dei ruoli importantissimi: furono missionari, dediti all’evangelizzazione in America Latina e nell’ Estremo Oriente; precettori e consiglieri di importanti principi e sovrani, creando molti collegi in giro per il mondo. Il primo Collegio gesuitico a divenire la prima “Università collegiata europea” fu proprio quello di Messina nel 1548.
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