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La quarta crociata e l'attacco a Costantinopoli: un'analisi critica, Sintesi del corso di Storia Medievale

Storia di VeneziaStoria dell'impero bizantinoStoria delle crociate

I fatti che portarono all'attacco di Costantinopoli durante la quarta crociata del 1202, mettendo in discussione le affermazioni di Niceta Coniata riguardo lo sfregio delle immagini sacre da parte dei crociati. Vengono inoltre esaminate le ipotesi dietrologiche sulla regia occulta che avrebbe manipolato la spedizione per conquistare Costantinopoli. Il documento si sofferma in particolare sul ruolo del Papa e sulla decisione di attaccare Zara, nonché sulla presunta volontà dei crociati di recuperare i soldi mancanti attraverso il sacco della città.

Cosa imparerai

  • Perché la decisione di attaccare Zara era stata nascosta alla maggior parte dei crociati presenti a Venezia?
  • Qual era il ruolo del Papa nella spedizione e nella presunta volontà di conquistare Costantinopoli?
  • Quali erano le reali intenzioni dei crociati riguardo all'attacco di Costantinopoli?
  • La spedizione poteva essere usata contro i cristiani, come specificato dal Papa?
  • Esistevano rapporti difficili tra Venezia e Zara prima dell'attacco?

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 13/01/2022

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Scarica La quarta crociata e l'attacco a Costantinopoli: un'analisi critica e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! Gerusalemme A fine Giugno del 1198 papa Innocenzo III ( lotario di Segni) bandì una crociata ,la Quarta. Nel 1187 Saladino aveva riconquistato Gerusalemme e tra il 1188 ed il 1190 una crociata di magnifiche proporzioni , Guidata dall'imperatore in prima persona Federico Barbarossa , si era levata dall'Europa , ma fini tragicamente con la morte del barbarossa , annegato in un fiume. Ne Filippo Il di Francia ne Riccardo Cuor di Leone erano riusciti a venire a capo della situazione. E ‘ vero che i latini avevano recuperato terreno ma Gerusalemme restava in mano musulmana, e l'imperatore di Costantinopoli non potendo fare valere il suo teorico diritto sulla regione rimaneva sulla difensiva. Era noto che i crociati erano validi combattenti ma anche vassalli insubordinati restii a riconoscere i diritti imperiali, cosa che non succedeva a Costantinopoli dove il feudalesimo non aveva attecchito , in realtà il sistema della pronoia si distingue da quello feudale perché non va oltre all'ambito militare e perché essendo usato dallo stato , in sostituzione del pagamento degli stipendi alle truppe ,ha una diffusione proletaria. A Costantinopoli regnava Alessio Ill Angelo che aveva deposto, e fatto accecare suo fratello Isacco Il Angelo, e l'Europa cristiana era divisa , Francia ed Inghilterra in guerra, la Spagna in buona parte in mano a musulmani. Questo il quadro nel 1198 Lotario E Innocenzo Lotario si Formò in teologia a Parigi era molto giovane quando salì al soglio pontificio, e tutto il suo pontificato fu dominato da due progetti principali: il recupero della Terrasanta e la riforma della chiesa . aveva una visione del mondo abbastanza fosca, come traspare da un suo scritto del 1195 , la miseria della condizione umana. In essa i peccati dell'uomo -avidità avarizia lussuria superbia- fanno da sfondo ad un quadro dove solo la certezza dell'azione salvifica di Cristo apporta la speranza della salvezza chiesa derivavano dal pontefice romano . il Papa quindi poteva traslare .deporre vescovi, modificare limiti delle diocesi convocare e presiedere i concili, canonizzare, quindi era il capo indiscusso della chiesa . Nei riguardi del potere secolare la la cosa era un po' più complessa ,si sentiva in dovere di intervenire quando si trattava di questioni spirituali per esempio in occasione di un peccato, aveva quindi una concezione altissima della sua funzione che era male controbilanciata per via dell'assenza di un forte potere imperiale in quel momento il S.R.I: , dopo la morte di Enrico VI di Svevia nel 1197 , non aveva un imperatore. L'ideale di fondo che lo mosse fu sempre quello della pace di una pace anche armata , o comunque garantita dalla guerra ma una guerra giuridicamente giusta pensata in funzione della pace cioè della realizzazione del Regno di Dio sulla terra .Sale al soglio pontificio l'otto gennaio 1198 e dopo pochi mesi bandisce appunto la crociata per liberare la Terra Santa dalla sozzura dei saraceni . Il Progetto per la crociata La lettera che Innocenzo Ill spedì in mezza Europa ad agosto del 1198 ,conteneva una progettazione della Crociata. A partire dalle motivazioni spirituali, la crociata era una battaglia per cristo, con cristo e di cristo, si calcava la mano sull'amor proprio e l'onore dei laici. In Nome di Dio , Innocenzo chiamava | Europa cristiana ad una vittoria sotto la protezione di Dio. Il piano prevedeva che ogni città, conte barone avrebbero dovuto armare un congruo numero di soldati, ed anche gli ecclesiastici avrebbero dovuto fare altrettanto, o supplendo con denaro all impossibilità di radunare armati, pena la sospensione dall ufficio. L esercito si si sarebbe dovuto riunire il marzo seguente , raggiungere la terra santa e rimanere li 2 anni. Ma specificò anche i compiti della chiesa,il papa avrebbe aiutato la spedizione nominando due legati, Soffredo Di Santa Prassede e Pietro Capuano. Questi avrebbero dovuto procedere devotamente | esercito lungo due direttive ; Pietro Capuano avrebbe cercato di ottenere una tregua tra Francia ed Inghilterra, e Soffredo si sarebbe recato a Venezia per chiedere aiuto per la Terra Santa. Quali sarebbero stati i vantaggi? | benefici sarebbero stati di massimo grado e cioè la remissione piena di tutti i peccati confessati. Dobbiamo tenere presente che nel medioevo un peccato andava scontato con digiuni e privazioni sulla terra, senza contare la minaccia del purgatorio o inferno. La casistica era ampia : a coloro che avessero partecipato personalmente con fondi per armare i crociati , sarebbe stato concesso un pieno perdono dei peccati, quanti avessero contribuito in maniera minore , avrebbero ricevuto una congrua remissione dei peccati , in relazione all aiuto prestato. Inoltre i beni dei crociati sarebbero stati posti sotto la protezione del Papa e sarebbero rimasti intoccabili fino al loro ritorno o alla morte del crociato. Gli eventuali debiti gravanti sul bene, sarebbero stati cancellati, e si arrivava fino a rifondere gli interessi nel caso fossero stati versasti dopo | assunzione della croce. Sguardo ad oriente L appello del papa arrivo anche ad Alessio III, chiedendo di organizzare un esercito, richiesta che si inseriva in un contesto più ampio e che comprendeva il delicato problema dello scisma del 1054. In poche parole il papa chiese sia all imperatore che al patriarca ella chiesa ortodossa di sommettersi alla chiesa di Roma. LA proposta non ebbe alcun seguito Difficoltà impreviste La predicazione venne affidata ai canali ecclesiastici, ma l'eco non fu eccezionale. Pesarono su di esso il quadro internazionale, rivalità Francia -Inghilterra, il costo ingente e la mancanza di una forte personalità di richiamo spirituale. Folco di Neuilly La crociata trovò il suo araldo in un curato di campagna di nome Folco, proveniente da una piccola città Neuilly sur marne. Giovane sacerdote di umili origini non avendo una solida preparazione teologica, si recò a parigi per studiare e conobbe Pietro il cantore, il quale sovraintendeva il coro della cattedrale di Notre Dame i cui lavori erano iniziati nel 1163. L'insegnamento di Pietro verteva soprattutto su aspetti pratici della cura delle anime, folco giunse a parigi nell 1195 e imparò i rudimenti della teologia , e tornava a Neuilly la domenica per predicare, la svolta per lui avvenne quando Pietro il cantore lo invitò a predicare proprio nella chiesa di san Severino: da questo momento la sua fama crebbe velocemente e prese a predicare per tutta l’ille de france fustigando i costumi dei suoi contemporanei , il nicolaismo dei suoi colleghi e i modi di vita dei cavalieri. AIl apice della fama iniziò a predicare la crociata di Innocenzo, non sappiamo se Innocenzo e Folco si conoscessero, sappiamo che avevano avuto lo stesso maestro ,Pietro il cantore, sappiamo che aveva conosciuto un legato del papa, Pietro Capuano, sappiamo anche che il Papa appoggiò dal 1198 la vita predicatoria del curato , consentendogli di farsi affiancare da cistercensi e benedettini. Arruolò uomini senza distinzione di stato sociale . La crociata aveva due necessità; che diventasse un fenomeno di massa per attirare i maggiorenti, e la tregua anglo -francese alla quale lavorava Pierto Capuano. Tregua per una crociata La situazione in Francia non assomigliava per niente a quella attuale, il più potente vassallo del re di Francia era proprio il rivale inglese, della dinastia dei plantageneti. Tutto per via di una donna, infatti la separazione di Luigi VII re di Francia dalla duchessa dell Aquitania , Eleonora , aveva sottratto al controllo de re di Francia il feudo più importante, | Aquitania. Eleonora D ‘Aquitania si era risposta con Enrico Il Plantageneto che dominava già sulla Normandia e poteva controllare la Bretagna, di fatto la nuova coppia aveva Un potere enorme , più grande dello stesso re di Francia. Il figlio di Luigi VII, Filippo Il nel primo periodo del suo regno , dovette fronteggiare Enrico Il e poi suo figlio Riccardo, la crociata del 1188 diede un po' di respiro al re di Francia , perché quest ultimo riuscì a tornare il Francia prima del suo rivale, che fu catturato dall imperatore Enrico VI fino al 1194 quando gli prestò giuramento di vassallaggio. Il re di Francia ebbe tutto il tempo di prendere | Artois e una parte del Vermandois. AI ritorno di Riccardo la lotta riesplose , ed in pochi mesi gli uomini di Riccardo riportarono uno schiacciante successo Militare , che portò alla pace di Gaillon 1196, che però durò molto poco . Baldovino IX si schierò con Riccardo, e Ottone di Brunswick(alleato di Riccardo) venne eletto imperatore , filippo Il era in difficoltà. In questo quadro che Pietro Capuano giunse a Parigi per trovare una accordo, alla fine 1198 i due re s'incontrarono sulle rive della senna e si raggiunse una tregua quinquennale. La tregua si ruppe con la morte di Riccardo e con | ascesa al trono di suo fratello Giovanni detto senza terra, ma | attività di Pietro Capuano permise una nuova tregua e con essa il primo grande ostacolo alla crociata cadeva . Rimaneva la questione del matrimonio di Filippo Il Le spose e la regina Nel 1193 Filippo Il aveva deciso di sposare Ingeborg principessa danese , si pensa per ricevere aiuti marittimi dai danesi in chiave anti inglese , ma il giorno dopo del matrimonio ripudiò la regina. La faccenda si complicò quando Filippo Il sposò nel 1196 Agnese di Merania, Papa Celestino Ill aveva lasciato passare la cosa per non inimicarsi Filippo II, ma Innocenzo Ill si mostrò deciso a ristabilire il diritto violato della regina danese. Affidò a Pietro Capuano l’incarico di convincere Filippo a ripudiare Agnese e riprendere Ingerborg, concedendo a Pietro la possibilità del interdetto qualora Filippo si fosse rifiutato. Quest'ultimo preferì lasciare in secondo piano la questione ,per non compromettere la tregua con l’Inghilterra ,ma una serie di lettere del papa riaprirono la questione ,e Pietro capuano fu costretto nel 1200 a ricorrere all interdetto .Dal canto suo Filippo si vide costretto a riconciliarsi con ingeborg , perché | interdetto colpiva soprattutto il popolo ,che non poteva accedere ai sacramenti, l'interdetto sulla Francia fu ritirato. Nel 1201 Agnese muore dando alla luce un figlio, e ingeborg ne trasse vantaggio perchè fu reintegrata nella sua dignità regale, ma solo nel 1213 Il Torneo Nel novembre del 1199 , durante il periodo della tregua tra francia ed inghilterra, si svolse un torneo ad Ecry nei territori di Tibaldo conte di champagne nelle ardenne. Un torneo era uno spazio fisico, dove lo scopo era catturare gli avversari confiscarne gli armamenti ottenere il riscatto per i prigionieri, rispondeva atre esigenze :l’aspetto ludico, quello utilitario come addestramento , e quello ricreativo e rituale.Ciò non toglie che potevano degenerare in lotte senza quartiere con feriti e morti e per questo la chiesa tentò di proibirli senza riuscirci.In un torneo di questo tipo la crociata di innocenzo, prese forma.Fu sufficiente che il promotore del torneo,Tibaldo di Champagne prendesse la croce, perchè un'ondata di entusiasmo contagiasse i presenti. lo seguirono Simone di Monfort, e tra gli uomini di tibado , Goffredo di villehardouin,futuro storico della crociata e il conte Gualtieri di Brienne.Prese la croce anche Ugo di saint Bonifacio aveva tutte quindi le carte in regola per essere il valido comandante della crociata e soprattutto avrebbe contribuito con uomini e risorse proprie e non di scarso valore .Bonifacio si mosse verso nord per rispondere alla chiamata di barone della crociata, ma prese una per cauzione nel 1201 fece visita a Filippo Il per rinsaldare i legami esistenti , e ribadire il comune sostegno a Filippo di svevia e informarsi sugli uomini che già componevano l'armata . l'offerta che gli fu posta aveva le stesse condizioni : prendere la croce, comando degli uomini di Baldo di champagne gestione del suo denaro ma ciò si aggiungeva un nuovo elemento, il comando generale dell'armata .il fatto stesso che che Bonifacio accettò portò altri Baroni e altri borgognoni e provinciali a crociarsi ,la crociata quindi aveva ripreso slancio ma dovete fare i conti con un altro lutto, la morte di folco: l'uomo che aveva predicato per primo la crociata . Alessio il giovane Nel frattempo a Costantinopoli isacco Il Angelo era stato accecato ed imprigionato dal suo fratello Alessio Angelo, insieme a suo figlio il giovane Alessio tutto questo era accaduto nel 1195 ma dopo sei anni la guardia i suoi prigionieri si è rallentata e il giovane Alessio riesce a fuggire.Dove fuggiva? Fuggiva in Germania dove Filippo di svevia , fratello di enrico VI aveva sposato la sorella del giovane Alessio, Irene .Alessio sbarca ad Ancona e sul Reno incontra il marchese del Monferrato. Alessio poteva sperare che la crociata lo aiutasse a recuperare il trono che era stato di suo padre ,e Bonifacio non dovette faticare a intravedere i vantaggi di un imperatore debitore suo e della spedizione crociata . A ciò si aggiungeva l' intercessione di Irene sua sorella moglie di Filippo Svevo il quale a sua volta non avrebbe potuto chiedere di meglio che avere un cognato sul trono bizantino e per giunta grato a lui e ad un suo Vassallo ,Bonifacio. D'altronde l'idea di entrare a Costantinopoli aveva sfiorato sempre i sovrani svevi . Costantinopoli si proclamava l' erede della Roma dei Cesari in netto contrasto con il sacro romano impero era divisa dalla chiesa cattolica da uno scisma del 1054 quindi quale miglior scusa per porre sul trono una persona molto vicina . l'unico problema derivava dalle situazioni in cui versava Filippo di svevia dobbiamo ricordare che il suo rivale ottone di brunswick , godeva dell' appoggio del Papa ,Filippo quindi non aveva energie sufficienti per un'impresa orientale era stato scomunicato ,però c'era un esercito crociato a portata di mano il cui comandante era un fedele Vassallo Di Filippo .Si trattava però di sogni a occhi aperti a cui si sommavano altre visioni cariche di fascinazione . La crociata una volta ristabilito il legittimo pretendente sul trono a Costantinopoli avrebbe con maggiore facilità potuto recuperare la Terra Santa la chiesa di Costantinopoli si sarebbe rimessa all' obbedienza di quella romana soddisfacendo il Papa ma la situazione era un'altra. Alessio era solo un giovane in esilio Filippo di Svevia era un contendente per l'impero d'occidente, ma era anche un contendente debole ,era stato nel 1201 scomunicato dal Papa perdendo molti sostenitori ,e Bonifacio era certo il comandante della crociata ma questo gli dava solo un potere che veniva sicuramente dal denaro e dalla fedeltà che era ancora da provare .si trattava quindi solo di sogni compensati poi in una lettera dello stesso Filippo a Papa Innocenzo dove affermava che, se l'onnipotente Dio avesse concesso il regno greco a suo cognato avrebbe lui stesso sottomesso la chiesa costantinopolitana alla chiesa romana si trattava quindi di una delle promesse del re che lo Svevo avrebbe fatto il Papa nel 1203 in cambio del suo appoggio contro il suo rivale ottone rovesciando I si e i no del papa Il consenso di Innocenzo era importante, soprattutto per quello che riguardava la crociata era stato lui ad avere l'idea della spedizione e l'aveva sostenuto con uno sforzo propagandistico ed economico poderoso . il patto stretto tra rappresentanti dei crociati di Venezia per essere pienamente valido doveva essere approvato da piu persone.In primo luogo i Baroni crociati che dovevano comunque sobbarcarsi il costo totale , come abbiamo già detto, dell'operazione e anche se non si fossero presentati tutti i partecipanti previsti,cosa che accadde anzi . La seconda persona chiamata in causa a dare il suo assenso era il re di Francia Filippo Il che non rifiutò anzi accettò volentieri anche la designazione di Bonifacio di Monferrato un nuovo comandante della spedizione. la terza istanza era quella del Papa come abbiamo detto aveva bandito la crociata sostenuta,e secondo villehardouin Innocenzo confermò l'accordo volentieri . Va comunque tenuto presente che l'anonimo autore di gesta innocenti terzo, sostiene che il pontefice avrebbe vincolato il suo assenso alla condizione per cui la crociata non avrebbe dovuto attaccare dei cristiani ; Condizione che i veneziani però rifiutarono, al momento limitiamoci comunque a rilevare che le fonti concordano sulla richiesta da parte dei crociati e dei veneziani di una assenso da parte del del pontefice . Diversa fu invece la reazione del Papa qualche tempo dopo di fronte ai vagheggiamenti a sfondo bizantino. Alessio il giovane verso Febbraio del 1202 giunse alla Corte Pontificia e adeguatamente imbeccato dal cognato Svevo, aveva prospettato al pontefice i vantaggi che sarebbero potuti derivare dalla sua ascesa al potere con l'aiuto di un esercito occidentale crociato facendo intravedere l'eventualità dell Unione delle due chiese e del soccorso la Terra Santa . Innocenzo Ill però rispose che la questione non riguardava nel Papa e nei crociati la missione di Alessio era quindi fallita. Filippo quindi si rivolse direttamente ai comandanti crociati come vedremo più avanti, il Papa nel frattempo chiamò i suoi legati soffrendo di Santa prassede e Pietro Capuano il primo incaricato di recarsi in Terra Santa per preparare crociati fino alla l'arrivo dei crociati, e il secondo si sarebbe diretto a Venezia dove di li avrebbe poi accompagnati partenza. L’Argento e l'onore | crociati raggiungono Venezia a fine giugno e tra i primi ad arrivare fu proprio baldovino quindi fratello Enrico. Ad aspettarli c'era un imponente flotta di 200 navi uscieri e galee e quindi veneziani avevano rispettato i propri impegni. L'autore di gesta innocenti afferma: “avevano preparato una flotta così magnifica come non se ne vedevano udiva parlare da moltissimo tempo “. l'unico problema è che a Venezia erano pervenuti pochi crociati e cominciò a circolare la voce che molti avevano raggiunto altri porti soprattutto quelli pugliesi il contratto con Venezia non sarebbe stato onorato il primo problema era quindi come reperire tutto il denaro per pagare il noleggio della flotta . Luigi di blois tentennava a Pavia e furono incaricati Ugo di synth pollo e Goffredo villeharduin che dopo un' accalorata discussione riuscirono a smuovere verso Venezia, ma all'altezza di Piacenza un nucleo consistente si staccò verso sud per raggiungere Brindisi e poi imbarcarsi per la Terra Santa. Secondo villeharduin nell estate del 1202, si presentarono a Venezia solo 1/3 dei crociati quindi circa 12.000 uomini i Baroni accettarono comunque quanto poterono raccogliere le presenti ma era troppo poco perché si raggiunse meno della metà degli 85.000 marchi dovuti 1 grandi dell'armata si accordarono per fare una nuova colletta basata sul contributo volontario ma la decisione di questi comandanti cozzò con la resistenza della maggior parte dei crociati che avevano già pagato il prezzo del trasporto . in quel momento si crea una spaccatura all'interno dell'armata è riunita a Venezia: i comandanti in capo della spedizione Bonifacio di Monferrato, baldovino di fiandra , Luigi di Boluis, Ugo di San Pol, e il loro portavoce Villehardouin che propendevano per il rispetto dell accordo iniziale ; Il resto dell'armata non considerò indissociabili il contratto ,dalla partecipazione alla crociata. Dopotutto, lo scopo dell'impresa doveva essere quello di soccorrere la Terra Santa, a questo li vincolava il loro voto e non ad un trattato siglato da altri , e anche possibile però che i crociati non volessero rimanere schiacciati dal debito contratto per loro comandanti nei confronti di Venezia , alcuni decisero infatti di lasciare il Lido . i capi della crociata decisero di porre mano nuovamente alle tasche sborsando quantità di denaro impegnando vasellame ma mancavano 34.000 marchi e la crociata pareva sul punto di essere già finita o quantomeno l'alleanza con Venezia . La situazione era sicuramente tesa e grave un esercito inattivo dopo lungo tempo non è una bella compagnia, per Venezia si profilava uno smacco notevole perché per allestire la flotta il doge aveva richiamato in patria molti concittadini, sospendendo negli attività mercantili per concentrarsi su questa fase logistica. | crociati non avevano pagato anticipatamente le somme pattuite 30.000 marchi di ammanco sarebbe stato un grosso peso sulle casse della Repubblica , a questo si sarebbe aggiunto il disonore internazionale che sarebbe caduto sulla città se la spedizione non fosse salpata dal suo porto .il doge prese iniziativa espose ai capi crociati un progetto . la città di Zara sulle coste della Dalmazia, si era ribellata nel 1186 a Venezia assoggettandosi a re d'Ungheria se i crociati avessero aiutato la Repubblica a riconquistare Zara, avrebbero ottenuto dilazionamento del loro debito, da pagarsi con il ricavo spettante ai crociati sulle prime conquiste della spedizione .La soluzione era molto difficile perché conquistare una città forte, dotata di possenti mura e che era una città cristiana, il cui re era un crociato che godeva della protezione negativa, poteva scatenare le ire di Innocenzo. Però i capi crociati l' accettarono comunque .Questa via d'uscita venne supportata da un altro fatto: molti veneziani presero la croce . Il tutto fu la conseguenza della presa della Croce da parte del doge al termine di un'assemblea plenaria in San Marco .non tutti però si crociano la città non era tutta d'accordo con il doge e quanti lo sostenevano .molti si opposero perché avevano già sacrificato tanto alla crociata .Roberto di clari riporta che la metà dei veneziani avrebbe dovuto lasciare la città , però i volontari non erano sufficienti e per raggiungere il numero voluto si ricorse a un sorteggio lungo e laborioso. Quelli che si rifiutavano di partire venivano riuniti a 2 a 2 si fabbricava una coppia di sfere di cera, una delle quali conteneva un biglietto; un sacerdote , dopo averle benedette assegnava le sfere veneziani di turno e quello che trovava il biglietto sarebbe partito . un punto fondamentale che la presa della Croce di una parte dei veneziani e rifiuto di altri davanti alla nuova situazione indicano che la soluzione ideata dal doge e dai suoi era inaspettata, e la maggiore parte dei veneziani non aveva messo in conto di partire con i crociati .gli eventi di quell'inizio del settembre 1202 mutarono il volto alla spedizione , in questo momento il Papa non fu coinvolto in questa seconda ondata crociata,tant'è che i veneziani mentre vestivano la croce rifiutarono di riconoscere le Pietro Capuano come legato Le mani del legato Pietro Capuano era giunto a Venezia il 22 luglio con diversi poteri , tra i quali la possibilità di fare testamento, situazione unica sotto Innocenzo III ,avrebbe dovuto guidare l'esercito dal punto di vista spirituale e politico favorendo concordia e placare le tensioni inevitabili e Potè confortare i crociati scossi per la situazione, rimandare a casa coloro che erano malati e poveri. Per quanto riguarda la questione dell attacco a zara, anche se le fonti si rarefanno , ci viene naturale pensare che il legato si opponesse al tale progetto, e per questo motivo i veneziani si rifiutarono di riconoscerlo nella sua funzione e lo declassarono al rango di semplice predicatore e consigliere.Di Fronte alla domanda da parte di alcuni cavalieri su come comportarsi , cercò un equilibrio tra le aspettative del papa e la situazione che si era creata.Condannò l'attacco ma sostenne che non era un motivo sufficiente per abbandonare la crociata. Date queste disposizioni ritornò a Roma, impossibilitato a fare altro. Il progetto di attaccare la città pare fosse stato celato alla maggior parte dei crociati, e inoltre | arrivo di un contingente di tedeschi molto validi risollevò l'animo dei crociati le navi della flotta furono assegnate a ciascun barone, equipaggiate , ed il mare si popolò di un esercito di vani , era il 1 ottobre 1202. Roberto di clari ce la descrive nel suo racconto come “ lo spettacolo più bello mai visto dall'inizio del mondo” Gli scomunicati Cosa stava facendo il papa? In quel momento giunse a roma sia il suo legato per informarlo sulla situazione , che Bonifacio di monferrato per sottoporre al papa la questione di zara, a venezia inoltre si erano presentati gli emissari svevi e il giovane alessio . Il papa pose il veto su entrambe le questioni. innanzitutto non si doveva assolutamente versare sangue cristiano, e poi l'affare greco non riguardava i crociati, e poi come aveva fatto notare Alessio Ill le pretese del giovane alessio erano illecite in quanto non era “ porfirogenito”. A riprova di tali intenzioni innocenzo scrisse ad alessio III confermando la linea del papato,ma colse l'occasione per rammentare all'imperatore di costantinopoli le sue promesse fatte a roma e disattese. La scelta di innocenzo era stata dettata anche dal fatto che alessio IIl e innocenzo erano entrambi contro filippo di svevia, concorrente di ottone di brunswick per il trono del s.r.i. L armata a Zara 11 novembre 1202 Zara è cinta d'assedio. durante un'assemblea per decidere cosa fare , un abate Guido di vaux de cernay si oppose all assedio mostrando una lettera del papa che vietava | operazione. Volano parole grosse , qualcuno tenta di mettere le mani addosso all bate ma si stacca dalla folla una figura imponente , Simone di Monfort che afferma “ non sono venuto per versare sangue di cristiani” e prende i suoi uomini e l'abate e si stacca dal gruppo, spostando le sue tende piu in la rispetto al gruppo. La rottura nell esercito era sicuramente eclatante , ma | azione di Simone e del suo gruppo rimase un caso isolato che non cambiò le sorti della città, ma sicuramente rappresenta la possibilità che una via di uscita c era. E' vero che i crociati si erano indebitati fortemente , ma è anche vero che la misura era colma, dal punto di vista di Monfort; degli italiani si erano messi al comando della spedizione deviandone il corso e i capi crociati non erano stati in grado di reagire. A poco servì la defezione di monfort , il 24 novembre Zara si arrese con la condizione di avere salva la vita, ma la città fu saccheggiata per 3 giorni come previsto per gli eserciti vincitori. Bisognava placare le ire di innocenzo , e nel dicembre del 1202 un'ambasciata lascia Zara e si dirige a Roma. il gruppo viene naturalmente accolto dall ira di Innocenzo, che conscio che bisognava cmq tenere | armata unita , riesce a trovare una soluzione di compromesso. La scomunica per i crociati sarebbe stata ritirata se fosse stato restituito il bottino sottratto durante il saccheggio, se fosse stato chiesto il perdono del re d'ungheria( un crociato) e che non fosse stato più versato sangue cristiano , a patto che nessuno ne ostacolasse il cammino .Restava il problema della scomunica ai veneziani che agli occhi del papa erano gli istigatori del fatto e restavano per tanto scomunicati, e secondo il diritto canonico nessuno poteva avere rapporti con uno scomunicato. La soluzione venne offerta dal diritto stesso , secondo il quale si poteva frequentare gli scomunicati se costretti dalla necessità. Si metteva una pezza ma non si sanava la situazione, e lo testimoniava il fatto che ci furono altre defezioni, alcuni crociati che si erano recati a Roma come delegati , non fecero ritorno e raggiunsero da soli la terra santa. Mentre l'esercito svernava a -zara , arrivarono i messi di filippo di svevia e del giovane Alessio, l'offerta era molto allettante: se i crociati avessero aiutato Alessio a riprendere il trono, lui avrebbe unito le due chiese( cesaropapismo di bisanzio),li avrebbe ricompensati con 200 mila marchi e viveri per | armata, avrebbe accompagnato in egitto con 10 mila uomini a sue spese per un anno, e mantenuto 500 cavalieri a sue spese fino alla fine dei suoi giorni. In questo modo si sarebbero risolti i problemi economici, si sarebbe potuto compiere in maniera più agevole la conquista di gerusalemme, ed il papa forse non si sarebbe opposto , visto il vantaggio della riunificazione delle due chiese. Pur avendo raggiunta l'unanimità tra i comandanti,non si poteva fingere di ignorare il resto dei pellegrini, e fu indetta un'assemblea. Le opinioni erano contrastanti e non si raggiunse | unanimità e il marchese di monferrato , i conti di fiandra, di blois e saint pol si compattarono e dichiararno che avrebbero accetta l'accordo. A questo punto molti pellegrini davanti alla possibilità di andare incontro ad un altra scomunica lasciarono la missione, approfittando del trasporto delle navi mercantili che venivano a fare visita alla flotta crociata. Nel frattempo giunse una buona notizia per i crociati, arrivarono le lettere del papa che cancellavano la scomunica. | termini dell assoluzione rimanevano vaghi , e quando bonifacio vide la lettera se la fece consegnare senza renderla pubblica . Dobbiamo registrare a questo punto una importante, forse la più importante , defezione , quella di simone di Anche l'imperatore fu incolpato dell'incendio e della situazione che si era creata,anche perché l'imperatore si era avvicinato alla fazione che aveva deposto il padre, quindi vicina ad Alessio III. Inoltre iniziarono a rarefarsi le visite dell'imperatore al campo dei crociati e il pagamento delle somme dovute si arrestò. Un ambasceria fu inviata nel palazzo imperiale , composta da villehardouin e un altro nobile che armati di spada arrivarono a minacciare | imperatore di destituirlo se non avesse rispettato i patti. In effetti un tentativo per evitare la guerra fu fatto, il Doge Dandolo fissò un incontro con l'imperatore davanti ad un porto dove lui arrivò con tre galee e alessio sarebbe stato sulla terra ferma. Non si risolse nulla, Alessio si rifiutò di rispettare gli accordi presi.La prima mossa fu fatta dai greci che incendiarono 17 navi e a vele spiegate le lanciarono contro le navi crociate. Il campo dei crociati si allertò subito e riuscì a salvare le proprie navi , tranne una nave pisana che andò in fiamme. Intanto Alessio doveva guardarsi le spalle non solo dai crociati ma anche da i traditori interni, tra i quali spiccava Alessio Ducas detto marzuflo. Quest'ultimo lo sorprese nel sonno e lo imprigionò, e si fece incoronare imperatore, Isacco Il morì dal dolore ormai vecchio e dimenticato. Il giovane Alessio finirà strangolato per ordine di Alessio V, l'omicidio fu fatto passare per morte naturale ,ma le voci corsero veloci e arrivarono fino al campo dei crociati che decisero che non era degno di governare l'impero.E per questa ragione il clero decise che la battaglia era retta e giusta e che i crociati se avessero riportato il credo di roma a costantinopoli avrebbero avuto i peccati confessati perdonati. | preparativi per la battaglia iniziarono e impegnarono tutta la quaresima,si convenne che | attacco doveva arrivare via mare, per l'occasione le navi furono legate a due a due per portare l'attacco alle torri con piu uomini. In risposta Alessio V fece riparare le fortificazioni e costruire altre fortificazioni il legno. In vista di una possibile conquista della capitale ,un parlamento tra i capi della spedizione stabilì che tutto l'avere derivante dal saccheggio, sarebbe stato raccolto in un luogo e come saldo di quanto dovuto da alessio IV ,tre parti del bottino sarebbero andati ai veneziani , un quarto ai crociati. Sei crociati e sei veneziani avrebbero eletto un imperatore , altre 24 (12 e 12) avrebbero ripartito onori e feudi fra tutti secondo questo criterio: un quarto della capitale e un quarto dell'impero all'imperatore la restante parte divisa a metà tra crociati e veneziani. | feudi sarebbero stati di piena proprietà degli assegnatari , sarebbero stati ereditari, in poche parole si instaurò il Feudalesimo , che sarebbe stato I inizio del disgregamento dell'impero , e che nemmeno la riconquista dell ultima dinastia quella dei paleologhi nel 1261.potrà fermare. A bisanzio la terra era dello stato , l'unico istituto che poteva somigliare al feudalesimo era la pronoia, che però era limitata all'aspetto militare. Con il feudalesimo l'imperatore vedeva il suo potere ridimensionato, ai veneziani venivano garantiti i vantaggi preesistenti. Ma L'aspetto più importante per quanto riguarda la crociata , fu il giuramento che nessuno poteva lasciare l'impero per un anno, di fatto la crociata finiva qui. Altro aspetto non scritto riguardava la condotta che avrebbero dovuto tenere i conquistatori verso gli inermi, deboli , donne bambini , chierici.A conferma di questo abbiamo la testimonianza di niceta coniata secondo il quale , il comandanti corciati fecero giurare i loro soldati , di rispettare le donne. il 9 aprile l'attacco iniziò ma fallì per la resistenza dei greci, si ritentò l'assalto il 12 aprile, e questa volta , per effetto del vento che spinse le navi sulle mura, permise ad alcuni crociati di conquistare una torre .Si riuscì ad aprire una piccola breccia tra le mura dalle quali passò un chierico , Aleamo di cleri fratello di Roberto , che riuscì ad entrare in città e da solo a mettere in fuga i greci , armato solo di un coltello . Niceta coniata attribuì | impresa al portentoso Pietro di bracieux forse per smorzare la vergogna o per cercare una ragione davanti ad un simile evento.Con i crociati all'interno i greci si diedero alla fuga e anche l'imperatore si ritirò nel palazzo del Bucoleone.La sera del 12 aprile del 1204 Costantinopoli era stata presa dai crociati. Alessio V si diede alla fuga , ma i crociati non sapevano che la città si era arresa , tanto che per difendersi da eventuali attacchi appiccarono un incendio tra loro e i greci,il terzo, che durò fino al giorno seguente. Una delegazione da parte del clero prese contatti con i crociati, la città era presa.I crociati occuparono le case dei greci fuggiaschi , occupato il palazzo bucoleone e quello delle blacherne, il tesoro che trovarono all'interno di questi edifici era il più grande da che il modo era stato creato , come ci riporta villehardouin. Furono compiuti atti di violenza? Non possiamo negarlo ma non è chiaro di che proporzioni Niceta Coniata parla di violenza contro persone di ogni età e sesso, senza rispetto per i luoghi sacri, famoso è l'episodio di una prostituta ubriaca che seduta sul seggio del patriarca cantava sguaiatamente. Niceta riporta quindi un quadro fosco fatto di crudeltà gratuite sia contro la popolazione inerme che contro reliquie e luoghi sacri. Di diversa opinione sono villehardouin e de clari . Il primo tace sul comportamento dei conquistatori nei confronti della popolazione, de clari nega esplicitamente le violenze. “una volta presa la città non fu fatto male a nessuno e chiunque poté scegliere se restare o andarsene” affermazione che trova riscontro nell esilio volontario dello stesso Niceta.Quello che possiamo dire per ora, è che non si può prendere per vera una fonte solo perché sembra dire una verità che altri tacciono. Su una cosa Niceta aveva ragione: lo scopo dei crociati era quello di prendere il più possibile, e questo viene descritto sia da villehardouin che da De Clari,il primo con | asciuttezza di chi sottintende che ai grandi spettino le cose migliori e il secondo che deplora il comportamente dei potenti. Siamo di fronte a due fonti che hanno un punto di vista differente , Villehardouin è un alto grado dell'esercito, al contrario di De clari che è un soldato semplice. Il bottino ammontava a circa 300 mila marchi,diviso in questo modo 100mila ai crociati, che a loro volta divisero su base dell'effettivo ruolo militare e non sul merito(villehardouin) . De clari non è dello stesso parere. Altro aspetto del saccheggio fu quello delle reliquie. Non possiamo capire la religiosità dell'uomo medievale se non capiamo l'importanza delle reliquie . Esse stabilivano ponti di comunicazione con il trascendente rendendolo vicino, rendevano un luogo sacro , venerabile, a loro si ricorreva nei momenti del pericolo. Nel palazzo del Bucoleone fu rinvenuto il legno della croce , i chiodi , la testa di giovanni battista. Nel palazzo del blacherne venne trovato il sudario nel quale fu avvolto il corpo di cristo, che è poi la testimonianza della sindone ,ma che lo stesso De clari afferma che dopo che fu presa la città non si seppe che fine fece. Tutta questa attenzione da parte dei crociati nei confronti delle reliquie , contrasta nettamente con le affermazioni di Niceta ce afferma che i crociati sfregiavano deliberatamente le immagini sacre. Invece prestare molta attenzione e molta cura. Altra Tipologia di ricchezza oggetto di attenzione dei crociati furono le opere d'arte , un altro tesoro inestimabile. Numero statue furono distrutte o fuse per ricavarne monete, ma ci fu chi seppe riconoscerne il valore: Dandolo infatti fece mettere in salvo varie cose , tra le quali i cavalli dell'ippodromo che oggi sono a Venezia.Dopo pasqua un nuovo parlamento si riunì per nominare il nuovo imperatore. | due candidati furono individuati Baldovino conte di fiandra e bonifacio del monferrato, individuati 12 elettori ,come da accordi 6 veneziani e 6 crociati,. La tensione e le pressioni sugli elettori erano altissime , tanto che si stabilì che a colui che non veniva eletto avrebbe ricevuto al terra d asia. Soluzione suggerita dall'esperienza della prima crociata, secondo Villehardouin “signori se si elegge uno di questi due uomini,l altro ne avrà tanta gelosia che se ne andrà con i suoi , e la terra rischia di essere perduta” cosa che successe durante la prima crociata quando fu eletto goffredo di buglione . Il 9 maggio viene eletto imperatore Baldovino, Bonifacio sposò | imperatrice sorella del re di ungheria ed ex moglie di isacco II. Il 16 maggio avvenne la consacrazione e l'unzione( come un re dall'antico testamento) del nuovo imperatore secondo il rito latino , che comunque rimarrà anche dopo la caduta dell'impero latino. Poco dopo il nuovo imperatore scrisse al papa. Appunto il papa, che fine aveva fatto? Aveva comunque tenuto i relazioni con i crociati , che aveva attaccato costantinopoli contro i suoi espliciti divieti, e quale fu la reazione? Giubilo e tripudio, il che ci induce a pensare che forse una qualche premeditazione ci fosse stata. Il papa intese | evento come una volontà divina alla quale nessuno poteva opporsi. E la sua crociata? svanita nel nulla, fatto confermato dal suo legato Pietro Capuano che saputo della caduta di costantinopoli in mano crociata lasciò la terra santa e sciolse i crociati dal voto cui erano legati. Il Papa andò su tutte le furie accusando il suo legato di avere vanificato tutti gli sforzi per liberare la terra santa, ma la sua crociata( era davvero sua?) era finita da tempo. Nell impero latino i contrasti non tardarono ad arrivare, Bonifacio di monferrato aveva chiesto , ed ottenuto, il regno di Tessalonica, ma l'imperatore dopo averlo accordato in base agli accordi assunti prima dell'elezione, aveva poi voluto entrare per primo in Salonicco, e i due vennero alle armi.Solo un tempestivo e prolungato sforzo diplomatico impedì che la situazione degenerasse. | greci ribelli nel frattempo si accordano con il re dei bulgari Kaloyan che scese in grecia e devastò tutto ciò che incontrava, e a detta di niceta la violenza dei crociati paragonata a quella bulgara era quasi civile. Baldovino improvviso un eserci nel 1205 per fronteggiare l'avanzata ma fu travolto ,imprigionato e fatto letteralmente a pezzi. Anche alessio V trovò la morte per ironia della sorte per mano di alessio IIl che lo invitò nella sua dimora con un inganno e lo fece accecare, i latini dopo averlo catturato lo buttarono da una colonna di marmo al centro di costantinopoli. L'esperienza politico militare che porta il nome di Impero latino d’oriente avrà vita breve e termina il 25 luglio del 1261 con la riconquista da parte dell'ultima dinastia dell'impero orientale , i paleologhi. la flotta era costituita da due tipologie di imbarcazioni, quelle da trasporto( uscieri e navi tonde) e da guerra(galee) anche se queste ultime ebbero solo lo scopo di scortare la flotta. Il numero delle navi:Ugo di saint pol indica 200 navi presenti a costantinopoli nel 1203. La devastatio costantinopolitana riferendosi alla situazione a Venezia parla di 40 navi 100 uscieri e 62 galee. Niceta coniata parla di un numero simile 70 navi 110 uscieri e 60 galee prendiamo per buona quindi la cifra di 200 legni totali . Madden e Queller combinando i dati di villehardouin e delle gesta innocentii , e quindi il fatto che a venezia si presentarono un terzo dei crociati ipotizzati nell accordo, per affermare che i veneziani misero a disposizione 450 legni galee escluse. Cosa inverosimile, nessuna fonte parla di queste cifre, e poi gli uomini per gestire questa flotta sarebbero stati 20 mila!! Infine , i crociati nel 1202 si impegnarono per pagare tutto il loro debito , e cioè i costi per la realizzazione della flotta, e quindi avrebbero accetta di pagare 450 navi per utilizzarne un terzo? Gli uomini: Si stimano circa 10/11 mila uomini presenti a venezia prima della partenza, sappiamo che subì defezioni, morti ( a venezia scoppiò un'epidemia), che ricevette rinforzi, che aveva gli uomini al seguito del giovane ALessio, che aveva i veneziani che si crociarono dopo l'accordo anti zara. Gli uomini che arrivarono invece in terra santa imbarcandosi dai porti dell'italia meridionale dovettero essere al massimo un migliaio, e circa 15 mila quelli che arrivarono con le due principali spedizioni della quarta crociata, circa la metà dei 30 mila stimati e non la maggioranza come sostiene villehardouin . Quanti uomini da parte veneziana? Per quanto riguarda gli addetti alle navi , si parla di 25 persone ad equipaggio e per le galee 120 rematori, se parliamo di 140 navi da carico e 60 galee il conto è 13000 uomini fatto non solo di veneziani. Venezia mise in campo un numero considerevole di combattenti, oltre che i balestrieri per ogni galea(30 circa) si devono considerare quelli che avrebbero dato assalto alle mura di zara e poi di Costantinopoli. Se si prende per buona | affermazioni del De clari, secondo la quale, metà della popolazione maschile attiva di Venezia venne arruolata, si deve prendere per buona una cifra di 10mila uomini . Sommando questi dati si può prendere per buona l'affermazione di villehardouin che alla seconda conquista di costantinopoli presero parte circa 20 mila uomini in armi. Se parliamo dei non combattenti dobbiamo tenere presente che la spedizione imbarco chierici, medici cuochi, ed un certo numero di donne, delle quali delle prostitute.Come sappiamo infatti in occasione del secondo assalto del 1204 le prostitute furono allontanate su di una nave come rimedio di purificazione. Nella città furono appiccati 3 incendi che distrussero % della città e forse fu alla base della passivita dei greci ,che di fronte alle devastazioni degli incendi preferirono accettare dei cambiamenti pur di far cessare quelle distruzioni, visto che , se i morti furono qualche decina i senza tetto furono diverse decine di migliaia di persone. Il Bottino Secondo alcuni stori bottino accumulato dai conquistatori del 1204 ammontò a circa 800 mila marchi. Tutti i calcoli si riferiscono al bottino riunito in comune al netto delle ruberie varie, e i calcoli sono complicati per diversi motivi. Le fonti in questo caso sono tre, devastatio , villehardouin e il contratto preventivo tra crociati e veneziani. | testi non usano le stesse unità di misure , la seconda indica valori assoluti le altre due forniscono stime relative su base percentuale. Inoltre il presupposto che sta alla base del contratto del 1204 non poteva sapere quanto sarebbe stato il bottino, villehardouin ragionò dopo che si era fatto un'idea effettiva del bottino.E perché il contratto parla di % ai veneziani e % ai crociati? Ricordiamo che Alessio IV doveva ancora 100 mila marchi ai crociati, dei 200 mila promessi. Ma Aveva anche promesso il prezzo del noleggio della flotta per un anno partire dall ottobre 1203,ma non sappiamo quantificare questa cifra, ma possiamo stimare una cifra di circa 50 mila, comparata a quella totale per i crociati di 85 mila, il che ci porta a 150 mila marchi. Tutte le nostre ipotesi sono inficiate dall'affermazione di villehardouin,secondo il maresciallo , davanti all ammontare del tesoro accumulato, i conquistatori divisero la cifra a metà e poi aggiustarono i loro conti.in piu il testo del maresciallo di champagne è contraddittorio in più punti,prima afferma che ai crociati toccarono 150 mila marchi di cui subito 50 mila ai veneziani. Poco dopo sostiene che l'ammontare complessivo della somma spartita tra i crociati fu di 400 mila marchi. Però possiamo concludere che il bottino fu di 300 mila marchi, cifra che portò gli storici a partorire l’altra cifra di 800 mila marchi, visto che villehardouin dice “ senza ciò che fu rubato e senza la parte dei veneziani avanzarono 400 mila marchi” La cifra finale ai cavalieri ,chierici e sergenti secondo al devastatio andava dai 20 ai 5 marchi a testa. Il comandante supremo L'armata crociata sorta dopo Ecry nel 1199 ,aveva nel Conte tibaldo di champagne una figura di spicco ma era anche il comandante supremo della spedizione? per alcune fonti si , ad esempio nel suo racconto Goffredo di villehardouin specifica che dopo la morte di tibaldo alcuni crociati proposero al duca di Borgogna di soccorrere l'oltremare il duca però si rifiutò ed a quel punto , lo stesso Goffredo chiese che la proposta fosse fatta al marchese Bonifacio di Monferrato, con il quale aveva forse già parlato durante il suo viaggio di ritorno da Venezia . Goffredo propose anche di aumentare i contenuti della proposta, offrendo a bonifacio il comando supremo della spedizione, forse per evitare di ricevere un'altra risposta negativa , che avrebbe potuto causare gravi problemi a tutta la crociata . E poi Bonifacio se avesse accettato avrebbe contribuito con uomini e risorse di primo livello , e dunque si doveva mettere sul piatto della bilancia un offerta supplementare e interessante . Il contratto del 1201 Nell accordo con Venezia, i comandanti della spedizione, si impegnarono pesantemente con la città lagunare progettando che 33500 uomini convergessero a rialto , con denaro sufficiente per pagare le spese di noleggio e tuttavia in un passo villehardouin sembra indicare un periodo più lungo , e questo dipese forse per le dimensioni e l'opulenza della città che portarono ad una dilatazione cronologica . Sicuramente vi furono tristi scene che dovettero verificarsi che hanno generato accuse e condanne contro i barbari crociati. Ad aprire il coro dei lamenti fu niceta coniata: per più di una volta nella parte conclusiva della sua opera elevò lugubri appassionati pianti sulla sorte della capitale bizantina , e una conferma pare arrivare da Papa Innocenzo che scrisse tra luglio settembre del 1205 due lettere severe nei confronti dei padroni di Costantinopoli , e possono essere riunite in tre tipologie: massacro indistinto della popolazione, saccheggio dei beni della città e distruzione delle sue ricchezze. Per quanto riguarda | ultimo punto , è vero solo in parte Sicuramente andarono perdute molte opere d arte ma è errato ritenere che i crociati le distruggessero solo per il gusto di farlo. Anzi abbiamo testimonianza del fatto che molti. riconoscendone il valore se ne appropriarono, ed è il caso di Enrico dandolo e i cavalli dell ippodromo che ora si trovano a Venezi: Per quanto riguarda il saccheggio , esso fu la conseguenza della vittoria , il diritto di depredare la città era codificato dalle norme del epoca. Certamente le circostanze del saccheggio furono caotiche e nel complesso non belle da vedersi, ma il disordine e la noncuranza non vanno confusi con la scelleratezza carica di eccezionalità. Abbiamo visto come il supposto spregio delle cose sacre da parte dei crociati lamentato da niceta non può essere accettato semplicemente anzi: può benessere che varie reliquie sacre andassero rovinate durante la frenesia del saccheggio ma descrivere una disattenzione sistematica vuol dire mistificare la realtà , anzi furono dei ladri attenti proprio perché conoscevano il valore sottrassero molti di questi oggetti . per quanto riguarda l'ultimo capo di accusa e cioè il massacro indiscriminato degli abitanti di Costantinopoli può essere suddiviso in due punti : strage e mancato rispetto delle persone in difesa. Per quanto riguarda il primo punto la fonte primaria sempre niceta, secondo il quale una prima carneficina si sarebbe avuto il giorno 12 Aprile , quando i crociati riuscirono ad entrare in città e sarebbero seguiti numerosi episodi di massacro durante il periodo poi del saccheggio. Però anche qui non si può giudicare questo atto come barbaro, indiscriminato fa parte di una guerra seppur cruenta, anche perché i crociati avevano vinto una battaglia erano entrati in città eliminato chi resisteva loro .Si può anche accettare la triste realtà che qualche innocente finisce ucciso in quello che rimane sostanzialmente uno scontro militare ma il giudizio di fondo non cambia quei morti furono l'effetto di uno scontro armato in piena regola dove i crociati ebbero la meglio per il coraggio dimostrato e per le manchevolezze dei loro avversari , infatti i bizantini rinunciando al contrattacco lasciarono la città in mano ai nemi il problema però rimane aperto: dopo la vittoria del 1204 crociati si lasciarono andare ripetuto e spaventevole massacro? Se il racconto lo poniamo in relazione agli episodi di altre città assediati le fonti sono meno cariche di morte dolorosi rispetto ad altri episodi ,ad esempio la conquista di Gerusalemme da parte di Tito nel 70 d.C. Oppure dai pellegrini della prima crociata del 1099 sono descritte dagli autori come delle vere e proprie carneficine ,niente di simile invece troviamo per Costantinopoli nel 1204: niceta si parla di dolore e strepiti, come alcuni eccessi da parte dei vincitori ma il bilancio è drasticamente ridotto .le altre due fonti che abbiamo preso in analisi , quella del maresciallo di champagne dove non vi è praticamente cenno a eventuali violenze ,e l'altra di Roberto de clari che specifica addirittura che non viene fatto alcun male alla popolazione ,si oppongono fermamente a quello che descrive niceta. Si può sostenere che quindi che le fonti crociate tacessero volutamente sui crimini dei pellegrini? Si può credere agli autori crociati e non a niceta? il fatto che però gli autori di crociati non avevano pudori ad insultare i greci dal punto di vista umano visti come traditori, falsi e da quello divino perché scismatici perché coprire con il silenzio e la menzogna atti che ai loro occhi non sarebbero stati più di tanto biasimevoli? In quei tempi non ci si vergognava riportare i fatti che oggi definiremmo criminosi . Possiamo anche pensare che il racconto di niceta poteva essere lo sguardo offuscato dal travaglio personale che si sommava la tragedia epocale di un impero che crollava tutte la perduto, anche l'onore e dunque responsabili di questo scempio non potevano che essere i peggiori criminali del mondo. Egli infatti è prodigo di accuse contro i crociati ma quando si tratta di citare degli episodi concreti si fa fatica a rintracciare l' ampiezza del disastro che lamenta. in conclusione possiamo ritenere che la seconda conquista di Costantinopoli non sia stata un ecatombe come testimonia anche il fatto che la città si riprese negli anni a seguire . il secondo punto e cioè quello relativo alle violenze inferte a persone inermi si rifà sempre a la fonte di niceta coniata. Che riportando un episodio smentisce parzialmente quanto racconta , e cioè mentre un nobile senatore attraversava la città per fuggire con la sua famiglia, un crociato si avventò sul gruppo, rapendo una giovane ragazza figlia di un giudice che fuggiva con il senatore. Davanti alla disperazione del padre niceta fermò alcuni crociati i quali ,e la cosa incredibile sapevano qualche cosa di greco ,egli esortò a liberare la sfortunata fanciulla ricordando il loro giuramento che avevano stretto cioè c'è di non arrecare danno agli indifesi . Questi risposero con calore liberando la prigioniera prima che potesse subire violenza .Tornando al giudizio di insieme sul racconto di Niceta coniata dobbiamo dire che ci pare falsificato dalla verifica di due Sue gravi affermazioni :il mancato rispetto delle persone in difesa e lo spregio delle reliquie. il quadro tratteggiato dal nobile bizantino e sicuramente ispirato a episodi di eccessi di violenza, per cui la teoria secondo la quale , tutta Costantinopoli sarebbe stata percorso da un' orda di barbari assetati di sangue , non regge a una lettura del suo scritto e delle altre fonti in nostro possesso .possiamo concludere che le violenze che dovettero verificarsi non furono così devastanti come alcuni vogliono sostenere , comunque la violenza gratuita soprattutto se commesse nel nome di Cristo e abominevole questo è un giudizio sul quale si deve concordare senza riserve . Possiamo concludere che il saccheggio fu semplicemente intrinseco alla logica degli eventi così come si svolsero . Il caso o il complotto Ci sono due grandi teorie interpretative della quarta crociata, una è il grande caso , | altra è quella del complotto. Per quanto riguarda la prima , i cui maggiori esponenti sono Thomas Madden e Donald Queller che sostengono che | armata pagò la conseguenza dell errata previsione del 1201 e con questo spiega la deviazione della crociata , prima su Zara e poi su Costantinopoli , l'esito della crociata è visto come qualcosa di non preventivato. Il pregio maggiore di questa lettura e che dà spazio all' imponderabile, a ciò che l'uomo non può controllare e prevedere. Questo confina anche con il suo grande difetto: ritenere che non vi siano progetti o che la scelta dei bivi che nel tempo si aprirono davanti ai crociati non fosse una libera scelta ma quasi imposti dagli eventi. Certo la crociata fu condizionata ma non per questo fu meno libera. Uno schematismo ferreo si trova proprio nella fonte prediletta da questi storici, ovvero il maresciallo di champagne .Tutta la rilettura della spedizione offerta dal maresciallo di champagne poggia sulla convinzione che quelli che restarono insieme ai comandanti dell'armata si coprirono di onore e di gloria , e tutti quelli che combatterono per altre vie furono colpiti da disonore e sventura. Per accettare questa interpretazione dovremmo anche noi accettare l'idea per cui i crociati che scelsero di rispettare il loro voto crociato abbandonando la spedizione partita da Venezia fossero dei vili ma come abbiamo visto furono tutt'altro che questo. Quella che sembra una semplice descrizione degli eventi si rivela essere una lettura interpretativa volta a screditare ,davanti a un pubblico potenziale «quanti operarono scelte diverse da quella dei crociati .Non dobbiamo dimenticare che uno scritto come quello lasciatoci da Goffredo è è essenzialmente uno strumento di comunicazione rivolta verso il pubblico esterno alla spedizione. E che non pochi dovessero entrare riserve sulla liceità di quanto realizzato tra zara e Costantinopoli lo sappiamo dai contrasti interni allarmata .Non possiamo eliminare del tutto il caso il caso o però senz'altro ma gli uomini non sono vittime della storia ,ma sono protagonisti nel bene e nel male e possiamo aggiungere che un esempio di questi è Simone di monfort che si rifiutò di attaccare Zara si staccò col suo gruppo dalla crociata. La posizione del papa La posizione più esposta è sicuramente quella del papa. Fu lui a volere la crociata a benedirla con | indulgenza apostolica e.infine a salutare la conquista di Costantinopoli nel 1204. Ma va considerato responsabile di quanto successe alla sua crociata? Che relazione esiste tra il desiderio di unire le chiese sotto l'obbedienza romana e la costruzione di un impero latino a d oriente? Dobbiamo subito dire che tutte le missive del pontefice non sortivano lo stesso effetto, anzi come abbiamo visto gli ordini del papa potevano essere disattesi. La sua posizione va esaminata alla luce delle condizioni mutevoli della realtà storica in cui si trovò ad operare, e non ad una coerenza rigida ed inflessibile famo alcuni punti: Primo. La liberazione della terra santa fu per Innocenzo uno dei cardini della sua opera ecclesiastica. Dopo il fallimento dell IV crociata egli abbandonò per un po' l ipotesi di una nuova spedizione non potendo chiedere ai cristiani d'occidente di un nuovo sforzo dopo quello che termino con la conquista di Costantinopoli.Solo nel 1212 iniziò ad organizzare una nuova spedizione in grande stile e durante un viaggio per | organizzazione della crociata mori subordinò molte cose. Secondo. Il suo atteggiamento nei confronti del trono bizantino fu rispettoso, tanto che non ritenne di dover intervenire nelle dispute tra Alessio Ill e isacco Angelo. e così comunico ai crociati. Se fosse stata sua ferma intenzione occuparsi di quella parte del impero( si occupava certamente della parte occidentale) non si sarebbe fatto sfuggire | occasione. Quello che gli si può rimproverare è di non avere bloccato sul nascere la deviazione della crociata , tenuto conto che era stato informato già nel 1202. Oppose il fermo divieto di arrecare danni ai greci, come aveva fatto con gli abitanti di zara. Fu perché la sua linea intransigente non portò i risultati attesi contro Zara che egli permise ai crociati nel giugno 1203 di approvvigionarsi spese dei greci pur di non lasciare pretesti alla tappa costantinopolitana. Cioè modellò la sua politica per cercare di tenere insieme esigenze contrapposte e non offrire scusanti ai comandanti della crociata. Mal elemento più importante è che il papa perse subito il controllo della sua crociata , Con il problema che si verificò a Venezia con la mancanza di uomini e di soldi. Quando il suo legato venne rifiutato dai veneziani, non fu presa nessuna posizione contro di loro , ne il papa provò a sostituirlo ,ad esempio con Soffredo di santa Prassede, il che gli avrebbe consentito di avere una voce autorevole quando i problemi si verificavano e non in ritardo, le sue missive arrivavano a giochi fatti. Innocenzo fu vittima di una priorità che lui stesso riteneva fondamentale: tenere unita | armata. Ma_questo lo rese debole rispetto ai ,capi crociati che intuirono_subito che sarebbe stato disposto a tutto e giustificarono le oro scelte in funzione di questo. Possiamo dire che la più grande responsabilità di Innocenzo sia stata una grave incapacità gestionali Ma perché il silenzio tra aprile e giungo del 1203? Alcuni storici affermano che il papa fece il doppio gioco. ma cosi si scambia per furbizia le incertezze, e il suo impaccio per opportunismo. Teniamo conto anche che verso la metà del 1203 il papa si ammalo gravemente, tanto che si penso che stesse per morire. Quanto al grido di esultanza per la nascita di uno stato latino ad oriente , si può ipotizzare che avesse fatto buon viso a cattivo gioco, perché in quel modo si sarebbero potute riunite le due chiese in modo pacifico. e ciò avrebbe giovato alla crociata. Torna quindi il punto principale, la liberazione di Gerusalemme che gli impediva di vedere che in realtà la nuova ceratura avrebbe distolto energie allo scopo principale. Però il pontefice dedicò molte parole per spiegare teologicamente quanto avvenuto, come se dovesse convincere se stesso , dando una spiegazione superiore per quanto aveva cercato di impedire( cosa che suona strana se si pensa che il pontefice doveva rappresentare la voce di dio) Questo ci fa presupporre che tutto collimasse con un suo recondito desiderio? Lo spunto per questa riflessione sta in. Guntero di Pairis ( fonte dell epoca) afferma che Innocenzo odiava i greci perché scismatici e sperava che Costantinopoli potesse essere conquistata senza spargimento di sangue, ma riteneva . a torto. che la flotta bizantina fosse immensa ed avrebbe considerato quell’ impresa impossibile per quell’armata. Ad Innocenzo quindi i rischi dovettero sembrare maggiore rispetto ai profitti. Si deve ammettere che questa ipotesi non cozza con i 2 punti fermi della posizione di Innocenzo: priorità della Terra Santa e della salvaguardia dell esercito approntato per liberarla. Sarebbe in contrasto però con la linea di non ingerenza negli affari bizantini ma il contrasto è più apparente che reale perché un segreto desiderio dell'uomo Lotario può essere in conflitto con la politica ufficiale del Papa Innocenzo . In altri termini: il Papa riteneva realmente che non fosse suo compito occuparsi di quello che accadeva a Bisanzio, ciò non toglie che egli potesse sperare, che Costantinopoli cessasse di essere un problema per la Chiesa di Roma e che ciò avrebbe potuto portare alla pacificazione tra le due chiese . Si trattava di un sogno o comunque di qualcosa di cui crociati nel 1204 non si sarebbero dovuti ha fatto occupare .per la ragione che erano troppo pochi e che il loro scopo era un altro ma anche in questo caso il Papa si sbagliò Il doge e i veneziani L'abitudine di scaricare sui veneziani , e sul Doge in particolare, la responsabilità della quarta crociata è antica e viene sia da parte Latina che da parte greca . Da parte Latina, il primo centro di potere che individuano i veneziani responsabile delle deviazioni fu il Papa. Il Papa Innocenzo addossò subito al doge ed ai suoi uomini la colpa principale per l'attacco a Zara, chiamandoli ladri esplicitamente perché avevano spogliato i crociati del manto della virtù . E' vero la conquista di Zara fu un idea veneziana come è vero che il doge non tenne in conto il rischio di una scomunica per quanto successo a Zara, e questo era il segno dell'indipendenza politica e spirituale di cui i veneziani facevano sfoggio. Indipendenza che permase a lungo, fino alla seconda conquista di Costantinopoli quando il dandolo accettò di scrivere al Papa una lettera altezzosa, chiedendo perdono per i suoi peccati se ne avesse davvero commessi. (La lettera però venne scritta all' indomani della Fondazione dell'impero latino d'oriente quando una ricomposizione con il pontefice sarebbe stata utile veneziani, anche per la questione del patriarcato di Costantinopoli che toccò a uno dei loro , Tommaso Morosini un suddiacono punti ufficio ben visto dal Papa , in ragione del contratto del Marzo 1204 ) . Tutta la curia romana addossò e veneziani la colpa delle complicazioni della crociata della defini. per scagionare forse i crociati di quanto stava accadendo Per niceta coniata lo scopo del doge sarebbe stato vendicare l'offesa i danni subiti da veneziani ad opera dei bizantini in seguito all' episodio del 1171, e non potendo contare sulle forze della sua gente si pensò di far Lega e di chiedere aiuto ad altri signori . Questa è precisamente la nascita della teoria del complotto che per Niceta è un pensiero segreto da parte del doge e dei comandanti di quelli che andavano per veder Palestina. Il pensiero di Niceta coniata non si ferma qui: a questo progetto dal delineato prima della partenza da Venezia, si sarebbe aggiunto un altro male cioè l' incontro col giovane Alessio fuggitivo e quella banda di corsari spalleggiati dal Papa e da Filippo di svevia.Insomma per coniata la conquista di Costantinopoli sarebbe stato un complotto enorme anti bizantino voluto da mezza Europa ,smascherato sotto i propositi della Croce e dell'aiuto al pretendente dall'impero d'oriente. A rincarare la dose si diffuse la credenza che dandolo fosse stato accecato dei greci e che avesse organizzato il grande complotto per vendicarsi personalmente . jone su Costantinopoli allora era irrealistica .Era chiaramente stata concepita più dallo Svevo che dal giovane Alessio, per non essere rifiutata e infatti non lo fu. Un altro aspetto importante da tenere conto: contro i vantaggi prospettati c'erano anche dei rischi evidenti i comandanti dovettero prendere in considerazione anche l' eventualità di uno scontro armato, nel caso in cui le porte della città non si fossero aperte come per incanto al solo apparire del pretendente , e già durante la fase di avvicinamento alla capitale crociati si preparano allo scontro segno del fatto che quell ipotesi non era stata scartata ne dai crociati ne dai veneziani . Questo significava esporre l'armata al rischio di una pesante sconfitta ,che avrebbe decimato i ranghi avrebbe fatto svanire qualsiasi possibilità di aiuto alla Terra Santa. Come abbiamo già detto tutte queste considerazioni valgono anche per i veneziani : dopo il disastro del 1171 (nprovvisamente i 12 marzo 1171. a seguito deltincendio della colonia genovese di Galata, di cui erano stati accusati i Veneziani, l'Imperatore ordinò l'arresto di tutt cittadini veneti presenti nei teritori dell Impero bizantino e la confisca di tutti loro beni.Questo atto teso evidente le ragioni profonde dello sconto, dovuto alla preponderanza commerciale assunta da Venezia a partie dai priviegi concessi con la cisobola del 1082 di Alessio | Comneno e la Successiva crsobola del 1126 di Gioveni I La siuaziono era di fato divenuta tlo da trasformare la secolaro alcanza im i Ducato di Venezia 0 Îimporo d'Orgnto i un abbraccio morale che fav ‘Getova © Pisa ne enialivo di auinare o stenciore di Venezie. a cosb di fischiare i conto dirti. L'incendio di Galeta e la conseguente reazione imperiale. fosse vera COmpelamenta 0 so in parte la fesponsabiltà veneziana, erano solo uno degli episodi finali di una lunga guerra commerciale aperiasi nei mercati levantini tra le potenze marinare italiane © lo stesso Impero n ra aperta.) Le relazioni tra Venezia all'impero d' oriente si erano riallacciate ei veneziani ‘godevano di tutti i vantaggi fiscali e territoriale che potevano desiderare . Nel caso in cui il tentativo di entrare nella capitale fosse fallito le ripercussioni per i veneziani sarebbero state grandi, perché erano la flotta che conduceva l'imperatore e per i veneziani si sarebbe trattato quindi di vincerla ad ogni costo. _Le offerte sveve e bizantine furono credibili perché il doge ed i capi vollero credere a queste offerte, perché erano accecati dal miraggio di immensi guadagni e da un vago senso d onore legato alla conquista della città piu bella del mondo allora conosciuto. È vero che tra Zara e corfù all'inizio del 1203 i comandanti della crociata riuscirono a far accettare ai pellegrini, anche se con difficoltà, la nuova destinazione della spedizione non si deve pensare che la quarta crociata avesse abbandonato definitivamente gli scopi iniziali .l'obiettivo principale per tutta la metà del 1203 fu sempre la terrasanta. La spedizione aveva solo cambiato tattica: avrebbe fatto tappa non più in Egitto, ma in Grecia. La domanda che ci poniamo è la seguente: essi avevano come ormai certo intenzione di conquistare Costantinopoli e intendevano anche tenerla per sé? Si tratta di capire se sotto le spoglie di un esercito mercenario di riconquista si celasse un esercito di conquista . Tutti gli storici che hanno insistito sul fattore della casualità sembra abbiano dimenticato il peso che dovevano avere i 34.000 marchi di ammanco .i comandanti si erano indebitati e non si può non riconoscere loro una grave responsabilità per come andarono le cose punto ci fu sicuramente anche il caso che ebbe la sua parte: se Alessio III fosse stato più attento nel custodire il giovane nipote o se fosse scappato un paio d'anni più tardi, questi incastri casuali della crociata da non si sarebbero verificati .Però nessuno dei partecipanti parlò, nella ricostruzione degli eventi di caso ,a sentire loro la spedizione sarebbe stato uno strumento della provvidenza divina, capace di resistere ai tentativi di quelli che volevano disperderla e vanificarla. Se ci spostiamo sull'altro versante , quello delle interpretazioni che ipotizzano il grande complotto, ovviamente reputano che la vera intenzione di crociati fosse proprio e da subito la conquista di Costantinopoli. Ritengono che l'esercito crociato sia stato ingaggiato da un pretendente al trono bizantino e avesse il doppio fine di far fuori tutti i pretendenti, per poi spartirsi le spoglie di quanto rimasto. Per sostenere questa idea si devono ipotizzare tutta una serie di intenzioni segrete , celate più o meno bene nei cuori dei crociati ed esplose con la conquista nel 1204 . Però queste ricostruzioni sono costrette a defocalizzare un fatto che è incontrovertibile: i crociati convissero con i bizantini dopo la conquista del luglio 1203 ,dopo la fuga di Alessio Ill i crociati ebbero tanti mesi di tempo per soppesare la situazione predisporre un attacco riconquistare la città se queste fossero state davvero le loro intenzioni . L'esercito aveva dato prova scarsa di sé, i crociati potevano studiare nel dettaglio il tradimento ,una parte delle mura era stata abbattuta potevano girare liberamente per la città quindi se avessero voluto sarebbe stato molto più semplice prendere tutto e subito piuttosto che affrontare rischi di un inverno , e un assedio da condurre dall'esterno delle mura .Dopo che la realtà dei fatti aveva reso chiaro a tutti che gli impegni assunti da Alessio IV non sarebbero stati rispettati, la crociata decise riconquistare Costantinopoli . In poche parole la conquista e la conseguente Fondazione di un impero latino d'oriente, fu il risultato di più momenti e moventi da cui si deve assolutamente eliminare il doppio fine . Concludiamo dicendo che la crociata non va concepita come un tutt uno unità compatta verso il fine casuale oppure verso un fine mimetizzato, deve essere pensata su quattro livelli: quello dei comandanti in capo , che riuscirono a imporre i loro progetti a breve termine medio termine , il livello di quanti non si presentarono a Venezia, di quelli che come monfort si opposero alla piega presa dagli eventi , e per finire il livello di quanti provarono a opporsi senza riuscirvi .A questi quattro livelli possiamo poi aggiungere altri protagonisti: il Papa, i suoi legati, i cristiani in terrasanta che avrebbero sperato di più da questa spedizione .Proviamo ora ad analizzare la quarta crociata invece dal punto di vista di bisanzio .Per bisanzio fu sicuramente una tragedia perché per la prima volta Costantinopoli finiva in mano a uomini slegati dalla sua tradizione, quindi nuove lingue nuove culture incomprensioni sarebbero seguite, era stata distrutta bruciata saccheggiata e poi vi era stato un esodo consistente ed il generarsi di uno stato di caos che avrebbe regnato in tutto lo stato della Romania per molto tempo .Se è vero che la visione vecchia storiograficamente , di un impero d'oriente lentamente avviato verso un declino inarrestabile lungo il corso del dodicesimo secolo è stato recentemente corretto, e si è arrivati a parlare di una vera rinascita bizantina di quel periodo , è un fatto assodato che lo splendore del Regno di manuale primo conmeno si fosse rapidamente estinto, e che l'ultimo quarto di secolo fosse stato segnato da un netto peggioramento della situazione . A riprova di questo la capitale infatti si ritrova assediata, e nessuno da parte del tutto l'impero della Romania giunse in aiuto a Costantinopoli.Qualcuno ha parlato anche dell' esito della quarta crociata come un fallimento della politica estera di bisanzio .Sotto Emanuele comneno, l'imperatore d'oriente aveva tentato una grande politica internazionale, con una gravitazione Mediterraneo centrica . che puntava verso ovest che aveva come interlocutori il papato, impero d'occidente gli Stati latini le città italiane i regni europei.Però tutti gli sforzi economiche politici avevano prodotto scarsi risultati: l'impero d'occidente aveva raggiunto la pace nel 1177 nel 1183 ,sia con il Papa che con i comuni d'Italia unendosi persino all' antico nemico normanno ,Costantinopoli quindi non aveva alleati allo scoccare del tredicesimo secolo e si gettò con arrendevolezza nelle braccia dei suoi aggressori E l’avrebbe fatto qualunque fosse stata la casacca indossata dai conquistatori questo perché, l'impero era minato al suo interno .Si può dire che la tragedia permise alle energie migliori che ancora esistevano di coalizzarsi e organizzare una riscossa, come avvenne a partire dalla dinastia dei lascaris. Questa famiglia infatti rifondò l'impero greco in asia minore, con capitale Nicea, da cui sarebbe partita la riconquista del 1261 dell ultima dinastia, quella dei Paleologhi.Possiamo concludere dicendo che l'accusa che regge la ricostruzione di niceta coniata , e che il mondo cattolico trionfante cercò di soffocare il mondo ortodosso, percepito e rifiutato in quanto deviato, rispetto alla cattolicità romana .La caduta di Costantinopoli fu un grande caso, derivante non dalla casualità degli eventi, ma dalla sommatoria imprevista di piu piani che non erano convergenti. Gli eventi fortuiti ebbero sicuramente il loro peso, ma anche determinati progetti,libere scelte operate da quanti parteciparono a quella spedizione.Si può quindi azzardare una sintesi tra le due teorie, complottista e del caso, dicendo che la caduta di costantinopoli fu un evento determinato da responsabilità personali e sulle libere scelte dei partecipanti. l'interazione tra i progetti e gli eventi fortuiti venne guidata da scelte coscienti di tutti i crociati , e se innocenzo Ill peccò di incapacità gestionale ,e a volte agì di comodo in alcune situazioni, i crociati agirono per avidità, i greci non furono capaci di sottrarsi ad una logica fatalista alimentate dalle profezie che si rincorrevano sulla fine dei tempi nella capitale( cosa che ritroveremo alla vigilia della presa da parte dei turchi) finendo con il dare il peggio di se nel momento del bisogno.La IV crociata va ripensata tenendo presente sia l'avidità di alcuni sia le difficoltà nelle quali effettivamente si trovarono i suoi protagonisti, e l'autolesionismo dei greci che portò alla sottovalutazione delle forze in campo. Comunque l'unione tra le due chiese non avvenne soprattutto per l'intransigenza di Innocenzo III , alla ricostituzione di un patriarcato bizantino che avrebbe dovuto però giurare fedeltà al patriarca latino di costantinopoli.
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